Stefania Garlatti-Costa
Stefania Garlatti-Costa fa parte del direttivo del Patto per l’Autonomia a sostegno di Massimo Moretuzzo. Il suo impegno politico riguarda i temi ambientali, culturali e sociali. Tra questi la lotta per la tutela del Tagliamento e quella per la cultura friulana.
Combatte da vent’anni la battaglia per la tutela della naturalità del Tagliamento e da oltre venticinque opera nel mondo culturale della lingua friulana.
Nata a Udine nel 1963 e qui residente, Stefania Garlatti-Costa ha conseguito la maturità classica presso il liceo Stellini. Trasferitasi in Gran Bretagna, ha conseguito un diploma in traduzione presso l’Institute of Linguists e dal 1987 svolge l’attività di traduttrice e interprete in maniera autonoma. Rientrata in Friuli nel 1999, ha tenuto per numerosi anni lettorati di lingua italiana per stranieri presso l’Università del Friuli, dove si è specializzata nella traduzione e didattica della lingua friulana. Redattrice del Grant Dizionari Bilengâl Talian-Furlan del Consorzi Lenghe 2000, nel 2002 è socia fondatrice della cooperativa SerLing, offrendo servizi linguistici in lingua friulana ed inglese. Co-autrice con Roberta Melchior di Lenghe, un popolare corso di alfabetizzazione in lingua friulana per studenti adulti pubblicato dal Consorzio Universitario del Friuli, dal 2009 al 2015 è stata direttrice editoriale del Gjornâl Furlan de Sience/Friulian Journal of Science, rivista semestrale bilingue (lingue friulana e inglese) pubblicata dalla Forum Editrice Universitaria Udinese.
Agli impegni professionali Stefania Garlatti-Costa affianca l’impegno culturale, ambientale e politico: “Da vent’anni sono attiva nella battaglia contro grandi opere infrastrutturali inutili e per la tutela della naturalità del Tagliamento, in particolare in qualità di addetto stampa e successivamente presidente del comitato ARCA di Forgaria nel Friuli, paese di origine della mia famiglia.”.
“Dal 2018 – continua Stefania Garlatti-Costa – sono membro del direttivo del Patto per l’Autonomia, con delega ai temi ambientali, e gestisco il gruppo Facebook del Patto “Tagliamento Bene Comune”. Per il Patto, sono componente del Women’s Forum dell’Alleanza Libera Europea (ALE), che raccoglie i partiti regionalisti ed autonomisti europei. Sono animalista e volontaria nelle colonie feline del comune di Udine.”.
Nel suo orizzonte programmatico emergono innanzitutto i temi in linea con i propri impegni pregressi. Il tema ambientale: “Seguendo le mie passioni ed esperienza, vorrei proseguire all’interno del consiglio regionale le battaglie che ho portato avanti all’interno del Patto. In particolare, per l’inserimento del Tagliamento nella lista delle candidature a Patrimonio dell’Umanità UNESCO; per un approccio alla gestione delle piene del fiume che favorisca soluzioni diffuse e naturali a livello di bacino, come da raccomandazioni della Commissione Europea, ed eviti grandi opere idrauliche invasive e di incerta efficacia; e in generale per una gestione delle acque regionali partecipata e condivisa, che preservi la naturalità degli ecosistemi e sostenga la transizione dell’agricoltura verso colture in grado di rispondere ai cambiamenti climatici.”.
E il tema della cultura friulana: “Sosterrò l’applicazione di azioni legislative per sostenere l’uso della lingua friulana, un patrimonio culturale unico, trasmessoci attraverso secoli di storia, di cui la popolazione della regione ha la fortuna di essere erede. Dobbiamo utilizzare appieno le risorse messe a disposizione dalla legge perché questo patrimonio, tanto straordinario quanto le ricchezze naturali del Friuli di cui il Tagliamento è esempio, possa essere vitale e produttivo anche per i nostri nipoti.”.
Infine, in linea con le sue attività all’interno del Forum delle Donne dell’ALE: “Ritengo necessario rafforzare le azioni consiliari a favore della parità di genere, partendo dalla possibilità di una doppia preferenza di genere alle elezioni regionali. Nella legislatura che si è appena chiusa solo il 12,2% dei consiglieri regionali erano donne: una percentuale tra le più basse in Italia, circa un terzo della media europea e della percentuale di donne nel vicino consiglio regionale del Veneto. Un consiglio che rifletta meglio la composizione della società potrà comprenderne meglio le sensibilità e bisogni.”