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Occupazione femminile, non è tutto con il segno più

22 Marzo 2023

Roberta Nunin: “Ancora troppo lavoro precario e part-time per le donne”

Roberta Nunin, candidata nella circoscrizione di Udine con il Patto per l’Autonomia, ordinaria di Diritto del Lavoro all’Università di Trieste, analizza i dati emersi dall’Istat sulla situazione occupazionale. “L’aumento dell’occupazione è un segnale positivo. Tuttavia – precisa - è sempre necessario leggere con attenzione i dati prima di lanciare proclami trionfalistici. Sulla stampa, con toni di tal tipo, si segnala da parte dell’amministrazione regionale uscente come l’Istat alla fine del 2022 abbia registrato un aumento dell’occupazione in Fvg del 2% e un tasso di occupazione femminile del 61,7%”. Numeri che, a prima vista sembrano positivi, “ma non è propriamente così” afferma Nunin.

“In primo luogo – spiega - l’Ires del Friuli-Venezia Giulia, con uno suo report, ha segnalato solo qualche giorno fa anche un rallentamento dell’occupazione nell’ultima parte del 2022 (-0,5% nel terzo trimestre 2022, -1,7% nel quarto), un dato che solleva più di un elemento di preoccupazione in prospettiva futura. Quindi, più che segnalare con toni trionfalistici l’aumento del 2% (su base annua) dell’occupazione, bisogna chiedersi come affrontare quel preoccupante rallentamento del secondo semestre 2022”. Altro tema, poi, quello dell’occupazione femminile: “Se è vero che il dato del 61,9% di donne occupate in Fvg registrato dall’Istat a fine 2022 è certamente buono, deve, però, essere incrociato con quello dell’occupazione maschile, che è pari al 75%, oltre con quello della disoccupazione femminile (al 6,6% contro il 4,3 % degli uomini). I dati, dunque, dimostrano che  permane nella nostra regione un rilevante divario occupazionale tra uomini e donne, che non è stato colmato in questi anni, al quale si aggiunge il pesante divario di reddito, che vede le donne lavoratrici dipendenti del Fvg guadagnare in media circa 9.500 euro in meno degli uomini e molte impiegate con contratti a part-time o precari. Nella nostra regione – aggiunge - una donna su tre lavora a tempo parziale per la necessità di fare fronte a carichi di lavoro familiare che ancora gravano in misura preponderante sulle donne. Quindi – conclude - prima di cantare vittoria, è bene leggere con attenzione tutti i dati e interrogarsi su quanto ci sia da fare per aumentare nella nostra regione la qualità dell’occupazione e diminuire i lavori precari, instabili e sottopagati, oltre che per promuovere una parità di genere che è ancora lontanissima”.


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