Ne chiede l’istituzione un progetto di legge del Patto per l’Autonomia.
Bidoli: «Primo passo verso una nuova concezione del turismo e della valorizzazione territoriale»
Una rete regionale dei cammini. Ne chiede l’istituzione il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia con un progetto di legge che mira da un lato a un loro riconoscimento formale attraverso un apposito comitato tecnico, dall’altro a individuare gli strumenti, anche finanziari, utili alla loro valorizzazione e a un coordinamento della loro promozione, con ricadute positive su tutto il territorio regionale, e a una fruizione anche a persone che presentano forme di disabilità o di mobilità ridotta. Sono, infatti, sempre di più coloro che scelgono di ripercorrere anche in Friuli-Venezia Giulia le orme degli antichi pellegrini e riscoprire una forma di viaggiare lento, all’insegna della natura e della spiritualità. Ma anche della scoperta del territorio e delle sue risorse, siano esse culturali, paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche.
Alla luce di questo interesse, che può trainare un modello di sviluppo alternativo del territorio nel pieno rispetto dell’ambiente, nasce il progetto di legge del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia, che si pone come obiettivo la valorizzazione e la promozione dei cammini locali, riservando grande attenzione alle azioni di individuazione, gestione e manutenzione degli stessi, senza dimenticare le attività di ricerca storica volte alla valorizzazione dei tracciati con particolare riguardo a quelli che traggono la loro origine da percorsi antichi.
Il progetto di legge individua nei Comuni i soggetti gestori dei cammini locali di interesse regionale, che potranno stringere accordi di partenariato e collaborazione con soggetti pubblici e privati interessati alla tenuta e alla valorizzazione dei tracciati. La norma prevede che gli enti locali interessati dai tracciati accedano ai finanziamenti europei, pubblici e regionali per gli interventi necessari e per la valorizzazione dei territori attraversati dai cammini. Da parte sua, la Regione – per promuovere e valorizzare i cammini – potrà mettere in campo diverse azioni: dall’adozione di un logo di riconoscimento alla creazione di una apposita app, all’incentivo al recupero di immobili e beni pubblici inutilizzati lungo i tracciati, perseguendo l’obiettivo della rigenerazione dell’esistente.
«La Regione, che, nell’ambito del Piano paesaggistico regionale, recentemente approvato, ha già individuato nella categoria di mobilità lenta molti cammini, legiferi su questi aspetti inserendoli entro una cornice istituzionale – sollecita il consigliere regionale Giampaolo Bidoli, primo firmatario del progetto di legge –. Il riconoscimento normativo dei cammini va considerato come un primo passo verso una nuova concezione del turismo e della valorizzazione territoriale. E non potrebbe essere altrimenti: una rete dei cammini regionali a ben poco serve se non viene adeguatamente potenziata l’intermodalità, se non viene garantito un efficace ed efficiente trasporto pubblico locale (sia esso su gomma o su rotaia), se non si presta particolare attenzione alla sicurezza stradale laddove i cammini incrociano strade trafficate. In altre parole a ben poco serve una norma se non c’è un sistema complessivo in cui inserirla. È quindi fondamentale un’azione corale da parte di molti soggetti pubblici e privati, che può, però, portare grandi benefici a tutto il tessuto economico».
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