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Patto per l'Autonomia | Pat pe Autonomie | Pakt za Avtonomijo | Pakt für die Autonomie

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EFA - European Free Alliance

L'Alleanza Libera Europea

Il 2 ottobre 2020 l'Assemblea Generale di EFA ha ratificato l'ingresso del Patto per l'Autonomia.

Abbiamo deciso di dedicare una pagina del nostro sito all'EFA/ALE per contribuire a diffondere la conoscenza di questa importante organizzazione europea tra gli autonomisti e i simpatizzanti del Patto per l'Autonomia.

L'EFA opera a livello europeo e internazionale per rendere l'idea di Europa dei Popoli una realtà politica e culturale.

È un soggetto politico che raccoglie oltre 40 organizzazioni e partiti che rappresentano nazioni senza stati, nuovi stati emergenti, regioni e minoranze in Europa.

Le attività principali riguardano il diritto all'autodeterminazione dei popoli, i diritti umani, civili e politici, la democrazia, le diversità linguistiche e culturali.

Il diritto all'autodeterminazione dei popoli è una pietra miliare del programma e dell'ideologia dell'EFA.

L'EFA è un partito europeo riconosciuto dal Parlamento Europeo sin dal 2004. È finanziato dal Parlamento Europeo e dai membri dell'EFA.

L'EFA è un partito pro-Europa che vuole rafforzare i valori dell'Unione Europea: i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani.

19 Stati Membri dell'UE sono rappresentati dall'EFA con l'obbiettivo di lavorare insieme per l'Europa dei Popoli, per la pace e la giustizia linguistica, per un pianeta sostenibile, per maggior eguaglianza di genere, e per la giustizia sociale.


Imagination

100 years of visual political communication
on self-determination

The European Free Alliance (EFA) is the party of self-determination.

This book outlines 100 years of history of the EFA family defending the right to decide as seen through the lens of political posters.

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Manifesto elettorale 2024

L’alleanza libera europea (EFA) è l’unico partito europeo che ha nell’autodeterminazione il suo principio fondamentale.

Siamo un’alleanza di 41 partiti che rappresentano Nazioni senza Stato, Regioni e minoranze in tutta Europa. Ci battiamo per i diritti umani, civili e politici, per il principio di sussidiarietà e per la diversità culturale e linguistica.

Non permettiamo che i diritti fondamentali e le libertà vengano erose o attaccate. Siamo convinti che la democrazia europea debba diventare sempre più convincente e resiliente. Insieme con lo stato di diritto e le libertà fondamentali stabilite dall’UE, la democrazia costituisce il fondamento della società europea. Vogliamo costruire un’Europa per tutti i popoli, le nazioni, le minoranze e i territori - non solo per gli stati centralizzati e i loro interessi dominanti. Nel giugno 2024 gli elettori europei faranno delle scelte per il futuro dell’UE per i prossimi cinque anni.

Questi cinque anni saranno turbolenti e incerti e ci saranno molte sfide da fronteggiare come continente. Però saranno anche un’opportunità per plasmare l’UE affinché rappresenti in modo migliore la sua diversità e dia voce a tutti i suoi popoli.

Dalle ultime elezioni europee del 2019 ci sono stati enormi cambiamenti che hanno influenzato la vita di ogni europeo. Una pandemia globale ci ha costretto alle chiusure, con conseguenti crisi economiche e sociali. Il Regno Unito è uscito dalla UE.

Gli scandali di corruzione Qatargate e Maroccogate hanno minato la fiducia della pubblica opinione nei politici della UE, mentre le rivelazioni di Pegasus hanno mostrato fino a che punto gli Stati spiano i loro nemici politici. Soprattutto, la brutale invasione della Russia in Ucraina ha riportato una vera guerra nel nostro continente. In ogni caso la risposta è stato almeno in parte europea.

Le soluzioni a livello europeo sono una risposta appropriata alle sfide globali. Tuttavia ogni parte dell’Europa ha esigenze diverse e una UE centralizzante è destinata a fallire sia nel comprendere che nel provvedere alle esigenze dei suoi cittadini. Per l’EFA, democrazia e decentramento devono andare di pari passo.

Per ora, la stessa democrazia della UE è incompleta. La sua incapacità di rispondere alle richieste di autodeterminazione di alcune nazioni europee lo ha dimostrato drammaticamente.

La UE è una vera unione dei suoi cittadini, o un mero club di stati? Questa domanda non scomparirà, indipendentemente da quanto sia scomoda per gli interessi consolidati degli stati membri. Al contrario: i cittadini e i popoli europei stanno trovando il coraggio di esprimersi e pretendono di essere ascoltati.

Nel giugno 2024 essi avranno l’opportunità di alzare la loro voce. Non basterà semplicemente dare un altro mandato alle forze politiche tradizionali, che hanno perso ogni opportunità di attuare un vero cambiamento in Europa.

Per mettere la UE in grado di dare voce a tutti i suoi cittadini, c’è un urgente bisogno di dare più potere a ogni popolo, territorio e comunità minoritaria. Vogliamo vedere una Unione forte, decisa ed efficace, che si concentri su poteri che realizzino una Europa migliore, che produca valore aggiunto, che sia costruita dal basso verso l’altro.

Collaboriamo insieme a livello europeo quando ciò aggiunge valore. Altre competenze dovrebbero rimanere al livello della democrazia locale. La particolare combinazione nella UE di relazioni intergovernative e di approccio comunitario a livello europeo è la sua forza.

Questo è ciò per cui l’EFA si batte: un modello politico che rifletta veramente i popoli e i loro interessi. Un modello che possa dare loro rappresentanza, responsabilizzazione e speranza.

Forze autonomiste di tutta Italia a Udine con la partecipazione dell'ALE/EFA

Un’Europa che riconosca e si riconosca nella sua effettiva diversità politica, culturale e linguistica, una realtà che va oltre quella degli stati-nazione, in cui il diritto all’autodeterminazione dei popoli è rispettato e applicato. Lo chiedono a gran forza i partiti e i movimenti autonomisti, indipendentisti e federalisti europei in Italia riuniti nell’associazione “Autonomie e Ambiente”, nata sotto l’egida di EFA/ALE – European Free Alliance/Alleanza Libera Europea (che rappresenta nel Parlamento europeo 46 movimenti e partiti di 19 Paesi) e presentata ufficialmente venerdì 21 febbraio a Udine nel corso di una due giorni che ha portato nel capoluogo friulano gli esponenti della rete italiana AeA (provenienti da Lombardia, Piemonte, Romagna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) e i vertici di EFA/ALE. Una iniziativa nata per avviare una nuova fase di comunicazione, collaborazione e rafforzamento reciproco tra partiti e movimenti, espressione di comunità naturali e di popoli, all’interno di un progetto caratterizzato da volontà e mentalità aperta, inclusiva e innovativa che vuole dare prospettiva e speranza ai territori, alle diversità culturali e alle comunità locali operando sulla base del diritto di autodeterminazione individuale e collettiva esercitata democraticamente e in antitesi con il centralismo statale. Vi aderiscono gli associati all’EFA/ALE: ALPE – Autonomie Liberté Participation Écologie, Pro Lombardia Indipendenza, Patto per l’Autonomia Veneto, Comitato Libertà Toscana, Movimento Siciliani Liberi e, per il Friuli-Venezia Giulia, Patto per l’Autonomia, Patrie Furlane e SSk – Slovenska Skupnost. Comitato Autonomia Piemont è membro osservatore. La rete è aperta anche a realtà politico-culturali che al momento non partecipano direttamente alle competizioni elettorali, fra cui il Movimento per l’Autonomia della Romagna. «Siamo al lavoro per un’Europa in cui popoli, territori, culture e lingue diverse trovino spazi veri di rappresentanza, in cui l’azione politica metta davvero ai primi posti i temi dell’ambiente, del lavoro e della valorizzazione delle diversità», ha spiegato il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, durante l’incontro “La forza delle autonomie per l’ambiente e il lavoro”, organizzato dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia, che si è tenuto venerdì 21 febbraio, nel Salone del Parlamento del Castello di Udine – luogo di grande valenza simbolica, poiché vi si riuniva il Parlamento della Patrie dal Friûl, una delle prime assemblee parlamentari in Europa –, gremito per l’occasione. «L’autonomia delle regioni e dei territori oggi ha un significato ancora più ampio in una prospettiva fortemente europea. Ragionare sui temi dell’autonomismo, dell’indipendentismo, del localismo non è sinonimo di chiusura, di un atteggiamento passatista, anzi. Il percorso che abbiamo intrapreso guarda al futuro e ci proietta verso un’Europa dove i diritti delle diversità, delle minoranze, delle donne, dell’ambiente devono diventare centrali».

Ed è questa l’Europa che gli aderenti di “Autonomie e Ambiente” vogliono: una confederazione formata da comunità locali forti, coese, responsabili nei confronti dell’ambiente, con alti livelli di partecipazione democratica, libertà personale e giustizia sociale, valori universali che ciascun territorio deve declinare secondo le proprie specificità. «È l’Europa di cui abbiamo bisogno, un’Europa dei popoli dove attraverso una vera partecipazione democratica questi possano trovare un loro posto nel mosaico europeo; per avvicinarsi a questa idea di Europa, i partiti come quelli riuniti a Udine, hanno uno strumento potente: la solidarietà e la cooperazione tra i popoli», ha affermato Jordi Solé i Ferrando, segretario generale di EFA/ALE e componente della direzione di Esquerra Republicana de Catalunya, che ha aggiunto: «Sussidiarietà e diritto di decidere sono due concetti cardine per la famiglia politica dell’EFA/ALE». Per il futuro, «abbiamo tre sfide chiave da affrontare». Le ha spiegate al numeroso pubblico la presidente di EFA/ALE ed esponente di Eusko Alkartasuna nel Paese Basco, Lorena Lopez de Lacalle: «La prima sfida è la transizione ecologica, che non può prescindere dalla giustizia sociale, dalla partecipazione della società civile in questo processo; la seconda è il femminismo, nell’ottica del raggiungimento di un indispensabile equilibrio di genere; quindi, la cultura, perché l’Europa ha senso solo se difende la diversità di culture che la compongono. Lavoriamo in queste direzioni, per il progresso delle nostre comunità». Nel corso dell’incontro in Castello, moderato dal giornalista Alessandro Di Giusto e introdotto dai saluti di Igor Gabrovec (Slovenska Skupnost) e Federico Simeoni (Patrie Furlane), sono intervenute anche Nelida Pogacic, vicepresidente EFA/ALE (Lista Za Rijeku – Croazia), che ha spiegato cosa significa essere autonomisti in un Paese fortemente centralista come la Croazia, e Anne Tomasi, vicepresidente EFA/ALE (Partitu di a Nazione Corsa – Corsica), che ha ripercorso le origini del nazionalismo corso e, nella Giornata internazionale della lingua madre, si è soffermata sulla battaglia per il riconoscimento della lingua corsa a scuola.