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Tutela della lingua friulana, quali azioni sono state intraprese a fronte delle tante criticità riscontrate?

25 Febbraio 2019

Interrogazione a Fedriga e Roberti dei consiglieri del Patto per l’Autonomia Bidoli e Moretuzzo, a pochi giorni dalla Zornade furlane dai dirits

La seconda Conferenza di verifica e di proposta sull’attuazione della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana, nel dicembre 2017, aveva evidenziato tanti, troppi, ritardi nello stato di applicazione della normativa regionale. Cosa è stato fatto dalla Regione per sanare le criticità riscontrate? Diversamente, quali azioni sono state programmate, visto che tra poco più di un anno sarà convocata la terza Conferenza di verifica (secondo la norma entro i primi 24 mesi dall’inizio della legislatura, ndr)? Lo chiedono in un’interrogazione rivolta al presidente Massimiliano Fedriga e all’assessore competente Pierpaolo Roberti, i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, sottolineando la crucialità della maggior tutela possibile per la lingua friulana e della diversità linguistica in genere per la crescita sociale, civile ed economica della regione, la cui autonomia e specialità trovano fondamento proprio nella presenza delle lingue friulana, slovena e tedesca.

In particolare, Bidoli e Moretuzzo chiedono di conoscere quali siano le azioni intraprese e quali quelle progettate per il futuro per dare risposta alle criticità e alle proposte puntuali emerse dalla seconda Conferenza di verifica e di proposta sull’attuazione della legge regionale di tutela della lingua friulana 29/2007. Numerosi i ritardi riscontrati nel corso della Conferenza del 1 e 2 dicembre 2017 nei settori della pianificazione linguistica, istruzione, pubblica amministrazione e media: dalla mancata adozione da parte della Regione in primis e di quasi tutte le altre pubbliche amministrazioni locali e regionali dei rispettivi Piani speciali di politica linguistica al mai attivato, seppur previsto, insegnamento del friulano nella scuola secondaria di primo grado, alla scarsità di trasmissioni radiotelevisive in lingua friulana nel servizio pubblico radiotelevisivo esplicitamente previste dalla normativa di tutela e in merito alla quale il Patto per l’Autonomia aveva presentato una mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 26 luglio 2018, denunciando la necessità di un importante impegno per il rafforzamento e la valorizzazione dell’informazione e delle strutture a tutela delle minoranze linguistiche regionali.

Questioni che la Regione non deve sottovalutare – poiché «ha il diritto e il dovere di occuparsi della tutela linguistica delle sue lingue, attivandosi per la piena applicazione delle leggi di tutela delle minoranze», ricordano Bidoli e Moretuzzo –, e che i consiglieri del Patto per l’Autonomia rilanciano a pochi giorni dalla Zornade furlane dai dirits (Giornata friulana dei diritti) che ricorre il 27 febbraio, nell’anniversario della Crudel zobia grassa, la più grande rivolta popolare nella storia del Friuli, che prese avvio nel 1511 a Udine e che, soprattutto nelle campagne, assunse un carattere di rivendicazione degli “antichi diritti” di autogoverno delle comunità rurali friulane.


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