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Minoranze linguistiche alla base della specialità regionale

26 Aprile 2018

Cecotti al Comitato 482: «Friulano in Rai, governo inadempiente, una Regione seria l’avrebbe portato in tribunale. Sì a una struttura autonoma a Udine»

«Le minoranze linguistiche sono il primo motivo per cui la nostra Regione è autonoma e speciale e la natura propria del Friuli-Venezia Giulia è quella di essere quadrilingue», afferma il candidato del Patto per l’Autonomia alla presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia Sergio Cecotti. In tutte le situazioni dove è stata avviata una seria e democratica politica linguistica, questa ha messo all’opera saperi, competenze e processi di innovazione che hanno migliorato la situazione economica nel suo complesso. Ne è profondamente convinto Cecotti, che ha accolto l’invito del Comitato 482 (che aggrega oltre una ventina di realtà espressione delle comunità friulana, slovena e germanica della regione) a rispondere a una serie di quesiti elaborati a partire dalle conclusioni e dalle richieste scaturite a dicembre dalla Conferenza regionale di verifica e proposta sulla lingua friulana riguardo alla presenza del friulano nella scuola, nei media, nella pubblica amministrazione e nella pianificazione linguistica. Unico a non esprimersi – i quesiti erano rivolti agli aspiranti governatori del Friuli-Venezia Giulia – è stato il candidato della coalizione di centrodestra, il leghista Massimiliano Fedriga, che si è sottratto spesso al confronto in questa campagna elettorale per le Regionali 2018. Cecotti – condividendo una posizione comune a tutto il Patto per l’Autonomia – si è espresso chiaramente a favore del rafforzamento delle competenze regionali in materia di tutela delle minoranze e di promozione delle loro lingue, della certificazione e valorizzazione delle competenze dei docenti di friulano, della formazione nelle lingue minoritarie per i dipendenti della pubblica amministrazione e della competenza linguistica in friulano, sloveno e tedesco almeno come requisito accessorio per l’accesso al pubblico impiego. Sì alla carta di identità bilingue anche in friulano, a riconoscimento del fatto che le comunità del territorio sono plurilingui. Imprescindibile per il candidato del Patto per l’Autonomia è l’attribuzione alla Regione della competenza primaria, e conseguenti risorse, nel campo dell’istruzione (uno dei punti principali del programma del Patto per l’Autonomia). «Una volta ottenute dallo Stato, la Regione dovrebbe trasferire le competenze sull’istruzione, per gli aspetti legati all’”immersione linguistica”, alle Comunità linguistiche che devono diventare le istituzioni rappresentative delle identità del territorio». In merito alla programmazione Rai in friulano, Cecotti condivide concretamente la proposta formulata nel documento del Comitato 482 di una struttura autonoma stabile con sede a Udine, sottolineando le inadempienze del governo statale in questo ambito: «Una Regione seria – scrive – lo avrebbe già portato in tribunale».

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