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Porto di Trieste. Patto per l’Autonomia e Adesso Trieste: «Situazione di stallo critica per aziende e lavoratori, urgente trovare una soluzione per la governance escludendo esternalizzazioni»

10 Settembre 2025

«Serve trovare urgentemente una soluzione per la governance dell'Autorità Portuale di Trieste e Monfalcone, in stallo da troppo tempo per imbarazzanti diatribe politiche - afferma Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia, a margine della conferenza stampa convocata stamani [10 settembre] dalle parti sindacali -. Servono persone competenti nel ruolo di Presidente e Segretario, capaci di gestire al meglio i cospicui investimenti PNRR e indirizzare scelte strategiche che vanno oltre il livello locale, tenendo conto del più ampio quadro regionale, nazionale e internazionale. Non va infatti dimenticato, come hanno sottolineato i sindacati, che il porto di Trieste è l'unico scalo ad avere lo status di Porto Franco internazionale in Italia. Sorprende e preoccupa il silenzio di Fedriga in merito: i partiti devono smettere di litigare intorno a un gioco di sedie e di potere e lavorare per il bene del territorio, garantendo l'esclusione di ogni forma di esternalizzazione». 

«Zeno D'Agostino, Mario Sommariva e Vittorio Torbianelli, hanno garantito una pace sociale grazie alla grande attenzione posta sulla qualità del lavoro in termini contrattuali e di sicurezza, e questo è avvenuto soprattutto grazie alla mano pubblica - prosegue Andrea Marzoli, coordinatore dell'Assemblea economia e lavoro di Adesso Trieste, anche lui presente alla conferenza -. Ora, in assenza di un riferimento chiaro e sicuro che controlli e gestisca, si rischia di fare passi indietro su questi aspetti, oltre che rischiare che qualche operatore si approfitti della situazione a scapito di altri. Gli equilibri sono delicati, e questa situazione di stallo genera grande preoccupazione non solo tra lavoratori e operatori del Porto, ma anche in tutte le attività collegate e retroportuali, oltre a frenare possibili nuovi insediamenti che sarebbero cruciali viste le crisi industriali che ci stanno colpendo. Bisogna tornare a lavorare con serenità, per il bene di tutto il territorio».


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