Elisabetta Basso
Elisabetta Basso è stata tra le fondatrici del Patto per l’Autonomia. Si candida nella circoscrizione di Udine a sostegno di Massimo Moretuzzo per mettere a disposizione della Regione il proprio bagaglio di esperienze lavorative e di impegno sociale.
Elisabetta Basso ha 53 anni ed è un’avvocata. Vive con il figlio a Cividale del Friuli dove ha il suo studio professionale. Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo Classico Paolo diacono di Cividale e si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Padova. Al suo impegno professionale affianca un impegno in ambito sociale e politico. Attualmente è Presidente della Pro Loco di Cividale del Friuli, che tramite i suoi volontari si prodiga per mettere in campo molte iniziative, con lo scopo di promuovere il territorio e di mantenere vive le tante tradizioni. Tra queste ultime, per fare un esempio, vi è quella del Truc. “Credo che per poter guardare al futuro bisogna avere ben salde le radici nella storia delle nostre comunità”. Come detto, il suo impegno per la propria comunità ha anche una dimensione politica. Infatti Elisabetta Basso è stata una delle persone che ha contribuito a fondare il Patto per l’Autonomia: “La nascita del movimento, fortemente voluto da un gruppo coeso di amministratori locali, è frutto di un percorso di formazione e ascolto delle necessità delle comunità, di valorizzazione dell’autonomia della nostra regione, perché nella nostra specialità sta la chiave dello sviluppo economico, della tutela del territorio, della sanità pubblica, della capacità di sviluppare azioni a favore delle fasce più deboli”. Ha deciso di candidarsi al consiglio regionale a sostegno di Massimo Moretuzzo, nella circoscrizione di Udine, per dare un contributo alla vita istituzionale della Regione Friuli-Venezia Giulia, portando le proprie esperienze lavorative, di volontariato, di impegno sociale acquisite nello svolgimento delle molteplici attività che da sempre svolge nella sua comunità.
“Voglio poter dar voce alle libere professioni, troppo spesso dimenticate, lasciate sole ad affrontare le sempre maggiori difficoltà e costi, che costringono molti professionisti a lasciare la professione alla ricerca di lavori maggiormente tutelati. Credo nella valorizzazione della professionalità legata e dimensionata al nostro territorio”.
Infine, ma non da ultimo, il tema del friulano: “La questione della lingua e la sua valorizzazione, sono temi che mi toccano da vicino. Per anni sono stata Presidente de “La Grame", un’associazione culturale che è riuscita a dare alle stampe pubblicazioni molto apprezzate, sui temi più vari dalle favole, alle tradizioni popolari e ai castellieri. Lavorare con molti protagonisti del mondo culturale friulano mi ha consentito di comprendere quanto sia importante il plurilinguismo e come questo possa diventare anche strumento per attrarre turismo, come si fa in molte altre regioni europee”.