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Lingue minoritarie, una risorsa economica per il territorio. Partecipato incontro a Udine con esperti delle Università di Udine e Bangor

21 Luglio 2025

Le specificità linguistiche e culturali delle minoranze non costituiscono solo un patrimonio culturale, ma rappresentano anche una risorsa economica e una opportunità di sviluppo per le stesse comunità. È quanto emerso ieri (17 luglio, ndr) a Udine nel corso dall’incontro “Minoranze linguistiche, risorsa strategica, fra identità plurime e marketing territoriale”, promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG al quale ha assistito un numeroso pubblico.

«Le recenti vicende della ristrutturazione della linea ferroviaria Udine-Cividale – dove il passaggio di gestione a RFI ha (almeno temporaneamente) cancellato il plurilinguismo visivo – ha riportato il tema dei rapporti tra marketing e lingua all’attenzione dell’opinione pubblica friulana», ha spiegato Stefania Garlatti-Costa, consigliera del Comune di Udine con il referato a Identità friulana e plurilinguismo, introducendo l’incontro al quale ha portato i suoi saluti anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.

Garlatti-Costa ha evidenziato l’importanza di comunicare chiaramente i valori identitari e culturali distintivi, riconoscendo il valore che la lingua friulana può assumere anche nelle politiche di marketing, portando in particolare l’esempio di un sale prodotto in Galles: «il sale Halen môr, che insegna che una salina atlantica può collocarsi come top di gamma grazie a una comunicazione che fa leva sulla narrazione di naturalità veicolata attraverso la lingua gallese».

Le sollecitazioni di Garlatti-Costa sono state rilanciate dall’assessore alla Cultura del Comune di Udine Federico Pirone: «La lingua friulana, assieme alle altre lingue minoritarie del Friuli, rappresenta uno dei punti fondamentali della nostra specialità, rinunciare alla sua tutela e valorizzazione è un errore storico. Come Comune di Udine faremo la nostra parte».

Una scelta che potrebbe fare da apripista. Il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo ha invitato l’amministrazione comunale udinese – presente all’incontro anche con Lorenzo Croattini, capogruppo della lista De Toni – a non perdere l’occasione. «A fronte del marchio IoSonoFVG, che non riconosce la complessità e le diversità presenti nella nostra regione, il Comune di Udine, in qualità di Capitale del Friuli, può dare avere un ruolo importante, anche attraverso il nuovo marchio di promozione della città, valorizzando ciò che ci rende unici attraverso l’uso della lingua friulana: una azione che costituisce un concreto investimento con conseguenti ricadute di carattere culturale e di sviluppo del territorio».

L’incontro ha evidenziato come le lingue minoritarie possano servire anche a vendere prodotti, enogastronomia e turismo. Lo dimostrano diverse esperienze in vari contesti minoritari, in Italia e in Europa. È il caso del Sudtirol e del Galles, che nelle loro campagne di promozione turistica fanno leva sulla lingua della comunità come elemento di riconoscibilità. Lo ha spiegato Linda Osti, docente di Tourism Management all‘Università di Bangor nel Galles. «Oltre a identificare il territorio, lingua e cultura diventano prodotto da vendere. La dimensione identitaria diventa identificativa, una garanzia di originalità, che risponde alle richieste del mercato, sempre più attratto dalle specificità linguistiche e culturali. Così l’offerta turistica si è adattata».

Anche gli esiti delle ricerche sul ruolo della lingua friulana nello sviluppo del territorio e dei suoi prodotti condotti da Sandro Sillani, esperto in marketing dei prodotti alimentari dell’Università del Friuli, e componente della Societât Sientifiche e Tecnologjiche Furlane, confermano l’opportunità di spingere sulla promozione nelle lingue minorizzate. «I prodotti si fanno conoscere e riconoscere nella loro particolarità e unicità. Promuoverli attraverso la lingua friulana, utilizzata in modo professionale, è più efficace che farlo attraverso la lingua italiana e inglese».


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