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Plurilinguismo: una chiave di crescita per il F-VG

20 Marzo 2023

Walter Tomada: “la diversità linguistica è un patrimonio”

“La valorizzazione del plurilinguismo è cruciale per una Regione autonoma come la nostra, la cui specialità nasce all’incrocio delle tre civiltà che hanno fatto l’Europa: latina, germanica e slava. Il Patto per l’Autonomia riconosce sin dal suo statuto - declinando il suo nome in italiano, friulano, tedesco e sloveno - la natura plurima dell’identità della nostra terra, che può essere un valore aggiunto in chiave di crescita sociale, culturale, civile ed economica del Friuli-Venezia Giulia”. Walter Tomada, candidato con il Patto per l’Autonomia nella circoscrizione di Udine, difende la tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie che rappresentano “un valore, un diritto e un’opportunità”.  Per Tomada il plurilinguismo è centrale non solo per il radicamento di chi vive nel territorio, ma può essere un veicolo di integrazione per chi sceglie il Friuli-Venezia Giulia come luogo dove risiedere o lavorare, nonché un obiettivo trasversale a ogni azione della Pubblica Amministrazione regionale perché ha una valenza formativa: “L’apprendimento di più lingue aiuta l’apprendimento di altre lingue e di tutte le materie – sottolinea - e quindi l’estensione condivisa di modelli come il curricolo verticale quadrilingue sviluppato a Tarvisio, dove si può apprendere in tutte le quattro lingue della nostra Regione oltre che in inglese, costituirebbe per molti nostri giovani un differenziale competitivo notevole e darebbe ancor maggiore qualità ed attrattività al nostro sistema di istruzione”. Con una avvertenza: “L’attenzione alle lingue va accompagnata anche da un potenziamento dei contenuti relativi alla storia e alla geografia dei nostri territori che i materiali didattici spesso nascondono o addirittura alterano”.

Partire dalla scuola è fondamentale e vanno implementate le iniziative per l’insegnamento delle lingue regionali. “Sul friulano, largamente richiesto dalle famiglie, vanno potenziate le azioni di formazione dei docenti, investire sulla qualificazione delle loro competenze e sulla produzione di materiali didattici dedicati. Inoltre - aggiunge il candidato - l’insegnamento del friulano, previsto per legge nella scuola dell’obbligo, non può chiudersi nelle scuole medie, ma deve essere in qualche modo esteso, in modo condiviso, anche nel primo biennio delle secondarie di secondo grado che ora sono scuola dell’obbligo a tutti gli effetti”. Concetti che si possono estendere anche al mondo della cultura, magari istituendo la Music Commission regionale e implementando le azioni del Piano generale di politica linguistica. Un primo segnale arriva, ad esempio, dalla crescita nel numero delle aziende che scelgono di fare pubblicità in friulano. “L’auspicio – conclude - è che siano anni di crescita della consapevolezza della diversità linguistica, nel segno di una Regione che tutela, al pari degli altri diritti, anche il diritto ad esprimersi nella propria lingua e la cittadinanza plurilingue e multiculturale, come sostenuto dal programma di Massimo Moretuzzo”.


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