Bandi cultura, assegnati i finanziamenti. Maurmair: «Tanti soldi per pochi, a discapito delle piccole realtà associative. Da Serracchiani a Fedriga nessuna differenza. Si preveda un’attribuzione decrescente dei fondi in ragione della graduatoria»
«Ancora una volta tanti soldi, in alcuni casi, troppi, per troppo pochi e così le piccole realtà associative rinunciano a proporre i propri progetti – afferma il presidente del Patto per l’Autonomia, Markus Maurmair, commentando le assegnazioni dei finanziamenti regionali per le iniziative progettuali riguardanti eventi e festival nel settore dello spettacolo dal vivo per il 2019 –.
Le tabelle confermano ciò che si temeva al momento dell’approvazione dei bandi. Infatti, sono stati individuati 48 progetti sui 138 ammessi e saranno assegnati mediamente fondi per 40 mila ciascun iniziativa; i restanti 90 richiedenti rimarranno a bocca asciutta per tutto l’anno. Questo modus operandi era stato introdotto dalla giunta Serracchiani, ma pare che non ci siano sostanziali differenze da parte dell’amministrazione Fedriga – denuncia Maurmair –. Tanto più che con la cancellazione delle Province, la Regione si trova a gestire ulteriori milioni di euro che sono stati dirottati in capo alle direzioni regionali che hanno predisposto modalità semplificate (per loro) di gestione di risorse che una volta alimentavano migliaia di associazioni, ora destinate a rimanere senza fondi pubblici se non quelle poche riconosciute dalle amministrazioni comunali. È rimasta finora inascoltata la proposta di assegnare almeno quelle risorse ai Comuni e per loro tramite, mediante i bandi che emanano a livello locale, alle associazioni. Come migliorare gli attuali bandi? Prevedendo – propone Maurmair – un’attribuzione decrescente dei fondi in ragione della graduatoria, ad esempio 40 mila euro per i primi venti progetti, riducendo a 20 mila euro dal 21° al 40° e ancora passando a 15 mila euro o 10 mila euro, fino a esaurimento delle risorse. Si garantirebbe così un sostegno significativo a un maggior numero di progettualità mantenendo quell’humus culturale che arricchisce, o forse arricchiva, la nostra regione».