A Trieste fotografia impietosa sulla chiusura dei negozi, eppure gli emendamenti a favore dei negozi di vicinato sono stati bocciati
Massolino sulla crisi del commercio locale riportata dalla stampa: seguiamo l’esempio di Bari, bisogna riconoscere il ruolo sociale dei negozi
La consigliera Giulia Massolino interviene sulla questione delle chiusure dei negozi a Trieste, dopo le notizie emerse dalla stampa sulle recenti chiusure. Un trend che non è certo una novità per il capoluogo della regione, ma tristemente in linea con gli ultimi 10 anni, dove si sono persi una media di 50 negozi all’anno.
Durante l’ultima finanziaria infatti Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo Patto per l’Autonomia, con un emendamento e poi un ordine del giorno aveva affrontato il tema. «Dalle iniziative di successo bisogna saper imparare e così anche in Regione avevamo proposto un sistema di finanziamento a fondo perduto, dedicato specialmente ai negozi di periferia e delle aree interne, per riconoscere la loro funzione per il benessere della collettività - dichiara Massolino - Spiace constatare che dopo un’iniziale apertura sia stato invece immotivatamente bocciato il nostro ordine del giorno. Un territorio sempre più povero, privo di servizi fondamentali anche nell’ottica del modello ormai universalmente riconosciuto come funzionale per dei centri urbani sani: la città dei 15 minuti. Serve invertire la rotta prima di ritrovarsi con interi territori costituiti da quartieri dormitorio o aree spopolate».
Stessa iniziativa è stata presentata da Adesso Trieste in consiglio comunale a Trieste ed anche in questo caso bocciato.