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Preoccupazione per l’ampliamento della Kronospan

29 Aprile 2021

Il capogruppo del Patto per l’Autonomia ha incontrato oggi a Trieste il comitato contrario al progetto

Esprime preoccupazione il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, per il progetto di ampliamento della sede della multinazionale Kronospan nella zona industriale Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento, contro il quale c’è stata una forte mobilitazione per i numerosi interrogativi circa gli effetti sulla salute e sull’inquinamento. Il piano prevede la realizzazione di una nuova linea per la produzione di pannelli truciolari con legno riciclato, un impianto per la macinazione e un camino. Un progetto ecosostenibile per la società, non per il Comitato ABC – Ambiente Bene per le Comunità che teme ripercussioni per la salute dall’emissione di quantitativi rilevanti di sostanze nocive nell’aria e l’aumento del traffico pesante conseguente alla movimentazione degli scarti legnosi da tutta Italia per alimentare la centrale. Moretuzzo ha incontrato oggi (29 aprile, ndr) a Trieste, assieme ad altri consiglieri e all’assessore Scoccimarro, i rappresentanti del comitato ABC assicurando tutta l’attenzione necessaria alla vicenda.

«Qualsiasi progetto di insediamento e di ampliamento aziendale non può prescindere dal controllo dei suoi effetti sul territorio e sulle comunità. È necessario, dunque, che anche in questo caso siano avviate tutte le azioni utili ad assicurare la massima tutela della salute, dei lavoratori e dei cittadini, e dell’ambiente. Altrimenti è inutile candidare il Friuli-Venezia Giulia a regione pilota per il Green Deal europeo con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al massimo entro il 2045, addirittura in anticipo rispetto alle indicazioni dell’Unione Europea! Aumentando la potenzialità della Kronospan e, dunque, del suo inceneritore per bruciare scarti di legno, anche trattati, le emissioni investiranno certamente le aziende della zona industriale e i centri abitati del circondario, per cui è lecito chiedersi quali saranno le conseguenze. Servono risposte a tutela dei cittadini e indicazioni chiare per le imprese che investiranno e opereranno in regione. Non si dimentichi poi che l’impianto prevede un camino alto 40 metri situato a 150 metri dall’argine del Tagliamento», ricorda Moretuzzo, già promotore, con il collega Giampaolo Bidoli, di una mozione per chiedere alla Regione di proporre la candidatura del fiume a Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco – sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione e bocciata dalla maggioranza regionale – e primo firmatario di una petizione pubblica per il riconoscimento Unesco che ha raccolto oltre 15 mila firme di cittadini che «vedono nel Tagliamento un’occasione paradigmatica per immaginare un futuro diverso e più sostenibile per la nostra terra», ricorda il capogruppo del Patto per l’Autonomia.


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