Via libera della Camera alla modifica dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia. Moretuzzo: «Vecchie Province inutili, su aree vaste servono idee nuove»
«Prendiamo atto dell’ulteriore passaggio parlamentare che prevede il nuovo inserimento degli enti elettivi di area vasta nello Statuto regionale, augurandoci che la maggioranza cambi idea rispetto a quanto dichiarato finora rispetto alla riproposizione della situazione preesistente all’abolizione delle Province. La reintroduzione delle vecchie quattro Province in Friuli-Venezia Giulia riporterebbe indietro le lancette della storia riesumando uno strumento napoleonico, eliminato all’unanimità dal Consiglio regionale solo 10 anni fa. Non è questo che serve alla nostra Regione». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo alla notizia della prima approvazione, alla Camera dei deputati, della modifica dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia con la reintroduzione di enti di area vasta (ex Province).
«Se dobbiamo ragionare di enti di area vasta, vanno messe sul tavolo tutte le variabili di un nuovo assetto istituzionale che tenga conto di almeno alcune questioni fondamentali: la crisi strutturale in cui si trovano i Comuni, la necessità di decentrare una macchina regionale diventata elefantiaca e la rappresentanza del policentrismo di una regione composita – afferma Moretuzzo –. Di tutto questo oggi non c’è traccia nei proclami del centrodestra al governo a Roma e a Trieste. Anzi, in Parlamento in una riforma di rango costituzionale si interviene unilateralmente modificando lo Statuto di Autonomia del Friuli-Venezia Giulia, eliminando un elemento di garanzia delle minoranze come il referendum abrogativo delle leggi elettorali, inserito in norma al tempo dell’introduzione dell’elezione diretta del Presidente proprio per tutelare gli equilibri democratici. Con queste forzature si mina nei fatti la possibilità di un ragionamento serio e costruttivo su un passaggio istituzionale molto importante e delicato, rispetto al quale non intendiamo sottrarci al confronto».
«Auspichiamo pertanto che in Consiglio regionale ci sia la possibilità di discutere davvero nel merito della questione, in particolare rispetto a come i nuovi enti potranno essere utili per risolvere le criticità dei Comuni, uscendo dalla sterile contrapposizione e cercando di trovare un nuovo assetto che tenga conto di quello che serve al sistema economico e sociale del Friuli-Venezia Giulia del futuro», conclude Moretuzzo.