400 accademici di tutto il mondo chiedono lo stop alla cassa di espansione di Dignano. Moretuzzo e Garlatti-Costa: «Vanno ascotati»
Il Patto per l'Autonomia condivide le preoccupazioni dei 400 accademici di 26 Paesi che hanno sottoscritto un appello per chiedere lo stop alla cassa di espansione di Dignano. L’appello vede come primi firmatari Andrea Goltara, presidente del CIRF-Centro Italiano Riqualificazione Fluviale, e l’austriaco Klement Tockner, uno dei principali esperti mondiali di ecologia fluviale, e comprende accademici di fama come Francesco Comiti, professore di Gestione integrata dei bacini idrografici all’Università di Padova, e Walter Bertoldi, professore associato di Geomorfologia all’Università di Trento.
«La comunità scientifica internazionale chiede alla Regione e all’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali che ha commissionato il progetto, uno stop immediato e un cambio di rotta, una seria valutazione di alternative, dando priorità a quelle che non alterino le caratteristiche morfologiche uniche di questo fiume straordinario. Si tratta di una presa di posizione importante, che non può essere certamente essere ignorata», commentano il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e la consigliera comunale di Udine del Patto per l’Autonomia Stefania Garlatti-Costa. «Come sottolineano i firmatari dell’appello, la Regione dice di voler seguire il parere degli esperti: ne dia finalmente prova. Ascolti la voce di centinaia di loro. Le opere previste non possono “mettere in sicurezza” le popolazioni rivierasche e comprometterebbero, alterandone la dinamica naturale, un patrimonio unico, riconosciuto tale da esperti di tutto il mondo, e in violazione di direttive ambientali e regolamenti europei».
«Preservare il Tagliamento come modello per la rinaturazione dei fiumi, migliorandone lo status ecologico, ma anche, di conseguenza, la sicurezza per le popolazioni a valle, è interesse di tutti, non solo degli abitanti della nostra regione – continuano Garlatti-Costa e Moretuzzo –. Ascoltiamo gli accademici internazionali, che ben conoscono lo stato dell’arte nella gestione delle piene, e dedichiamo al nostro fiume uno studio multidisciplinare che raccolga le competenze scientifiche migliori del mondo, all’altezza del Re dei fiumi alpini. Il Tagliamento, ma anche gli abitanti delle sue rive, se lo meritano».