Sovraffollamento del carcere di Trieste, la consigliera Massolino e Massimo Brianese (Società della Ragione) in visita insieme ai garanti regionale e comunale
Moretuzzo e Massolino aderiscono al digiuno per solidarietà e sensibilizzazione sulle condizioni delle persone recluse
La consigliera del Patto per l'Autonomia Giulia Massolino si è recata in visita alla casa circondariale di Trieste insieme al Garante regionale Pittaro, alla Garante comunale Burla e a Massimo Brianese, componente e tra i fondatori della Società della Ragione, associazione impegnata sul terreno della crisi della giustizia e della riforma del carcere. La visita è stata richiesta a seguito della denuncia delle condizioni di sovraffollamento e considerando l'altissimo tasso di suicidi in Italia da inizio anno, con la 30esima persona che si è tolta la vita lo scorso fine settimana. Queste le motivazioni che hanno spinto Massolino, insieme al Segretario del Patto Massimo Moretuzzo che vi ha già partecipato la scorsa settimana, ad aderire alla staffetta di digiuno promossa dal Garante di Udine Corleone.
«Rendersi conto in prima persona delle condizioni in cui vivono le persone private della libertà nella nostra regione è un primo passo di consapevolezza per comprendere quali azioni intraprendere - ha dichiarato Massolino all'uscita della struttura di via Coroneo a Trieste -. Ci impegnano a portare all'attenzione del Consiglio regionale, per quanto di competenza, le tante problematicità presenti e che non possono essere ignorate. La Regione ha un ruolo fondamentale sulla salute mentale e sulla continuità assistenziale di detenute e detenuti, e troviamo inaccettabile il silenzio dell' Assessore Riccardi in merito, considerando l'allarmante numero di suicidi nelle carceri italiane. Allo stesso tempo è fondamentale far pressioni a livello nazionale per una effettiva riforma del sistema della giustizia, depenalizzando reati minori e puntando a pene e strutture alternative al carcere. Il problema del sovraffollamento non si risolverà costruendo carceri più grandi, ma facendo in modo che ci siano meno persone recluse, lavorando in primis sulla prevenzione e in secondo luogo garantendo da parte del territorio la piena reintegrazione di coloro che hanno portato a termine il percorso rieducativo. Per questo bisogna investire nel carattere riabilitativo delle pene, evitando di cadere in logiche punitive e repressive. L'adesione di domani alla staffetta di digiuno promossa da Corleone vuole essere un gesto di solidarietà e un'occasione di riflessione sulla drammatica situazione che troppe persone stanno vivendo».
La regione Friuli - Venzia Giulia è tristemente sul podio per sovraffollamento delle carceri, seconda solo a Puglia e Lombardia. A Udine c’è un + 80% rispetto alla capienza, mentre nel carcere di Trieste sono attualmente recluse 242 persone su 139 posti disponibili, con numeri purtroppo in costante crescita e con la novità di un’importante componente tra i 19 e i 29 anni. Del totale, solo 116 sono coloro che scontano una condanna, e oltre 100 sono in custodia cautelare e non possono essere seguiti dalle due unità di personale che attualmente si occupano della valutazione e terapia psicologica, ricandendo invece sul sistema sanitario regionale, già sottodimensionato rispetto alle esigenze del territorio. Anche il personale (civile e non) è drammaticamente sotto organico e questa situazione non consente di attivare tutti i percorsi di educazione e formazione che si potrebbero svolgere.
«Questa condizione di sovraffollamento rappresenterebbe un serio pericolo se non fosse per la capacità umana e professionale delle operatrici e degli operatori - aggiunge Massimo Brianese, tra i fondatori della Società della Ragione -. Non possiamo pensare di uscire da questa situazione se non si smette di legiferare creando nuove fattispecie di reato, trasformando comportamenti sociali in crimini, e se si continua a tenere in carcere persone che avrebbero bisogno di altre soluzioni, come quelle con disagio psichico o chi fa abuso di sostanze. Dobbiamo ridare opportunità, dobbiamo combattere la miseria, ed evitare di marginalizzare le situazioni di povertà. Non è con l’edilizia carceraria che si risolveranno le cose».