Digitale terrestre, assegnazione nuove frequenze. Bidoli e Moretuzzo: «La Regione tuteli i servizi di informazione e di produzione culturale sul territorio»
Interrogazione del Patto per l’Autonomia
VideoteleCarnia, la storica emittente di Treppo Carnico che racconta le comunità locali e le loro attività da oltre 40 anni, prevalentemente in lingua friulana, è a rischio. La riorganizzazione a livello italiano delle frequenze destinate alle trasmissioni televisive del digitale terrestre sul territorio regionale ne mette in discussione l’esistenza. Stessa sorte tocca ad altre tv locali friulane comunitarie, rimaste escluse dall’assegnazione delle frequenze e che, dunque, vedranno compromessa del tutto la possibilità di proseguire con le loro trasmissioni. Alla luce di questa situazione, che vedrà spegnersi voci significative per il territorio e per le sue popolazioni, in termini di ricchezza culturale e informativa, il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia interroga la Giunta Fedriga per sapere quali azioni intenda intraprendere l’amministrazione regionale a difesa di VideoTeleCarnia e delle altre emittenti locali. Azioni quanto mai urgenti e necessarie per i consiglieri Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli, poiché «è interesse dell’intera comunità regionale la tutela dei centri di produzione e diffusione della cultura locale, anche per il loro ruolo nella promozione dell’uso del friulano», che è stato evidenziato anche nel corso della recente Conferenza regionale di verifica e di proposta per la lingua friulana.
«VideoTeleCarnia, basandosi sul lavoro volontario dei collaboratori dell’omonima associazione, fornisce un servizio di informazione e di produzione culturale per il territorio carnico e per tutto il Friuli, concorrendo in maniera decisiva anche alla promozione della lingua friulana, utilizzata nel 70% circa delle trasmissioni – spiegano Bidoli e Moretuzzo –. Una parte del pubblico cui si rivolgono VideoTeleCarnia e le altre emittenti televisive locali a rischio, è costituita dalle fasce più anziane della popolazione, che, con il venir meno delle trasmissioni televisive, difficilmente potrebbero fruire della programmazione attraverso mezzi alternativi come lo streaming on line, perdendo così un importante riferimento».