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«Intollerabile lo stop alle operazioni del centro per la disforia di genere di Cattinara». Presentata un’interpellanza

04 Gennaio 2024

Le consigliere del Patto per l’Autonomia hanno presentato un'interpellanza in Regione in merito allo scandalo emerso sulla stampa locale per lo stop alle operazioni del Centro per il trattamento della disforia di genere dell’ospedale di Cattinara, che non sono ancora riprese dopo la sospensione nel periodo pandemico.

«È inaccettabile che le persone in trattamento per disforia di genere non possano ricevere l’operazione all’ospedale di Cattinara, da sempre considerato un’eccellenza in questo campo - afferma la consigliera regionale Giulia Massolino -. Non tutte hanno la possibilità di rivolgersi altrove, ed è  inspiegabile l'interruzione del servizio a seguito della fine dell’emergenza pandemica. Qui non si tratta di una questione cosmetica, ma della salute psicofisica delle persone. Avere sul nostro territorio una struttura di questo tipo dovrebbe essere un fiore all’occhiello del sistema di salute pubblico: un luogo dove le persone in trattamento possono essere seguite con attenzione, competenza, professionalità. Invece questo lungo stop mette in crisi questo sistema e danneggia non soltanto le persone in trattamento, che vedono sfumare la possibilità di una riattribuzione di genere, ma anche le tante professioniste e professionisti che si sono impegnati per rendere il Centro un luogo all’avanguardia in questo percorso».

L’interpellanza segue una interrogazione presentata già nella precedente legislatura dal consigliere Honsell nel maggio 2022, rimarcando che da allora, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Riccardi, le cose non sono cambiate. «Era il maggio del 2022, nella scorsa legislatura regionale, quando avevamo posto il problema, già grave allora, del "Blocco degli interventi di riattribuzione chirurgica dei caratteri sessuali presso la Clinica Urologica di Cattinara" (Interrogazione 649). Mi fu risposto dopo alcuni mesi che la situazione era stata presa in considerazione. Ma evidentemente nulla è cambiato. E adesso la situazione è gravissima, rendendo inesigibile un diritto a tanti cittadini, che è alla base della nostra Costituzione, il diritto alla piena realizzazione della propria personalità. Il Centro per la disforia di genere di ASUGI è centro di grande prestigio e deve essere messo nelle condizioni di poter funzionare. Ha valenza regionale se non nazionale. È un dovere di civiltà della Regione quello di ridurre le liste di attesa di questo centro. Altrimenti l'effetto sarà quello di accrescere il carico di sofferenza della nostra comunità». 


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