Bocciato l’emendamento per il femminile nella legge elettorale, Massolino: «Vergognoso atteggiamento machista di una destra che sputa sulla parità di genere»
«Scandaloso quanto è stato affermato oggi in aula relativamente all’emendamento che abbiamo presentato per chiedere di sostituire i termini “il candidato” con “la persona candidata” nella legge elettorale in discussione - afferma Giulia Massolino consigliera del Patto per l’Autonomia prima firmataria dell’emendamento, a cui hanno aggiunto la sottoscrizione tutti i gruppi di opposizione - Le argomentazioni con le quali la destra ha giustificato la bocciatura compatta dell’emendamento erano a dir poco traballanti, ma è inaccettabile che le parole fuori microfono di un consigliere della maggioranza “non vi ho mica detto di stare a casa a fare il sugo” non siano state riprese dalla Presidenza».
«Lo dice la grammatica italiana e lo ha chiarito perfettamente la Crusca anche per gli atti amministrativi: i femminili esistono e vanno usati. Usare solamente il maschile, specialmente quando al singolare, è da evitare - prosegue Massolino -. Non è una questione formale: come afferma la linguista Vera Gheno, le parole sono ponti verso mondi di significati, che ci definiscono agli occhi delle altre persone, dunque legittimando e normalizzando la presenza femminile in ruoli che a troppo a lungo sono stati preclusi, e costruendo il corrispettivo immaginario sociale, soprattutto nelle aspirazioni delle più piccole. La legge elettorale è stata un’occasione per far emergere il tema, ma quella di adeguare lo stile linguistico di tutti gli atti legislativi è una proposta che continueremo a portare avanti in altre occasioni. Serve un cambio culturale, e la scarsa rappresentanza femminile in politica nel nostro territorio, e ancor di più nell’aula regionale, è un evidente segnale di questa necessità».