Specialità e autonomia sono troppo preziosi per lasciarli in balia dei giochi di palazzo
Facendo il “mestiere” di Sindaci, assessori o di consiglieri comunali, siamo – ahinoi – abituati a interloquire con frequenza con i cosiddetti “organi sovra ordinati”. E siamo ormai avvezzi all’ambiguità e all’indeterminatezza della maggior parte delle indicazioni che da questi arrivano sui nostri tavoli: siamo in perenne esercizio di interpretazione dei voleri superiori.
Succedono cose strane nei municipi friulani. In questi giorni, ad esempio, molti di noi stanno lavorando alle variazioni dei propri bilanci comunali, alcuni con deliberazioni di consiglio, sulla base delle notizie sugli agognati maggiori trasferimenti regionali, a loro volta dipendenti da accordi con i ministeri romani. La cosa bizzarra è che queste “notizie” arrivano quasi per vie traverse, grazie a telefonate con gli uffici condite da “dovrebbero” e “quasi certamente”; facciamo quindi scelte amministrative e relativi atti formali senza la certezza delle risorse disponibili!
Un tanto per dire che siamo necessariamente avvezzi a questo rapporto poco salutare con i vari poteri. Ne eravamo consapevoli anche venerdì scorso, quando con la conferenza stampa di lancio del “Patto per l’Autonomia” abbiamo denunciato il rischio incombente che corrono l’autonomia regionale e, conseguentemente, i residui e già risicati spazi di autogoverno delle nostre comunità.
Le reazioni alla nostra denuncia ci lasciano però basiti ben oltre il livello cui siamo, come dicevo, purtroppo abituati. Abbiamo sentito la Presidente Serracchiani e molti rappresentanti del PD dire che “la Specialità non è in pericolo” e che “le macroregioni non sono nell’agenda di questa legislatura”. Abbiamo anche letto le dichiarazioni dell’onorevole Fedriga che afferma che “l’idea di autonomia in questo momento non è conciliabile con quella di macroregione, se poi qualcosa dovesse cambiare … beh vedremo”.
Queste prese di posizione sono arrivate dopo che, non più tardi di giovedì scorso, il Sottosegretario PD Luciano Pizzetti si è impegnato in Senato, a nome del Governo, a presentare una riforma del sistema regionale che cancella il Friuli Venezia Giulia e dopo che un paio di settimane fa il segretario federale della Lega Nord Salvini ha dichiarato che la macroregione è auspicabile, anche per contrastare le politiche europee.
Ora, delle due l’una: o il sottosegretario Pizzetti non è un leale rappresentante del Governo italiano, motivo per cui – anche in virtù delle pressioni della Presidente Serracchiani – immaginiamo sarà costretto a dare le dimissioni entro breve, e Salvini quando parlava di macroregione in Friuli Venezia Giulia era, se possibile, più distratto del solito, motivo per cui manderà presto un messaggio di scuse a tutti; oppure siamo nella solita situazione per cui la gente ha l’impressione che qualcuno gliela stia raccontando.
[caption id="attachment_42" align="alignleft" width="161"] Massimo Moretuzzo coordinatore del Patto per l'Autonomia[/caption]Da amministratori locali sappiamo che, se così fosse, la già forte distanza fra cittadini e istituzioni corre il rischio di diventare una distanza siderale; per questo Vi chiediamo di dirci le cose come stanno e soprattutto di compiere atti conseguenti. La Specialità del Friuli Venezia Giulia e l’autonomia delle nostre Comunità sono un bene troppo prezioso per lasciarlo in balia dei giochi di palazzo.