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La nuova proposta di legge elettorale: (Rosatellum) Truffaldellum 2

02 Ottobre 2017

C_2_infografica_1001043_0_imageCon la conferenza stampa del 25 febbraio 2017 il Patto per l’Autonomia ha commentato la proposta di legge per l’elezione della Camera dei Deputati allora all’esame del Parlamento.

In quella occasione ha posto all’attenzione della opinione pubblica alcuni problemi di discriminazione delle possibilità di rappresentanza delle minoranze linguistiche del F-VG sia nella legislazione in vigore che in quella proposta. Il Patto per l’Autonomia fece pure delle proposte emendative che potevano superare la situazione esistente. La stessa questione venne anche sollevata dalla Assemblea della Comunità Linguistica Friulana. Poi tutto si è bloccato quando la Camera dei Deputati votò l’emendamento che abrogava la legislazione speciale per il Trentino-Sudtirolo. Oggi alcune forze politiche ci riprovano ora con un testo che viene giornalisticamente chiamato Rosatellum 2 ma che noi preferiamo identificare come Truffaldellum2.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio... Si tratta di un mix di maggioritario e proporzionale, con valore doppio dei voti utilizzati dai vincenti nel maggioritario, quindi dilatando la rappresentanza delle liste più votate. Per quanto ci riguarda, nella sostanza in questo nuovo testo vengono modificate le norme per il Trentino-Sudtirolo confezionando un vestito che comunque salvaguarda la Sudtiroler Volkspartei, rimangono le specifiche disposizioni per la Valle d’Aosta, ma tutte le altre minoranze definite dalla L. 482/1999 vengono discriminate.

La posizione del Patto per l’Autonomia era chiara a febbraio e viene ribadita oggi. Al di là dei tecnicismi, la legge elettorale deve prevedere che vi sia una parità di trattamento tra i voti necessari per ottenere un seggio da parte dei partiti “italiani” e quelli che servono in una particolare regione per rappresentare le minoranze linguistiche che lì vivono. La questione riguarda certamente il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna. Il limite esistente del raggiungimento del 20% nelle Circoscrizioni regionali (oltre ad ambigue condizioni di dettaglio) è assurdo e discriminante: a suo tempo è nato unicamente per salvaguardare la SVP rispetto ad altri partiti della minoranza tedesca. La proposta Rosatellum-Truffaldellum 2 inoltre prevede per ogni regione, sia alla Camera che al Senato, collegi uninominali e plurinominali. Il numero e le dimensioni di questi collegi, a partire dal 1993, dovrebbe essere rapportati alle caratteristiche delle minoranze linguistiche presenti.

Purtroppo in F-VG questo è diventato un trucco per favorire la rappresentanza di una parte del territorio (in questo caso #Trieste) a scapito del resto. Anche ciò non può essere accettato in #Friuli e con adeguato emendamento si può rimediare, come dalle proposte del Patto elaborate a febbraio. C’è infine una novità clamorosa che mai prima le “aquile” romane avevano osato.

Il Truffaldellum 2 “omogeinizza” il meccanismo di elezione del Senato a quello della Camera affinché vi sia lo stesso risultato. Per poter accedere al riparto dei seggi nei collegi plurinominali del Senato è necessario superare determinate soglie di voto a livello statale (10% per le coalizioni e 3% per le liste singole), salvo il quasi impossibile risultato regionale per le minoranze linguistiche (20% o la vittoria in 2 collegi uninominali). Il tentativo di assimilare l’elezione del Senato a quello della Camera è del tutto contraria alla lettera ed al senso della Costituzione repubblicana che prevede per il Senato il dimensionamento regionale. E’ questa una violazione gravissima da parte del Truffaldellum 2 che il Capo dello Stato Mattarella dovrebbe immediatamente segnalare.

All’avvio in Commissione parlamentare sono stati presentati alcuni emendamenti secondo la logica di salvaguardia per le minoranze linguistiche ma pare che i 4 (PD, centristi, Forza Italia e Lega Nord) vogliano marciare spediti alla meta. Hanno fatto i loro calcoli. Ma hanno dimenticato che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge in vigore nel 2013 per uno spropositato premio di maggioranza.  Non ci siamo proprio. Con l’attuale proposta, applicata ad es. al risultato delle elezioni tedesche, la CDU-CSU della Merkel con il 30% dei voti avrebbe ottenuto il 54% dei voti.


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