In occasione delle elezioni regionali del 2018, il Patto per l'Autonomia, che si era costituito come movimento politico pochi mesi prima, ha ottenuto il 4,09% dei consensi, corrispondenti a 23.696 voti. Sono risultati eletti come Consiglieri Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.
Il Gruppo del Patto in azione
- Tutti
- Ambiente
- Asp D. Moro
- Cultura
- Economia
- Energia
- Identità
- Lavoro
- Sanità
- Sicurezza
- Tagliamento
- Territorio
FVG Energia SpA.
Il Lussari non è un centro commerciale.
Rai e friulano. Scaduta la convenzione.
Scritte antisemite sulla sinagoga di Trieste.
Bocciata la mozione sull’aumento dei canoni per l’acqua in bottiglia
Progetto di legge nazionale sui ricongiungimenti familiari.
Modifica IMU.
Ddl disabilità, bene la nuova norma, ma si coinvolgano i Comuni.
No agli eco-mostri, giù le mani dal Tagliamento.
Asp Moro, bene il sostegno della Regione, ma vanno chiarite le responsabilità politiche del disastro economico e amministrativo
Comuni allo sbando.
Opere sul Tagliamento.
La maggioranza stanzia milioni di euro su proclami incerti e non su progettualità sicure a beneficio della collettività.
Moretuzzo: Forte contrarietà alla manovra.
Moretuzzo: «Lingue minoritarie fondamentali per la specialità regionale»
Manovra spot, centinaia di milioni al buio.
Moretuzzo: «Lega prigioniera dei suoi slogan»
Bidoli: «Dopo sei anni, ancora a rilento l’iter dell’archivio storico del terremoto»
«Figuraccia della maggioranza, salta la norma farsa sulla transizione energetica»
Bidoli: «Serve una gestione più dinamica della specialità e confronto costante con la Paritetica»
Bidoli: «Sui progetti Siot serve un confronto vero, partecipato.
Bonus energia, misura inadeguata e insufficiente.
Tavolo Siot partito nel modo peggiore.
Sghiaiamento lago di Barcis.
Fucilati di Cervivento
Intervento in aula
del Capogruppo Massimo Moretuzzo
26/04/2021
Trascrizione a cura di Gian Marco Sartor
[Ringraziamento a tutti i collaboratori]
È stato detto in Commissione e anche oggi: "Ricordiamoci che abbiamo vinto la guerra".
Beh, è difficile per me dire che una guerra del genere sia stata vinta.
Trovo difficile parlare di una vittoria in questa regione.
Soprattutto dopo che il nostro paese e le nostre popolazioni che ci vivevano erano stati separati da confini che non avevano nulla a che fare con la nostra storia e la nostra identità.
Faccio fatica a parlare di vittoria perché i friulani sono stati inviati su due fronti diversi, con diverse bandiere e diverse uniformi.
È simbolico che i primi morti della Grande Guerra siano stati di parte italiana l’alpino di Udine Riccardo Di Giusto e di parte austro-ungarica il marinaio Eugenio Sandrigo di Grado.
Quando è scoppiata la guerra i friulani erano separati, e per evitare che amici, fratelli e parenti si sparassero a vicenda, i goriziani e i valcanalesi sono stati spostati sul fronte galiziano, al mattatoio contro i russi.
Trovo difficile parlare di vittoria perché nel 1914 dovettero rientrare 80.000 friulani dall'Austria, dalla Germania e dall'Ungheria. Paesi che sostenevano l’economia famigliare e che hanno reso possibile portare nuove idee e culture nella nostra regione.
Faccio fatica a parlare di vittoria perché oltre 44.000 bambini, solo in provincia di Udine, sono stati portati via dalla nostra regione perché non potevano restare lì, e molti di loro non furono nemmeno reclamati perché nel frattempo erano diventati orfani.
Trovo difficile parlare di vittoria perché chi guidava le truppe italiane non solo applicava la decimazione,
ma a volte si è comportato come un esercito di occupazione. Soprattutto nei confronti delle donne, come esortava a fare il Generale del 2 ° Corpo d'Armata, Piacentini, in un documento del 9 agosto 1916:
"È il momento di affermare la qualità della nostra razza".
Trovo difficile parlare di vittoria quando consideriamo questo capitolo della storia dalla parte di coloro, donne e uomini, che vivevano in questa terra a quel tempo, che vivevano con fatica e sudore, con un'economia di sussistenza.
Non si tratta di espressioni e confini, come cantava Giorgio Ferigo: "Se uccidi di qua, sei un assassino. Se uccidi di là, sei un eroe. Tanto i padroni sono al sicuro nei castelli, a determinare guerra e pace " (cit. testo friulano).
Come ho detto, so che il punto di vista di questa storia non è del tutto condiviso, e probabilmente molti di noi hanno punti di vista e sensibilità differenti a riguardo.
Ma proprio per questa unanimità di voto hanno un valore maggiore, perché nonostante le differenze penso che questo atto possa aiutare a guarire da una sofferenza e un'ingiustizia assolutamente evidenti.
Un'ingiustizia che forse abbiamo subìto più di altri paesi.
Abbiamo così l'opportunità di dimostrare un atto coraggioso.
Coraggio per un atto che il parlamento italiano non ha ancora dimostrato.
Ci auguriamo quindi che anche il Parlamento e lo Stato italiano riconoscano quanto accaduto più di cento anni fa.
Lei stesso, Presidente, ha chiesto da parte di ognuno responsabilità su questo argomento.
Dobbiamo fare questo per Basilio Matiz, Angelo Massaro, Giovan Battista Corradazzi, Silvio Gaetano Ortis e tutti coloro che hanno subìto e sofferto per la stessa sorte nella prima guerra mondiale.
Dobbiamo mantenere vivo il loro ricordo.
Redebeitrag des Abgeordneten Massimo Moretuzzo im Regionalrat der Region Friaul – Julisch Venetien (26. April 2021)
Übersetzung von Gian Marco Sartor und David Kehrer
(Dankesworte an alle Beteiligten)
0:35 - Die Debatten in der Kommission und die heutige lassen uns klarmachen, dass die Wahrnehmung unter uns unterschiedlich ist.
0:45 - Nicht viel über die Aspekte der Artikel, wo anscheinend eine gemeinsame Zustimmung unseres Entwurfes steht,
0:58 - sondern über die Analyse des historischen Hintergrundes, auf dem die Episode der Hinrichtung von Cercivento,
1:05 - und im Allgemeinen das Verfahren der Dezimierung im italienischen königlichen Heer während des ersten Weltkriegs.
1:13 – In der Kommission und auch heute hat man gesagt: „Bedenken wir, dass wir den Krieg gewonnen haben“.
1:20 – Es fällt mir schwer zu sagen, dass wir den Krieg gewonnen haben.
1:26 - mir ist schwer, da, in dieser Region, über einen Sieg zu reden.
1:31 – Vor allem nachdem unser Land und deren Bewohner,
1:38 – von den Grenzen getrennt wurden, das nichts mit unserer Geschichte und unserer Identität zu tun hatten.
1:46 – Ich tut mir schwer, über einen Sieg zu reden, denn die Friauler wurden an zwei verschiedene Fronten geschickt,
1:54 – unter verschiedenen Flaggen und verschiedenen Uniformen.
1:59 – Symbolhaft waren die ersten Toten im ersten Weltkrieg
2:05 – der Gebirgsjäger (Alpino ) von Weiden i. F. (Udine) Riccardo Di Giusto auf italienischer Seite,
2:11 – und der Seemann Eugenio Sandrigo von Grado auf k. u. k. Seite
2:17 – Als der Krieg anfing, fühlten sich die Friauler getrennt
2:23 – und um zu vermeiden, dass sich Freunde, Brüder und Verwandte sich gegeneinander erschießen,
2:29 – wurden die Görzer und die Kanaltaler zur galizischen Front, zum Massaker gegen die Russen, versetzt.
2:40 – Es fällt mir schwer über den Sieg zu reden, wenn 80.000 Friauler im Jahr 1914 aus Österreich, Deutschland und Ungarn heimkehren mussten.
2:52 – Diese Länder unterstützten die Haushalten und erlaubten, neue Ideen und Kulturen in unsere Region hinzubringen.
3:02 – Es fällt mir schwer über den Sieg zu reden, denn über 44.000 Kinder, nur in der Provinz Udine,
3:12 – aus unserer Region flüchten mussten, weil sie da nicht bleiben konnten,
3:17 – und viele von denen wurden auch nicht beachtet, weil sie inzwischen Waisen geworden sind.
3:23 –Es fällt mir schwer über den Sieg zu reden, denn diejenigen, die die italienischen Truppen führten, neben der Anwendung der Dezimierung,
3:30 – sich als Besatzer benahmen. Vor allem gegenüber den Frauen,
3:39 – wie der General der 2. Armeekorps Piacentini ermutigte, als er in einer Urkunde des 9.08.1916
3:48 – „Es ist Zeit, die Qualität unserer Rasse geltend zu machen“ schrieb.
3:57 – Es fällt mir schwer, über den Sieg zu reden, wenn wir dieses Kapitel der Geschichte aus der Seite von denen erwägen, Frauen und Männer, die in diesem Land damals lebten,
4:11 – die anstrengend und ermüdend lebten, mit einer Subsistenzwirtschaft.
4:21 – Es geht nicht um Ausdrücke und Grenzen, wie Giorgio Ferigo sang:
4:26 „Tötest du hier, bist du ein Mörder. Tötest du dort, bist du ein Held.
4:30 – Es sind die Herrscher, die in Schlössern geschützt über Krieg und Frieden bestimmen.“
4:37 – Wie schon gesagt, ich weiß, dass die Sichtweise dieser Geschichte nicht ganz geeinigt ist,
4:46 und wahrscheinlich haben viele von uns darüber eine ander Sichtweise und eine andere Sensibilität.
4:53 – Aber genau für diese Einstimmigkeit haben sie ein größeren Wert,
4:58 – weil über den Unterschieden ich denke, dass dieser Rechtsakt dazu beitragen kann,
5:06 – von einem Leid und einem Unrecht hinzuweisen, die absolut deutlich sind.
5:12 – Ein Unrecht, welches wir mehr als andere Länder erfahren mussten.
5:18 – Wir haben somit die Möglichkeit, eine mutige Tat anzuerkennen.
5:23 – Mut über eine Tat, die bisher niemals das italienische Parlament gehabt hätte.
5:27 – Wir wünschen, dass auch das Parlament und der italienische Staat anerkennen werden, was vor hundert Jahren passiert ist.
5:35 – Sie selbst, Präsident, forderten zur Verantwortung zu dieser Angelegenheit auf.
5:46 Wir müssen das machen, für Basilio Matiz, Angelo Massaro, Giovan Battista Corradazzi, Silvio Gaetano Ortis und all diejenigen, die dasselbe Schicksal im ersten Weltkrieg ertragen mussten.
5:55 – Wir müssen das Gedenken an sie für heute und die Zukunft wachhalten.
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FAQ
Il Patto sostiene la necessità di sottrarre lo sfruttamento delle acque dagli interessi economici esterni al territorio. Gli utili della produzione dell'energia elettrica devono essere indirizzati primariamente a sostenere i territori nei quali hanno sede le centrali. Per questa ragione è necessario instituire una società regionale per la gestione degli impianti idroelettrici che ne assuma il controllo a scadenza delle concessioni. Contestualmente è necessario ridurre il numero delle cantrali che spesso impattano sulle risorse idriche senza produrre significativi quantitativi di energia elettrica.
I Magredi del Friuli sono ecosistemi unici in Europa che devono essere tutelati per la straordinaria ricchezza che custodiscono in termini di biodiversità. Per questa ragione riteniamo che si debbano ad esempio vietare le attività sportive ad elevato impatto, che rischiano di danneggiarne gli equilibri.
Non esistono attualmente evidenze scientifiche che dimostrino la pericolosità delle nuove tecnologie di trasmissione 5G, trattandosi di impianti di recentissima concezione. A maggior ragione riteniamo che l'ente Regione debba farsi carico di monitorare con attenzione lo sviluppo di questa tecnologia nel nostro territorio.
Il Patto per l'Autonomia ritiene che sia importante sostenere la diffusione di una maggiore coscienza ambientale in ogni forma. I giovani di Fridays For Future stanno svolgendo un grande lavoro, per il quale vanno sostenuti. Per questa ragione il Gruppo Consiliare del patto ha favorito la massima attenzione del Consiglio Regionale nei confronti di questo movimento.