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Primo Maggio, Patto per l’Autonomia: «Lavoro sicuro, stabile e dignitoso: è tempo di scelte coraggiose»

30 Aprile 2025

In occasione del Primo Maggio, il Patto per l’Autonomia parteciperà alle manifestazioni organizzate in Friuli - Venezia Giulia per riaffermare con forza la centralità del lavoro sicuro, di qualità e giustamente retribuito. Il segretario Massimo Moretuzzo sarà presente a Cervignano del Friuli, mentre la consigliera regionale Giulia Massolino parteciperà al corteo di Trieste.

«Non possiamo continuare ad assistere in silenzio alla strage quotidiana nei luoghi di lavoro – dichiara Moretuzzo –. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta delle istituzioni, della politica e di un modello economico che deve necessariamente evolvere. Serve un cambio di paradigma, servono investimenti nella sicurezza e nella formazione, servono controlli efficaci. Ma soprattutto serve la volontà politica di dire basta al processo di finanziarizzazione dell’economia a scapito del lavoro».

Al centro della riflessione anche la condizione giovanile, il precariato diffuso e la mancanza di prospettive occupazionali in regione. «In Friuli - Venezia Giulia – osserva Giulia Massolino – le e i giovani continuano a partire perché non trovano occasioni di lavoro stabili e gratificanti. La precarizzazione del lavoro, l’erosione dei diritti, la svalutazione della professionalità stanno minando il futuro delle nuove generazioni. È urgente costruire un modello occupazionale fondato su dignità, qualità e continuità, e per farlo bisogna smetterla di puntare solo sul turismo e creare un giusto mix di attività produttive ad alto valore aggiunto».

Il Patto per l’Autonomia rilancia anche l’importanza del voto al referendum del 9 giugno, che toccherà proprio i temi del lavoro e della giustizia sociale. «Il referendum è un’opportunità importantissima per aprire spazi di dibattito e di confronto – sottolinea Moretuzzo –. Partecipare e votare consapevolmente è un atto di responsabilità verso noi stessi e verso chi verrà dopo di noi».

«Questo Primo Maggio – concludono Moretuzzo e Massolino – non sia solo memoria e celebrazione, ma il punto di ripartenza di una mobilitazione collettiva per rimettere al centro la persona e i suoi diritti. Il lavoro deve essere strumento di libertà e di realizzazione delle persone, non certo meccanismo di sfruttamento e di esasperazione delle disuguaglianze».


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