Una regione inclusiva, giusta, ecosostenibile e innovativa. E’ la visione di Corinna Mestroni, candidata con il Patto per l’Autonomia nella circoscrizione di Udine.
Inclusione, giustizia e uno sguardo proiettato al futuro, ma nell’ottica della sostenibilità. Sono i temi al centro dell’impegno di Corinna Mestroni, candidata con il Patto per l’Autonomia nella circoscrizione di Udine. 45 anni, di Rive D’Arcano e madre di due ragazze, Mestroni è impiegata regionale e già impegnata in politica come consigliera comunale con deleghe alle Pari opportunità del Comune di Rive d’Arcano, nonché presidente del Centro Risorsa Donna e del Centro Risorsa Giovani. Si distingue per una forte sensibilità al sociale e al territorio: “Il legame con la mia terra e il mio percorso di consapevolezza sociale e politica parte fin dalla mia formazione, sono un’analista contabile laureata in Scienze Politiche e negli anni ho scritto alcune pubblicazioni sull’emigrazione friulana nel mondo. Ho fatto parte di molte associazioni del territorio, culturali e sociali, come volontaria”. L’esperienza di amministratrice locale, invece, parte 9 anni fa come assessora comunale a Rive D’Arcano con deleghe all’istruzione, politiche per la famiglia, pari opportunità, politiche internazionali e amministrazione trasparente. Dal 2019 Mestroni è anche la referente del Patto per l’Autonomia della Comunità di Rive d’Arcano. “Mi sono avvicinata al Patto fin da subito, sposando il suo modo di fare politica. Ritengo sia fondamentale restituire alle comunità locali la possibilità di discutere e confrontarsi sulle questioni che decideranno del loro futuro e questo su ogni tematica, e poi riportarlo in Regione come pianificazione e programmazione condivisa e votata all’ascolto dei reali bisogni del territorio. Il Patto, poi, valorizza le persone, promuovendo un lavoro di squadra, alla guida di Massimo Moretuzzo, la persona giusta per innovare e portare il Friuli-Venezia Giulia nell’Europa del futuro”. Tra i temi prioritari di Corinna Mestroni c’è l’inclusione come uno dei fondamenti della comunità regionale. “Fondamentale – spiega - è ridare dignità alle persone e prevedere una reale inclusione dei soggetti fragili e i nuovi fragili, come ormai devono essere considerati i giovani e le donne. Le politiche devono essere più realistiche e votate all’ascolto, valorizzando le diversità La rete – aggiunge - è fondamentale, tra enti locali, sanitari e volontariato: l’associazionismo del terzo settore, spesso abbandonato a sé stesso, non deve essere l’unico a sopperire a carenze strutturali di un sistema che si allontana dai bisogni concreti ed è pensato solo alla centralizzazione e all’abbattimento dei costi”. Una regione inclusiva, secondo Mestroni, deve essere anche una regione “giusta” che ripensi alle politiche per il ripristino della cittadinanza attiva, tramite l’ascolto del cittadino, la partecipazione e la condivisione. “No” ai bonus a pioggia, “sì” agli aiuti che provengono da chiare pianificazioni e programmazioni mirate, su base pluriennale e in un’ottica di sviluppo continuo”. Infine, la visione di Mestroni è quella di una regione ecosostenibile e innovativa, “è la base dell’economia circolare: gestione virtuosa dei rifiuti, ricorso alle fonti rinnovabili, con una mobilità sostenibile e il reimpiego delle risorse materiali ed energetiche utilizzate”. Ma la sostenibilità passa anche dalla salvaguardia delle micro imprese, che necessitano di una diversa politica di sviluppo, mentre l’innovazione deve guardare ai giovani, proponendo politiche attive di reale incontro tra imprese ed enti formativi, di tutti i gradi, compresa anche l’alta professionalità.