Moretuzzo e Navarria: «Negare il Messale in friulano significa non riconoscere il diritto alla diversità»
«La Conferenza episcopale italiana non ha approvato il Messale in lingua friulana, un riconoscimento atteso da molti anni – per il quale molto si sono spesi i sacerdoti di Glesie Furlane – e che l’esito della votazione della CEI di ieri rinvia ancora una volta. I vescovi italiani continuano a negare alle friulane e ai friulani il diritto naturale (che è un diritto di ogni popolo) di poter pregare nella propria lingua madre, utilizzando il friulano nella celebrazione della Messa. Esprimiamo profonda amarezza per quanto accaduto – commentano il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Diego Navarria, componente del direttivo e già Presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana –, auspicando una ampia mobilitazione da parte della società friulana, per denunciare la netta contrarietà a una decisione che è anche negazione di una identità culturale, quella friulana, le cui radici affondano nel Patriarcato di Aquileia e nella sua storia di accoglienza e inclusione».