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Abitanti e ospiti, un cammino urbano con Riccardo Carnovalini per riflettere su turismo, ospitalità e comunità

16 Settembre 2025

Territori in Movimento e Patto per l'Autonomia hanno organizzato ieri, domenica 14 settembre, un cammino urbano con Riccardo Carnovalini per riflettere e confrontare gli approcci locali sul turismo partendo dal decalogo, curato da Carnovalini stesso, ispirato ai valori Walser per salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico per il futuro delle Comunità. I Walser sono un popolo di origine germanica che tra il XII e il XIII secolo si spostò dal Vallese, loro terra natale, formando insediamenti permanenti al sud del Monte Rosa, nei Grigioni, nel Voralberg, sino alle estremità dell’Alta Savoia, dell’Oberland Bernese, dell’Alto Ticino e del Tirolo, e il cui relativo isolamento ha consentito di conservare sino ad oggi, per 700 anni, non solo l'architettura ma anche la lingua e la cultura. Ben 35 le e i partecipanti al cammino, sono saliti a Opicina con lo storico tram per poi mettersi in cammino fino all’ingresso del Porto Vecchio.

«Curioso viene dal latino cura. Curiosità e cura sono gli ingredienti base della ricetta dei valori che la nostra Carta propone in un singolare “botta e risposta” tra abitanti e ospiti. La fertile curiosità dell’ospite nella scoperta del paesaggio storico, la cura secolare dei Walser nel costruirlo con fatica e senso del limite imposto dall’ambiente alpino. Curiosità che è lentezza e silenzio, cura che è aprirsi al turismo con un’accoglienza educante autentica, ricercata da un numero sempre maggiore di cittadini quando viaggia - spiega Riccardo Carnovalini, rinomato fotografo e camminatore d'eccezione* -. La guida è pensata per abitanti e ospiti, inteso sia nel senso della comunità che ospita sia di chi viene ospitato, per un rapporto rispettoso e generativo: entrambi per un futuro in cui ambiente, cultura ed economia convivano armoniosamente. La carta dei valori è frutto di 7 incontri delle Comunità Walser, oltre 20 ore in presenza e online, con la partecipazione di 200 persone e 2000 chilometri condivisiSono molti i valori da tenere in considerazione che possono ispirare anche il percorso di una città: il rispetto, la collaborazione, la cooperazione, la solidarietà, la familiarità, l’accoglienza, la responsabilità, la consapevolezza, la conoscenza, la creatività, la qualità, la durevolezza, la bellezza, la salvaguardia, la sostenibilità. Il turismo può essere una risorsa, ma sia chi ospita che chi viene ospitato devono instaurare un rapporto di rispetto reciproco».

«Si è trattato di un momento di riflessione prezioso su un tema particolarmente complesso e delicato, molto caldo al momento considerando anche la visibilità data dal New York Times e da altri organi di stampa nazionali e locali - spiega Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia che ha dialogato con Carnovalini -. Interrogarsi sul tema del turismo partendo dalla comunità che lo ospita non significa attaccare o rinunciare a quella che è un'importante opportunità per i territori. Quello che chiediamo da tempo è un osservatorio che studi il fenomeno a livello locale e sulla base di quei dati aiuti a orientare le politiche di gestione. Solo conoscendo il fenomeno e gestendolo si possono evitare le storture che poi portano a fenomeni di overtorism e che fanno sì che le cittadine e i cittadini non abbiano più voglia di accogliere e condividere, e allo stesso tempo la meta diventi non più autentica e dunque meno attrattiva anche per i visitatori. Dobbiamo imparare da chi ha commesso errori prima di noi (Venezia, Firenze, Barcellona) prima di arrivare al limite oltre il quale è difficile tornare indietro, e anche da chi propone modelli diversi, come appunto le comunità Walser, dal cui decalogo abbiamo molto da imparare».

 

Il cammino si è concluso simbolicamente all’ingresso del Porto Vecchio, emblema del futuro della città, che il sindaco dichiara di voler riempire di turisti e al momento invece offre riparo ai migranti, richiamando il viaggio di Carnovalini del 2019 “365 volte Europa” che si è concluso proprio a Trieste attraverso la rotta balcanica.

*Nato a La Spezia nel 1957, Riccardo Carnovalini cammina e fotografa l’Italia e l’Europa da oltre quarant’anni, raccontandone bellezza e contraddizioni. Una rivoluzione “lenta” fatta di infiniti passi, di amore e passione raccontati, condivisi e trasmessi. Racconti radiofonici e televisivi, una ventina di libri e centinaia di reportage su riviste di viaggio e natura, da Atlante ad Airone, a Epoca. Fotografo del Touring Club Italiano e dell’Istituto Geografico De Agostini, autore dell’agenzia internazionale Getty Images. Specializzato nel paesaggio italiano, il suo archivio ha mezzo milione di foto, molte in pellicola di medio formato. Tra i viaggi a piedi: due volte l'Appennino e tre volte le Alpi da un capo all’altro; quattromila chilometri sulle coste da Trieste a Ventimiglia; il periplo di Sardegna e Sicilia; il Camminaitalia, otto mesi sulle montagne per promuovere il Sentiero Italia; PasParTu, seimila chilometri senza meta nell’Italia che si fida; l’Appia antica da Roma a Brindisi. L'Europa da Trieste alla Danimarca alla caduta del Muro di Berlino, il TransAlpedes da Vienna a Nizza, l’Occitania a pè dalle Alpi ai Pirenei, tutta la Scandinavia fino a Nordkinn. L’ultima avventura, 365 volte Europa, è raccontata con una pubblicazione e una mostra fotografica.


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