Il Patto per l’Autonomia a Socchieve: «Servono enti di area vasta in grado di affrontare la questione montana»
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Il partecipato incontro del Patto per l’Autonomia che si è svolto martedì 12 novembre a Socchieve ha messo a fuoco diversi temi che sono decisamente importanti per la Carnia e per l’intera montagna friulana.
Gli interventi introduttivi del Consigliere regionale e Segretario del Patto Massimo Moretuzzo e quelli di Marino Ponte del Comitato utenti teleriscaldamento Arta Terme e Luca Nazzi dell’Alleanza friulana Domini Collettivi, hanno dato avvio a un dibattito che ha coinvolto le persone presenti nella sala del Centro culturale.
«Per il Gruppo del Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli è stato un momento di confronto molto importante, sono emersi temi fondamentali per le nostre comunità, aspetti che spesso sfuggono al dibattito regionale – ha dichiarato Mirco Dorigo, uno dei promotori dell’incontro –. Uno degli esempi più eclatanti è quello del Tagliamento: si discute delle opere sul medio corso e, giustamente, sulla necessità di tutelare la naturalità del fiume, ma non si parla della tutela del bacino montano del Tagliamento, compromessa in passato da troppi interventi impattanti».
«Il tema della transizione ecologica ed energetica – ha proseguito il referente del Patto – è stato centrale anche rispetto alla questione del corretto utilizzo delle biomasse, nell’ambito di una politica forestale lungimirante e sostenibile e di una gestione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili efficiente, che riconosca il ruolo attivo delle comunità locali. Il coinvolgimento delle persone e delle realtà sociali è fondamentale anche per un utilizzo razionale delle proprietà fondiarie, rispetto alle quali vanno incentivati progetti di riassetto che hanno già dimostrato di poter funzionare altrove e possono beneficiare di una lunga storia di gestione comunitaria delle proprietà che caratterizza da sempre tanta parte del territorio carnico».
«Tutte questioni – ha concluso Dorigo – che, assieme a molti altri temi centrali per la montagna friulana, come i servizi sociosanitari, il turismo sostenibile, la viabilità, hanno bisogno di essere affrontate da istituzioni locali realmente in grado di governare i processi: oggi, purtroppo, i Comuni non hanno la struttura per farlo e la dichiarata reintroduzione delle Province non risolverà certo i nostri problemi. Se di ente di area vasta si deve parlare, deve essere un ente veramente rappresentativo delle realtà montane e delle nostre comunità. Non c’è più tempo da perdere».
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