Moretuzzo: «Il Tagliamento è un bene comune da tutelare, serve un confronto costante con tutti i soggetti coinvolti». Ieri le audizioni
Ieri le audizioni in IV Commissione consiliare richieste dall’opposizione sulle opere previste sul Tagliamento
«Dopo le dichiarazioni a beneficio della stampa, spesso contraddittorie, che abbiamo letto nei mesi scorsi, con le audizioni odierne in IV Commissione consiliare abbiamo finalmente assistito a un momento di confronto reale sulle scelte in atto in merito agli interventi previsti sul Tagliamento. L’ascolto dei vari portatori di interesse, che ho richiesto come primo firmatario assieme ai Gruppi di minoranza, ha iniziato a fare chiarezza sullo stato dell’arte e indicato la strada da seguire – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo –. Si prosegua quindi con un confronto costante e partecipato nella direzione di unire le diverse istanze espresse dal territorio, tutte legittime: dalla sicurezza delle popolazioni rivierasche alla doverosa tutela del fiume che deve essere restituito laddove è possibile alla sua naturalità, guidati dalle conoscenze in materia ambientale, idraulica, ingegneristica, e tenendo conto della crisi climatica in atto. Ognuno faccia la sua parte, ben sapendo che la questione non va più rimandata e che, rispetto al passato, le risorse ci sono. Il Tagliamento diventi laboratorio per costruire un modello di sviluppo diverso, basato sulla sostenibilità ambientale, sul turismo di qualità, sulla valorizzazione delle peculiarità, capace di superare contrapposizioni e di guardare al bene comune. Ci si interroghi su quale futuro vogliamo per i territori attorno al fiume. Siamo convinti che il Tagliamento sia un patrimonio dell’umanità e, anche se non si è dato corso all’iter per la candidatura Unesco, come tale va trattato. Rappresenta, infatti, qualcosa di straordinario dal punto di vista naturalistico, ma anche rispetto alla costruzione dell’identità di un territorio che, attorno al fiume, ha costruito una storia millenaria. Il Tagliamento non è qualcosa che divide “di ca e di là da l’aghe”, ma una cerniera che può ricucire l’anima profonda del Friuli, troppo spesso ferita da un impatto antropico insostenibile», conclude Moretuzzo.