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Rimozione cartelli trilingui da stazione ferroviaria di Cividale del Friuli. Moretuzzo: «Grave passo indietro nel riconoscimento dei diritti linguistici»

07 Luglio 2025

«Con quale criterio sono stati rimossi i cartelli trilingui dalla stazione ferroviaria di Cividale del Friuli?». Se lo chiede il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo, fortemente critico sulla scelta che rappresenta un «passo indietro nel riconoscimento dei diritti delle minoranze linguistiche». Una scelta «profondamente sbagliata che non tiene conto del carattere plurilingue e pluriculturale della nostra regione, e neppure del valore aggiunto delle lingue minorizzate nello sviluppo del turismo e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Eppure dieci anni fa questi elementi erano stati posti alla base del protocollo di intesa tra Fuc (Ferrovie Udine-Cividale) e Arlef (Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane) che aveva previsto, tra le altre azioni, la collocazione della cartellonistica trilingue, rispondendo alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa alle regioni, in particolare con la Risoluzione 301/2010», spiega Moretuzzo, che annuncia il deposito di una interrogazione sulla questione.

Di recente, la svolta: i cartelli trilingui italiano-friulano-sloveno sono stati sostituiti da altri esclusivamente in italiano che non riportano più neppure il riferimento “del Friuli” accanto al nome della località. La rimozione è avvenuta nell’ambito dei lavori di rifacimento della linea ferroviaria Udine-Cividale del Friuli a cura di Rete ferroviaria italiana del gruppo Ferrovie dello Stato, che è subentrato a Fuc, impossibilitata, per legge, a gestire infrastruttura e servizio. Proprio Fuc aveva promosso con Arlef il progetto “Il treno delle lingue” che poneva il treno al centro di una diversa fruizione della mobilità che è anche quella di promozione del territorio e del suo patrimonio culturale. Il treno, che nel caso specifico attraversa territori plurilingui, è dunque anche strumento di conoscenza del paesaggio, della cultura, delle lingue, dell’identità dei luoghi attraversati dalla ferrovia.

«Anziché farne un modello di buone pratiche per altri concessionari di servizio, si scardina una azione intelligente di promozione linguistica e marketing territoriale- osserva Moretuzzo –. La Regione – che nelle recenti Conferenze regionali sulle lingue minorizzate del Friuli-Venezia Giulia ne ha ribadito l’importanza, e l’impegno per la loro tutela, promozione e valorizzazione – intervenga subito per il ripristino della segnaletica plurilingue. Con GO!2025, che ha escluso friulano e tedesco dai materiali promozionali per l’inaugurazione e dal sito, abbiamo già perso una preziosa opportunità per far conoscere la ricchezza e la complessità linguistica e culturale della nostra terra. Non commettiamo sempre gli stessi errori».


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