«L’audizione richiesta dall’opposizione in merito alla Valle dell’Idrogeno Transfrontaliera ha finalmente aperto il dibattito su un tema complesso, rimasto fino a oggi completamente oscuro, che riguarda il futuro energetico e produttivo della nostra Regione – dichiara la consigliera Massolino del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg -. Abbiamo ascoltato con interesse i dati e le prospettive riportati dalla comunità scientifica e dai rappresentanti dell’industria intervenuti, ma riteniamo che le perplessità in merito al progetto siano ancora molto forti».
«Bisogna fare attenzione a non prospettare l’idrogeno come una soluzione miracolosa e priva di rischi ai problemi di approvvigionamento energetico – prosegue Massolino –, al solo scopo di evitare di porre in discussione i nostri modelli di produzione e consumo. La transizione energetica non deve essere un fardello, ma una grande opportunità per rimettere al centro il benessere delle persone e dell’ambiente – e non gli interessi privati di aziende legate all’economia dei combustibili fossili, da sempre pronte a investire cifre stratosferiche nella lobby dell’idrogeno, speso non realmente “verde”. Se l’idrogeno può avere un suo senso nei settori hard-to-abate come appunto i grandi impianti industriali, la prospettiva del suo utilizzo per la mobilità – e addirittura per la micromobilità – ad oggi sembra decisamente poco sostenibile. Su questo aspetto avremo modo di tornare nel dettaglio grazie a un’interrogazione specifica che ho depositato lunedì scorsosugli autobus a idrogeno acquistati in Regione. Molti però rimangono i dubbi, condivisi anche dalla comunità scientifica, sull’efficienza di questo vettore a fronte delle già esistenti batterie di accumulo, così come sul consumo d’acqua e sulle problematiche relative allo stoccaggio e alla distribuzione. Senza contare le preoccupazioni relative al cosiddetto idrogeno rosa, quello prodotto col nucleare, a cui da subito era andato il pensiero vista la vicinanza della centrale di Krsko».