Moretuzzo: «Si investa sulla manutenzione, non su opere inutili».
Interrogazione del Patto per l’Autonomia.
«La viabilità in montagna ha bisogno di manutenzioni tempestive, non di opere inutili e costose», commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, annunciando un’interrogazione del Gruppo Consiliare sulle tempistiche per il ripristino regolare della viabilità sulla strada che collega Forni Avoltri a Frasseneto, Sigilletto e Collina, facendosi, in tal modo, portavoce di numerose sollecitazioni pervenute da cittadini del territorio interessato. Dopo la frana dello scorso inverno, che ne ha causato la chiusura per un mese, l’arteria è stata riaperta a senso unico alternato, regolato da un semaforo, con il transito dei veicoli limitato a una sola corsia con comprensibili disagi per i residenti, ma anche per i proprietari di seconde case e i turisti, diretti, tra gli altri, al comprensorio del Coglians con il lago Volaia e il rifugio Marinelli, e che saranno sempre più numerosi vista la stagione estiva ormai alle porte.
«Da mesi, nulla si muove. La carreggiata in funzione è in grave dissesto e, dunque, pericolosa per chi la percorre. Una situazione che va sanata quanto prima – afferma Moretuzzo –: i residenti e l’avvio della stagione turistica hanno bisogno di risposte concrete. Mentre si discute del ripristino della viabilità agro-silvo-pastorale tra Casera Val Collina e il rifugio Marinelli, per il quale la Giunta Fedriga è disponibile a investire oltre 1 milione di euro con l’obiettivo dichiarato di metterla in sicurezza, anche nel tratto finale rispetto al quale si è registrata una forte mobilitazione popolare contraria all’intervento per il pesante impatto ambientale, la strada tra Forni Avoltri e Collina – per la quale è evidente l’esigenza immediata di messa in sicurezza – rimane ostruita per mesi. Una precarietà che caratterizza anche la viabilità di molte altre zone montane, ma la Giunta Fedriga preferisce destinare le risorse a nuovi impianti sciistici in buona parte dei quali, in pochi anni, non sarà più possibile sciare per effetto della diminuzione delle precipitazioni nevose e dell’aumento delle temperature. Ancora una volta ribadiamo l’importanza di non disperdere risorse pubbliche preziose che servirebbero per ben altri progetti finalizzati al rilancio della montagna, anche dal punto di vista sociale, e all’imprescindibile manutenzione e messa in sicurezza delle strade esistenti».