Giornata delle vittime della strada. Massolino annuncia l'arrivo in aula giovedì della mozione sulla città 30: «I dati Istat documentano una realtà drammatica. Per salvare vite dobbiamo ridurre la velocità»
«I dati ISTAT sull'incidentalità regionale diffusi oggi parlano di una realtà drammatica, dove la velocità unita alla disattenzione provoca una scia senza fine di vittime proprio nelle fasce più fragili della popolazione - commenta Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia prima firmataria della mozione sulla riduzione dei limiti di velocità che approderà in aula giovedì 21 -. Il rapporto Istat arriva subito dopo la notizia dell'ennesima vittima investita e uccisa a Trieste da una persona in automobile, e alla vigilia della giornata internazionale delle vittime della strada (17 novembre). Nella prossima settimana è prevista la discussione al Senato del nuovo codice della Strada, proposto dal Ministro Salvini, che ha perso il ricorso contro la Città 30 di Bologna la scorsa settimana. Una misura, quella di Salvini, ampiamente osteggiata dalle associazioni delle vittime della strada e da quelle che si occupano di mobilità e ambiente, perché non incide, e anzi peggiora, il principale strumento di prevenzione delle vittime: la riduzione della velocità. Ne discuteremo nell'aula di Piazza Oberdan giovedì 21, grazie alla mia mozione che chiede alla Regione di dimostrare contrarietà al provvedimento e di intraprendere invece azioni concrete nella direzione della Città 30 anche per i centri urbani del nostro territorio».
«I dati segnalano un problema principalmente per l'aumento degli investimenti fatali di persone a piedi, soprattutto le fasce fragili, oltre a essere la prima causa di morte per i giovani under 30 e a rappresentare un costo sociale di 327 milioni solo per la nostra regione (274 euro pro capite) - prosegue la consigliera -. Quale sarebbe un numero accettabile di morti in strada? Zero. Questa è la cosiddetta “vision zero” che in molte parti d'Europa si persegue, e a tal fine il primo strumento, come riconosciuto anche dall'ONU, è la riduzione strutturale della velocità degli autoveicoli, che anche incentiva la mobilità dolce riducendo ulteriormente il numero di incidenti con conseguenze sulle persone. Per fare politiche ragionevoli bisogna partire dai numeri, e la riduzione a 30 km/h della velocità ad oggi si è dimostrata la strategia migliore per ridurre gli incidenti stradali e la loro gravità, e rendere più sicure le vie della città, per tutte le persone, in qualsiasi modo si muovano. Gli innumerevoli studi scientifici teorici sono confermati dai risultati reali registrati nelle molte città che hanno scelto i 30 km/h: un'analisi del Politecnico di Atene pubblicata a maggio 2024 su quaranta città europee diventate città 30 ci dice che gli incidenti sono calati in media del 23%, le persone decedute del 37% e quelle ferite del 38%. La velocità conta sempre: o come causa diretta, o come fattore che comunque aggrava le conseguenze delle altre violazioni».
«La maggior parte delle città europee e alcune città italiane sono già andate nella direzione della Città 30 - conclude Massolino -. Bologna è stata la prima città di medie dimensioni a intraprendere questo coraggioso percorso nella direzione non solo della sicurezza stradale, per cui è stata insignita del premio europeo la settimana scorsa, ma anche della riduzione dell'inquinamento atmosferico e acustico, della vivibilità e della democratizzazione degli spazi urbani. I risultati che ha ottenuto in solo sei mesi sono straordinari: -38% incidenti gravi e -33% di decessi, a fronte di -10,8% di incidenti e -11,7% di persone ferite. Ma era stata Olbia la prima città italiana a farlo, già nel 2021, e la misura è stata strenuamente difesa dall’Amministrazione di centro destra che l'aveva proposta, a dimostrazione che salvare vite non ha e non deve avere colore politico. Ci auguriamo che anche il Consiglio regionale possa valutare positivamente in modo trasversale questa proposta che mira a mettere al centro la sicurezza e il benessere delle persone, a partire da quelle più fragili: anziane e anziani, bimbe e bimbi».
Prossimi appuntamenti
Non ci sono eventi futuri