Riforma Roberti clamorosamente fallita
Comuni esclusi dai finanziamenti sulla concertazione per l’appartenenza politica, centinaia di milioni di euro fermi e solo 4 Comunità volontarie costituite
«La riforma Roberti, approvata dalla maggioranza nel 2019, dopo 5 anni non ha portato a nessun miglioramento nel funzionamento delle amministrazioni locali, che anzi in moltissimi casi fanno sempre più fatica a garantire anche l’erogazione dei servizi di base. I numeri ne certificano il fallimento: sono solo 4 le Comunità volontarie che si sono costituite finora, nella maggior parte dei casi hanno condiviso pochissimi servizi e, dunque, non hanno raggiunto l’obiettivo di facilitare le attività dei Comuni aderenti che la riforma si era proposta». Lo ha evidenziato il capogruppo del Patto per l’Autonomia - Civica FVG Massimo Moretuzzo, oggi a Udine, nel corso di una conferenza stampa convocata dal Gruppo consiliare per analizzare la situazione del sistema delle autonomie locali del Friuli-Venezia Giulia, con particolare riguardo agli effetti sulle stesse della riforma Roberti (legge regionale 29 novembre 2019, n. 21, “Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli-Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionale”).
Le consigliere e i consiglieri del Gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia - Civica FVG hanno quindi denunciato la disparità di trattamento riservata dall’esecutivo ai Comuni non “allineati” politicamente che si è tradotta nell’esclusione dai finanziamenti della concertazione pur nella condizione di una inedita disponibilità di risorse finanziarie pubbliche. Basiliano, Chions, Fiumicello-Villa Vicentina, Romans d’Isonzo, Zoppola, Sesto al Reghena, Mereto di Tomba sono solo alcuni dei Comuni “puniti” per la loro appartenenza politica; altri (da Palmanova a Turriaco) devono accontentarsi di briciole. Al contrario, c’è chi fa festa: il Comune di Trieste è il primo a brindare con la copertura del 118% rispetto a quanto richiesto. Una discriminazione inaccettabile alla luce della quale le consigliere e i consiglieri Enrico Bullian, Simona Liguori, Giulia Massolino, Massimo Moretuzzo e Marco Putto hanno presentato, con spirito collaborativo, il disegno di legge che integra la legge regionale 21/2019, introducendo la clausola valutativa per poter procedere periodicamente con una verifica sul funzionamento delle Comunità volontarie. Poiché qualsiasi provvedimento preso per i singoli Comuni è insufficiente, l’unica strada percorribile è quella dei processi aggregativi, prevista dalla L.R. 21/2019, rispetto alla quale dopo 5 anni è necessario capire cosa funziona e cosa invece va modificato. «Per questo auspichiamo un’ampia condivisione di questo progetto di legge che consta di un unico articolo volto proprio a prevedere una valutazione periodica dei risultati raggiunti (dapprima dopo 4 anni dall’entrata in vigore della legge regionale e, successivamente, con cadenza annuale) in particolare riguardo allo stato di realizzazione degli interventi previsti dalla norma stessa, con attenzione ad una serie di aspetti puntuali elencati in norma».
Nei mesi scorsi, a seguito di una interrogazione del Gruppo alla Giunta, è emerso che i fondi a disposizione dei Comuni per la realizzazione di opere pubbliche non ancora utilizzati sono in crescita costante (l’ultimo dato fornito a gennaio 2024 vede l’avanzo vincolato relativo al 2022 pari a oltre 354 milioni di euro, 62 milioni in più del 2021, con un aumento di circa il 18%, a cui si sommano i dati sul Fondo pluriennale vincolato, per un totale superiore ai 760 milioni di euro) e che tali risorse a disposizione dei Comuni sono in gran parte ferme da anni perché gli stessi non sono in grado di spenderli, soprattutto a causa della situazione disastrosa in cui si trovano molte delle strutture tecnico-amministrative degli enti locali. Questi numeri evidenziano in modo oggettivo le tante criticità nell’implementazione della riforma degli enti locali approvata nel 2019. «Di fronte a questa situazione – ha affermato Moretuzzo –, depositeremo a breve una interrogazione per sapere quante risorse sono ferme nei cassetti dei Comuni e se l’amministrazione regionale intende avviare un’attività di monitoraggio complessivo delle risorse erogate e del loro effettivo utilizzo per individuare i Comuni con maggiori difficoltà a spendere i fondi a disposizione e di sanare le problematicità alla base del loro uso ritardato».
In sede di assestamento di bilancio, «proporremo di incentivare in modo serio i processi di aggregazione degli enti locali, dentro o fuori dalle Comunità. Questa è l’unica strada per risolvere le criticità esistenti. Ci auguriamo che la Giunta Fedriga riconosca quanto prima il fallimento delle politiche finora messe in atto e cambi rotta, prendendo atto delle richieste che arrivano dai Comuni e delle proposte che da tempo portiamo dentro l’aula consiliare».