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Al via Territori in Movimento, la prima scuola di politica senza poltrone

28 Maggio 2024

Al via Territori in Movimento, la prima scuola di politica senza poltrone

Il gruppo camminerà da Monfalcone a Gorizia, lungo il confine, interrogandosi sui temi chiave del nostro tempo

Parte domani, mercoledì 29 maggio, Territori in Movimento, la prima scuola di politica senza poltrone. L’iniziativa, organizzata dal Patto per l’Autonomia, vanta un partenariato forte: l’European Free Alliance e l’European Municipalist Network a livello internazionale, il Forum Disuguaglianze e Diversità e Ti Candido come partner italiani, fino ai soggetti territoriali quali Forum Gorizia, Adesso Trieste e Quadrifoglio Udine. Sul percorso, ideato da Luigi Nacci, scrittore e viandante, si metteranno in cammino anche nomi illustri come Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità e già Ministro per la coesione territoriale; Miriam Giovanzana, di AltraEconomia, Terre di Mezzo e Fa’ la cosa giusta, Raoul Tiraboschi, Vicepresidente Slow Food Italia, guidati da Riccardo Carnovalini, fotografo di spicco e viandante, esploratore a piedi dell’Italia e dell’Europa. 

 

Il lancio della scuola, alla sua prima edizione, avverrà a Monfalcone mercoledì 29 alle 19, nella sala Palaveneto, con un evento pubblico intitolato Cambiare strada, lasciare tracce, costruire futuri: pratiche di liberazione oltre i confini, nel quale interverranno il ricercatore in antropologia Giuseppe Grimaldi e Miriam Giovanzana. 

 

Dal giorno successivo, giovedì 30 maggio, il gruppo si avvierà in cammino fino a raggiungere Gorizia il 2 giugno, dove per la giornata di chiusura presso il Circolo ARCI GONG alle 17 si terrà l’incontro a partecipazione libera Progettazione politica transfrontaliera: fare cultura per dialogare tra comunità, nel quale interverranno Fabrizio Barca, Luigi Nacci, Ezio Benedetti (esperto di cooperazione con i Balcani occidentali e di progettazione europea), e Duna Viezzoli (esperta in progettazione europea per la cultura e l’ambiente). 

 

Anche nelle tappe intermedie vi saranno momenti aperti al pubblico, come quello di giovedì 30, alle 18.30, a Polazzo (Ronchi dei Legionari), Cibo e politica: produzione agroalimentare, modelli di distribuzione, giustizia ambientale e sociale, con Raoul Tiraboschi e Cristina Micheloni, Presidente AIAB FVG, e sabato 1 giugno alle 13 presso il Cimitero Ebraico di Nova Gorica dove si parlerà di beni comuni, dall’acqua all’energia con Giovanni Carrosio, anche lui del Forum Disuguaglianze e Diversità e Massimo Moretuzzo. 

 

Scelte simboliche, secondo Giulia Massolino, tra le promotrici dell’iniziativa: «Ci muoveremo a piedi a ridosso del confine, partendo dal laboratorio distopico di futuro rappresentato da Monfalcone (città con il 30% di cittadinanza immigrata, che opera nei cantieri navali, in cui la mancata integrazione è usata come strumento ideologico per scopi elettorali) fino alle città di Gorizia - Nova Gorica, le prime due città a ridosso di un confine nominate in modo congiunto capitale europea della cultura Il paradosso, però, è che su quel confine al momento il trattato di Schengen è sospeso dallo scorso autunno, e lo sarà per almeno altri 6 mesi a detta del Ministro Tajani che ha comunicato un’ulteriore proroga. Abbiamo organizzato questa scuola di politica in cammino per dialogare su migrazioni e costruzione di comunità, progettazione culturale transfrontaliera, identità e memorie, ma soprattutto prospettive e scenari di futuro. Una politica che sceglie di attraversare i territori, specialmente le aree interne, con lentezza e desiderio di ascoltare i messaggi che da esso arrivano, per cambiare passo rispetto a una frenetica campagna europea che non lascia alcun respiro all’umanità ferita». 

 

«Siamo convinti che oggi sia indispensabile costruire degli spazi di partecipazione e di approfondimento - aggiunge Massimo Moretuzzo, segretario regionale del Patto per l’Autonomia - e che questo debba essere un obiettivo anche dei partiti e dei movimenti politici. Per questo, come Patto per l’Autonomia, abbiamo deciso di impegnarci insieme a tanti altri soggetti nell’organizzazione della “Scuola di Politica senza poltrone”, convinti che i processi di cambiamento possano essere attivati solo con dinamiche collettive».


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