Gestione dei porti, Massolino: «La destra rincorre lo slogan per cui il privato è sempre meglio del pubblico, la realtà di Trieste la smentisce»
«Dopo il litigio interno alla maggioranza tra Tajani e Salvini sulla privatizzazione dei porti, le dichiarazioni di Fedriga non chiariscono affatto quale sia la linea della destra in merito a un tema strategico per il futuro della regione e dell’Italia. Solo pochi mesi fa Forza Italia gridava “al lupo” sulla vendita del Porto di Trieste alla Cina, assolutamente impossibile a legislazione vigente, mentre oggi caldeggia una riforma che consentirebbe proprio ciò che veniva denunciato come un pericolo. Oggi il presidente Fedriga dà ragione a Tajani, ma descrivendo un’ipotesi di funzionamento dei porti che ricalca esattamente il modello attualmente vigente, basato su concessioni con durata definita ai privati. Dalla destra si registra insomma solo una grande confusione, un alto tasso di litigiosità e una scarsa conoscenza del sistema per come funziona concretamente», afferma Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg.
«Per ragionare del futuro dei porti italiani e in particolare del sistema portuale regionale sarebbe innanzitutto necessario sgomberare il campo da slogan quali “il privato è sempre migliore del pubblico”, che soprattutto in ambito portuale hanno dimostrato tutta la loro fallacia. Senza una regia pubblica forte non si sarebbe registrata la straordinaria crescita del traffico ferroviario trainata da AdriaFer o il riordino del lavoro in banchina promosso da ALPT, per citare due esempi della saggia gestione dell’AdSPMAO di Zeno D’Agostino», prosegue Massolino.
«Per il futuro, in un momento così complesso a livello mondiale, ai nostri porti serve confermare una regia pubblica forte che sappia orientare l’intero sistema nella direzione della transizione ecologica, del rispetto della dignità del lavoro, di una maggiore apertura verso i territori sui quali insistono le infrastrutture portuali e logistiche, e di una proiezione necessariamente internazionale. Per Trieste questi obiettivi si intrecciano con la piena attuazione dello status di extradoganalità del Porto franco internazionale di Trieste. Su questo farebbe bene a concentrarsi la destra dopo anni di promesse di intervento in sede europea, anziché alimentare quelle che assomigliano a vere e proprie chiacchiere da bar senza alcun fondamento», conclude Massolino.