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In diretta con Angelo Floramo giovedì 14 maggio alle 20.30

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Patto per l’Autonomia | Pat pe Autonomie | Pakt Za Avtonomijo | Pakt für die Autonomie

I giovedì del Patto

‍  Giovedì 14 maggio alle ore 20.30
diretta Facebook con Angelo Floramo

Il Patto in azione

La Regione Friuli-Venezia Giulia deve parlare con una voce sola

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«Basta con le azioni in ordine sparso. La Regione Friuli-Venezia Giulia deve parlare con una voce sola. La comunità politica tutta, a partire dal Consiglio regionale, sia coesa nella rivendicazione forte della rinegoziazione dei Patti finanziari tra Stato e Regione». A dirlo è stato il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, nel corso della seduta odierna (12 maggio, ndr) del Consiglio regionale, invocando una posizione unitaria su quella che ha definito la «madre di tutte le questioni», dopo le iniziative propagandistiche degli ultimi giorni: dalla lettera del Presidente Fedriga, annunciata e mai arrivata ai capigruppo, a quella dei parlamentari di Pd, M5s e Italia Viva. «Ne scriverà una anche il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia e magari la invieremo anche a Serracchiani e Rosato (firmatari dell’ultima missiva, ndr) che, nella scorsa legislatura, hanno ricoperto ruoli di responsabilità in quest’aula e in Parlamento». Dopo il dibattito in aula, Moretuzzo ha sottoscritto l’ordine del giorno condiviso dalla conferenza dei capigruppo: «una posizione indispensabile, perché in ballo c’è la sopravvivenza del bilancio regionale», ma «la situazione di straordinaria emergenza che stiamo vivendo e che ha motivato la richiesta di sospendere i trasferimenti dalla Regione Friuli-Venezia Giulia allo Stato per i prossimi 2 anni, è solo una parte di una vicenda che ha radici nei contenuti degli accordi sottoscritti nelle ultime tre legislature regionali fra i presidenti della nostra Regione e i diversi ministri che si sono succeduti. Quegli accordi, come ha certificato la Corte dei Conti, hanno portato a un prelievo dal bilancio regionale di oltre 7 miliardi di euro dal 2011 al 2018, con un picco di 1,2 miliardi nel 2015. Prelievi che si sono accompagnati ad altri interventi generali di compressione della finanza pubblica che, per la nostra Regione, hanno significato una riduzione della spesa degli enti territoriali di almeno ulteriori 3 miliardi di euro. Tali prelievi che avrebbero dovuto essere finalizzati alla realizzazione del federalismo fiscale prima e alla sostenibilità del debito pubblico poi. I 10 miliardi di mancata spesa pubblica locale hanno determinato un drastico calo degli investimenti pubblici, a cui non si sono certamente sostituiti quelli effettuati direttamente dallo Stato. Basti ricordare i dati della caduta del PIL, valutabile (a seconda degli anni) tra l’8 e il 10%, nonché l’attuale fenomeno dell’emigrazione giovanile che è del 14%, di fatto doppio rispetto alla media italiana. Non possiamo far finta che tutto questo non sia successo. È sufficiente un semplice calcolo algebrico per dimostrare l’insostenibilità della situazione attuale: le entrate del Friuli-Venezia Giulia derivano per 4,4 miliardi di euro dalle compartecipazioni e per 1,2 miliardi da fiscalità propria. Di queste, 2,9 miliardi sono necessari per coprire i costi della sanità, verosimilmente in aumento in seguito all’emergenza Covid-19. Pari a circa 190 milioni è il costo del trasporto pubblico locale, che, come la sanità, ci paghiamo per intero con le nostre entrate tributarie. Altri 550 milioni sono destinati al sistema degli Enti locali, che oggi rappresenta l’unica vera competenza primaria della Regione. Se a queste cifre si somma il contributo allo Stato per il risanamento della finanza pubblica praticamente si esauriscono tutte le entrate di compartecipazione fiscale. Le stime di calo del PIL per il 2020 danno un -9%, a cui dovrebbe corrispondere una riduzione delle entrate di circa 700 milioni di euro. Questo significa che la Regione dovrà gestire tutte le sue attività ordinarie, così come previste dal Bilancio preventivo, con una analoga riduzione della spesa creando condizioni ulteriori di recessione a quelle di per sé determinate dall’evoluzione della pandemia». A fronte di questa situazione, per Moretuzzo «la rinuncia da parte dello Stato a esigere i 726 milioni di contributo alla sostenibilità del debito pubblico previsti per il 2020 è una prima condizione, necessaria, ma non sufficiente, per garantire i servizi essenziali ai nostri cittadini e la sopravvivenza di tanta parte delle nostre imprese. Va avviata, infatti, una trattativa serrata con lo Stato per rinegoziare i Patti finanziari, per questo è fondamentale che si istituisca subito un gruppo di lavoro interno alla commissione bilancio, come richiesto con forza dal Patto per l’Autonomia e stabilito nell’ordine del giorno approvato dall’Aula, per affrontare questa partita in modo condiviso con tutte le forze presenti in Consiglio regionale. Non possiamo discutere di quanti soldi trattenere o chiedere al Governo se non chiariamo cosa è successo negli ultimi 10 anni con i Patti finanziari siglati da Tondo, Serracchiani e Fedriga, anche rispetto alle altre Regioni, e qual è il loro impatto vero sul nostro bilancio. E nella gestione della trattativa – ha concluso Moretuzzo – si accantonino una buona volta i giochetti politici. La specialità non si difende con gli annunci, ma avviando un confronto serio in Consiglio regionale per poi coinvolgere tutti i soggetti interessati a difenderla».


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Luca Mercalli a I giovedì del Patto: Urge una evoluzione verso la sostenibilità attraverso nuovi modelli di sviluppo

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Cambiamento climatico, agricoltura sostenibile, filiera corta, ripopolamento della montagna, consumo di suolo, utilizzo delle risorse idriche. Sono alcuni dei temi trattati nel corso del primo appuntamento de “I giovedì del Patto”, la serie di eventi online settimanali organizzati dal Patto per l’Autonomia per contribuire al dibattito sulla ripresa post Covid-19 dialogando con ospiti illustri in stretta interazione con il pubblico della rete. Ad aprire la serie è stato Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, climatologo e giornalista scientifico, che si è confrontato con il segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, e il consigliere regionale Giampaolo Bidoli sull’importanza di cambiare il modo in cui istituzioni e comunità interagiscono con l’ambiente. «Urge una transizione verso la sostenibilità, che passa attraverso una visione di futuro diversa da quella dell’attuale economia consumista e l’elaborazione di nuovi modelli di sviluppo», ha detto Mercalli, evidenziando, accanto all’importanza di adottare comportamenti individuali più corretti, le responsabilità della classe politica, incapace di azioni decise e strategiche di politica ambientale («In gioco ci sono troppi interessi economici»). Da parte sua, il Patto per l’Autonomia, attraverso il Gruppo Consiliare regionale, ha già fatto pervenire alla Giunta Fedriga un documento con alcune proposte operative, che possono rientrare in una progettualità complessiva e necessaria per affrontare il periodo verosimilmente difficile che ci attende ed imboccare la strada del cambiamento, in particolare rispetto al modello di sviluppo economico e sociale del Friuli-Venezia Giulia, fondato sulla tutela e sul rispetto delle risorse naturali e del paesaggio. La prima proposta, verificata con vari interlocutori ed illustrata nella seguitissima diretta online dal segretario e capogruppo in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, riguarda il sostegno alle imprese con forme di contributo che puntino ad impattare sia sui conti economici delle aziende che sull’evoluzione dei sistemi produttivi verso una transizione ecologica non più rimandabile. «Considerato che la bolletta energetica incide in modo significativo sul bilancio di molte imprese, in particolare nel settore manifatturiero, proponiamo di rendere disponibili dei finanziamenti per le piccole e medie attività che intendono installare sulle proprie unità produttive degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare attraverso dei pannelli fotovoltaici. Il finanziamento – ha spiegato Moretuzzo –, con l’obiettivo di semplificare al massimo le procedure, potrebbe essere erogato in compensazione con l’IRAP, con un meccanismo di detrazione simile a quello utilizzato per le norme in vigore sull’Industria 4.0. È evidente che ai benefici di natura economica per le imprese beneficiarie e di natura ambientale per l’aumento del consumo di energia rinnovabile derivanti da un’iniziativa di questo tipo, si aggiungono i benefici indiretti per tutti i comparti economici coinvolti in questo tipo di iniziative». E ancora, ha aggiunto Moretuzzo, «il momento che stiamo attraversando fornisce l’occasione per spingere in modo convinto sul rafforzamento delle filiere locali, a chilometro zero e biologiche, che rappresentano un’alternativa necessaria a un modello di sviluppo agricolo e zootecnico che sta dimostrando tutta la sua insostenibilità, non solo ambientale. Un’azione immediatamente “cantierabile” da parte della Regione potrebbe essere quella di inserire all’interno dei bandi di affidamento delle mense pubbliche di sua competenza l’obbligo di utilizzare prodotti locali e biologici, diventando il primo consumatore critico. Un’azione come questa potrebbe avere un impatto molto importante in termini di capacità produttiva e di gestione logistica delle filiere locali. Lo stesso meccanismo potrebbe essere applicato nelle mense delle aziende private disponibili – se adeguatamente incentivate attraverso un contributo regionale – a convenzionarsi con un sistema di fornitori locali». Dopo Luca Mercalli, “I giovedì del Patto” ospiteranno, il 14 maggio, lo storico, scrittore e operatore culturale Angelo Floramo e il 21 maggio Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, noto anche come autore e personaggio televisivo.


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La lettera di Fedriga è un bluff

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«La lettera del Presidente Fedriga alla “politica” regionale è un bluff. Che senso ha chiedere l’adesione su un documento blindato? Il Presidente è stato eletto da un’ampia maggioranza e ha già il mandato per trasmettere una richiesta a Roma. Delle due l’una: o è un atto strumentale oppure si sta prendendo gioco del Consiglio regionale». Questa la dichiarazione del Presidente del gruppo consiliare Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, a margine della riunione dei capigruppo del Consiglio regionale svoltasi oggi (8 maggio, ndr) e sede di un lungo e acceso dibattito. «Fin dall’inizio della legislatura, e a maggior ragione dopo l’inizio dell’emergenza, – prosegue il consigliere Moretuzzo – abbiamo dato la nostra piena disponibilità a sostenere il Presidente Fedriga nella trattativa necessaria che deve essere svolta con lo Stato in merito ai rapporti finanziari. Siamo d’accordo con la richiesta di eliminare il contributo di 670 milioni previsto per il 2020 e quelli previsti per il 2021, considerato il crollo delle entrate previsto e i costi della Sanità e del Trasporto pubblico locale che dovremo pagarci comunque. Abbiamo anche votato la mozione proposta dalla Lega nell’ultima seduta, che chiedeva lo stop ai contributi. Riteniamo, però, totalmente sbagliato il metodo che sta utilizzando il Presidente Fedriga nella gestione di questa trattativa: la specialità non si difende con gli annunci e le dirette social. Se vuole davvero avere un mandato pieno e convinto del consiglio regionale si sieda a un tavolo e ne discuta. Non è accettabile che si limiti ad annunciare un documento a scatola chiusa, prendere o lasciare.» «A questa richiesta ne aggiungiamo una seconda, già posta 2 anni fa e oggi irrimandabile: si faccia immediatamente una commissione ad hoc per capire i termini veri dei rapporti finanziari con lo Stato. Non possiamo discutere di quanti soldi trattenere o chiedere al Governo se non chiariamo cosa è successo negli ultimi 10 anni con i Patti finanziari siglati da Tondo, Serracchiani e Fedriga, anche rispetto alle altre Regioni, e qual è il loro impatto vero sul nostro bilancio.» «Così come è partito il confronto con lo Stato, come una battaglia di partito e non di una Comunità regionale, possiamo aspettarci di tutto, – conclude Moretuzzo – comprese le amenità uscite dall’accordo Fedriga-Tria come abbuonare allo Stato i 94 milioni di euro di extra gettito IMU, già assegnati alla Regione da una sentenza della Corte Costituzionale».


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Basta imposizioni ai sindaci

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Sono fortemente critici i consiglieri del Patto per l’Autonomia sul disegno di legge 90 in materia di autonomie locali, funzione pubblica, lavoro e formazione, oggi (7 maggio, ndr) all’esame della V e della VI Commissione consiliare. «Ai Comuni verranno elargite delle risorse per abbattere le imposte locali, se e solo se gli stessi Comuni metteranno una cifra di pari importo per lo stesso obiettivo, anche attingendo all’avanzo di bilancio. Di fatto – osserva il capogruppo Massimo Moretuzzo –, si dice ai primi cittadini come devono essere utilizzati i soldi del proprio bilancio, impedendo loro di impiegarli per altre modalità che potrebbero essere di altre forme – magari più efficaci – di sostegno alla piccola distribuzione e alle filiere locali o alle fasce sociali più colpite dalla crisi». Sul fatto che i Comuni debbano obbligatoriamente compartecipare al contributo erogato loro dalla Regione, poiché presentano avanzi di bilancio, come prevede il nuovo ddl, il consigliere Giampaolo Bidoli non nasconde le sue riserve. «Sappiamo bene da dove derivano gli avanzi di bilancio: in molti casi, soprattutto nei Comuni piccoli e con croniche difficoltà di personale, sono maturati per la difficoltà di poterli spendere. Se da un lato riteniamo utile che l’Amministrazione regionale metta a disposizione proprie somme per permettere di ridurre le tasse locali, Tari e Tosap (tasse sui rifiuti e sull’occupazione del suolo pubblico), dall’altro condanniamo questa ingerenza nelle autonome scelte dei sindaci. Siano loro a decidere come impiegare le risorse proprie e dove intervenire in maniera efficace. Inoltre, il fatto di recuperare tali risorse da capitoli che la Giunta ritiene non siano utilizzabili in questo momento si accompagna a un vago impegno a ricalibrare la situazione in fase di assestamento di bilancio, ma ovviamente non possiamo dirci tranquilli. È evidente che si stanno operando scelte che in alcuni casi saranno irreversibili e che finiranno per penalizzare il sistema regionale», conclude Bidoli, impegnandosi a mantenere alta l’attenzione del Gruppo Consiliare su questo ddl di cui sarà relatore di minoranza e che dovrebbe arrivare in aula già dalla prossima settimana.


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Più risorse per la sanità regionale

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Maggiori risorse per il sistema sanitario regionale. Le hanno chieste i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, attraverso una mozione, approvata oggi (6 maggio, ndr) dal Consiglio regionale, che impegna la Giunta “a valutare in tempi rapidi l’impatto che l’attuale situazione di crisi determinerà sul gettito fiscale regionale e ad avviare urgentemente un’interlocuzione con il Governo statale per l’acquisizione di ulteriori margini di autonomia finanziaria al fine di sostenere le inevitabili maggiori spese presenti e future a carico del sistema sanitario regionale e a coinvolgere l’intero Consiglio regionale, attraverso le commissioni competenti, rispetto all’esito di tale percorso”. «Al di là dei giudizi di merito sulle scelte sanitarie operate dalla Giunta regionale nella gestione della pandemia Covid-19, che dovranno necessariamente essere oggetto di analisi una volta conclusa la fase più delicata di questa emergenza, riteniamo doveroso ribadire che la competenza sanitaria in capo alla Regione non deve essere messa in discussione – osserva il capogruppo Massimo Moretuzzo –. Numerosi esponenti politici, a vari livelli, hanno di recente affermato la necessità di riaccentrare la gestione del servizio sanitario a livello statale, come se lo Stato oggi non avesse gli strumenti per esercitare un coordinamento – si legga la Costituzione –, preferendo all’analisi oggettiva dei fatti la retorica anti-regionalista. Considerazioni del tutto fuori luogo, che condanniamo e rispetto alle quali affermiamo che è certamente necessario un coordinamento sovraregionale, meglio se a livello europeo – la pandemia e la conseguente vicenda dei confini insegnano –, ma è evidente che la sanità non può che essere governata da un sistema che deve essere vicino ai territori, perché li conosce e sa interpretarne le esigenze. L’unico approccio costruttivo praticabile è prevedere procedimenti maggiormente condivisi da Stato e Regioni, tenendo presente che ci sono alcuni equilibri che devono essere salvaguardati, a partire da quelli economico-finanziari. Chiediamo, dunque, maggiori risorse finanziarie per il servizio sanitario regionale, considerando tutte le variabili sul tavolo, compresi i tagli al bilancio della Regione intervenuti negli ultimi anni e il progressivo aumento della spesa sanitaria che nello stesso periodo le casse regionali hanno sostenuto per intero, ma che non sappiamo per quanto potrà ancora essere garantita. Lo scenario attuale – conclude Moretuzzo – richiede di mettere in campo strumenti e risorse nuove e diverse, che devono necessariamente essere ridiscusse con lo Stato. Questo valeva prima dell’emergenza Covid, vale a maggior ragione oggi».


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Ddl 83 per la manutenzione delle strade: più burocrazia e meno potere ai sindaci

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Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, definisce il disegno di legge n. 83, in discussione oggi (6 maggio, ndr) in Consiglio regionale. La nuova misura finanzia con «appena 200 mila euro» interventi di manutenzione stradale – «nella pratica permetterà di asfaltare pochi chilometri di strade» –, obbligando gli uffici tecnici comunali, nel tentativo di poter accedere al bando, «alla solita, insopportabile, trafila burocratica, alla faccia della legge sulla semplificazione approvata pochi mesi fa e alla volontà di razionalizzare l’enorme apparato legislativo di cui cittadini e amministratori sono ostaggio. Si insiste ad applicare il meccanismo perverso dei finanziamenti di settore, il circolo vizioso della domanda-istruttoria-rendicontazione che ruba tempo di lavoro prezioso agli uffici pubblici e che, a parole, viene condannato da tutti. Ancora una volta – continua Moretuzzo – la maggioranza, che insiste sul “potere ai sindaci”, non riesce ad andare oltre alla retorica e continua a privare i primi cittadini di autonomia decisionale, una nota stonata nell’anniversario del terremoto in Friuli che li ha visti assoluti protagonisti di una ricostruzione esemplare proprio in virtù dell’esercizio della responsabilità e dell’autonomia».


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Bidoli e Moretuzzo: «Il turismo riparta anche dai territori dimenticati della regione»

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A partire da questa constatazione, i consiglieri del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia, Giampaolo Bidoli e Massimo Moretuzzo, hanno proposto un ordine del giorno al ddl n. 86, approvato nella seduta d’Aula di ieri (5 maggio, ndr), a sostegno di una ripartenza del turismo che tenga conto anche dei territori dimenticati della regione. «Verosimilmente l’area balneare sarà quella che dovrà sopportare le maggiori perdite in termini di presenze – commenta il consigliere Bidoli –, tuttavia sarà molto importante avere un occhio di riguardo anche per le aree montane e per il turismo slow che, negli ultimi anni, ha avuto un apprezzamento crescente da parte dei turisti in cerca di emozioni, cultura, enogastronomia e naturalismo. Non va dimenticato poi che i molti cambiamenti e le necessarie precauzioni sanitarie modificheranno tanto i flussi turistici quanto l’offerta degli operatori del settore, con una prevalenza del turismo interno o comunque di prossimità e nuove modalità di fruizione degli spazi. La probabile necessità di mantenere le distanze interpersonali ed evitare grandi assembramenti possono bene adattarsi alle numerose località montane e rurali della nostra regione che, escluse dai grandi flussi turistici degli anni passati, offrono grandi spazi e tranquillità, insieme alle bellezze e all’autenticità di cui sono portatrici. Anche una crisi dalle gravissime conseguenze come quella che stiamo vivendo – conclude Bidoli –, può contenere un’occasione per il rilancio di luoghi e operatori periferici spesso ingiustamente dimenticati. Chiediamo quindi che la Regione, per il tramite di PromoTurismo FVG, avvii in tempi stretti un progetto di valorizzazione e promozione turistica anche di nuove località regionali, finora considerate secondarie, siano esse montane o rurali, al fine di sostenere lo sviluppo locale e una diversificazione delle strategie di risposta del comparto turistico alla crisi attuale».


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@PattoMatto

 

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CHE NISSUN DISPONI DI NÔ, SENSA DI NÔ

CHE NESSUNO DISPONGA DI NOI,
SENZA DI NOI
Giuseppe Bugatto
Deputato friulano al Parlamento di Vienna
25 ottobre 1918 

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