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Diretta questa sera alle 21 su giovani e chiusura scuole

Diretta questa sera alle 21 su giovani e chiusura scuole
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Patto per l’Autonomia | Pat pe Autonomie | Pakt Za Avtonomijo | Pakt für die Autonomie

‍Scuole chiuse e famiglie che scoppiano. Cosa sta succendendo ai nostri ragazzi?

 

‍In diretta streaming questa sera alle ore 21.00

 
OSPITI
Giovanni Duca, Priorità Alla Scuola
Marta Colle, psicologa e psicoterapeuta
Willy Mazzer, Coop. sociale Itaca
MODERA
Rossella Malisan, Patto per l’Autonomia
 
Segui l'evento in diretta:


Il Patto in azione

Ddl sicurezza: dura presa di posizione del Patto

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«Questo provvedimento non dà risposte efficaci alle criticità in cui versa la polizia locale, effetto di una ormai cronica carenza di personale e mancanza di professionalità specifiche che rendono estremamente difficoltoso il presidio del territorio. Non è centralizzando molte competenze a livello regionale che si migliora il servizio. Vanno piuttosto rafforzate le forme di coordinamento tra i Comuni», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, in riferimento al disegno di legge 125 in materia di politiche integrate di sicurezza e ordinamento della polizia locale, oggi (10 marzo, ndr) all’esame dell’Aula. «È necessario fornire i Comuni degli strumenti necessari per coordinarsi e gestire la funzione della polizia locale», evidenzia Moretuzzo, che sottolinea come il tema sia strettamente intrecciato a quello della «fallimentare» riforma degli enti locali.

Critiche alla norma «che spalanca le porte alle ronde post padane» arrivano anche dal consigliere regionale Giampaolo Bidoli. Il pacchetto di norme sulla “sicurezza partecipata” che affida l’attività di prevenzione e controllo del territorio anche alla collaborazione dei cittadini, attraverso il “controllo di vicinato” o l’impiego di associazioni di volontariato, «metterà in difficoltà i comandi di polizia locale, anziché supportarli, poiché si troveranno a gestire volontari impreparati», spiega Bidoli, per i quali immagina un intervento «eventualmente a supporto di eventi culturali, sportivi e cerimonie, per quanto, anche in questi contesti, sarebbe preferibile valorizzare i volontari della Protezione Civile, peraltro già formati e monitorati dal punto di vista sanitario e psicologico».

«Dal dibattito generale e dalle dichiarazioni dell’assessore Roberti è evidente che ci aspetta una pessima legge», conclude Moretuzzo, che si sofferma infine sull’articolo 16 della norma (“La Regione, avvalendosi degli uffici del Comune capoluogo (Trieste), attua il coordinamento tra i servizi di polizia locale per le seguenti finalità…)”. «Chi glielo dice al friulanissimo sindaco di Udine che i suoi compagni di partito stanno approvando una legge per cui per avere un intervento dei cosiddetti “nuclei specializzati” (formati anche dai suoi agenti) dovrà chiedere “per favore” al comandante della polizia locale di Trieste? Da “prima i friulani” a “prima il centralismo”, che sia romano, milanese o triestino poco conta», commenta Moretuzzo.


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Scuole chiuse, ragazzi a distanza. Quali effetti sulle comunità del futuro?

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Scuola chiusa per due settimane per contenere la diffusione del virus Covid-19. Una misura comprensibile nei momenti iniziali della pandemia, meno a oltre un anno di distanza, quando i ragionamenti su come gestire la sicurezza in ambito scolastico con azioni di distanziamento, turnazione, locazione in spazi differenti, gestione del trasporto, avrebbero dovuto convergere su provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione. A fronte della evidente minore essenzialità attribuita ai bisogni educativi rispetto a qualsiasi altro settore produttivo, preoccupa fortemente l’assenza di analisi e progettualità per arginare le crescenti manifestazioni di disagio dei più giovani. In una recente conferenza al Senato numerosi primari dei reparti di neuropsichiatria dei maggiori ospedali italiani hanno testimoniato unanimemente il preoccupante crescendo degli accessi e dei ricoveri per fenomeni di grave malessere espressi in particolare dagli adolescenti e preadolescenti. Quali saranno gli effetti sulle comunità del futuro? Come sapranno, i ragazzi, gestire lo stare assieme, costruire il tessuto sociale fatto di confronti, scontri e mediazioni, se nell’età più importante per la loro evoluzione viene loro proibito di crescere in società, senza offrire alcuna alternativa valida? Quali saranno i riverberi sulla società intera?

Se ne parlerà domani, giovedì 11 marzo, alle 21, nel corso dell’incontro “Scuole chiuse e famiglie che scoppiano. Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi?” – nell’ambito dei “Giovedì del Patto” – insieme a Giovanni Duca, referente di PAS Priorità alla scuola di Udine, Marta Colle, psicologa e psicoterapeuta, e Willy Mazzer, referente della Cooperativa sociale Itaca, moderati da Rossella Malisan del Patto per l’Autonomia.

Diretta streaming sulla pagina Facebook, sul canale YouTube e sul sito www.pattoperlautonomia.eu del Patto per l’Autonomia.


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Giornata internazionale della donna

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«Quella di genere non è una questione secondaria – affermano, nella Giornata internazionale della donna, i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli –. La situazione che stiamo vivendo sta acuendo le disuguaglianze di genere e rendendo la società in generale meno inclusiva».

In base all’Indice sull’uguaglianza di genere 2020, curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), mantenendo il ritmo attuale, mancano almeno ancora 60 anni prima che l’Unione Europea possa raggiungere la completa parità, che è il quinto dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, definita dalla Nazioni Unite. Ma la pandemia di Covid-19 ha allontanato la meta, poiché sono le donne a pagare il prezzo più alto per l’impatto economico e occupazionale – dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne; soltanto nel mese di dicembre 2020, su 101 mila nuovi disoccupati, 99 mila sono donne (dati Istat) – e per le ripercussioni legate alla gestione dell'emergenza sanitaria nelle famiglie, dall’assistenza agli anziani a quella ai minori, che hanno amplificato disuguaglianze già esistenti. Sul lavoro, fragili per via dei contratti precari e impiegate in settori che più di altri stanno subendo le conseguenze dell’emergenza, e in famiglia, per effetto del forte squilibrio nella ripartizione dei carichi di lavoro familiare e domestico, e con lo smart working che per tante si è sovrapposto al resto dei già numerosi impegni. Senza dimenticare l’aumento della violenza domestica contro le donne per effetto delle misure di distanziamento sociale e di convivenza forzata. 

«Questa crisi, pur nella sua drammaticità, rappresenta un momento di svolta, un’opportunità per ripensare il cammino da percorrere, verso un futuro sostenibile soprattutto per le donne», concludono i due consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia.


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Fedriga a Mattino5: prima le fabbriche, poi le scuole

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«Forse il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia dovrebbe studiare meglio la storia della regione che governa». È il commento di Rossella Malisan e Chiara Targhetta del Patto per l’Autonomia alle dichiarazioni del governatore Fedriga, ieri (26 febbraio, ndr), alla trasmissione Mattino5: «L’emergenza Covid19 va gestita individuando un ordine di priorità. Prendiamo esempio dal modello Friuli del ‘76: “Prima le fabbriche, poi le case, infine le chiese”».

«Nella più buona delle ipotesi è quantomeno irrispettoso compiacersi di seguire un modello che evidentemente non si ha compreso – continuano Malisan e Targhetta –. Nell’agosto del 1976, prima che l’anno scolastico iniziasse, pur in una situazione drammatica come quella del post-terremoto, la Regione si era premurata di intervenire sull’edilizia scolastica e sui trasporti degli alunni. I report di un ispettore tecnico incaricato di organizzare il funzionamento delle scuole per i bambini e i ragazzi sfollati a Grado e Lignano confermano che gli istituti furono resi funzionali già ad inizio anno scolastico, impostando doppi turni per non far perdere lezioni ai frequentanti e convertendo in sedi scolastiche alcuni edifici esistenti. Non ci si vanti, dunque, di affermare che la scuola può essere messa in coda agli interventi in tempo di pandemia. Non in questa regione dove è attiva l’unica Università italiana – quella di Udine – nata su volontà del popolo friulano, evidentemente ben consapevole del valore dell’istruzione».

Malisan e Targhetta si chiedono inoltre «sulla base di quali dati si scelgono interventi di chiusura così generalizzati in un contesto sociale, quello scolastico, tra i più monitorati, certamente non quello con il più alto rischio di contagio del virus. I focolai scolastici sono facilmente identificabili. Possiamo dire altrettanto per quelli che hanno origine in un locale aperto al pubblico? Il Patto per l’Autonomia – ricordano – ha sollecitato più volte, in Consiglio regionale, l’attivazione di azioni di monitoraggio all’interno delle scuole per intervenire solo laddove è davvero necessario, senza chiusure indiscriminate, come pare si intenda fare ora in cui si nota una ripresa dei casi di positività del virus Covid19. Ma si è pensato che per legge i minori (sicuramente quelli con meno di 14 anni) non possono rimanere a casa da soli? Per stare con loro, i genitori dovranno smettere di lavorare? Con quali permessi? Quali conseguenze? O si intende basare tutta la struttura salva-economia sui nonni? Pretendiamo una soluzione ragionata tanto quanto per qualsiasi altra attività “produttiva”, a meno che il Presidente Fedriga non pensi che la “produttività” sia legata al solo manifatturiero negando il progresso e lo sviluppo che l’istruzione può portare alle comunità e al territorio».


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RETE API - Artisti e Presìdi Indipendenti

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Le api stan morendo. 
Nel Friuli Venezia Giulia operano molteplici soggetti e realtà culturali, artistiche, performative e formative, che esercitano la loro attività professionale in modo continuativo e permanente.
Lo storico delle varie realtà è diversificato: alcune hanno trascorsi operativi ventennali, altre sono di recente formazione, ma tutte hanno in comune la stanzialità e la stabilità concernenti l’attività
culturale/artistica/formativa e produttiva.
Queste contribuiscono all’offerta culturale del territorio regionale esplicando una funzione sociale stativa, offrendo una molteplicità di competenze trasversali, costituendo gran parte del tessuto
produttivo dello spettacolo dal vivo. Azioni che sono un servizio pubblico, un bene fruibile capillarmente da parte degli abitanti della regione.
Gli eventi recenti hanno reso evidenti i numerosi fattori che da tempo penalizzavano i singoli e le realtà culturali, artistiche, performative e formative come l’eccessiva frammentazione del settore, le
difficoltà di accesso alla distribuzione, portando molte realtà e singoli artisti a soffrire o a cessare l’attività.

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Patto per l’Autonomia solidale con le lavoratrici e i lavoratori della cultura e dello spettacolo oggi in piazza a Trieste

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Solidarietà del Patto per l’Autonomia alle lavoratrici e ai lavoratori della cultura e dello spettacolo, scesi in piazza oggi pomeriggio (23 febbraio, ndr) a Trieste, per sottolineare la gravità della situazione del comparto fermo da un anno dopo i tagli degli spettacoli dal vivo per effetto delle misure di contenimento della pandemia.
«Riaprire in sicurezza i luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo, luoghi di aggregazione e socialità preziosissimi, è possibile e necessario. Lo è, da un lato, per restituire alle migliaia di operatrici e operatori del settore, gravemente penalizzati dalle restrizioni antiCovid, lavoro, reddito e dignità, che passa per il riconoscimento della loro professionalità, e, dall’altro lato, per il futuro della stessa società, poiché nella fase post-pandemia la cultura rappresenterà uno strumento di coesione sociale indispensabile – afferma il segretario e capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, presente alla manifestazione –. È proprio dalla cultura – parte imprescindibile dell’esperienza umana, centrale per la nostra stessa qualità della vita, per il nostro benessere e la nostra salute – che bisogna ripartire», sottolinea Moretuzzo, ribadendo il messaggio emerso con forza dal recente appuntamento dei “Giovedì del Patto” con diversi professionisti del palcoscenico della regione che, su invito del Patto per l’Autonomia, hanno portato il loro contributo di esperienze e di proposte per il rilancio e il rispetto dei settori nei quali operano.


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Giornata internazionale della lingua madre

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Domani, domenica 21 febbraio, ricorre la Giornata internazionale della lingua madre, istituita nel 1999 dall’Unesco per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Viene celebrata in tutto il mondo a ricordo di un drammatico episodio: il 21 febbraio 1952 a Dacca alcuni studenti furono uccisi dalla polizia del Pakistan, mentre rivendicavano il riconoscimento ufficiale della loro lingua, il bengalese.
Il Patto per l’Autonomia celebra la Giornata internazionale della lingua madre coinvolgendo alcuni esponenti del mondo culturale, sportivo, economico e politico del Friuli-Venezia Giulia, terra storicamente plurilingue. Le voci di Romano Benet, alpinista; mons. Roberto Bertossi, presidente di Glesie Furlane; Ulderica Da Pozzo, fotografa; Aleksandra Devetak, docente e operatrice culturale; Igor Gabrovec, segretario regionale della Slovenska skupnost; Franco Giordani, cantautore e scrittore; Daria Miani, maestra e operatrice culturale; Giannola Nonino, imprenditrice; Augusto Petris, già amministratore del Comune di Sauris; Daniel Samba, “il furlan piturât di neri”, si succederanno nell’arco della Giornata sulla pagina Facebook del Patto per l’Autonomia per spiegare, ciascuna con il suo personale punto di vista, l’importanza del parlare nella propria lingua madre, che veicola opportunità, tradizioni, memoria, modi di pensare e sentire unici.
Questa ricorrenza, infatti, è l’occasione per ribadire che i diritti linguistici fanno parte dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità di tutto il mondo, compresi quindi i parlanti le lingue friulana, slovena e germaniche presenti nella nostra regione. Spesso, però, sono diritti negati, come viene negato il valore delle lingue “diverse” da quelle maggioritarie. Ma al di là del valore che è indubbio e al diritto, riconosciuto dalle leggi, ma poco applicato, non vanno dimenticate le opportunità, non sempre evidenti, che possono derivare dall’utilizzo di una lingua madre. Oltre ai vantaggi di natura economica, quali il marketing, la tipicizzazione dei prodotti, le produzioni e i servizi che hanno come base la lingua, ve ne sono alcuni più immateriali, non meno importanti: dalla migliore apertura mentale e grande facilitazione nell’apprendimento delle lingue delle persone bilingui, dimostrate scientificamente, al fatto che parlare lingue madri, anche se non egemoni, è un atto con il quale possiamo impedire la distruzione della diversità, che è ricchezza, resistendo all’appiattimento proprio della globalizzazione, dando contenuti reali alla democrazia.


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Tassare le multinazionali del web per sostenere le attività commerciali locali

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La Giunta regionale si attiverà quanto prima per sollecitare il Governo statale e l’Unione Europea per una equa tassazione delle imprese multinazionali del digitale e per far sì che una quota delle risorse derivanti dalla web tax sui ricavi da servizi digitali maturati in Friuli-Venezia Giulia, sia destinata al bilancio regionale per sostenere le piccole attività commerciali di vicinato, a rischio sopravvivenza a causa della crisi economica e sociale in corso. Lo ha stabilito oggi (18 febbraio, ndr) il Consiglio regionale approvando all’unanimità la mozione del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia che va nella direzione di riequilibrare i rapporti tra i colossi della rete e gli esercizi commerciali locali sostenendo, nelle sedi opportune, l’opportunità di tassare le multinazionali del digitale – che sfuggono alle mani del fisco poiché beneficiano di giurisdizioni particolarmente favorevoli, anche in Italia, e si sono arricchite vertiginosamente negli ultimi mesi – con ricadute positive sull’economia dei territori.
«La web tax statale va rafforzata e deve redistribuire ai territori e alle persone la ricchezza estratta, ma non è sufficiente: una svolta decisiva potrà arrivare solo con la collaborazione di tutti i Paesi dell’Unione Europea, che devono trovare un accordo con gli altri Paesi membri dell’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sede nella quale da anni si sta cercando una soluzione globale – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo –. Quando si affrontano questioni globali come quella della tassazione delle multinazionali del web, occorre prendere atto del superamento degli Stati-nazione e della necessità di organismi sovranazionali, imprescindibili per un accordo tra parti diverse, in un mondo multipolare sempre più complesso. Dobbiamo pertanto lavorare per un’Unione europea più forte, capace di riconoscere le diversità che la compongono e di gestire in modo equo e sostenibile le proprie economie, portando i suoi territori ad agire compatti negli spazi diplomatici delle altre organizzazioni internazionali come l’OCSE. Solo un orizzonte di questo tipo, che traguarda la costituzione di una vera e propria Repubblica Europea, federale e democratica, può garantire ai suoi cittadini un futuro di giustizia sociale ed economica».


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Bocciata la mozione del Patto per l’Autonomia che chiedeva di rivedere la Pac nel segno del Green Deal europeo

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«Ha prevalso una visione vecchia dell’agricoltura. Invece è il momento di guardare avanti, di convertire l’agricoltura verso forme di produzione innovative, a basso impatto, che maggiormente corrispondono alla crescente domanda di famiglie e consumatori per prodotti alimentari di qualità che rispettino la salute e l’ambiente. Evidentemente la maggioranza regionale non è consapevole della necessità, che è urgenza, di un cambiamento forte nella direzione della sostenibilità. Per fortuna che la Regione Friuli-Venezia Giulia si è candidata come regione pilota Green Deal…». È il commento del capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, dopo la bocciatura, ieri in Aula, della mozione con la quale Moretuzzo e il collega Giampaolo Bidoli chiedevano al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione di attivarsi presso il Governo, il Parlamento e il Comitato europeo delle Regioni per far sì che i regolamenti per la nuova Politica agricola comune 2021-2027 siano allineati alle strategie “Farm to Fork” (“Strategia dal campo alla tavola per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”) e “Biodiversità 2030”, chiavi di volta per la realizzazione del Green Deal, ovvero la traduzione europea degli impegni internazionali in materia di clima e sostenibilità nonché un vero e proprio progetto di leadership europea sul tema dell’ambiente.
«La Pac può diventare strumento per realizzare appieno la transizione ecologica dell’agricoltura. Con la nostra mozione avevamo proposto di assicurarsi che la Pac non sostenesse o incentivasse pratiche dannose o incompatibili con il Green Deal e di finanziare quelle che riducono gli impatti su acqua e aria, che conservano la fertilità del suolo e degli ecosistemi e che promuovono la transizione verso modelli alimentari sostenibili. Avevamo chiesto di riportare al centro dell’attenzione le piccole realtà agricole, sostenendole economicamente, ma anche di rafforzare il valore aggiunto delle economie locali attraverso filiere corte e la promozione di modelli business orientati alla salute e alla sostenibilità nelle aree rurali», spiega Moretuzzo, che ricorda: «Sono temi che ci stanno molto a cuore. Avevamo già sollevato alcune di queste questioni due anni fa in una mozione che avevamo ritirato, come ci era stato richiesto dall’assessore Zannier, a fronte della promessa di una discussione approfondita in Commissione. Da allora più nulla, nel totale disinteresse della Giunta regionale. È questo il momento di decidere quale futuro vogliamo lasciare alle nuove generazioni, non c’è più tempo. Le scelte sbagliate di oggi le pagheremo tutti domani».

Scarica il testo della mozione


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Giovedì del Patto

Ti sei perso una puntata dei giovedì del Patto? Nessun problema! Trovi tutte le puntate sul sito: www.pattoperlautonomia.eu

 

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CHE NISSUN DISPONI DI NÔ, SENSA DI NÔ

CHE NESSUNO DISPONGA DI NOI,
SENZA DI NOI
Giuseppe Bugatto
Deputato friulano al Parlamento di Vienna
25 ottobre 1918 

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