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Moretuzzo e Bidoli: «Si riveda la Pac nel segno del Green Deal europeo»

06 Novembre 2020

Depositata una mozione del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia

Una revisione della Politica agricola comune 2021-27 nel segno del Green Deal europeo, facendone uno strumento per realizzare appieno la transizione ecologica dell’agricoltura. La chiedono i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, con una mozione, depositata oggi (6 novembre, ndr), che impegna il Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione ad attivarsi presso il Governo, il Parlamento e il Comitato europeo delle Regioni affinché intervengano subito per far sì che i regolamenti per la nuova Pac 2021-2027 siano allineati alle strategie “Farm to Fork” (“Strategia dal campo alla tavola per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”) e “Biodiversità 2030”, chiavi di volta per la realizzazione del Green Deal, ovvero la traduzione europea degli impegni internazionali in materia di clima e sostenibilità nonché un vero e proprio progetto di leadership europea sul tema dell’ambiente.
«La Pac dovrebbe sostenere i modelli di produzione alimentare e di consumo che riducono l’uso delle risorse naturali a livelli equi e sostenibili, nonché quella di fermare il fenomeno di abbandono delle campagne in particolare da parte dei più giovani. Con questa mozione, riscontrando alcune criticità nei nuovi regolamenti – affermano Moretuzzo e Bidoli, ricordando che la Regione Friuli-Venezia Giulia si è candidata come regione pilota Green Deal con la generalità di Giunta regionale 812/2020 –, proponiamo di vincolare il sostegno economico al raggiungimento degli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” e di assicurarsi che la Pac non sostenga o incentivi pratiche dannose o incompatibili con il Green Deal. Si consenta inoltre agli agricoltori e alle aree rurali ed interne di essere i motori di un cambiamento positivo, dedicando finanziamenti sufficienti volti a premiare le pratiche che riducono gli impatti su acqua e aria, che conservano la fertilità del suolo e degli ecosistemi e che promuovono la transizione verso modelli alimentari sostenibili; e si rafforzi il valore aggiunto delle economie locali attraverso filiere corte e la promozione di modelli business orientati alla salute e alla sostenibilità nelle aree rurali».


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