Decreto sicurezza: come cambieranno le nostre vite? Patto per l'Autonomia e Adesso Trieste organizzano un incontro con il Magistrato Luigi Dainotti
Giovedì 14 novembre 2024, ore 18
Sede di Adesso Trieste, piazza Puecher 9b
Il Patto per l'Autonomia e Adesso Trieste organizzano domani, giovedì 14 novembre 2024, presso la sede di Adesso Trieste in piazza Puecher 9b, un incontro sul disegno di legge “Sicurezza”. I consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino dialogheranno con il Magistrato Luigi Dainotti.
Il Ddl 1660, cosiddetto Decreto Sicurezza, approvato alla Camera il 18 settembre scorso e attualmente in attesa di approdare al Senato, introdurrebbe - se approvato - nuove fattispecie di reato e un aggravamento di quelle esistenti in una serie di aspetti di grande importanza per le persone e per la società civile. Si va dalla norma soprannominata “anti Gandhi”, che punisce chi manifesta in modo pacifico per il clima, fino alla repressione delle occupazioni, all'aggravamento delle pene per le rivolte carcerarie, e la pena detentiva anche per le mamme. L’Organizzazione per la sicurezza europea ha già lanciato un allarme, segnalando come molte di queste disposizioni possano “minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello stato di diritto”. Ma quali saranno le vere conseguenze di questo provvedimento per le nostre vite e per la società civile? Il Decreto Sicurezza rafforza la sicurezza pubblica o criminalizza il disagio sociale e il dissenso? E, soprattutto, cosa possiamo fare ora?
Contratti di Fiume. Massolino a Corno di Rosazzo: «Importante evidenziare l’ampia presenza femminile nei contratti di fiume per la difesa dell’acqua come bene comune e del territorio. Uno strumento per costruire comunità nella direzione della giustizia ambientale e sociale»
«Quello odierno è un incontro ricco di spunti sia per evidenziare l'importanza dei contratti di fiume nella tutela comunitaria dell'acqua come bene comune e del territorio, sia per valorizzare il ruolo delle donne in questi strumenti di partecipazione - commenta la consigliera Massolino del Patto per l'Autonomia a margine dell'incontro di oggi, mercoledì 13 novembre, a Corno di Rosazzo dal titolo “Contratti di Fiume, processi per la gestione ordinaria del bene comune acqua in una regione di confine, guardando a GO2025!”-. Già mesi fa avevamo richiesto e ottenuto un’audizione in merito ai contratti di fiume, e rimaniamo convinte che la Regione debba fare tutto il possibile per sostenere sia i sette contratti di fiume già presenti sul territorio sia quelli in via di definizione, oltre a stimolare la nascita di nuovi. Forme partecipative di questo tipo, spontanee e dal basso, basate sull’amore per il territorio e sulla volontà di prendersene cura al fine di salvaguardarlo per le generazioni future, sono preziose per ricostruire il rapporto di fiducia tra cittadinanza e istituzioni. E per riflettere, a partire dall’impegno di tante donne a questi processi partecipati, sulla necessità del riconoscimento e della valorizzazione del loro ruolo nelle dinamiche legate all’acqua per superare gap di genere e sostenere la partecipazione femminile attiva alle decisioni delle politiche idriche e ambientali a esse connesse».
Oggi in commissione la risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera Massolino a luglio. La Giunta: Consapevoli del problema ma non vi è ancora soluzione
Nella IV Commissione regionale di oggi, martedì 12 novembre, è stata data risposta all’interrogazione presentata consigliera Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia, in merito alla ciclabile delle Rive del capoluogo giuliano, inutilizzabile un giorno sì e un giorno no a causa dell’attracco delle crociere, creando grossi disagi confermati in Aula dall’assessora Amirante stessa.
«Ci fa piacere che la Giunta regionale ammetta che le problematiche sollevate dalla mia interrogazione in merito alla fruibilità della ciclabile delle Rive, a danno delle persone che usano la bici in ambito urbano o per cicloviaggi, sono rilevanti - commenta la consigliera Massolino - . Non siamo invece felici di sapere che non sia ancora stata trovata una soluzione, cosa che ci auguriamo avvenga prima della prossima stagione estiva. Inaccettabile che a fronte di un finanziamento di 590.000 euro quel tratto di ciclabile, parte fondamentale di ciclovie strategiche quali Adriabike e la ciclabile del Mar Mediterraneo Eurovelo8, resti inutilizzabile. Lo scorso anno da aprile a novembre hanno attraccato a Trieste 131 navi da crociera, bloccando la ciclabile in 103 giornate su 244 giornate totali. Questo lede l’immagine cicloturistica della Regione, che gli indirizzi di Promoturismo dicono invece di voler promuovere, e non ottempera alla legge regionale sulla ciclabilità, che richiama la responsabilità attiva di Regione e Comuni per non vanificare l’obiettivo strategico di un sistema coerente della ciclabilità regionale».
Nuovo incontro territoriale verso l’Assemblea generale di fine anno
Nuova tappa a Gradisca d’Isonzo del percorso congressuale del Patto per l’Autonomia con un incontro pubblico che si terrà mercoledì 13 novembre, alle ore 18.30, nella Sala “Ado Furlan” della Casa del Popolo in Piazzale Unità d’Italia. Interverranno, tra gli altri, il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, l’assessore a Sport, associazione, promozione di eventi, servizi di igiene ambientale e decoro Stefano Capacchione e la consigliera comunale di Borghi per la fortezza di Gradisca d’Isonzo Alessia Facchin. «Continua la costruzione di una rete con movimenti, associazioni, cittadine e cittadini che condividono il nostro cammino politico – spiega Moretuzzo –. In questa fitta serie di incontri territoriali, raccolti sotto il titolo di “Un Patto per il futuro”, presentiamo alcune delle nostre proposte e ci mettiamo in ascolto di chi vorrà partecipare».
Continuano gli incontri territoriali che scandiscono il percorso congressuale del Patto per l’Autonomia. Il prossimo appuntamento di “Un Patto per il futuro” si terrà martedì 12 novembre, alle ore 20.30, a Socchieve, nella sala multimediale del Centro culturale in via Nazionale 37.
Interverranno il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, Luca Nazzi dell’Alleanza friulana Domini collettivi e Marino Ponte di Cutat-Comitato utenti teleriscaldamento Arta Terme.
L’incontro è aperto a tutte le persone, le associazioni e i movimenti interessati a confrontarsi con il Patto per l’Autonomia sul futuro della Carnia e del Friuli-Venezia Giulia.
«L’11 aprile scorso la Giunta Fedriga ha approvato una delibera con la quale è stato approvato il Documento Preliminare alla Progettazione per la realizzazione di una traversa laminante fra Dignano e Spilimbergo, affiancata al ponte esistente. Successivamente, dopo una serie di dichiarazioni contraddittorie come quelle dell’Assessore Scoccimarro che addirittura ha parlato di rischio crollo per il ponte di Dignano in caso di piena del fiume, il 16 luglio scorso la Giunta ha cambiato direzione parlando di ponte-traversa, attraverso una generalità (che non ha la forza di una delibera). Le polemiche e le mobilitazioni che si sono verificate in questi mesi e le contrapposizioni fra territori che si sono palesate anche durante l’audizione odierna, sono frutto quindi anche della confusione che gli atti e le dichiarazioni della Giunta regionale hanno reso pubblici negli ultimi mesi». Questa la posizione espressa dal Consigliere Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia in seguito all’audizione sul Tagliamento che si è svolta oggi in IV Commissione consiliare.
«Questo rende ancora più complicato trovare una soluzione condivisa a un tema che non può più essere rimandato – prosegue Moretuzzo –. A 58 anni dall’alluvione di Latisana è impensabile continuare ad evitare di intervenire in modo serio sul tema della mitigazione del rischio che vivono le popolazioni della parte bassa del fiume. Tutte le istituzioni oggi audite, compresi i sindaci della parte del medio e alto corso del Tagliamento, hanno ribadito l’urgenza di agire, senza ulteriori ritardi. Così come non sono state espresse posizioni pregiudiziali, con la disponibilità al confronto serio sulle idee progettuali che la parte tecnica porterà sul tavolo dei diversi portatori di interesse».
«Di certo – conclude Moretuzzo – condividiamo la riflessione riportata in audizione da Alberto Bernava, sindaco di San Vito al Tagliamento, che ha ricordato all’aula come sia stato davvero spiacevole aver assistito oggi a una profonda spaccatura tra i Comuni che rappresentano le comunità di valle e quelli che rappresentano le comunità di monte: il Tagliamento, per il quale molti Consigli comunali friulani hanno chiesto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, deve essere un fiume che unisce e che valorizza il nostro territorio, non che lo divide. La Regione favorisca di più il dialogo e la partecipazione tra i territori, anziché alimentarne la divisione».
Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, annuncia un'interrogazione in merito al manto erboso dello stadio Rocco di Trieste, di nuovo da rifare nonostante gli 1,3 milioni di euro stanziati lo scorso anno dalla Regione.
«Com'è possibile che le ingenti risorse pubbliche stanziate non abbiano portato a una risoluzione del problema?- chiede Massolino all'esecutivo -. L'ennesimo caso in cui Fedriga corre in soccorso del Comune di Trieste con ingenti risorse pubbliche che però sfocia in un vero e proprio disastro: un manto erboso di buona qualità solo per pochissime partite e che ancora una volta dopo i concerti estivi non ha attecchito, ponendo così gravi rischi ai giocatori. Ci auspichiamo che almeno in questo caso vengano chiarite le responsabilità, e chi ha sbagliato se le assuma».
Il Patto per l’Autonomia a Moggio Udinese. Al centro la questione montagna.
«Nella riorganizzazione degli enti di area vasta si tenga conto delle necessità delle aree interne»
Rimettere al centro dell’agenda politica la questione montagna. È la richiesta emersa nel corso dell’incontro a Moggio Udinese organizzato martedì 29 ottobre dal Patto per l’Autonomia.
«È urgente affrontare il nodo degli enti locali, alle prese con forti criticità. Per garantire l’erogazione dei servizi di base, fondamentali in un’area fragile come la montagna friulana, le criticità vanno risolte subito favorendo percorsi aggregativi tra Comuni e ridando centralità a realtà come le Comunità di montagna.Anche perché la riproposizione delle Province è un atto costoso, inutile e anacronistico che non supporta le amministrazioni nelle loro criticità, a partire dalle carenze di risorse umane», ha affermato Denis Baron del Patto per l’Autonomia Alto Friuli.
Gli ha fatto seguito il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo: «Nel processo di riorganizzazione degli enti di area vasta non si possono ignorare le necessità della montagna. Tutte le energie espresse dal territorio pretendono un’alternativa e vogliono partecipare a una ridefinizione delle politiche per la montagna: una realtà fragile per condizioni fisico-geografiche, ambientali, per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo che hanno condotto a spopolamento e abbandono complessivo del patrimonio edilizio e ambientale e forestale, ma che può giocarsi il suo futuro investendo, anche sperimentando, sulla cultura, sulle filiere locali e sui beni comuni, sulla naturalità, con una dimensione d’area che supera i confini comunali. I futuri enti di area vasta – ha concluso Moretuzzo – rispettino i territori montani, nella loro diversità, e garantiscano loro spazi di autogoverno e autodeterminazione».
All’incontro sono intervenuti anche Rita Moretti, già vicesindaca di Moggio Udinese, ed Emilio Gottardo, esperto di comunità energetiche rinnovabili e di processi partecipativi locali.
Il Patto per l’Autonomia a Moggio Udinese. Al centro la questione montagna.
«Nella riorganizzazione degli enti di area vasta si tenga conto delle necessità delle aree interne»
Rimettere al centro dell’agenda politica la questione montagna. È la richiesta emersa nel corso dell’incontro a Moggio Udinese organizzato martedì 29 ottobre dal Patto per l’Autonomia.
«È urgente affrontare il nodo degli enti locali, alle prese con forti criticità. Per garantire l’erogazione dei servizi di base, fondamentali in un’area fragile come la montagna friulana, le criticità vanno risolte subito favorendo percorsi aggregativi tra Comuni e ridando centralità a realtà come le Comunità di montagna.Anche perché la riproposizione delle Province è un atto costoso, inutile e anacronistico che non supporta le amministrazioni nelle loro criticità, a partire dalle carenze di risorse umane», ha affermato Denis Baron del Patto per l’Autonomia Alto Friuli.
Gli ha fatto seguito il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo: «Nel processo di riorganizzazione degli enti di area vasta non si possono ignorare le necessità della montagna. Tutte le energie espresse dal territorio pretendono un’alternativa e vogliono partecipare a una ridefinizione delle politiche per la montagna: una realtà fragile per condizioni fisico-geografiche, ambientali, per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo che hanno condotto a spopolamento e abbandono complessivo del patrimonio edilizio e ambientale e forestale, ma che può giocarsi il suo futuro investendo, anche sperimentando, sulla cultura, sulle filiere locali e sui beni comuni, sulla naturalità, con una dimensione d’area che supera i confini comunali. I futuri enti di area vasta – ha concluso Moretuzzo – rispettino i territori montani, nella loro diversità, e garantiscano loro spazi di autogoverno e autodeterminazione».
All’incontro sono intervenuti anche Rita Moretti, già vicesindaca di Moggio Udinese, ed Emilio Gottardo, esperto di comunità energetiche rinnovabili e di processi partecipativi locali.
Sono state consegnate oggi alla Presidenza del Consiglio regionale le oltre 3 mila firme raccolte dal Comitato Proteggiamo Punta Olmi, sostenuta anche delle consigliere e dei consiglieri del Patto per l’Autonomia.
«Punta Olmi e il Bosco dell’Arciduca sono aree preziosissime da un punto di vista ambientale, culturale, di comunità, per la promozione degli stili di vita sani e il turismo lento - affermano le consigliere e i consiglieri sostenitori -. È importante porre dei vincoli di tutela per metterli al sicuro da possibili appetiti immobiliari e dalle relative cementificazione, periodicamente paventati nel passato, anche recente. Le risorse necessarie sarebbero decisamente modeste rispetto ai bilanci che ci ritroviamo a discutere in Regione. Considerata la centralità delle tematiche ambientali, ci auguriamo che la proposta del Comitato possa trovare un’ampia condivisione trasversale da parte dell’Aula. Le oltre 3 mila firme raccolte sono un numero storico considerando che il Comune di Muggia ha 12 mila residenti: evidentemente il tema è molto sentito dalla comunità, e l’amministrazione deve fornire risposte a questa richiesta».
«La soluzione per risolvere definitivamente la questione della riapertura del Passo di Monte Croce Carnico non è più rinviabile. Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG Massimo Moretuzzo che oggi (mercoledì 30 ottobre, ndr) in aula ha interrogato l’Assessora Amirante sul futuro del collegamento dopo la sua chiusura, quasi un anno fa.
«Solo 6 mesi fa i tecnici e i rappresentanti dell’ANAS, auditi in IV Commissione su nostra richiesta, si sono espressi nettamente a favore dell’ipotesi che prevede la realizzazione di una variante di valico, più rapida e meno costosa rispetto all’idea di un tunnel transfrontaliero che rischia di lasciare a lungo interrotto il collegamento transfrontaliero.Nelle ultime settimane abbiamo letto dichiarazioni da parte dell’Assessora Amirante e del Vicepresidente Mazzolini che ci hanno lasciati decisamente perplessi – ha detto Moretuzzo –. Mentre a Roma l’Assessora si è limitata a fare un incontro definito “interlocutorio” con i rappresentanti austriaci e carinziani nel quale tutte le ipotesi sono rimaste sul tavolo, il vicepresidente del Consiglio incontrava un’europarlamentare austriaca per chiedere i finanziamenti europei per la costruzione del tunnel».
«Evidentemente la maggioranza è in totale confusione su questa vicenda e delle due l’una: o la Giunta non sa cosa fare e continua a tergiversare, oppure è ostaggio di un consigliere che si muove autonomamente sia rispetto al Ministero che rispetto ai partner austriaci. In entrambi i casi la situazione è gravissima».
«È passato quasi un anno dalla chiusura del Passo di Monte Croce e la condizione delle comunità e delle imprese che vivono in Val del But è sempre più difficile. La riapertura definitiva di questo collegamento è vitale per la Carnia e per tanta parte del Friuli, non si può continuare a rinviare – ha ribadito Moretuzzo –. Chi sta studiando questo caso da decenni, sia dal punto di vista geologico che ingegneristico, non ha dubbi: la scelta della variante di valico è la scelta più sensata. Non solo per il fatto che sarebbe molto meno costosa e molto più rapida, ma anche perché si tratterebbe del completamento del percorso fatto con i partner carinziani iniziato decenni fa e sarebbe una soluzione compatibile con un tipo di traffico leggero, legato a un turismo sostenibile e non appesantito da trasporto di merci su gomma che deve necessariamente trovare altre soluzioni. La Giunta Fedriga deve dare subito una risposta, non ci sono più scuse».
Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, ha presentato nella seduta consiliare di oggi, mercoledì 30 ottobre, un’interrogazione a risposta immediata in merito al mancato rinnovo dei consigli di amministrazione delle Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale.
«I Consigli di Amministrazione delle Ater vengono nominati dal Presidente della Regione e restano in carica per cinque anni - spiega Massolino -. L’ultima nomina dei CdA delle Ater regionali risale al primo settembre 2019, i termini per il rinnovo sono dunque scaduti il 31 agosto 2024. Da allora, le Aziende sono nei fatti prive di Consiglio di Amministrazione, e dunque tutto ciò che non è ordinaria amministrazione è in stallo. È il CdA infatti che definisce i piani annuali e pluriennali di attività, approvando gli interventi da realizzare, e adotta i programmi di investimento relativi ad acquisizioni, dismissioni e nuove realizzazioni di immobili. Una situazione molto grave, tanto più in questo momento di crisi abitativa».
La risposta dell’Assessora ha fatto riferimento a “pochi giorni” di ritardo, considerata la proroga tecnica di 45 giorni prevista dalla Legge Regionale 19/2003. Una risposta che non ha soddisfatto la consigliera, che precisa: «I (massimo) 45 giorni di proroga tecnica sono scaduti due settimane fa, e due settimane non sono “pochi giorni” - specifica la consigliera -. Ma l’Assessora ha omesso che la Legge in questo caso dice anche che trascorsa la proroga il cda decade e in mancanza di un vertice la Regione avrebbe dovuto nominare un Commissario, il che non è stato fatto».
«La situazione è grave - continua Massolino - attualmente i cda sono formalmente decaduti e di conseguenza, secondo la legge nazionale e regionale, tutti gli atti sono nulli. L'esecutivo è responsabile di questa situazione e per questo ci chiediamo se non si possa configurare una omissione d’atti d’ufficio. E riteniamo, poi, inaccettabile che si sminuisca la gravità della situazione, mai avvenuta in 120 anni di storia dell’ATER. Che le Aziende per l’edilizia sociale siano abbandonate in questa fase di stallo, non avendo neanche la possibilità di spendere le ingenti risorse regionali, aggiunte anche nell’ultimo assestamento di bilancio di ottobre e alcune delle quali da spendere entro fine anno, mentre le famiglie del nostro territorio faticano per trovare una soluzione abitativa dignitosa, è inconcepibile. L’Assessora non ha fornito nessuna prospettiva concreta per la soluzione del problema, limitandosi a giustificare il ritardo con la necessità di valutare eventuali incandidabilità e incompatibilità dei curricula. Una risposta decisamente improbabile, dato che il termine del rinnovo a fine agosto era ben noto, e che fa sospettare invece che alla base di questo ritardo ci siano le ben note tensioni politiche che stanno tenendo in scacco la maggioranza a livello locale e nazionale».
«Una norma con alcuni aspetti positivi, che scivola però su mancanze clamorose e iniquità che sarebbe stato possibile correggere in sede di discussione del disegno di legge, se la maggioranza non avesse deciso di andare dritta per la sua strada». Il giudizio del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo sul disegno di legge relativo all’ILIA, oggi all’esame dell’Aula, è critico. A partire dall’abbassamento dell’aliquota ILIA sulle seconde case deciso dalla Giunta: «un regalo a chi ha già un patrimonio importante, in particolare per chi ha la seconda abitazione in località turistiche. Con oltre 30 milioni di euro all’anno “persi” si sarebbe potuto lavorare seriamente sul problema delle case non abitate e della riqualificazione del patrimonio architettonico regionale».
«In Friuli-Venezia Giulia ci sono almeno 100 mila case non utilizzate, con situazioni emergenziali in Carnia dove più di una casa su due non è abitata – osserva Moretuzzo –. Nello stesso tempo, i giovani fanno fatica a trovare alloggi in affitto a prezzi ragionevoli, e questo è uno dei fattori che li spinge a lasciare la regione».
«Il ddl avrebbe dovuto inserirsi in una politica complessiva sul tema casa. Abbiamo presentato alcuni emendamenti proponendo per esempio l’alleggerimento fiscale sulla seconda casa per quei nuclei familiari che ricevono una seconda casa in caso di successione ereditaria e non hanno le risorse per ristrutturarla, oppure per chi vive in aree montane. Purtroppo tutte le nostre proposte sono state bocciate dalla maggioranza. La Giunta regionale, pur professando a parole apertura, ha rispedito al mittente tutti i ragionamenti in questo senso, preferendo, per l’ennesima volta, abbracciare una misura populista in cui piccoli vantaggi per alcuni saranno pagati con grandi risorse sottratte alla collettività, senza voler ragionare su misure più incisive e di prospettiva per il nostro sistema regionale», conclude Moretuzzo.
«L’idea di nuove strade impattanti ed insostenibili va abbandonata. La Pedemontana veneta insegna»
«La Cimpello-Sequals-Gemona è il simbolo di un modello di sviluppo superato. L’idea di nuove strade impattanti ed insostenibili va abbandonata». È chiaro Massimo Moretuzzo, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia, nell’affermare ancora una volta la contrarietà all’infrastruttura che «rischia di rappresentare una nuova servitù per le comunità friulane che hanno già dato molto in passato». Lo ha ribadito nel corso dell’incontro pubblico “Stop alla Cimpello-Gemona. Una superstrada fra le colline friulane per coprire i buchi della Pedemontana Veneta?” – organizzato dalla rivista digitale Il Passo Giusto, iniziativa editoriale del Patto per l’Autonomia – che si è tenuto ieri (lunedì 28 ottobre ndr) a Fagagna davanti a un pubblico numerosissimo la cui partecipazione attiva al dibattito ha affermato la necessità di un ragionamento complessivo e partecipato sulla strategicità di un’opera di questo tipo. Che, a giudicare dai dati forniti dal consigliere regionale del Veneto Andrea Zanoni, tutto è fuorché strategica per la comunità friulana. La Pedemontana veneta insegna.
«L’opera ha “mangiato” 800 ettari di territorio per 93 chilometri creando danni ambientali imponenti: ha consumato soprattutto suolo agricolo che non tornerà mai più a essere coltivato. In più, ha generato grossi problemi di carattere economico con una convenzione sottoscritta prima da Galan e poi da Zaia, che mette il rischio di impresa in capo alla Regione Veneto. Per 39 anni – ha spiegato Zanoni – vengono date quote variabili di canone al privato, una media di 300 milioni di euro l’anno, mentre la Regione incassa le entrate da pedaggio. Queste entrate però, adesso che la superstrada è terminata e collegata all’A4, ammontano a circa 110/120 milioni l’anno. Il flusso del traffico è stato, infatti, sovrastimato. Quindi per 39 anni avremo un buco che, nella migliore delle ipotesi, sarà di 180 milioni di euro, praticamente 7 miliardi di euro che comporteranno, e già lo stanno facendo, tagli alla sicurezza stradale, ad altre opere, come il progetto della metropolitana di superficie che avrebbe dovuto collegare le città venete».
Zanoni non ha dubbi: «Considerati i tempi che corrono, l’emergenza climatica, i record da consumo di suolo con tutti i problemi conseguenti, il dissesto idrogeologico, pensare di risolvere i problemi di traffico con ancora nuove strade è una scelta fuori dal tempo». Così «pensare a una superstrada pedemontana che prosegue in Friuli per portare più progresso e beneficio ai paesi friulani è qualcosa che va contro le esigenze dei tempi ovvero fare gli interessi delle comunità locali. Una superstrada non è la soluzione ai problemi dei territori».
Gli ha fatto eco Moretuzzo: «I dati ci dicono che la Pedemontana veneta è un colossale buco nell’acqua insostenibile dal punto di vista ambientale per consumo e artificializzazione di suolo e impatto sul territorio che attraversa, e per il buco che sta determinando nel bilancio della Regione Veneto. C’è chi vorrebbe sanare quel buco con una nuova strada da fare in Friuli, cioè il prolungamento della Pedemontana veneta che attraverserebbe le colline friulane per portare le merci più velocemente verso l’Austria. Questo non è accettabile ed è bene che venga messa in discussione l’idea stessa di fare una nuova strada, impattante e insostenibile economicamente. Si facciano piuttosto le manutenzioni sulle strade esistenti, si lavori sul trasporto su rotaia e non su gomma, si investa per esempio sul raddoppio della Udine-Cervignano e sul nodo ferroviario di Udine. C’è anche un altro aspetto che non è stato considerato: quale sarebbe l’impatto di una nuova superstrada sul Piano finanziario della terza corsia dell’autostrada? Sicuramente ci sarebbero delle ricadute molto importanti».
«Sulla Cimpello-Gemona di certezze al momento non ce ne sono – ha evidenziato Moretuzzo –, tranne che la volontà dell’amministrazione regionale, dopo la straordinaria mobilitazione di migliaia di persone contro l’ipotesi del tracciato che avrebbe attraversato anche i territori comunali di particolare pregio ambientale, paesaggistico e storico dei comuni di Fagagna e Moruzzo, rimane quella di trovare un ulteriore tracciato da imporre a qualche altro territorio. Il problema si sposterà, mentre serve una riflessione complessiva sulla necessità di un cambio di paradigma nel modello di sviluppo economico, che è diverso da quello che poteva essere immaginato qualche decennio fa. I progetti di opere impattanti, costose e legate a un’idea superata e meramente quantitativa di crescita economica, devono essere definitivamente messi nel cassetto».
L’incontro, moderato dal giornalista Domenico Pecile, è stato aperto dai saluti di Anna Zannier, vicesindaca di Fagagna, ed Elia Mioni, direttore editoriale de Il Passo Giusto.
Continuano gli incontri territoriali che scandiscono il percorso congressuale del Patto per l’Autonomia. Il prossimo appuntamento di “Un Patto per il futuro” si terrà domani, martedì 29 ottobre, alle ore 20.00, a Moggio Udinese, nel centro polifunzionale “R. Treu” in via Roma, 4.
Interverranno il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, Rita Moretti, già vicesindaca di Moggio Udinese, ed Emilio Gottardo, esperto di comunità energetiche rinnovabili e di processi partecipativi locali.
L’incontro è aperto a tutte le persone, le associazioni e i movimenti interessati a confrontarsi con il Patto per l’Autonomia sul futuro di Canal del Ferro e Val Canale, e del Friuli-Venezia Giulia.
«Prendiamo atto dell’ulteriore passaggio parlamentare che prevede il nuovo inserimento degli enti elettivi di area vasta nello Statuto regionale, augurandoci che la maggioranza cambi idea rispetto a quanto dichiarato finora rispetto alla riproposizione della situazione preesistente all’abolizione delle Province. La reintroduzione delle vecchie quattro Province in Friuli-Venezia Giulia riporterebbe indietro le lancette della storia riesumando uno strumento napoleonico, eliminato all’unanimità dal Consiglio regionale solo 10 anni fa. Non è questo che serve alla nostra Regione». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo alla notizia della prima approvazione, alla Camera dei deputati, della modifica dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia con la reintroduzione di enti di area vasta (ex Province).
«Se dobbiamo ragionare di enti di area vasta, vanno messe sul tavolo tutte le variabili di un nuovo assetto istituzionale che tenga conto di almeno alcune questioni fondamentali: la crisi strutturale in cui si trovano i Comuni, la necessità di decentrare una macchina regionale diventata elefantiaca e la rappresentanza del policentrismo di una regione composita – afferma Moretuzzo –. Di tutto questo oggi non c’è traccia nei proclami del centrodestra al governo a Roma e a Trieste. Anzi, in Parlamento in una riforma di rango costituzionale si interviene unilateralmente modificando lo Statuto di Autonomia del Friuli-Venezia Giulia, eliminando un elemento di garanzia delle minoranze come il referendum abrogativo delle leggi elettorali, inserito in norma al tempo dell’introduzione dell’elezione diretta del Presidente proprio per tutelare gli equilibri democratici. Con queste forzature si mina nei fatti la possibilità di un ragionamento serio e costruttivo su un passaggio istituzionale molto importante e delicato, rispetto al quale non intendiamo sottrarci al confronto».
«Auspichiamo pertanto che in Consiglio regionale ci sia la possibilità di discutere davvero nel merito della questione, in particolare rispetto a come i nuovi enti potranno essere utili per risolvere le criticità dei Comuni, uscendo dalla sterile contrapposizione e cercando di trovare un nuovo assetto che tenga conto di quello che serve al sistema economico e sociale del Friuli-Venezia Giulia del futuro», conclude Moretuzzo.
“Stop alla Cimpello-Gemona. Una superstrada fra le colline friulane per coprire i buchi della Pedemontana Veneta?” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà lunedì 28 ottobre, alle 20.45, a Fagagna, a Palazzo Pico, in via del Tabacco 1. All’appuntamento, moderato dal giornalista Domenico Pecile, interverranno Andrea Zanoni, consigliere regionale del Veneto, e Massimo Moretuzzo, consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia. Porteranno i saluti Anna Zannier, vicesindaca di Fagagna, ed Elia Mioni, direttore editoriale de Il Passo Giusto.
L’incontro vuole affrontare la questione della realizzazione del collegamento stradale Cimpello-Sequals-Gemona che negli ultimi mesi ha visto la mobilitazione di cittadine e cittadini preoccupati dell’impatto della superstrada. A cosa e a chi serve quell’opera viaria dal costo milionario, insostenibile per motivi climatici e ambientali? La Pedemontana Veneta e la Cimpello-Gemona fanno parte di un unico progetto?
L’incontro è organizzato dalla rivista digitale Il Passo Giusto (ilpassogiusto.eu) – iniziativa editoriale del Patto per l’Autonomia – che promuove anche incontri ed eventi pubblici in un percorso di costruzione di uno spazio nuovo di partecipazione e discussione sui temi che riguardano presente e futuro della nostra terra.
Moretuzzo: «Problema casa non si risolve aiutando chi ha la seconda casa al mare»
«L’abbassamento dell’aliquota ILIA sulle seconde case deciso dalla Giunta rischia di essere un regalo a chi ha già un patrimonio importante, in particolare per chi ha la seconda abitazione in comuni turistici. Ancora una volta il centrodestra ignora i bisogni di chi fa fatica ad arrivare a fine mese e distribuisce risorse a chi non ne ha bisogno. Con 33 milioni di euro all’anno si sarebbe potuto fare molto per affrontare seriamente il problema delle case non abitate e della riqualificazione del patrimonio architettonico regionale». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo a margine della riunione odierna della I Commissione consiliare che ha approvato il disegno di legge relativo all’imposta locale, la prossima settimana all’esame dell’Aula.
«In Friuli-Venezia Giulia ci sono almeno 100 mila abitazioni non utilizzate, con una situazione drammatica nelle aree interne come la Carnia dove circa il 50% delle case non è abitato – osserva Moretuzzo –. Nello stesso tempo viviamo il paradosso di giovani e famiglie che fanno grande fatica a trovare alloggi in affitto a prezzi ragionevoli e spesso il problema della casa, assieme a quello delle condizioni lavorative, è uno dei fattori che spinge tante persone a spostarsi fuori regione».
«La riduzione delle imposte sulla seconda casa potrebbe avere un senso per quei nuclei familiari che ricevono una seconda casa in caso di successione ereditaria, soprattutto per coloro che hanno redditi bassi e che rischiano di esserne penalizzati. Ci troviamo quindi ancora una volta davanti a una norma finalizzata a trovare il consenso di una fetta della popolazione, non a risolvere uno dei temi importanti che riguardano il futuro della nostra regione», conclude Moretuzzo.
Audizione canapa sativa. Liguori, Massolino e Bullian del Gruppo Patto per l’Autonomia - Civica FVG: «Fondamentale ascoltare tutti i portatori di interesse, dal lato sia della produzione che dell’utilizzo: il Governo revochi il Decreto»
Si è svolta oggi l’audizione, richiesta a prima firma della Consigliera Liguori e sottoscritta da tutta l’opposizione, per fare chiarezza sull’effetto del Decreto che limiterebbe l’uso della canapa sativa, approvato la scorsa estate ma sospeso a settembre dal TAR del Lazio. «Un fondamentale momento di incontro con tutte le realtà del territorio che lavorano nell’ambito della produzione della canapa, delle professioniste in ambito medico e veterinario che prescrivono terapie che ne comprendono l’uso, per finire con le associazioni di pazienti che ne traggono beneficio per le loro patologie - dichiara a margine della seduta Simona Liguori, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - Civica FVG e vicepresidente della III Commissione -. Non si può trascurare quanto emerso dalle loro testimonianze: imporre uno stop al settore è una scelta errata. L’audizione è stata accolta con favore in modo trasversale, dando un importante segno in tale direzione. Ora il decreto va revocato, e la Regione Friuli Venezia Giulia deve fare pressioni a livello governativo».
«Non si può permettere che cieche ideologie blocchino un prodotto il cui uso in questi settori è puro buon senso - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - Civica FVG prima firmataria dell’ordine del giorno in merito, sostenuto anche dai colleghi del gruppo Moretuzzo e Bullian e da altre colleghe e colleghi di opposizione, accolto dalla Giunta nella seduta dedicata all’approvazione della legge di assestamento estiva, pochi giorni prima che il controverso Decreto venisse approvato in Parlamento -. L’ordine del giorno accolto a luglio impegna la Giunta regionale a richiedere al Governo di favorire un incontro con le associazioni di categoria, con l’obbiettivo di trovare soluzione alle evidenti criticità del provvedimento. Oggi lo abbiamo fatto a livello regionale, ma è importante che Fedriga, in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome faccia sentire chiaramente la posizione del Friuli Venezia Giulia».
Secondo Coldiretti, nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati con canapa, dai 400 ettari del 2013 a quasi 4.000 nel 2018 e l’Associazione Imprenditori Canapa Italia stima che attualmente l’industria legata alla canapa impieghi nel nostro paese circa 30 mila persone, con 3 mila aziende che producono un fatturato annuo intorno ai 500 milioni di euro. Anche in Friuli Venezia Giulia vi è una notevole produzione, come constatato dalla preziosa testimonianza odierna da parte di un’azienda del settore che opera in Carnia. La Confederazione Agricoltori Italiani (CIA) aveva espresso grande preoccupazione per la penalizzazione di agricoltori e agricoltrici che hanno deciso di investire in una coltura legale e ad alto valore aggiunto, con pesanti ricadute sulle filiere agro industriali di eccellenza come la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari, il settore dell’erboristeria. Tutti ambiti che poco hanno a che fare con le sostanze stupefacenti. A queste preoccupazioni si aggiungono quelle delle professioni mediche e veterinarie, nonché delle associazioni di pazienti, per le limitazioni nell’uso dei prodotti a base di cannabis per le terapie di patologie o condizioni che non trovano sollievo nelle tradizionali terapie farmacologiche.
«È evidentemente che ormai sono temi ampiamente sdoganati da un punto di vista sociale e scientifico, e molti altri Paesi stanno al contrario ampliando le legalizzazioni - conclude il consigliere Enrico Bullian, anche lui attivatosi la scorsa primavera durante la campagna Meglio Legale -. Legalizzando si ottengono risultati importanti: si riduce il mercato in mano alle mafie; si alleggeriscono il carico giudiziario, l’impiego di forze dell’ordine e il sovraffollamento penitenziario collegati all'uso personale di cannabis; si intercettano i Paesi più avanzati che si stanno muovendo in questa direzione (come recentemente sta avvenendo in Germania); si migliora la qualità dei prodotti, offerta attraverso una produzione (con i Cannabis social club o con l’autocoltivazione) per il consumo diretto, quindi regolamentata e sicura; si conoscono meglio gli effetti collaterali. A favore di una regolamentazione in senso liberale di questa sostanza si esprime una parte rilevante della popolazione: il provvedimento del Governo va nella direzione opposta».
Partecipato incontro a Cussignacco nell’ambito del percorso congressuale del Patto per l’Autonomia.
Moretuzzo: «Udine è fondamentale per tutto il Friuli, servono scelte coraggiose».
All’incontro anche il consigliere Croattini, la consigliera Garlatti-Costa e l’assessore Pirone, che ha comunicato il suo impegno con il Patto
Nella sala della circoscrizione di Cussignacco giovedì 17 ottobre c’erano molte persone ad ascoltare la presentazione del percorso congressuale del Patto per l’Autonomia, che si svolgerà il prossimo 30 novembre a Palmanova a conclusione di una serie di incontri territoriali in corso in diversi luoghi della regione.
L’incontro di Udine, infatti, è stato preceduto da quelli di Gorizia, Lusevera, Gemona e sarà seguito da diverse altre riunioni, dalla Carnia a Trieste, con l’obiettivo di coinvolgere non solo le persone aderenti al partito, ma anche la pluralità di soggetti civici con i quali il Patto sta collaborando da tempo, proponendo l’idea di una rete federativa che unisca le esperienze civiche e autonomiste, in linea con l’esperienza maturata in occasione delle ultime elezioni regionali che ha portato all’elezione di 5 consiglieri regionali. In questo senso è stata molto significativa la presenza all’incontro di Cussignacco di tanti rappresentanti delle realtà civiche udinesi che fanno parte della maggioranza in Consiglio comunale e che hanno preso parte al dibattito aperto dai rappresentanti cittadini del Patto per l’Autonomia.
Fra questi, oltre ai consiglieri comunali Stefania Garlatti-Costa e Lorenzo Croattini, c’era anche l’assessore Federico Pirone, che ha comunicato ufficialmente il suo impegno con il Patto: «Credo che sia indispensabile lavorare al radicamento di un soggetto politico territoriale, che interpreti l’Autonomia con una lettura profondamente europeista e in grado di valorizzare le straordinarie diversità delle nostre comunità».
«L’incontro di Cussignacco – ha aggiunto il coordinatore cittadino del Patto, Massimo Brianese – è stato una tappa importantissima per la presenza di tanti rappresentanti delle realtà civiche cittadine, ma anche per il ruolo che Udine ha nel panorama regionale. La vittoria delle forze che hanno sostenuto De Toni è stata fondamentale non solo per la città, ma per tutto il Friuli. Per questo è necessario recuperare l’entusiasmo che era presente durante la passata campagna elettorale e dimostrare che, anche con determinazione e scelte coraggiose, siamo in grado di ottenere risultati importanti».
A tirare le conclusioni del dibattito, nel quale sono stati affrontati vari aspetti relativi sia alla realtà regionale che a quella comunale, è stato il segretario e consigliere regionale Massimo Moretuzzo: «Siamo impegnati in un percorso inedito, pensiamo sia indispensabile ritrovare degli spazi di dibattito e di confronto politico e riteniamo che il tema della partecipazione sia cruciale. Per questo come Patto abbiamo attivato non solo questi incontri territoriali, ma anche strumenti come la rivista online Il Passo Giusto e la scuola di politica “senza poltrone” Territori in movimento».
«Faremo sentire la voce di Udine anche dentro il Consiglio regionale – conclude il segretario del Patto –, visto che fino ad oggi l’amministrazione Fedriga ha escluso la capitale del Friuli dalla distribuzione dei contributi che sono andati per la maggior parte ai Comuni di centrodestra. Mentre a Trieste si spendono quasi 200 milioni per gli uffici regionali a Porto Vecchio e 60 milioni per l’ovovia, a Udine non arriva un euro per opere strategiche come la riqualificazione di Borgo Stazione o l’area dell’ex Safau: inaccettabile».
Partecipato incontro a Cussignacco nell’ambito del percorso congressuale del Patto per l’Autonomia.
Moretuzzo: «Udine è fondamentale per tutto il Friuli, servono scelte coraggiose».
All’incontro anche il consigliere Croattini, la consigliera Garlatti-Costa e l’assessore Pirone, che ha comunicato il suo impegno con il Patto
Nella sala della circoscrizione di Cussignacco giovedì 17 ottobre c’erano molte persone ad ascoltare la presentazione del percorso congressuale del Patto per l’Autonomia, che si svolgerà il prossimo 30 novembre a Palmanova a conclusione di una serie di incontri territoriali in corso in diversi luoghi della regione.
L’incontro di Udine, infatti, è stato preceduto da quelli di Gorizia, Lusevera, Gemona e sarà seguito da diverse altre riunioni, dalla Carnia a Trieste, con l’obiettivo di coinvolgere non solo le persone aderenti al partito, ma anche la pluralità di soggetti civici con i quali il Patto sta collaborando da tempo, proponendo l’idea di una rete federativa che unisca le esperienze civiche e autonomiste, in linea con l’esperienza maturata in occasione delle ultime elezioni regionali che ha portato all’elezione di 5 consiglieri regionali. In questo senso è stata molto significativa la presenza all’incontro di Cussignacco di tanti rappresentanti delle realtà civiche udinesi che fanno parte della maggioranza in Consiglio comunale e che hanno preso parte al dibattito aperto dai rappresentanti cittadini del Patto per l’Autonomia.
Fra questi, oltre ai consiglieri comunali Stefania Garlatti-Costa e Lorenzo Croattini, c’era anche l’assessore Federico Pirone, che ha comunicato ufficialmente il suo impegno con il Patto: «Credo che sia indispensabile lavorare al radicamento di un soggetto politico territoriale, che interpreti l’Autonomia con una lettura profondamente europeista e in grado di valorizzare le straordinarie diversità delle nostre comunità».
«L’incontro di Cussignacco – ha aggiunto il coordinatore cittadino del Patto, Massimo Brianese – è stato una tappa importantissima per la presenza di tanti rappresentanti delle realtà civiche cittadine, ma anche per il ruolo che Udine ha nel panorama regionale. La vittoria delle forze che hanno sostenuto De Toni è stata fondamentale non solo per la città, ma per tutto il Friuli. Per questo è necessario recuperare l’entusiasmo che era presente durante la passata campagna elettorale e dimostrare che, anche con determinazione e scelte coraggiose, siamo in grado di ottenere risultati importanti».
A tirare le conclusioni del dibattito, nel quale sono stati affrontati vari aspetti relativi sia alla realtà regionale che a quella comunale, è stato il segretario e consigliere regionale Massimo Moretuzzo: «Siamo impegnati in un percorso inedito, pensiamo sia indispensabile ritrovare degli spazi di dibattito e di confronto politico e riteniamo che il tema della partecipazione sia cruciale. Per questo come Patto abbiamo attivato non solo questi incontri territoriali, ma anche strumenti come la rivista online Il Passo Giusto e la scuola di politica “senza poltrone” Territori in movimento».
«Faremo sentire la voce di Udine anche dentro il Consiglio regionale – conclude il segretario del Patto –, visto che fino ad oggi l’amministrazione Fedriga ha escluso la capitale del Friuli dalla distribuzione dei contributi che sono andati per la maggior parte ai Comuni di centrodestra. Mentre a Trieste si spendono quasi 200 milioni per gli uffici regionali a Porto Vecchio e 60 milioni per l’ovovia, a Udine non arriva un euro per opere strategiche come la riqualificazione di Borgo Stazione o l’area dell’ex Safau: inaccettabile».
Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo del Patto per l’Autonomia - Civica FVG, si inserisce nel dibattito sul turismo nato dalla notizia di Trieste tra le migliori 10 destinazioni secondo Booking. E proprio sul tema Massolino aveva infatti appena presentato un ordine del giorno all’assestamento autunnale di bilancio, che è stato bocciato dalla maggioranza nella tarda serata di mercoledì 16 ottobre.
«Fedriga gongola sui social dei dati sul boom turistico - spiega Giulia Massolino - ma bisognerebbe invece allarmarsi del fenomeno dell’overtourism che sta esplodendo senza alcun controllo. In una città in cui non si trovano più case da abitare a causa di un mercato drogato da affitti brevi o seconde case, la Giunta getta benzina sul fuoco finanziando con 20.000 euro a fondo perso la ristrutturazione di alloggi a uso turistico. Abbiamo chiesto di inserire dei correttivi per le parti della nostra regione in cui il turismo non ha certo bisogno di essere sviluppato ma semmai gestito. Ci hanno risposto “non si può”».
Prosegue la consigliera: «I dati dell’Osservatorio Rigenerazione Urbana e Politiche Abitative del Comune di Trieste sono devastanti e lanciano un grido di allarme - per ora inascoltato - a chi ci amministra. I canoni di locazione sono cresciuti del 22,9% dal 2016 al 2022, con punte superiori al 27% gli studenti e del 38% nel centro città, a fronte di una bassissima crescita dei salari, il che comporta che l'affitto si mangi una porzione consistente dello stipendio delle persone (oltre 1/3 dello stipendio). Parallelamente cresce il turismo, del 30% rispetto al 2016: solo nel 2022 ci sono registrate 1.103.671 presenze al 2022 (3.000 turisti al giorno di media). Nel Comune risultano disponibili 1.875 strutture/alloggi per 11.418 posti letto (6 posti letto ogni 100 residenti), e il 78,6% dell’offerta di strutture è di tipo extra alberghiero, percentuale che sale al 95,8% se si considerano anche le locazioni con finalità turistica, con una crescita del 40% nuovi posti letto in strutture extra alberghiere solo nell’ultimo anno. Il fenomeno è però ancora più ampio di quello ufficiale, visto che a dicembre 2023 le abitazioni ufficiali registrate come locazioni per finalità turistiche ammontano a 323 strutture/alloggi per un totale di 1.248 posti letto, pari all’11,3% dell’offerta di posti letto totali presenti in città, ma la sola piattaforma airbnb conta oltre 1.000 strutture per Trieste».
«Ci stiamo gettando a capofitto nella stessa sciagura che ha investito prima di noi città come Venezia e Firenze, che stanno disperatamente cercando di uscirne. Evidentemente non sappiamo imparare dagli esempi altrui - aggiunge Massolino -. A farne le spese è chi abita la città, sempre più espulso dal centro, così come le attività commerciali non collegate alla gentrificazione. Il territorio già ne è consapevole e infatti già a luglio nella IV circoscrizione (la più colpita dal fenomeno perché comprende gran parte del centro storico) è stata approvata una mozione proposta da Adesso Trieste che chiede alla Giunta comunale di predisporre urgentemente, insieme alle parti sociali e agli attori economici del territorio, un piano di azione volto a mitigare gli effetti dell’overtourism. Evidentemente per chi ci governa, in Comune e in Regione, il benessere della cittadinanza non conta niente».
«Ancora milioni di euro spesi sui bacini per l’innevamento artificiale: una decisione fuori dal tempo che lascia sgomenti», commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo dopo l’approvazione della manovra finanziaria d’autunno in Consiglio regionale.
Moretuzzo è fortemente critico sulla scelta di stanziare «2,5 milioni di euro per la realizzazione di un bacino di raccolta da 30 mila metri cubi per l’innevamento artificiale, a sostegno – afferma – di modelli turistici destinati a essere travolti dai cambiamenti climatici. E il fatto è ancor più grave perché arriva a pochi giorni dalla distribuzione a tutti i consiglieri regionali della stampa del rapporto “Segnali dal Clima in FVG”realizzato dal “Gruppo di lavoro tecnico scientifico Clima FVG” istituito proprio dalla Regione e coordinato da ARPA, e del quale fanno parte CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, ICTP-International Centre for Theoretical Physics di Trieste, OGS-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, Università di Udine e Università di Trieste. In questo documento, dall’innegabile valore scientifico, è chiaramente detto che “la riduzione delle precipitazioni nevose mette in seria difficoltà questo settore, per superare la quale si fa troppo spesso ricorso a soluzioni che portano con sé rilevanti impatti ambientali e sociali negativi. Basti pensare all’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche, nonché agli ingenti finanziamenti pubblici, risorse così sottratte ad altre priorità”. La Giunta regionale con questo importante stanziamento di risorse per un bacino di innevamento sullo Zoncolan ha evidentemente disatteso le risultanze del gruppo di lavoro da lei stessa promosso. A breve chiederemo pertanto di audire il gruppo di lavoro nella Commissione consiliare competente congiuntamente agli Assessori Bini e Scoccimarro. Vedremo se, davanti alle evidenze presentate dalla Comunità scientifica regionale, la Giunta e la maggioranza continueranno a negare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla nostra regione e la necessità di cambiare rapidamente le scelte dell’amministrazione».
Assestamento d’autunno. Oltre 332 mila euro per il ritorno di Trieste all’Italia, nessuno stanziamento per l’80° anniversario della Repubblica libera della Carnia. Moretuzzo: «Due pesi, due misure»
«Due pesi, due misure». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo oggi in aula nel corso della discussione sull’assestamento d’autunno, dopo l’ennesimo stanziamento per il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia.
«Ai 120 mila euro stanziati con la norma dello scorso maggio, a luglio la maggioranza ha previsto altri 84 mila a cui oggi si sono sommati oltre 128 mila euro, arrivando così a un totale di più di 332 mila euro – spiega Moretuzzo –. E pensare che per commemorare l’80° anniversario della Repubblica partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli, celebrato ad Ampezzo lo scorso settembre, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, la stessa maggioranza regionale non aveva ritenuto di stanziare risorse. Con un emendamento alla legge omnibus – sottoscritto anche dal collega consigliere Mentil e bocciato dalla maggioranza – avevamo proposto di destinare un contributo al Comune di Ampezzo, capitale della Repubblica Partigiana, e alle associazioni che intendevano promuovere iniziative in merito, per ricordare degnamente una delle pagine più belle della nostra storia. Inutile tentare di giustificare la gravità del mancato finanziamento con il contributo concesso da Promoturismo, come ha provato a fare in aula oggi il presidente Fedriga. La realtà dei fatti è un’altra: per la maggioranza regionale quella pagina straordinaria, che rappresenta le radici della libertà e della democrazia ed esprime la capacità di autogoverno della nostra terra, non merita la stessa attenzione del ritorno di Trieste all’Italia».
Moretuzzo: «Tappa importante per rafforzare la presenza civica autonomista sul territorio»
«Una tappa importante per rafforzare la presenza civica autonomista nella pedemontana friulana». Così il segretario regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzodopo l’incontro che si è tenuto a Gemona ieri, martedì 15 ottobre, nella Sala della Comunità di Montagna del Gemonese. «È stato un’ottima occasione di confronto sui temi che interessano il territorio e sulle prospettive della politica regionale».
All’appuntamento – nuova tappa di “Un Patto per il futuro”, il percorso partecipativo del Patto per l’Autonomia verso l’Assemblea generale di fine anno – sono intervenuti Moretuzzo, il consigliere comunale di Gemona Michele Londero e Stefania Garlatti-Costa del direttivo del Patto per l’Autonomia. Diversi i temi che sono stati affrontati: dalla Cimpello-Gemona alla tutela ambientale, dalla necessità di un nuovo modello di sviluppo industriale e turistico alla valorizzazione delle tipicità interne, dalla viabilità forestale alla zootecnia.
Londero ha evidenziato criticità e potenzialità dell’area gemonese, tra squilibri territoriali e politiche necessarie, auspicando che «idee, competenze e vocazioni territoriali vengano realmente poste al centro delle scelte politiche. Solo in questo modo – ha detto – le comunità torneranno a essere protagoniste attive».
Sulla tutela e valorizzazione del Tagliamento si è soffermata Garlatti-Costa. «Si tratta di un patrimonio unico dall’altissimo valore naturalistico, paesaggistico, culturale e identitario. Preservare il Tagliamento come modello per la rinaturazione dei fiumi, migliorandone lo status ecologico, ma anche, di conseguenza, la sicurezza per le popolazioni a valle, è interesse di tutte e tutti».
Moretuzzo: «Tappa importante per rafforzare la presenza civica autonomista sul territorio»
«Una tappa importante per rafforzare la presenza civica autonomista nella pedemontana friulana». Così il segretario regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzodopo l’incontro che si è tenuto a Gemona ieri, martedì 15 ottobre, nella Sala della Comunità di Montagna del Gemonese. «È stato un’ottima occasione di confronto sui temi che interessano il territorio e sulle prospettive della politica regionale».
All’appuntamento – nuova tappa di “Un Patto per il futuro”, il percorso partecipativo del Patto per l’Autonomia verso l’Assemblea generale di fine anno – sono intervenuti Moretuzzo, il consigliere comunale di Gemona Michele Londero e Stefania Garlatti-Costa del direttivo del Patto per l’Autonomia. Diversi i temi che sono stati affrontati: dalla Cimpello-Gemona alla tutela ambientale, dalla necessità di un nuovo modello di sviluppo industriale e turistico alla valorizzazione delle tipicità interne, dalla viabilità forestale alla zootecnia.
Londero ha evidenziato criticità e potenzialità dell’area gemonese, tra squilibri territoriali e politiche necessarie, auspicando che «idee, competenze e vocazioni territoriali vengano realmente poste al centro delle scelte politiche. Solo in questo modo – ha detto – le comunità torneranno a essere protagoniste attive».
Sulla tutela e valorizzazione del Tagliamento si è soffermata Garlatti-Costa. «Si tratta di un patrimonio unico dall’altissimo valore naturalistico, paesaggistico, culturale e identitario. Preservare il Tagliamento come modello per la rinaturazione dei fiumi, migliorandone lo status ecologico, ma anche, di conseguenza, la sicurezza per le popolazioni a valle, è interesse di tutte e tutti».
Assestamento d’autunno. Moretuzzo: «Serve un cambio di passo nella gestione della sanità, a partire dalle nomine»
«Ci troviamo di fronte ancora una volta a una manovra finanziaria molto ricca, in cui vengono stanziati più di 260 milioni di euro, di cui oltre la metà per coprire i buchi delle Aziende sanitarie. In queste settimane si faranno scelte fondamentali per il sistema sanitario regionale, come le nomine delle direzioni delle Aziende sanitarie. Sbagliarle significa pregiudicare qualsiasi possibilità di migliorare il sistema e di affrontare i nodi del servizio sanitario». Lo afferma in una nota il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo a margine della discussione odierna sull’assestamento d’autunno.
«In più occasioni dai banchi dell’opposizione abbiamo chiesto alla Giunta di essere coerente con le affermazioni fatte all’inizio della legislatura, quando è stata dichiarata la volontà di responsabilizzare fino in fondo i vertici delle Aziende sanitarie mettendo a loro disposizione da subito le risorse necessarie. Invece, per l’ennesima volta, le risorse vengono stanziate alla fine dell’anno, prendendo atto dei saldi negativi dei bilanci aziendali. Serve un altro approccio. In questo senso, poniamo all’attenzione della Giunta due questioni: il rapporto tra soggetti pubblici e privati e le nomine dei vertici aziendali. Sul primo punto non si può pensare di risolvere i problemi semplicemente esternalizzando i servizi, come è accaduto ad esempio a Pordenone per radiologia, con il rischio di perdere in modo irreversibile le competenze delle strutture pubbliche. E a proposito di competenze, queste vanno premiate nelle scelte dei direttori generali, cosa che in passato è stata fatta in modo molto discutibile, come dimostrano i fatti di questi ultimi anni. Si tenga conto delle esperienze e dei percorsi professionali attestati nei curricola».
«Evidenziamo, infine, l’incapacità dell’esecutivo di dare risposte su un altro tema importante. Sulla stampa di oggi l’Assessore Scoccimarro annuncia per la fine dell’anno la definizione della norma per individuare le aree da destinare a parchi fotovoltaici in regione. Ma come – si chiede Moretuzzo –? I decreti ministeriali sono stati approvati il 21 giugno e non c’è ancora stato il tempo per metterci mano? Tutti i progetti che sono stati e saranno presentati in questi mesi non potranno essere fermati e la nostra terra sarà invasa da altre centinaia di ettari di parchi fotovoltaici. Si deve intervenire subito!».
“Un Patto per il futuro”. Il Patto per l’Autonomia a Udine giovedì 17 ottobre.
Nuovo incontro territoriale verso l’Assemblea generale di fine anno
Continua a Udine il percorso congressuale del Patto per l’Autonomia con l’incontro pubblico che si terrà giovedì 17 ottobre, alle ore 20.30, nella Sala Criscuolo in via Veneto 164 a Cussignacco. Interverranno, tra gli altri, il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, l’assessore del Comune di Udine Federico Pirone, i consiglieri comunali Stefania Garlatti-Costa e Lorenzo Croattini, il coordinatore della Comunità del Patto per l’Autonomia di Udine Massimo Brianese, che si confronteranno sul futuro della città di Udine e del Friuli-Venezia Giulia con le persone che parteciperanno all’iniziativa.
«Con gli incontri territoriali, che abbiamo raccolto sotto il titolo di “Un Patto per il futuro”, vogliamo fare rete con movimenti, associazioni, cittadine e cittadini che condividono il nostro cammino politico – spiega Moretuzzo –. Sanità, ambiente, energia, lavoro, beni comuni, inclusione sociale, identità sono alcune delle parole chiave che ci accompagneranno in questa fitta serie di appuntamenti nel corso dei quali presenteremo le nostre proposte e soprattutto ascolteremo le idee di chi vorrà partecipare».
Moretuzzo: «Prosegue il lavoro di rete sui territori».
Cerno: «Confronto positivo per affrontare temi locali»
«Un’ottima occasione di confronto sui temi che interessano il territorio dell’Alta Val Torre e sulle prospettive della politica regionale». Questo il commento del segretario regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo all’incontro che si è tenuto a Lusevera con i rappresentanti della Lista Civica “Per la Valle – Attiva Dinamica Verde”.
Alla riunione che si è tenuta lo scorso venerdì 11 ottobre, alla quale hanno partecipato anche l’Assessore al Comune di Udine Federico Pirone e i Consiglieri comunali di Lusevera Igor Cerno, Camilla Tuccillo e Donatello Mizza, sono stati affrontati diversi temi relativi alla situazione amministrativa del Comune di Lusevera, ma anche le collaborazioni che si possono attivare con altre realtà simili.
«Ho trovato un gruppo di persone giovani e preparate, che con passione ed entusiasmo si dedicano alla loro comunità. Nel percorso congressuale che stiamo facendo come Patto per l’Autonomia, il coinvolgimento di soggetti civici come la lista “Per la Valle” è un modo per allargare gli spazi di partecipazione e fare rete sui diversi territori», aggiunge Moretuzzo.
«Siamo stati felici di ospitare a Lusevera i rappresentanti del Patto per l’Autonomia per il confronto aperto e positivo che abbiamo avuto, a partire dalle problematiche che affliggono il nostro Comune – dichiara Igor Cerno, già candidato sindaco –. Abbiamo avviato una collaborazione che pensiamo sia importante proseguire. Vivere in aree marginali come la nostra molto spesso è complicato, per cui tenere legami con altre realtà civiche e territoriali è fondamentale. Per questo abbiamo dato fin da ora la nostra disponibilità a far parte della rete di soggetti locali che il Patto sta costruendo».
Moretuzzo: «Prosegue il lavoro di rete sui territori».
Cerno: «Confronto positivo per affrontare temi locali»
«Un’ottima occasione di confronto sui temi che interessano il territorio dell’Alta Val Torre e sulle prospettive della politica regionale». Questo il commento del segretario regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo all’incontro che si è tenuto a Lusevera con i rappresentanti della Lista Civica “Per la Valle – Attiva Dinamica Verde”.
Alla riunione che si è tenuta lo scorso venerdì 11 ottobre, alla quale hanno partecipato anche l’Assessore al Comune di Udine Federico Pirone e i Consiglieri comunali di Lusevera Igor Cerno, Camilla Tuccillo e Donatello Mizza, sono stati affrontati diversi temi relativi alla situazione amministrativa del Comune di Lusevera, ma anche le collaborazioni che si possono attivare con altre realtà simili.
«Ho trovato un gruppo di persone giovani e preparate, che con passione ed entusiasmo si dedicano alla loro comunità. Nel percorso congressuale che stiamo facendo come Patto per l’Autonomia, il coinvolgimento di soggetti civici come la lista “Per la Valle” è un modo per allargare gli spazi di partecipazione e fare rete sui diversi territori», aggiunge Moretuzzo.
«Siamo stati felici di ospitare a Lusevera i rappresentanti del Patto per l’Autonomia per il confronto aperto e positivo che abbiamo avuto, a partire dalle problematiche che affliggono il nostro Comune – dichiara Igor Cerno, già candidato sindaco –. Abbiamo avviato una collaborazione che pensiamo sia importante proseguire. Vivere in aree marginali come la nostra molto spesso è complicato, per cui tenere legami con altre realtà civiche e territoriali è fondamentale. Per questo abbiamo dato fin da ora la nostra disponibilità a far parte della rete di soggetti locali che il Patto sta costruendo».
«La vicenda della sentenza del TAR sulla petizione relativa al progetto di acciaieria che si sarebbe dovuto sviluppare a ridosso della laguna di Marano, deve essere necessariamente affrontata dal Consiglio regionale», afferma il Capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.
«Al netto dei contenuti della petizione e della sentenza del TAR, è necessario ribadire il diritto delle persone che abitano in Friuli-Venezia Giulia di potersi esprimere rispetto ai diversi temi di interesse per le nostre comunità, senza violazioni della propria privacy e senza il timore di rivalse o intimidazioni da parte di chi potrebbe vedere minati degli interessi privati da questo tipo di mobilitazioni».
«La mozione sottoscritta da tutti i Gruppi consiliari e approvata all’unanimità dall’Aula il primo ottobre scorso, andava in questa direzione e il Consiglio e l’Amministrazione regionale devono essere conseguenti. Per questo – conclude Moretuzzo –, mi aspetto che ci sia una presa di posizione netta da parte della Presidenza e di tutta l’Aula per ribadire in tutte le sedi opportune il punto di vista del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia».
«Le scritte apparse sui muri della sede regionale di Udine e davanti al municipio della città non sono accettabili. Non è certo questo il modo di esprimere il proprio dissenso rispetto a scelte istituzionali che possono essere condivise o meno». Questa la condanna espressa dal Capogruppo di Patto per l’Autonomia alle scritte vandaliche apparse oggi a Udine.
«La libertà di manifestare il proprio pensiero è un diritto garantito dalla Costituzione, vanno utilizzati gli strumenti e le modalità corretti per esercitarlo. La situazione di grave conflitto che è esplosa in Medio Oriente deve preoccupare ciascuno di noi ed è giusto che anche l’opinione pubblica del nostro Paese si mobiliti, senza contrapposizioni esasperate, comprese le accuse strumentali di antisemitismo a chi si limita a condannare le azioni militari del governo israeliano. La cessazione del conflitto e il rispetto del diritto internazionale devono essere un obiettivo condiviso, senza distinzioni di parte», conclude Moretuzzo.
Continua a Gemona il percorso congressuale del Patto per l’Autonomia con un incontro pubblico che si terrà martedì 15 ottobre, alle ore 20.30, nella Sala della Comunità di Montagna del Gemonese in via Caneva 25. Interverranno, tra gli altri, il segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, il consigliere comunale Michele Londero e Stefania Garlatti-Costa del direttivo del Patto per l’Autonomia, che si confronteranno sul futuro di Gemona e del Friuli-Venezia Giulia con le persone che parteciperanno all’iniziativa.
«Vogliamo fare rete con movimenti, associazioni, cittadine e cittadini che condividono il nostro cammino politico – spiega Moretuzzo –. Sanità, ambiente, energia, lavoro, beni comuni, inclusione sociale, identità: sono queste alcune delle parole chiave che ci accompagneranno in questa fitta serie di incontri territoriali, raccolti sotto il titolo di “Un Patto per il futuro”, nel corso dei quali presenteremo alcune delle nostre proposte e soprattutto ascolteremo le idee di chi vorrà partecipare».
Moretuzzo: «La Regione condanni gli attacchi israeliani alle truppe Onu».
Il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG annuncia il deposito di un ordine del giorno in Consiglio regionale
«Gli attacchi delle truppe israeliani alle basi Unifil in Libano sono l’ennesimo atto di guerra promosso dal Governo israeliano in violazione del diritto internazionale. Un atto che deve essere condannato a tutti i livelli, come peraltro ha fatto il Governo italiano. Per questo depositeremo un ordine del giorno che chiederemo di approvare in occasione della prossima seduta del Consiglio regionale, prevista la prossima settimana». Questa la posizione espressa dal capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG Massimo Moretuzzo in merito all’escalation del conflitto in Medioriente.
«Dopo i fatti del 7 ottobre 2023 – prosegue Moretuzzo –, il Consiglio regionale approvò all’unanimità una mozione a firma trasversale in cui si condannava l’azione terroristica di Hamas e si auspicava una risoluzione pacifica del conflitto. Purtroppo gli eventi degli ultimi mesi ci dicono che l’evoluzione della situazione è andata in tutt’altra direzione. Riteniamo che l’uccisione di decine di migliaia di civili a Gaza e nelle altre zone di guerra, di cui gran parte donne e bambini, e i recenti attacchi alle truppe Unifil non possano essere giustificati in nessun modo. Il discorso che il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha fatto davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite e gli attacchi alle truppe di pace ONU in Libano rappresentano dei fatti gravissimi, che mettono in discussione la stessa credibilità di un’istituzione internazionale fondamentale per l’intero pianeta».
«Chiediamo pertanto al Presidente Fedriga e alla Giunta di portare la posizione di condanna delle azioni militari israeliane da parte del Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia all’attenzione del governo italiano e dell’opinione pubblica – conclude il capogruppo Moretuzzo –. Una condanna ferma che non c’entra nulla con posizioni antisemite, che devono essere assolutamente rigettate.La nostra contrarietà è alle inaccettabili azioni di guerra portate avanti dal Governo Netanyahu, non al popolo israeliano, che ha il diritto come tutti i popoli, a partire da quello palestinese, di vivere in pace».
“Un Patto per il futuro”, al via da Gorizia gli incontri territoriali del Patto per l’Autonomia.
Sanità, mobilità sostenibile, beni comuni, inclusione sociale i temi più discussi.
Prossimi appuntamenti il 15 ottobre a Gemona e il 17 ottobre a Udine
Ottima partecipazione al primo incontro territoriale verso l’Assemblea del Patto per l’Autonomia prevista per la fine dell’anno.
La riunione, che è stata promossa ieri (9 ottobre, ndr) dal Patto assieme al Forum Gorizia e ha visto la presenza, fra gli altri, di Massimo Moretuzzo, consigliere regionale e segretario del Patto per l’Autonomia e dei consiglieri comunali di Gorizia Eleonora Sartori e Andrea Picco, è stata l’occasione per presentare il percorso congressuale del partito e gli strumenti che sono stati attivati negli ultimi mesi per facilitare la partecipazione e l’approfondimento su molte tematiche, come la rivista online “Il Passo Giusto” e la Scuola di politica senza poltrone “Territori in Movimento”.
Non sono mancati gli interventi relativi al territorio goriziano, in particolare sul tema della sanità, della mobilità sostenibile, dei beni comuni e dell’inclusione sociale.
In merito alla sanità grande preoccupazione è stata espressa per la carenza dei medici di medicina generale che ha costretto cittadine e cittadini a ricorrere agli ambulatori Asap, una soluzione emergenziale – è stato detto – che non risponde alla domanda di una corretta continuità assistenziale e che rischia di avere gravi ripercussioni per la salute di chi subisce questa situazione. Il tema è stato discusso anche nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Gorizia che ha accolto un ordine del giorno presentato anche dai consiglieri di opposizione Picco e Sartori.
I prossimi appuntamenti pubblici – raccolti sotto il titolo di “Un Patto per il futuro” – si terranno a Gemona, martedì 15 ottobre, alle 20.30, nella Sala della Comunità di Montagna del Gemonese, e a Udine, giovedì 17 ottobre, alle 20.30, nella Sala Criscuolo di Cussignacco. «Abbiamo intrapreso la strada del coinvolgimento e della partecipazione assieme a tutte le persone, le associazioni e i movimenti con i quali abbiamo condiviso un pezzo del nostro percorso e con coloro che intendono camminare con noi in futuro – spiega Moretuzzo –. Vogliamo discutere i temi che ci stanno a cuore e progettare insieme le iniziative che desideriamo realizzare nei prossimi anni».
“Un Patto per il futuro”, al via da Gorizia gli incontri territoriali del Patto per l’Autonomia.
Sanità, mobilità sostenibile, beni comuni, inclusione sociale i temi più discussi.
Prossimi appuntamenti il 15 ottobre a Gemona e il 17 ottobre a Udine
Ottima partecipazione al primo incontro territoriale verso l’Assemblea del Patto per l’Autonomia prevista per la fine dell’anno.
La riunione, che è stata promossa ieri (9 ottobre, ndr) dal Patto assieme al Forum Gorizia e ha visto la presenza, fra gli altri, di Massimo Moretuzzo, consigliere regionale e segretario del Patto per l’Autonomia e dei consiglieri comunali di Gorizia Eleonora Sartori e Andrea Picco, è stata l’occasione per presentare il percorso congressuale del partito e gli strumenti che sono stati attivati negli ultimi mesi per facilitare la partecipazione e l’approfondimento su molte tematiche, come la rivista online “Il Passo Giusto” e la Scuola di politica senza poltrone “Territori in Movimento”.
Non sono mancati gli interventi relativi al territorio goriziano, in particolare sul tema della sanità, della mobilità sostenibile, dei beni comuni e dell’inclusione sociale.
In merito alla sanità grande preoccupazione è stata espressa per la carenza dei medici di medicina generale che ha costretto cittadine e cittadini a ricorrere agli ambulatori Asap, una soluzione emergenziale – è stato detto – che non risponde alla domanda di una corretta continuità assistenziale e che rischia di avere gravi ripercussioni per la salute di chi subisce questa situazione. Il tema è stato discusso anche nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Gorizia che ha accolto un ordine del giorno presentato anche dai consiglieri di opposizione Picco e Sartori.
I prossimi appuntamenti pubblici – raccolti sotto il titolo di “Un Patto per il futuro” – si terranno a Gemona, martedì 15 ottobre, alle 20.30, nella Sala della Comunità di Montagna del Gemonese, e a Udine, giovedì 17 ottobre, alle 20.30, nella Sala Criscuolo di Cussignacco. «Abbiamo intrapreso la strada del coinvolgimento e della partecipazione assieme a tutte le persone, le associazioni e i movimenti con i quali abbiamo condiviso un pezzo del nostro percorso e con coloro che intendono camminare con noi in futuro – spiega Moretuzzo –. Vogliamo discutere i temi che ci stanno a cuore e progettare insieme le iniziative che desideriamo realizzare nei prossimi anni».
Vajont. Moretuzzo: «Fare memoria per evitare gli errori del passato.
Sostenibilità ambientale e sociale siano priorità»
«Nel giorno del sessantunesimo anniversario della tragedia del Vajont, ricordiamo prima di tutto le vittime di un disastro purtroppo annunciato, che deve continuare a interrogare e scuotere le coscienze, un monito sempre attuale – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. Oggi come allora ci sono tante situazioni di criticità, dovute alla fragilità idrogeologica del Paese e agli effetti della crisi climatica. Servono azioni concrete, sostenibili e lungimiranti. Basta inerzie. Fare oggi memoria del Vajont si riempie di significato solo se ci impegniamo, tutte e tutti, politica in primis, a orientare le scelte del presente ricordando gli errori del passato e indirizzandole su un cammino di sostenibilità ambientale e sociale, investendo sul coinvolgimento e sulla partecipazione attiva delle comunità nelle decisioni che le riguardano».
Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, è in viaggio verso Bruxelles per la Settimana europea delle Regioni, in virtù del suo ruolo nell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, nonché come Ambasciatrice del Patto per il Clima e componente del Comitato delle Regioni.
«Fare rete è fondamentale e occasioni come questa sono preziose per collaborare con altre persone che si impegnano nei loro territori ma guardando alla nostra Europa comune - afferma Massolino -. Il mio ruolo da Ambasciatrice Europea per il Clima è stato rinnovato quest'anno, e nel frattempo sono anche entrata a far parte della Rete dei Consiglieri regionali e locali del Comitato delle Regioni. Andare a Bruxelles è un'opportunità per rendere questi ruoli più concreti ed è fondamentale ribadire la centralità comunitaria, coordinata ed extraterritoriale di questo impegno e delle politiche correlate alle tematiche ambientali e del clima».
«Ho presentato domanda per diventare ambasciatrice per il clima nell’autunno del 2022, supportata da Adesso Trieste - ricorda Massolino -. Nel farlo, mi sono presa l’impegno di continuare a organizzare incontri, eventi e campagne sui temi del cambiamento climatico, e a portare avanti azioni concrete all’interno delle istituzioni. Molti i temi ambientali che ho affrontato precedentemente in Comune e che ora porto avanti a livello regionale in Consiglio: mobilità sostenibile, trasporto pubblico, energia, rifiuti, consumo di suolo, acqua e produzione agroalimentare. In tutti questi campi, la politica deve far sì che le scelte sostenibili siano non solo più giuste, ma anche quelle più comode, economiche, belle. Il cambiamento deve avvenire dal basso, dai territori, e non lasciare indietro nessuno. Per questo, essere entrata a far parte anche della rete dei consiglieri locali è un passo complementare molto importante. Mi assumo l’impegno di agire per la giustizia ambientale e sociale con grande senso di responsabilità e fiducia in un futuro migliore, da costruire insieme, con il passo giusto».
Sul tavolo anche la ciclovia Cottur e gli eventi culturali
Si è tenuto ieri, lunedì 7 ottobre, l'incontro tra Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia, e il Sindaco di San Dorligo / Dolina Aleksander Coretti, incontro da lui stesso richiesto, alla presenza anche dell'Assessora Luciana Depolo.
«Siamo sensibili al delicato tema delle emissioni odorigene e inquinanti sul territorio e daremo tutto il supporto possibile - afferma Massolino -. All’assestamento di bilancio dello scorso luglio avevo presentato un ordine del giorno per uno studio epidemiologico, e l'indirizzo è stato accolto dalla Giunta. Ora non resta che metterlo in pratica».
«Ma Dolina non è solo SIOT - prosegue Massolino -. Il Sindaco Coretti ha sottolineato la necessità di lavorare sulla prevenzione dei rischi naturali, come gli incendi e i dissesti idrogeologici che negli ultimi anni hanno afflitto i nostri territori e che la crisi climatica renderà sempre più impattanti e frequenti. Anche su questo daremo il nostro sostegno».
«Abbiamo anche trattato temi per me particolarmente sensibili: il trasporto pubblico e la ciclabilità. Vigileremo sull'efficienza del TPL, gli autobus sono fondamentali per garantire la mobilità soprattutto delle ragazze e ragazzi in età scolastica. Per quanto riguarda la ciclovia Cottur, abbiamo da poco depositato una richiesta di audizione che coinvolge anche il Comune di Dolina, attraversato dall'infrastruttura. Infine, abbiamo discusso la possibilità di sviluppare una mostra fotografica».
Giovedì 10 ottobre, alle 18, alla libreria Friuli a Udine sarà presentato il libro “Gorizia Nova Gorica. Due città in una” di Andrea Bellavite, teologo, giornalista e operatore sociale. L’autore dialogherà con Eleonora Sartori, vicedirettrice di Gorizia News and Views, consigliera comunale di Gorizia. La presentazione, a ingresso libero, è organizzata dalla rivista digitale Il Passo Giusto (ilpassogiusto.eu) – iniziativa editoriale del Patto per l’Autonomia – in collaborazione con la libreria Friuli, ed apre un percorso di incontri e iniziative pubbliche che si affiancheranno all’attività editoriale del periodico nella costruzione di uno spazio nuovo di partecipazione e discussione sui temi che riguardano presente e futuro della nostra terra e delle sue comunità.
Il libro di Bellavite, pubblicato da Ediciclo Editore e da Editoriale Stampa Triestina, guida alla visita di una città “doppia”, Capitale europea della Cultura 2025. È suddiviso in 8 percorsi che attraversano le due città rendendole una e consentono, con puntuali riferimenti alla toponomastica, agli edifici pubblici e privati, alle chiese, ai monumenti, di conoscere la storia della città; il passato che rende vivo il presente; l’importanza delle culture germanica, slava, latina, friulana, ed ebraica, in una terra che è stata dolorosamente divisa per decenni da un confine innaturale, conseguenza del nazionalismo culminato nella catastrofe della prima e della seconda guerra mondiale. Bellavite guida il visitatore alla scoperta dei tanti mondi che fanno di due città un unico, irripetibile tessuto urbano.