Roberto Muradore: “Piena solidarietà ai lavoratori di Aquileia Capital Services”
“Ancora una pessima notizia riguardante il lavoro in Friuli” afferma Roberto Muradore, candidato del Patto per l’Autonomia nella circoscrizione di Udine, in merito alla notizia sulla Aquileia Capital Services che ha avviato la procedura di licenziamento per 52 dipendenti su un totale di 100. “La motivazione – spiega Muradore che per anni, in veste di sindacalista, è stato al fianco dei lavoratori, è l’esternalizzazione di buona parte delle attività. Tutto questo senza alcun rispetto, né riconoscimento per l’impegno di lavoratori che, si badi bene, in questi anni sono riusciti non solo a far uscire l’azienda dalle secche di una situazione difficile e rilanciarla, ma addirittura a farla crescere. Bene fanno i sindacati ad opporsi a questa scelta, tanto irresponsabile quanto immotivata. Saremo con loro” Una notizia che pare una riflessione ben più ampia sul mondo del lavoro in Friuli-Venezia Giulia, un mondo che Muradore conosce bene: “In questi ultimi anni, nella ex provincia di Udine - porta l’esempio - si è pagato un prezzo davvero salato in termini di perdita occupazionale. E’ stato, infatti, il territorio che nella nostra regione ha subito le maggiori perdite nel campo economico e lavorativo. Questo per tante ragioni, ma principalmente perché a essere stato colpito dalle crisi è il settore manifatturiero che qui è molto presente, in misura maggiore rispetto alle altre realtà territoriali” Più in generale, Muradore richiama la perdita di posti di lavoro stabili, a tempo pieno, tutelati da contratti di lavoro che, sebbene certamente non ricchi, tutelano le condizioni economiche dei dipendenti, “una perdita – sottolinea - che non fa che aggravare ulteriormente la situazione del mercato del lavoro locale. Al di là di fantasiose e bugiarde narrazioni – chiosa - la verità è che il lavoro è sempre più precario e mal retribuito. Ecco anche perché è sacrosanta la battaglia dei lavoratori contro i licenziamenti della ACS. Troppo spesso le lavoratrici e lavoratori licenziati faticano enormemente a ricollocarsi e, se e quando ci riescono, il nuovo impiego è quasi sempre peggiore di quello precedente. Anche in Fvg infatti, è in aumento il cosiddetto working poor, il lavoro povero. Nel passato il lavoro, per quanto duro fosse – conclude - è stato il fondamento di un riscatto economico e sociale. Oggi troppo spesso non lo è più”.