Il Patto per l’Autonomia entra nel Consiglio direttivo di EFA/ALE – European Free Alliance.

Il Patto per l’Autonomia ha fatto il suo ingresso nel Consiglio direttivo di EFA/ALE – European Free Alliance/Alleanza Libera Europea, di cui fa ufficialmente parte dall’ottobre 2020. EFA è la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche (delle nazioni europee ancora senza stato), autonomiste, federaliste e confederaliste. A Bruxelles rappresenta 49 movimenti e partiti di una ventina di Paesi, e, aderendo al gruppo Verdi europei – Alleanza europea, è la quarta forza politica del Parlamento europeo.
Lorena López de Lacalle è stata rieletta presidente di EFA. L’esponente di Eusko Alkartasuna guiderà il partito nei prossimi tre anni con Jordi Solé (Esquerra Republicana de Catalunya) e Anke Spoorendonk (SSW – Südschleswigscher Wählerverband), rispettivamente segretario generale e tesoriera. Il nuovo Consiglio direttivo è ora composto da 15 componenti in rappresentanza dei partiti aderenti e a garanzia dell’equilibrio di genere, 2 componenti in più rispetto al precedente Bureau, a dimostrazione che il partito sta crescendo e includendo nuovi membri. Durante il recente incontro annuale a Las Palmas de Gran Canaria, Efa ha accolto al suo interno anche l’Union Valdôtaine.
Un «passaggio importante e di cui siamo molto orgogliosi», commenta il segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, che «ci rafforza in una dimensione europea e riconosce il nostro impegno per un sistema politico fondato sulle autonomie e sulla valorizzazione delle diversità in Friuli-Venezia Giulia, ma anche a livello italiano in relazione alla rete di partiti e movimenti autonomisti, indipendentisti e federalisti riuniti nell’associazione “Autonomie e Ambiente” che il Patto per l’Autonomia coordina dalla fondazione, oltre due anni fa». Il percorso intrapreso da tempo «ci proietta verso un’Europa più forte, capace di riconoscersi nelle sue effettive diversità politiche, culturali e linguistiche, una realtà che va oltre quella degli stati-nazione, in cui popoli, territori, culture e lingue diverse trovino spazi veri di rappresentanza, il diritto all’autodeterminazione sia rispettato e applicato e l’azione politica metta ai primi posti i temi dell’ambiente, del lavoro e della tutela e promozione delle diversità».
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Caso elezioni a Tarvisio.

Interrogazione del Patto per l’Autonomia
«Il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia Stefano Mazzolini, ossia un rappresentante delle istituzioni regionali e non solo di una specifica fazione politica, si è esposto pubblicamente – come riporta la stampa locale – dichiarando il sostegno del governo regionale a un candidato sindaco del Comune di Tarvisio, venendo meno all’imparzialità che gli deriva dal suo ruolo di rappresentanza. Questo ha comportato una stortura informativa rilevante: il sostegno espresso viene ricondotto non alla figura del politico, quanto al suo ruolo istituzionale. Chiediamo che la Giunta, assieme al Presidente del Consiglio regionale, richiami tutti gli esponenti politici con ruoli istituzionali di valenza regionale a un corretto uso della comunicazione istituzionale», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, che ha annunciato una interrogazione in merito.
«Riteniamo inopportuno e illegittimo l’uso del proprio ruolo istituzionale per parlare a nome dell’istituzione rappresentata e non quella perfettamente legittima di un esponente di un partito che si esprime a sostegno di un candidato. Tale comportamento – che contraddice la normativa in vigore sulla comunicazione politica e sull’informazione durante le campagne elettorali – va censurato dagli organi istituzionali, ancor più in questo periodo di elezioni comunali», conclude Moretuzzo.
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Commissario Asp “Moro” in conflitto di interessi.

«Le dichiarazioni che il Vicepresidente Riccardi ha dato oggi in aula in risposta alla mia interrogazione su quanto sta succedendo all’Asp “Moro” hanno dell’incredibile», commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.
«Davanti a una situazione disastrosa che ha portato, dopo oltre dieci anni di gestione totalmente in capo al centrodestra, con presidenti e consigli di amministrazione scelti direttamente dal sindaco di Codroipo, al commissariamento dell’ente che gestisce un settore fondamentale dei servizi socio-assistenziali del Medio Friuli da parte della Regione, oggi Riccardi ha affermato che la responsabilità è della cooperativa sociale che ha ricevuto l’affidamento del servizio. Anzi, ha rincarato la dose sostenendo che il Consorzio Vives, titolare dell’appalto, non rappresenta neanche vera cooperazione sociale perché la vera cooperazione sociale non può sostenere un’esposizione finanziaria come quella cui è costretta nel rapporto con l’Asp “Moro”. Quindi oltre al danno di essere pagati con ritardi scandalosi e vantare un credito verso l’Asp che supera i due milioni di euro, le cooperative sociali vengono anche accusate di essere la causa del commissariamento dell’ente! Chi ha determinato le scelte strategiche? Chi ha gestito il patrimonio? Non certo le cooperative sociali che si sono limitate a svolgere un incarico stabilito da una regolare gara d’appalto».
«Ancora più incredibile – continua il capogruppo del Patto per l’Autonomia – è la situazione che si sta verificando in seno all’Asp “Moro” dopo le prime azioni del Commissario nominato da Riccardi, che risponde al nome di Salvatore Guarneri. Il Commissario Guarneri, con delibera del 4 maggio scorso ha affidato alla società SocialTeam srl la gestione del servizio infermieristico della casa di riposo e pare intenda affidare anche il resto dei servizi in capo all’Asp alla stessa società. La cosa che risulta totalmente inopportuna, per usare un eufemismo, è che l’amministratore unico di SocialTeam è lo stesso Guarneri. Ci troviamo quindi nella situazione in cui il Commissario nominato dal Vicepresidente Riccardi affida a sé stesso un servizio che potrebbe arrivare a valere svariati milioni di euro. Il Vicepresidente in questo non ci trova niente di strano, anzi attribuisce la causa di questa situazione al fatto che la cooperativa sociale che gestiva in precedenza il servizio, in seguito ad un regolare bando ad evidenza pubblica, non ha fatto valere i suoi diritti a fronte del ritardo con cui veniva pagata. Ci auguriamo che lo svarione in cui è incorso Riccardi questa mattina durante il question time sia solo, appunto, uno svarione. E ci auguriamo che il Commissario Guarneri venga richiamato dalla Giunta regionale a svolgere il suo compito con la dovuta trasparenza, a partire dai chiarimenti necessari sul conflitto di interessi in cui è coinvolto».
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Ripristino toponimo Promosio/Promôs.

Esprime soddisfazione il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo per l’approvazione della mozione che ha proposto di ripristinare il nome storico della Malga Promosio, italianizzato dal toponimo originale “Promôs”, e che poi è stato deformato in Pramosio negli anni Settanta per decisione di un dirigente regionale.
«Non si tratta soltanto di una lettera che cambia: recuperare il toponimo antico è segno di rispetto per le radici e la memoria di un popolo – commenta Moretuzzo –. È un atto di giustizia nei confronti di una comunità che, per generazioni, ha chiamato nel modo antico la sua malga, dove, nel 1944, si consumò il noto eccidio. Il ripristino del nome storico è un atto di riconoscimento delle diversità e della nostra identità plurale».
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Giunta nega l’evidenza, sanità a rischio, governance da rivedere.

«Errori a ripetizione nell’impostazione della governance del sistema sanitario regionale, con il risultato che il Friuli-Venezia Giulia da una posizione, in passato, di eccellenza, ora rischia il collasso», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, che oggi in Aula, nel corso della discussione della mozione di censura delle opposizioni contro l’Assessore Riccardo Riccardi, ha ricordato i passaggi di maggiore criticità: «Dalla nomina con modalità discutibili a capo della Sores, la sala operativa regionale per l’emergenza sanitaria, di Amato De Monte, alla questione della mancata vaccinazione dello stesso primario che ha generato confusione e perplessità da parte di più soggetti, dalle polemiche rispetto alla mancata promozione da struttura semplice a complessa della centrale operativa del 118 di Trieste (guidata, guarda caso, da Alberto Peratoner, fortemente critico con l’operato di Riccardi) alla recente bocciatura degli atti aziendali, alla tensione nei rapporti con le sigle sindacali che più volte hanno denunciato le criticità del sistema sanitario e che sono state sistematicamente sbeffeggiate per le loro considerazioni “generiche, incommentabili, infondate” dall’Assessore e dai vertici delle Direzioni generali. Come si traducono queste affermazioni nella capacità di gestire sistemi e strutture complesse del territorio?».
Moretuzzo ha espresso grande preoccupazione anche sul recente giro di nomine nell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale e nell’Azienda regionale di coordinamento per la salute, che «non permette di affrontare serenamente il futuro dei prossimi mesi e che è il segno evidente di un sistema in cortocircuito».
«La Giunta Fedriga ha compiuto scelte fallimentari in materia di sanità che avranno ripercussioni sul diritto alla salute, minando ulteriormente un sistema già in crisi. Non va poi dimenticato che la sanità pubblica del Friuli-Venezia Giulia pesa sul bilancio regionale per il 60% e nei prossimi anni sarà sottoposto a ulteriori stress di natura organizzativa che renderanno difficile dare risposte vere e concrete. Con l’attuale sistema di
gestione, non ci sono le condizioni per sostenere queste sfide, per affrontare e risolvere i problemi della sanità regionale. È urgente e necessario un cambio di passo, ce lo chiedono prima di tutto i territori: 15 mila firme raccolte in poche settimane per rilanciare la sanità pubblica sono un segnale che non può essere ignorato», dichiara infine il capogruppo del Patto per l’Autonomia, che conclude commentando la ricandidatura del Presidente Fedriga: «Non è con la notizia della ricandidatura, o negando le macroscopiche difficoltà dell’attuale gestione, che si risolvono i problemi della sanità regionale».
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