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Notizie

Evento | La politica linguistica per il friulano. A che punto siamo?

Il Patto per l'Autonomia vi invita ad un evento su una questione di grande attualità.

La politica linguistica per il friulano. A che punto siamo?

📍 Mercoledì 28 maggio – ore 18.00
Caffè Caucigh, via Gemona 36, Udine

Un momento di riflessione condivisa sulla politica linguistica per la lingua friulana. Lo organizza il Patto per l’Autonomia che ha invitato esperte ed esperti del settore a intervenire all’incontro pubblico “La politiche linguistiche pal furlan: a ce pont sino?” che si terrà domani, mercoledì 28 maggio, alle ore 18, al Caffè Caucigh di Udine. L’appuntamento – a ingresso libero – sarà aperto da Stefania Garlatti-Costa, consigliera delegata a Identità friulana e Plurilinguismo del Comune di Udine. Conclusioni di Massimo Moretuzzo, segretario del Patto per l’Autonomia.

«In vista della IV Conferenza regionale sulla lingua friulana del 9 giugno a Gorizia, il Patto per l’Autonomia propone un appuntamento per valutare le condizioni della comunità linguistica friulana, a partire dalle attività di tutela e promozione svolte negli ultimi 5 anni, e nel contempo per riflettere sulle prospettive per la lingua friulana e i suoi parlanti, e sulle possibili azioni da mettere in campo. Lo faremo con l’aiuto di chi opera da molti anni nel settore, e con tutti coloro che vorranno partecipare all’incontro portando il loro contributo su una questione che da sempre ci sta a cuore», affermano Garlatti-Costa e Moretuzzo.

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PREMIATO POLTRONIFICIO FEDRIGA E SOFÀ

PREMIATO POLTRONIFICIO FEDRIGA E SOFÀ

Il 21 maggio, secondo giorno consecutivo di seduta del Consiglio regionale, come fatto il giorno precedente, tutti i rappresentanti dell'opposizione non hanno partecipato ai lavori d'Aula, se non per denunciare ancora una volta il teatrino messo in atto dal centrodestra.
Anche in quest'occasione il presidente Fedriga si è sottratto al confronto e non ha avuto il coraggio di presentarsi in aula a dire come stanno le cose, mentre i suoi assessori continuano la farsa delle dimissioni/non dimissioni, perdendo qualunque legittimità politica.
Il caso Friuli-Venezia Giulia è su tutti i quotidiani italiani per un solo motivo: la lotta di potere fra chi vuole garantirsi un mandato presidenziale a vita, contro ogni logica democratica, e chi è interessato a conquistarsi qualche poltrona in più, perché “Giorgia lo vuole”.

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Moretuzzo: «Comuni al collasso, ma al centrodestra interessa spartizione del potere». Bocciata proposta di legge

Moretuzzo: «Comuni al collasso, ma al centrodestra interessa spartizione del potere». Bocciata la proposta di legge per la valutazione periodica della riforma Roberti

«Dopo 7 anni di amministrazione Fedriga, la situazione del sistema delle autonomie locali del Friuli-Venezia Giulia è disastrosa come dimostra la crescita esponenziale delle risorse ferme nei cassetti dei municipi in buona parte per opere che non riescono a essere cantierate per mancanza di personale negli uffici tecnici e nelle ragionerie: siamo passati dai 700 milioni del 2021 ai 760 milioni del 2022, agli 839 milioni del 2023, un aumento di circa il 20% in due anni. Dati che si traducono nella profonda difficoltà nell’erogazione dei servizi ai cittadini, e nell’incapacità di spesa che tiene ferme centinaia di milioni di euro che potrebbero dare ossigeno all’economia regionale». Ha esordito con questi dati il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo intervenendo, oggi in aula, nella discussione sulla proposta di legge per l’introduzione di una clausola valutativa alla riforma Roberti (legge regionale 21/2019 “Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionale”), che «evidentemente non ha prodotto nessun risultato utile a migliorare la condizione del sistema delle autonomie locali».

Il progetto di legge, presentato dal Gruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG e di cui Moretuzzo è primo firmatario, consta di un unico articolo volto proprio a prevedere una valutazione periodica dei risultati raggiunti in particolare riguardo al funzionamento delle Comunità volontarie. «La Giunta regionale ha bocciato in Commissione questa nostra proposta. Un passaggio a cui difficilmente dovrebbe volersi sottrarre un legislatore fiducioso della bontà del percorso di riforma intrapreso – ha osservato Moretuzzo -. Siamo convinti che qualsiasi provvedimento preso per i singoli Comuni è insufficiente, l’unica strada percorribile è quella dei processi aggregativi, prevista dalla legge Roberti, ma rispetto alla quale dopo 6 anni è necessario capire cosa funziona e cosa invece va modificato. Nel corso di un'audizione svoltasi in V Commissione consiliare sul tema, i presidenti delle Comunità volontarie che si sono costituite hanno denunciato, tutti e indistintamente, la mancanza di un supporto adeguato da parte dell’amministrazione regionale ai processi di aggregazione dei Comuni. Eppure oggi la nostra proposta di legge è stata bocciata dalla maggioranza, che ha perso l’ennesima occasione per fare un buon servizio alla comunità regionale continuando a vivere di slogan, come quello sulle Province. Evidentemente all’amministrazione Fedriga conviene continuare a gestire il potere in modo clientelare, distribuendo risorse ai Comuni amici, anche se poi questi non sono in grado di spenderle», ha concluso Moretuzzo.

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Moretuzzo: «La buona autonomia non c’entra nulla con il terzo mandato»

«L’autonomia è una cosa seria, non può essere chiamata in causa strumentalmente per fare gli interessi di un Presidente o del suo partito. La questione del terzo mandato non ha nulla a che fare con il buon esercizio della Specialità regionale». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonomia di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il Presidente della Provincia.

«Ci piacerebbe che il Presidente Fedriga e la Lega si impegnassero con lo stesso vigore che hanno profuso per chiedere il terzo mandato, per ottenere più competenze e spazio di manovra della Regione su questioni che interessano davvero la vita delle persone, di chi lavora, del mondo delle imprese – continua Moretuzzo –. Invece in sette anni di amministrazione del centro destra, compresi i rappresentanti di Fratelli D’Italia che oggi cercano pateticamente di smarcarsi da alcune scelte, il numero di norme di attuazione dello statuto di autonomia approvate è totalmente insufficiente e non ha toccato per nulla temi che invece sono fondamentali. Questioni come il governo del territorio, la formazione, la disciplina dei lavori pubblici, l’energia, non hanno visto nessun risultato in termini di nuove vere competenze. Se Fedriga e la Lega si fossero impegnati davvero su questo invece che rimanere ostaggio dell’ossessione per il terzo mandato, alcuni risultati potevano essere raggiunti».

«Di certo – conclude Moretuzzo – un rilancio dell’autonomia non potevamo aspettarcelo da Fratelli d’Italia, che rappresenta il peggio della cultura centralista e nazionalista e va a braccetto con la destra xenofoba ed estremista europea, come peraltro quella Lega che ha accolto a braccia aperte personaggi come Vannacci fino a nominarli vicepresidenti del partito».

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Crisi in maggioranza. Moretuzzo: «Crisi più simile a mercato delle vacche che a confronto politico»

Crisi in maggioranza. Moretuzzo: «Crisi più simile a mercato delle vacche che a confronto politico»

«La crisi del centro destra in Friuli-Venezia Giulia è un pessimo spettacolo, che non c’entra nulla con i problemi della Regione e affonda le sue radici negli interessi personali di alcuni e nello scontro che si sta consumando a livello statale fra Lega e Fratelli d’Italia su diversi temi, fra i quali le candidature nelle regioni del nord». Questo il giudizio espresso da Massimo Moretuzzo, Presidente del Gruppo consiliare regionale Patto per l’Autonomia nonché segretario del Patto per l’Autonomia, a commento della dichiarazione che gli assessori regionali della Lega hanno deciso di rimettere tutte le deleghe nelle mani del Presidente Massimiliano Fedriga.

«La polemica sulla sanità innescata dal Ministro Ciriani e l’ossessione del Presidente Fedriga per il terzo mandato – prosegue Moretuzzo – sembrano più mosse commerciali da mercato delle vacche che rivendicazioni politiche basate su questioni fondamentali per il futuro del Friuli-Venezia Giulia. In una fase storica in cui la nostra Regione ha avuto a disposizione una quantità di risorse economiche che non si sono mai viste prima, il governo Fedriga ha buttato via la possibilità di risolvere almeno alcuni dei problemi più importanti, in particolare quelli su cui si basa l’esercizio della specialità regionale».

«Dopo sette anni di amministrazione del centro destra – conclude Moretuzzo – la sanità è in continuo declino, con scelte pessime nella gestione delle aziende sanitarie e con l’esternalizzazione dei servizi come unica risposta alla domanda di salute delle persone, e il mondo degli enti locali vede i Comuni prossimi al collasso, senza personale e con centinaia di milioni di euro fermi nei cassetti per incapacità di spesa. Ci auguriamo che questo teatrino non si chiuda con un accordo farsesco. Il centro destra ammetta il suo fallimento e metta l’interesse generale davanti a quello di parte».

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Ovovia. Massolino: «Sfregio intollerabile ai principi fondamentali della democrazia e del confronto istituzionale. Saremo in piazza al fianco della cittadinanza per ribadire che non si può calare queste scelte sulla testa delle persone»

Ovovia. Massolino: «Sfregio intollerabile ai principi fondamentali della democrazia e del confronto istituzionale. Saremo in piazza al fianco della cittadinanza per ribadire che non si può calare queste scelte sulla testa delle persone»

«Vergognoso quanto avvenuto questa mattina in Consiglio comunale, dove la delibera di approvazione della Variante al Piano Regolatore è stata licenziata senza nemmeno attendere che le e i componenti del Consiglio terminassero i loro interventi». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Gruppo Patto per l’Autonomia, che si dichiara indignata a margine della seduta della VI Commissione del Consiglio comunale di Trieste. «Quanto accaduto rappresenta uno sfregio intollerabile ai principi fondamentali della democrazia e del confronto istituzionale. Un atto gravissimo, che svuota di significato il ruolo del Consiglio comunale e tradisce la fiducia della cittadinanza che si aspetta un dibattito aperto, trasparente e rispettoso delle regole».

 

«Ancora più grave - secondo la consigliera - è l’assoluto disprezzo con cui sono state trattate le 3000 osservazioni presentate da cittadine e cittadini. Persone che hanno partecipato con senso civico, utilizzando gli strumenti previsti dalla legge per far sentire la propria voce. Quelle osservazioni sono state ignorate, accantonate, derubricate a fastidio burocratico da superare in fretta. Come se il coinvolgimento pubblico fosse solo un orpello formale, e non il cuore pulsante di una democrazia viva. Questa non è amministrazione, è prepotenza. È la negazione della partecipazione e del rispetto istituzionale. È la prova di un potere che non tollera domande, che teme il confronto, che preferisce chiudere la partita in fretta piuttosto che spiegare le proprie scelte alla comunità che dovrebbe rappresentare. Questa vicenda non è chiusa. La democrazia non è una formalità, e noi la difenderemo con ogni mezzo».

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Linee guida ARDISS. Massolino: «La Regione combatta i tagli governativi alle Università. Bene gli aumenti dei contributo, ma il costo della vita è esploso»

«Gli aumenti dei contributi a studentesse e studenti non riescono a far fronte all’aumento del costo della vita che è letteralmente esploso - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia a margine della seduta odierna della VI Commissione chiamata a esprimere il proprio parere sulle linee guida per gli interventi e i servizi relativi al diritto allo studio-. Se i limiti massimi di ISEE che consentono l’accesso ai contributi per il diritto allo studio sono fissati a livello ministeriale, è necessario che il Presidente Fedriga, in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, si faccia sentire con il Governo per innalzare tali limiti, oltre a contrastare il vergognoso taglio da 500 milioni di euro, il più elevato taglio ai finanziamenti universitari dal 2008. Ci auguriamo si possa invece instaurare un confronto serio e partecipato con le rappresentanze studentesche, le università e il territorio, perché il diritto allo studio non è un privilegio da conquistare, ma un principio costituzionale da garantire».

 
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Acqua pubblica per tutte e tutti: «Fuori i privati dalla gestione»

Incontro con Oscar Olivera e Nelly Perez Costana, attivisti simbolo della guerra per l’acqua in Bolivia, organizzato da Patto per l’Autonomia, Adesso Trieste, CeVi e Rete Comunità di Vita della Terra  

A 14 anni dal referendum per l’acqua pubblica, ancora oggi disatteso, Patto per l'Autonomia, Adesso Trieste, CeVi e Rete Comunità di Vita della Terra hanno organizzato un incontro per riportare al centro del dibattito pubblico il diritto all’accesso all’acqua come bene comune, inalienabile e universale, che si è tenuto ieri (13 maggio, ndr) a Trieste.

«Le aggregazioni dei soggetti gestori di acqua e rifiuti sono un fatto positivo, anche a fronte di sfide cruciali come il cambiamento climatico. Il percorso di aggregazione può essere utile per raggiungere l’obiettivo di ripubblicizzare il servizio idrico integrato anche a Trieste nell’ottica della partecipazione della cittadinanza. È quello che Trieste ha chiesto a gran voce con il referendum del 2011: è ora di dare seguito a quella richiesta», ha dichiarato in apertura Massimo Moretuzzo, segretario del Patto per l’Autonomia.

«La guerra dell’acqua è stato un momento storico molto importante in Bolivia – ha raccontato Oscar Olivera, attivista simbolo di quella mobilitazione –. La forza della cittadinanza organizzata ha consentito di recuperare l’acqua come bene comune, andando oltre il modello tradizionale statale verso una gestione realmente partecipata. L’acqua non è solo un bene comune capace di riprodurre la vita di tutti gli esseri viventi, ma significa potere. Se è nelle mani del privato questo potere serve a sottomettere, se invece è nelle mani del popolo serve a costruire una vita degna».

«Non c’è miglior ribellione che consumare la tua acqua e mangiare il tuo cibo – ha aggiunto Nelly Perez Costana, Fundación Abril (Bolivia), esperta di comunicazione sociale –. Seminare nel nostro orto diversi tipi di semi è una sfida per ciascuno di noi. Vi invito a fare un atto di ribellione: a seminare nel cuore e nella testa delle persone semi di cambiamento».

«Oggi Trieste, con la gestione privata di Acegas, costituisce un’eccezione negativa a livello regionale – afferma Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio comunale –. L’azienda è finanziariamente una gallina dalle uova d’oro che continua a distribuire dividendi mentre calano i dipendenti diretti, diminuiscono gli investimenti al netto del PNRR, e aumenta il costo dell’acqua in bolletta. Registriamo il 42% di perdite nella rete, ma l’azienda guarda agli utili finanziari. La concessione del servizio termina nel 2027; non è una scadenza tecnica, ma l’occasione di aprire una discussione pubblica, come da noi richiesto con la proposta di una Commissione Speciale. La destra ha bocciato quella proposta, ma andremo avanti nelle commissioni ordinarie, perché la gestione pubblica e partecipata dell’acqua è un tema cruciale e che marca una differenza netta con l’attuale gestione della città».

Prima dell’incontro, Oscar Olivera e Nelly Perez Cortana hanno visitato il capofonte dell'acquedotto teresiano, che, grazie a una convenzione con il Comune di Trieste, è in gestione alla Società Adriatica di Speleologia.

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ACQUA PUBBLICA PER TUTTE E TUTTI | Evento pubblico

Patto per l'Autonomia, Adesso Trieste, CeVi e Rete Comunità di Vita della Terra organizzano un incontro con Oscar Olivera e Nelly Perez Cortana, attivisti simbolo della guerra per l'acqua in Bolivia

 

Martedì 13 maggio – Ore 18:00
Piazza Puecher, Trieste
(in caso di maltempo: Teatrino della Parrocchia di via Colombo)

A 14 anni dal referendum per l’acqua pubblica, ancora oggi disatteso, Patto per l'Autonomia, Adesso Trieste, CeVi e Rete Comunità di Vita della Terra organizzano un incontro per riportare al centro del dibattito pubblico il diritto all’accesso all’acqua come bene comune, inalienabile e universale.

Parteciperanno:
– Oscar Olivera, attivista simbolo della “Guerra dell’acqua” in Bolivia
– Nelly Perez Cortana, Fundación Abril (Bolivia)
– Riccardo Laterza, Adesso Trieste
– Massimo Moretuzzo, Patto per l’Autonomia

L’incontro è un’occasione per riflettere sul legame tra giustizia sociale e ambientale, sulla gestione collettiva dei beni comuni e sulle lotte per l’acqua pubblica, a Trieste e nel mondo.

L’incontro è aperto al pubblico.

Prima dell’incontro, alle ore 16 presso piazzale Gioberti, Oscar Olivera e Nelly Perez Cortana visiteranno l'acquedotto teresiano, che grazie a una convenzione con il Comune di Trieste è in gestione alla Società Adriatica di Speleologia.

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Carcere. Massolino partecipa all’incontro nella sezione femminile della Casa circondariale di Trieste per la campagna Madri Fuori in occasione della festa della mamma

Carcere. Massolino partecipa all’incontro nella sezione femminile della Casa circondariale di Trieste per la campagna Madri Fuori in occasione della festa della mamma

«Decreto Sicurezza crudele e lesivo dei diritti e della democrazia, va contrastato con decisione» 

«La situazione nelle carceri sul nostro territorio è drammatica, e il Decreto Sicurezza non fa che peggiorarla. Oggi per la festa della mamma entriamo nella sezione femminile per porre l’attenzione su un aspetto particolarmente crudele della nuova norma: la detenzione per le madri e le donne incinte. Lunedì 12 parteciperò anche alla staffetta di digiuno promossa dal Garante di Udine». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo Patto per l’Autonomia, che ha partecipato, sabato 10 maggio, a un incontro organizzato dalla Garante del Comune di Trieste Avvocata Elisabetta Burla presso la Casa circondariale di via del Coroneo, con le detenute e l’Associazione Nati per Leggere, nell’ambito della campagna Madri Fuori della Società della Ragione.

 

«Un anno fa ho chiesto un’audizione in Commissione consiliare sulla situazione delle carceri. Da regolamento, l’audizione si sarebbe dovuta tenere entro dieci giorni. Nonostante tre solleciti formali, oltre a quelli verbali in sede di Ufficio di Presidenza, la Commissione non è mai stata convocata. Nel frattempo ci sono stati i noti disordini della scorsa estate, e sono morte due persone. La Regione non può stare a guardare: se è vero che gran parte della competenza è ministeriale, è altrettanto vero che Fedriga ha un canale privilegiato in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, e che la competenza della salute delle persone detenute, così come il diritto all’abitare, sono responsabilità regionale, e molti altri sono gli interventi che potrebbe portare avanti. In questi anni ho presentato diversi emendamenti al bilancio proprio per dare sollievo all’intollerabile situazione delle carceri. Sono tutti stati bocciati da una maggioranza insensibile alla disperazione delle persone private della libertà. A Gorizia non è mai stato nominato il Garante dei Detenuti, e proprio lo scorso sabato un giovane è morto nel carcere isontino», attacca Massolino.

 

Prosegue la consigliera: «Gli incontri con il personale e con la nuova Direttrice della Casa circondariale di Trieste, con cui ho avuto un colloquio la scorsa settimana, hanno confermato le diverse problematiche già denunciate in questi anni. Sicuramente la principale è il sovraffollamento, che si ripercuote sia sulle condizioni di vita all’interno del carcere che sulle opportunità di formazione. Banalmente, non ci sono spazi a sufficienza per intraprendere le attività trattamentali, e non vi è personale penitenziario sufficiente per il loro svolgimento, a fronte di un territorio che invece offre numerose opportunità. I 50 nuovi agenti di Polizia penitenziaria annunciati per Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono insufficienti a colmare carenze croniche e sottodimensionate rispetto ai reali numeri di ospiti, che sono quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. Ribadiamo che la mancanza di spazi non si risolve costruendo carceri più grandi, bensì avendo meno persone in carcere. E per farlo servono percorsi di uscita, a partire dalla disponibilità di domicilio presso alloggi sociali, in quanto numerose persone detenute avrebbero la possibilità di scontare pene alternative. Uno degli emendamenti che avevo presentato lo scorso dicembre, tutti bocciati dalla Giunta regionale, chiedeva proprio un finanziamento straordinario alle ATER per trovare delle soluzioni abitative».  

 

«Questa situazione è vergognosamente peggiorata dal Decreto Sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 aprile, che non fa che aumentare le persone soggette a detenzione, introducendo ben 14 nuovi reati e numerose circostanti aggravanti, imprimendo una svolta autoritaria tanto nei metodi quanto nei contenuti, già duramente criticati dall’Osce in un parere dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa e da sei Special Rapporteurs delle Nazioni Unite. Particolarmente crudele è la norma che colpisce le donne incinte e le madri con bambini piccoli: il decreto elimina l’obbligo di rinvio dell’esecuzione della pena per le detenute in gravidanza o con figli minori di un anno, aprendo così le porte del carcere anche a neonati e madri. Inoltre, introduce misure che prevedono la separazione tra madre e figlio in caso di presunta evasione o turbativa dell’ordine in un ICAM, infliggendo un danno gravissimo e ingiustificabile ai diritti dell’infanzia. Condividiamo e sosteniamo con forza la campagna Madri Fuori, promossa dalla Società della Ragione, perché nessun bambino dovrebbe mai crescere dietro le sbarre. La tutela della maternità, della salute psicofisica e del diritto dei minori a un’infanzia libera e serena deve essere una priorità assoluta in uno Stato che si definisce civile. La sicurezza non si costruisce calpestando i diritti umani», conclude Massolino.

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Conferenza regionale tutela minoranza slovena. Massolino: «Il bilinguismo è un diritto, non un optional»

Conferenza regionale tutela minoranza slovena. Massolino: «Il bilinguismo è un diritto, non un optional»

«La tutela della minoranza linguistica slovena non può essere affidata soltanto a parole di circostanza, come spesso accade nelle sedi istituzionali, ma deve concretizzarsi in azioni puntuali e coerenti. Oggi, in occasione della Quarta Conferenza regionale sulla tutela della minoranza linguistica slovena, ribadiamo con forza che il bilinguismo è un diritto sancito da norme nazionali e internazionali, e come tale va rispettato in modo rigoroso», dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo Patto per l’Autonomia, presente alla conferenza in rappresentanza del gruppo consiliare.

 

«Le denunce sono state numerose: la carenza di risorse regionali in aggiunta a quelle regionali, la mancanza di corsi di sloveno in nelle scuole italiane, le pagine web istituzionali esclusivamente in italiano, la mancanza di personale che parli lo sloveno agli sportelli e nelle sedi istituzionali, negando nei fatti la piena partecipazione di cittadine e cittadini di madrelingua slovena alla vita amministrativa del territorio – prosegue Massolino –. A Trieste non si può parlare sloveno in Consiglio comunale, e manca il servizio di interpretariato sia nel Comune che per le sedute delle Circoscrizioni, così come grave è l’annoso caso dell’asilo sloveno nel rione di San Giovanni, che l’amministrazione comunale guidata da Dipiazza continua a non aprire, privando le famiglie slovene di un servizio fondamentale per la trasmissione linguistica e culturale, nonché le famiglie di lingua italiana di un’opportunità che sempre più coppie vorrebbero poter scegliere per la formazione di figlie e figli».

 

«Serve coerenza tra le dichiarazioni ufficiali e le politiche quotidiane. Troppo spesso si celebrano le minoranze senza garantirne i diritti nel concreto. La Regione e gli enti locali devono assumersi le loro responsabilità e investire davvero nel bilinguismo, che è una ricchezza per l’intera comunità, non solo per la minoranza», conclude Massolino.

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Giornata dell’Europa. Moretuzzo: «Serve un'Europa più forte, contro vecchi e nuovi nazionalismi»

Giornata dell’Europa. Moretuzzo: «Serve un'Europa più forte, contro vecchi e nuovi nazionalismi»

«Nella Giornata dell’Europa celebriamo i valori su cui si fonda l’Unione Europea – pace, solidarietà, libertà, cooperazione – e con un rinnovato impegno verso un’Europa più vicina alle cittadine e ai cittadini, più forte e coesa, capace di riconoscersi nelle sue diversità politiche, culturali e linguistiche. Diversità che devono essere valorizzate con percorsi di apertura e di dialogo, in contrapposizione alle situazioni di conflitto in corso e ai nazionalismi che vivono della paura verso l’alterità e la fomentano», afferma, in occasione della ricorrenza, il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.

«In questa direzione va il percorso intrapreso da tempo dal Patto per l'Autonomia presente proprio in questi giorni a Nantes per partecipare, con i suoi rappresentanti, all’assemblea generale annuale di European Free Alliance, che raccoglie le forze indipendentiste storiche, autonomiste, federaliste e confederaliste europee e di cui il Patto fa parte – ricorda Moretuzzo –. Nella capitale della Bretagna storica stanno lavorando i delegati di una quarantina di regioni e territori europei per una Europa delle regioni, dei territori, dei popoli. Oggi più che mai è necessario abbandonare definitivamente la visione novecentesca dell’Europa come sommatoria di Stati-nazione per abbracciare quella di un’Europa dalla geografia variabile in cui popoli, territori, culture e lingue diverse trovino spazi veri di rappresentanza».

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Piano triennale offerta formativa. Massolino: «La scuola merita di più, non si possono trascurare temi fondamentali: benessere psicologico, educazione all’affettività e alla non violenza»

«Abbiamo espresso il nostro voto contrario al Piano Triennale dell’Offerta Formativa e al riparto delle risorse perché riteniamo che manchi una visione educativa all’altezza delle sfide che la scuola pubblica oggi deve affrontare - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia a margine della VI Commissione consiliare odierna -. In un momento storico in cui il disagio giovanile e i conseguenti comportamenti devianti sono in costante e allarmante crescita, l’attuale modulazione del bonus psicologo è del tutto insufficiente rispetto ai bisogni reali delle studentesse e degli studenti. Le scuole hanno bisogno di figure stabili, presenti e qualificate che possano accompagnare ragazze e ragazzi nel loro percorso di crescita psicofisica. Nel Piano non troviamo percorsi strutturati e trasversali su temi fondamentali come la socialità, la nonviolenza, l’educazione alla democrazia, o la mobilità sostenibile. Temi che non possono essere considerati “accessori”, ma parte integrante della formazione di cittadine e cittadini consapevoli, responsabili e sani, in grado di contribuire attivamente alla vita sociale».

 

«Rispetto all’educazione alla solidarietà riteniamo sia necessaria  una pluralità di voci e approcci, che non può limitarsi alle sole associazioni d’arma - come indicato nel piano - ma che sia in grado di parlare davvero alle e ai giovani dei valori solidali - prosegue la consigliera -. Gravissima, inoltre, l’assenza totale di programmi sull’educazione alla sessualità, all’affettività e al consenso. In un tempo in cui i femminicidi e le violenze di genere sono all’ordine del giorno, e in età sempre più giovane, questa mancanza è una responsabilità politica e morale che non possiamo ignorare».

 

«Infine, rileviamo una scarsissima attenzione alle realtà lavorative che non siano parte delle associazioni datoriali e una mancanza di rappresentanza a tutto tondo delle realtà che si occupano quotidianamente di educazione a sicurezza, prevenzione e salute nei luoghi di studio e lavoro. La Carta di Lorenzo, che dovrebbe essere un punto di riferimento imprescindibile per tutte le istituzioni scolastiche, in questo modo rischia di rimanere inapplicata, così come il coinvolgimento delle rappresentanze studentesche», aggiunge Massolino.

 

«Per tutti questi motivi, il nostro voto non ha potuto che essere contrario. Continueremo a batterci per una scuola pubblica che metta al centro la persona, i diritti, la salute e la cittadinanza attiva», conclude la consigliera.

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BASTA RITARDI E DISSERVIZI: MASSOLINO E HONSELL CHIEDONO UNA SVOLTA PER I TRASPORTI FERROVIARI IN FVG

La Consigliera regionale Giulia Massolino del Patto per l’Autonomia e il Consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra FVG), primi firmatari, annunciano di prossimo deposito in Consiglio regionale di una mozione dal titolo “Per una Regione che viaggia insieme: equità, servizi e sostenibilità per la mobilità del futuro”. L’iniziativa verrà condivisa con tutte le forze di opposizione, con l’obiettivo di affrontare in modo approfondito le gravi criticità che affliggono il trasporto ferroviario in Friuli-Venezia Giulia.

 

«Il diritto alla mobilità - dichiarano Massolino e Honsell - è sancito dalla Costituzione ed è un elemento di fondamentale importanza per garantire pari opportunità, sostenibilità ambientale e qualità della vita alla cittadinanza».

 

«Purtroppo – proseguono i due Consiglieri - in regione così come nel resto del paese, la situazione attuale del trasporto ferroviario risulta insoddisfacente: ritardi frequenti, mezzi obsoleti e informazioni carenti penalizzano pendolari e studenti che ogni giorno utilizzano il trasporto ferroviario. Secondo i dati riportati anche nella mozione, solo nei primi mesi del 2025 quasi un treno su quattro sulla tratta Pordenone-Udine ha registrato ritardi superiori ai 5 minuti, con una puntualità inferiore al 75% e secondo il Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente ha evidenziato che oltre il 75% dei convogli circolanti ha più di 15 anni. Una situazione aggravata dagli impegnativi lavori infrastrutturali previsti sulle linee, molti dei quali finanziati con il PNRR: la Regione insieme a RFI deve impegnarsi ad affrontare e gestire i prevedibili ritardi e disservizi».

 

«La mobilità sostenibile non può essere solo uno slogan: deve obbligatoriamente tradursi in investimenti concreti e servizi efficienti. Con questa mozione chiediamo alla Regione FVG di agire con determinazione per garantire trasporti ferroviari all’altezza delle esigenze della cittadinanza e degli obiettivi ambientali europei» concludono Massolino e Honsell.

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Moretuzzo: «Dalla ricostruzione post terremoto esempio straordinario di autonomia e attivismo, modello per il presente»

 «Il terremoto del 6 maggio 1976 ha rappresentato per il Friuli un momento drammatico, in cui hanno perso la vita quasi 1000 persone e interi paesi sono stati distrutti. Farne memoria a 49 anni di distanza significa innanzitutto ricordare le vittime e coloro che hanno perso gli affetti più cari», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo nell’anniversario del sisma che colpì il Friuli.

«La memoria del terremoto in Friuli ci restituisce anche l’esempio straordinario dell’esercizio dell’autonomia al servizio della comunità della nostra terra e l’attivismo delle friulane e dei friulani: partecipazione democratica nelle decisioni, forme di autogestione, senso di appartenenza, determinazione hanno caratterizzato la ricostruzione post sisma. Un esempio per l’oggi».

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Rilascio di palloncini per GO!2025. Massolino e Sartori: «Contrario a valori europei e buon senso, si fermi l'iniziativa e si garantisca che l'arte costruisca consapevolezza ambientale, non crei inquinamento»

Rilascio di palloncini per GO!2025. Massolino e Sartori: «Contrario a valori europei e buon senso, si fermi l'iniziativa e si garantisca che l'arte costruisca consapevolezza ambientale, non crei inquinamento»

 
«Come Ambasciatrice europea per il Clima e come componente del Consiglio europeo delle Regioni sono indignata dall'organizzazione di questo evento nell'ambito della Capitale europea della Cultura, ho firmato la petizione e mi auguro che venga cancellato. L'attenzione all'ambiente deve essere la priorità: nella grave crisi climatica e ambientale che stiamo vivendo la cultura deve contribuire a costruire consapevolezza, non creare inquinamento. Porrò il tema anche in Consiglio regionale del Friuli - Venezia Giulia: si garantisca e si vigili che gli eventi organizzati nell'ambito di GO!2025 siano a ridotto impatto ambientale e veicolino i valori di tutela dell'ambiente dell’Unione Europea e della nostra regione, contribuendo a costruire un futuro migliore per chi abita i nostri territori». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, a fronte della notizia dell'evento previsto a Nova Gorica in occasione di GO!2025 che prevede il rilascio in aria di 1000 palloncini. 
 
«Come l’arte, anche l'inquinamento non ha confini, e chi vive a Gorizia o a Nova Gorica lo sa bene. La spettacolarità di un’iniziativa, anche se di natura artistica, non può oggi prevalere sul rispetto e la tutela dell'ambiente. 1000 palloncini sono una enorme quantità di rifiuti che può e deve essere evitata. Arte è consapevolezza. Arte è sensibilità. Gli ideatori dell'iniziativa saranno sicuramente in grado di esprimersi in un modo meno impattante e più rispettoso dell'ambiente. Tutti gli eventi e le iniziative che riguardano GO!2025 devono veicolare messaggi positivi, soprattutto alle nuove generazioni. L'attenzione all'inquinamento e ai cambiamenti climatici è uno di questi, rispetto al quale ragazze e ragazzi hanno molto da insegnarci» - prosegue Eleonora Sartori, consigliera comunale a Gorizia con Noi Mi Noaltri Go! e componente del Consiglio Direttivo del Patto per l’Autonomia.
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Primo Maggio, Patto per l’Autonomia: «Lavoro sicuro, stabile e dignitoso: è tempo di scelte coraggiose»

In occasione del Primo Maggio, il Patto per l’Autonomia parteciperà alle manifestazioni organizzate in Friuli - Venezia Giulia per riaffermare con forza la centralità del lavoro sicuro, di qualità e giustamente retribuito. Il segretario Massimo Moretuzzo sarà presente a Cervignano del Friuli, mentre la consigliera regionale Giulia Massolino parteciperà al corteo di Trieste.

«Non possiamo continuare ad assistere in silenzio alla strage quotidiana nei luoghi di lavoro – dichiara Moretuzzo –. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta delle istituzioni, della politica e di un modello economico che deve necessariamente evolvere. Serve un cambio di paradigma, servono investimenti nella sicurezza e nella formazione, servono controlli efficaci. Ma soprattutto serve la volontà politica di dire basta al processo di finanziarizzazione dell’economia a scapito del lavoro».

Al centro della riflessione anche la condizione giovanile, il precariato diffuso e la mancanza di prospettive occupazionali in regione. «In Friuli - Venezia Giulia – osserva Giulia Massolino – le e i giovani continuano a partire perché non trovano occasioni di lavoro stabili e gratificanti. La precarizzazione del lavoro, l’erosione dei diritti, la svalutazione della professionalità stanno minando il futuro delle nuove generazioni. È urgente costruire un modello occupazionale fondato su dignità, qualità e continuità, e per farlo bisogna smetterla di puntare solo sul turismo e creare un giusto mix di attività produttive ad alto valore aggiunto».

Il Patto per l’Autonomia rilancia anche l’importanza del voto al referendum del 9 giugno, che toccherà proprio i temi del lavoro e della giustizia sociale. «Il referendum è un’opportunità importantissima per aprire spazi di dibattito e di confronto – sottolinea Moretuzzo –. Partecipare e votare consapevolmente è un atto di responsabilità verso noi stessi e verso chi verrà dopo di noi».

«Questo Primo Maggio – concludono Moretuzzo e Massolino – non sia solo memoria e celebrazione, ma il punto di ripartenza di una mobilitazione collettiva per rimettere al centro la persona e i suoi diritti. Il lavoro deve essere strumento di libertà e di realizzazione delle persone, non certo meccanismo di sfruttamento e di esasperazione delle disuguaglianze».

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Carnia in piazza in difesa del Pronto soccorso tolmezzino. Baron (Patto per l’Autonomia Alto Friuli): «La proposta di esternalizzare il personale è un affronto alla montagna»

 «La Carnia doveva scendere in piazza, e lo ha fatto. La proposta della parziale esternalizzazione del personale del Pronto soccorso di Tolmezzo non è solo l’ennesima limatura alla sanità montana, ma un affronto alla montagna». È il commento di Denis Baron, del Patto per l’Autonomia Alto Friuli e componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, all’indomani della protesta all’esterno della Comunità di montagna della Carnia, a Tolmezzo, nella cui sala era in corso il confronto tra l’Assessore regionale Riccardi e i sindaci dell’Alto Friuli sul Pronto soccorso di Tolmezzo. «Se le scelte che si porta avanti sono limpide e chiare non c'è bisogno di evitare il confronto, dentro e fuori le sedi istituzionali. La maggioranza che governa la Regione deve essere trasparente e dire quale futuro immagina per la sanità pubblica regionale, in particolare per l’area montana».
 
«I problemi stanno a monte, nella mancanza di medici di base e guardie mediche sul territorio a fare da filtro agli accessi - continua Baron -. Eppure l’Assessore Riccardi decide di inserire personale privato tra le mura del Pronto soccorso, magari per dirottare parte del personale tolmezzino a Udine. Peccato che si tratterebbe di numeri insufficienti per sopperire alle mancanze del capoluogo del Friuli. Un'operazione controproducente, che comporterebbe un ulteriore colpo ai servizi della Carnia e della popolazione della montagna».
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Moretuzzo: «839 milioni non spesi, situazione fuori controllo»

Presa di posizione netta del capogruppo di Patto per l’Autonomia dopo la risposta sconcertante dell’Assessore Roberti sulla mancanza di monitoraggio dei finanziamenti erogati con la concertazione.

«I Comuni del Friuli-Venezia Giulia sono allo sbando e la Giunta regionale fa finta di nulla. Evidentemente l’obiettivo dell’Amministrazione Fedriga non è risolvere i problemi, ma continuare a distribuire generosamente risorse economiche ai Comuni amici, lasciando a zero tutti gli altri, con una gestione del potere clientelare e orientata esclusivamente al consenso spicciolo». Questo il commento di Massimo Moretuzzo dopo la bocciatura da parte della maggioranza della proposta di inserire una clausola valutativa alla legge n. 21 del 2019 (Riforma Roberti sugli enti locali) e la risposta data dall’Assessore Roberti all’interrogazione in cui chiedeva a che punto fosse la rendicontazione dei progetti finanziati ai Comuni attraverso la concertazione per le annualità dal 2018 al 2023.

«Davanti alla cifra enorme di 839 milioni di euro fermi nelle casse dei Comuni per investimenti che le amministrazioni locali non riescono a spendere per la condizione drammatica in cui si trovano gli uffici dei municipi, senza dipendenti e in difficoltà anche a garantire i servizi di base – prosegue Moretuzzo –, di fronte all’evidenza del fallimento del percorso di aggregazione delle Comunità volontarie, a sei anni dall’approvazione della sua riforma, l’Assessore Roberti ha avuto la faccia tosta di negare la necessità di fare una valutazione della stessa e, cosa ancora più preoccupante, ha ammesso candidamente che la struttura regionale non sta facendo alcun monitoraggio specifico su come e in quali tempi le risorse date ai Comuni vengono spese. Questo è un atteggiamento irresponsabile e non trova spiegazione se non nel fatto che evidentemente alla Giunta Fedriga conviene mantenere lo status quo, almeno fino a che le risorse economiche a disposizione saranno così cospicue».

«All’Assessore Roberti e al Presidente Fedriga – conclude Moretuzzo – evidentemente non interessa che il prossimo anno potrebbero esserci quasi 1000 milioni di euro fermi nelle casse dei Comuni e quindi sottratti all’economia regionale, o che nell’ultima tornata amministrativa in provincia di Udine ci fossero 28 Comuni su 113 con una sola persona candidata al ruolo di sindaco, non importa che il personale continui a scappare dai Comuni per andare in Regione. La cosa che interessa loro è continuare a raccontare la favola che tutto va bene e ricompensare i sindaci allineati politicamente con contributi cospicui. L’aspetto peggiore di questa vicenda è che, come è successo oggi in V Commissione, nessun rappresentante della maggioranza ha preso parola per denunciare una situazione che sta diventando intollerabile».

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25 aprile, mozione dell'opposizione in Regione: «Indignati per il mancato patrocinio dalla Giunta di Trieste, la Regione sostenga le celebrazioni della liberazione dal nazifascismo»

 «Siamo indignati per il rifiuto al patrocinio all’iniziativa per la Festa della Liberazione da parte della Giunta del Comune di Trieste, che arrivando dopo la bocciatura da parte della stessa parte politica in Regione dell’emendamento a bilancio volto proprio a contribuire alle celebrazioni evidenzia ancora una volta gli evidenti problemi della maggioranza con la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo - dichiarano le consigliere e i consiglieri di opposizione firmatari di una mozione unitaria presentata in seguito al diniego del patrocinio da parte della Giunta del Comune di Trieste alla festa che il Comitato 25 aprile intendeva organizzare a Trieste per la Liberazione -. Un gesto grave e simbolicamente pesante, con giustificazioni imbarazzanti, che appare come un ulteriore tentativo di svilire il significato della Liberazione e di marginalizzare la memoria della Resistenza nella vita pubblica cittadina. La delusione per questa scelta si aggiunge a quella per la bocciatura dell’emendamento presentato al bilancio regionale per destinare, parimenti a quanto fatto lo scorso anno per il ritorno di Trieste all'Italia, risorse specifiche alla celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione. Una ricorrenza che avrebbe meritato ben altro riconoscimento da parte dell’istituzione comunale e regionale, chiamata a onorare la storia democratica e antifascista su cui si fonda la nostra Repubblica. La Festa della Liberazione non è un semplice evento tra i tanti, ma un pilastro della nostra identità collettiva. Negarne il sostegno ufficiale o rifiutare di contribuire al finanziamento significa voltare le spalle alla Costituzione e ai valori fondanti della nostra democrazia. Per questo, come forze di opposizione, abbiamo presentato una mozione che impegna la Giunta a riconoscere il valore storico e civile del 25 aprile come festa nazionale della Liberazione e momento fondativo dell’identità repubblicana e democratica, sostenendo attivamente, anche mediante concessione del patrocinio e contributi istituzionali, le celebrazioni del 25 aprile organizzate sul territorio regionale da associazioni, comitati e realtà civiche, con particolare attenzione alle iniziative previste per l’80° anniversario della Liberazione, oltre a esprimere pubblicamente, anche in sede di Conferenza delle Regioni, l’impegno del Friuli-Venezia Giulia nella tutela e valorizzazione della memoria democratica e antifascista. Continueremo a essere al fianco di chi difende la memoria della Resistenza e promuove i valori della libertà, dell’antifascismo e della partecipazione democratica. La Liberazione appartiene a tutte e tutti, e la sua celebrazione non può essere ostacolata né svilita da scelte miopi o ideologiche».

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Papa Francesco. Cordoglio del Patto per l'Autonomia: «Sia esempio: non voltiamoci dall'altra parte»

ll capogruppo Massimo Moretuzzo, a nome del Patto per l’Autonomia, esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco. 
 
«Papa Francesco è stato una figura straordinaria non solo per la Chiesa Cattolica, ma per tutta l’umanità. La sua attenzione per la giustizia ambientale e sociale, l’amore per i poveri, la condanna verso le guerre, sono state un richiamo costante all’impegno verso un mondo più equo. Encicliche come Laudato Si’ e Fratelli tutti, fra le altre, sono documenti preziosi che tracciano la direzione che l’umanità dovrebbe seguire per evitare il precipitare della situazione ambientale e sociale del pianeta».
 
«Purtroppo - conclude Moretuzzo - la voce di Papa Francesco è rimasta inascoltata da parte dei leader mondiali, che continuano a perseguire politiche economiche e ambientali devastanti per chi abiterà la terra dopo di noi. L’esempio di Francesco ci invita, ancora una volta, a non girare lo sguardo da un’altra parte».
 
 
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PFAS. Massolino: «La Regione farà la sua parte contro l’inquinamento da Pfas. L’approvazione della nostra mozione dimostra l’urgenza del tema»

PFAS. Massolino: «La Regione farà la sua parte contro l’inquinamento da Pfas. L’approvazione della nostra mozione dimostra l’urgenza del tema»

«Oggi siamo riusciti a far prendere al Consiglio Regionale e alla Giunta un impegno concreto contro l’inquinamento da PFAS — sostanze perfluoroalchiliche — tristemente note come inquinanti eterni. La mozione che abbiamo presentato è infatti stata approvata dall’Aula, concorde nella necessità di porre al più presto l’attenzione su queste sostanze, nocive per la salute di tutti noi. Le PFAS sono più di 10.000 composti chimici impiegati in una vasta gamma di prodotti industriali, altamente persistenti, che si accumulano nel nostro ambiente, nelle acque, nei suoli, negli alimenti… e purtroppo anche nel nostro corpo. Parliamo di sostanze classificate come potenzialmente cancerogene, interferenti endocrini, legate a malattie cardiovascolari, infertilità, disturbi cognitivi, problematiche pediatriche, e molto altro. Un pericolo per la salute della cittadinanza inaccettabile, che va scongiuranto e prevenuto».

 

Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia-Civica FVG, che ha esposto la mozione di cui è prima firmataria e cofirmata dall’opposizione, durante il Consiglio Regionale di oggi, giovedì 17 aprile, approvata poi in modo unanime. 

 

«A gennaio 2026 entrerà in vigore la direttiva UE 2020/2184 che stabilisce un limite massimo di 100 ng/litro per la somma di 24 molecole PFAS nelle acque potabili, ma altri Paesi hanno adottato misure ancora più restrittive. La Francia per esempio ha dato l’esempio a livello europeo, approvando lo scorso 4 aprile a larghissima maggioranza un disegno di legge con cui vieta, dal 1 gennaio 2026, i PFAS nei prodotti non essenziali (vestiti, cosmetici, sciolina). E proprio a fronte di questa notizia abbiamo deciso di proporre questa mozione che poi è stata sostenuta da tutti. Adesso anche la nostra Regione si è presa l'impegno di monitorare la presenza di queste sostanze, aggiornare la cittadinanza e promuovere percorsi informativi sui rischi derivanti dall’uso di queste sostanze nei processi industriali e sui loro danni ambientali. Sul rispetto di questi impegni vigileremo.  Già con il buco nell’ozono si è dimostrato che un’azione coordinata internazionale può scongiurare un disastro ambientale: la Regione si renda protagonista di un simile percorso virtuoso per la tutela delle persone e dell’ambiente».

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Moretuzzo: «But in secca per l’innevamento artificiale, modello turistico insostenibile»

«È evidente che il modello di sviluppo turistico della montagna basato sullo sci è sempre più insostenibile, nonostante le roboanti dichiarazioni rilasciate dalla Giunta regionale nelle scorse settimane sul numero di skipass e sulle presenze nei poli sciistici», ha affermato il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG, Massimo Moretuzzo. «Ulteriore prova è stata la risposta data oggi (17 aprile, ndr) dall’Assessore Scoccimarro all’interrogazione che ho presentato in merito al fatto che il 22 febbraio scorso il torrente But è rimasto in secca per diverse centinaia di metri in prossimità del punto di immissione nel fiume Tagliamento, in modo del tutto innaturale e senza apparenti giustificazioni dovute a lavori in alveo o di altra causa. Allo stesso tempo, nei giorni precedenti, è stata svolta un’intensa attività di innevamento artificiale sugli impianti sciistici del Monte Zoncolan, dovuta alla penuria di neve naturale, che ormai è una costante, come ricordato dall’ARPA nel report del mese di febbraio da cui si evince che “lo spessore dello strato nevoso al suolo rimane più basso, rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni, su tutto l’arco alpino regionale” e che “sui monti i cumulati pluviometrici, se confrontati ai dati climatici del trentennio 1991-2020, sono risultati dal 40% al 60% inferiori alla norma».

Davanti a queste evidenze, continua Moretuzzo, «l’Assessore ha sostenuto che il But non è mai andato in secca, anche se ha ammesso che Promoturismo preleva acqua dal But a Noiaris. Manderemo all’Assessore le fotografie che documentano la mancanza d’acqua nel torrente, e se necessario, porteremo a Trieste le centinaia di persone che hanno visto con i loro occhi quello che è successo. Negare l’evidenza dell’impatto negativo che ha sulla montagna friulana il modello di sviluppo turistico dell’Amministrazione Fedriga, è un errore imperdonabile. L’acqua e i fiumi della Carnia valgono più di qualche skypass».

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Papilloma virus, copertura vaccinale sotto l'1%. Massolino: «Cosa fa la Regione per promuovere questa opera fondamentale di prevenzione?»

«Un dato che dovrebbe allarmarci è quello relativo alla copertura vaccinale da papilloma virus umano (HPV), che apprendiamo essere, in Regione, allo 0,7 nelle bambine e allo 0,4 nei bambini. Per questo ci chiediamo quanto siano efficaci le operazioni di informazione e promozione del vaccino HPV e sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili».

 

Così la consigliera regionale Giulia Massolino del gruppo Patto per l’Autonomia-Civica FVG, che annuncia la presentazione di una interrogazione consiliare su questo tema anche alla luce di quanto emerso dal report infanzia e adolescenza presentato sulla stampa.

 

«Il papilloma virus sappiamo essere responsabile anche di diverse patologie, tra cui alcuni tipi di tumore. Per questo il Servizio Sanitario Nazionale offre, gratuitamente, la vaccinazione, come strumento fondamentale di prevenzione. Tocca però alla Regione, in accordo con le Aziende Sanitarie, promuovere e sostenere campagne informative sui rischi di questo virus e sulla possibilità di vaccinazione, anche coinvolgendo i pediatri. Per questo ho presentato un’interrogazione per conoscere quali iniziative siano state adottate negli ultimi anni per promuovere la campagna vaccinale contro l'HPV, se esistono studi o indagini per valutare l'efficacia delle campagne informative e con quali esiti, e soprattutto quante risorse sono state impegnate in questa operazione di prevenzione fondamentale. Non possiamo abbassare la guardia su un tema così fondamentale di salute pubblica. Prevenire si può e si deve».

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Burlo a Cattinara. Massolino: «Finalmente si ascoltano le istanze dei promotori della petizione, ma servono garanzie su compensazioni e via dell'Istria»

«Finalmente siamo riusciti a ottenere l'audizione dei promotori della petizione - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia, a margine della III Commissione dove vi è stata l'audizione di Paolo Radivo, primo firmatario della petizione del Coordinamento Salviamo il Burlo e la Pineta di Cattinara -. Peccato l'audizione, che da regolamento si sarebbe dovuta tenere entro luglio 2024, sia stata convocata con inspiegabile ritardo, quando la Pineta è già stata abbattuta, e solo grazie ai numerosi solleciti che ho inviato. Il mancato rispetto degli strumenti di democrazia partecipativa, oltre a una violazione dei diritti della cittadinanza, è un atteggiamento che certo non aiuta a costruire fiducia tra popolazione e istituzioni».

 

Nel merito degli esiti della Commissione odierna la consigliera commenta: «Avevamo presentato una mozione che chiedeva una sospensiva dei lavori e una ridiscussione degli stessi perché fortemente preoccupati per le numerose criticità del vecchio progetto di trasferimento. Consapevoli che le ragioni per il trasferimento del Burlo sono difficilmente superabili nella sede di via dell'Istria, non può che farci piacere che diverse criticità del vecchio progetto siano state, quantomeno parzialmente, superate. Tuttavia sono necessarie ulteriori rassicurazioni in merito alle compensazioni e al destino del complesso di via dell'Istria. Innanzitutto va chiarito che gran¹ parte dell'area dove sorgeva la Pineta verrà destinata a parcheggio e non all'ospedale, pertanto si sarebbe potuta salvare con un opportuno piano di mobility management, aspetto sul quale nell'audizione tenutasi in febbraio non vi sono state risposte. Non è tollerabile poi che non vi sia chiarezza (nonostante lo abbia esplicitamente chiesto) su entità, tempi e modi per le compensazioni. Il progetto iniziale prevedeva oltre 4000 alberature, l'assessore Scoccimarro ne aveva poi dichiarati circa 3000 in risposta al mio emendamento di dicembre 2024, ma nell'ultima audizione gli alberi sono improvvisamente diventati 865, e senza alcuna risposta in merito ai tempi di piantumazione. Per quanto riguarda gli edifici di via dell'Istria, nemmeno nella risoluzione proposta oggi dalla Commissione, nonostante il parziale impegno a portare avanti l'istanza delle compensazioni e della tutela della qualifica IRCCS del Burlo, non vi è una parola sulla destinazione di quegli spazi, che sono a serio rischio speculazione».

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Moretuzzo a Sacile per le celebrazioni della Fieste de Patrie dal Friûl: «Molto va ancora fatto». Depositata interrogazione

Moretuzzo a Sacile per le celebrazioni della Fieste de Patrie dal Friûl: «Molto va ancora fatto».

Depositata interrogazione sulla volontà di procedere

con una norma di attuazione dello statuto di autonomia

«La Fieste de Patrie dal Friûl si conferma un’importante occasione di riflessione, di conoscenza e di condivisione per ragionare del Friuli di oggi e di domani, della sua pluralità linguistica e culturale, della sua tradizione di autogoverno, della sua vocazione a mettersi in relazione con il resto dell’Europa e del mondo: un patrimonio da trasmettere alle generazioni più giovani», ha affermato oggi (domenica 6 aprile, ndr) a Sacile il segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, nel giorno delle celebrazioni ufficiali della nascita dello Stato patriarcale friulano nella cittadina che, nel 1366, il patriarca Marquardo di Randeck scelse per promulgare le “Constitutiones Patriae Fori Iulii”.

«Molto va ancora fatto se pensiamo all’attuazione parziale della normativa per l'insegnamento della lingua friulana nelle scuole e al mancato riconoscimento dei diritti della minoranza linguistica friulana nella programmazione radiotelevisiva della Rai con l’attivazione di notiziari radiofonici e televisivi quotidiani nel servizio pubblico radiotelevisivo e la creazione di una redazione giornalistica di lingua friulana all’interno della struttura Rai. Inoltre – ha evidenziato Moretuzzo –, la Regione continua a ignorare opportunità che le sarebbero riconosciute a livello costituzionale. Nel 2009 la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità di alcune disposizioni della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana indicando la necessità di una revisione normativa per definire in modo più chiaro l’ambito di esercizio della funzione legislativa spettante alla Regione ai sensi della legge 482/1999. Ad oggi ignoriamo a che punto sia l'iter di elaborazione della norma di attuazione statutaria, la cui redazione peraltro è già stata indicata su nostra richiesta nelle linee di indirizzo alla componente regionale della Commissione paritetica approvate dal Consiglio regionale, ma al momento non sappiamo se effettivamente siano stati compiuti passi in avanti in tal senso».

Per questa ragione, Moretuzzo ha depositato una interrogazione rivolta all’Assessore Roberti per sapere se siano state date indicazioni politiche agli uffici competenti per la stesura di una prima bozza della norma di attuazione statutaria da sottoporre, una volta approvata dalla Giunta, alla Commissione paritetica, e con quali tempistiche.

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Patto per l’Autonomia a Trieste alla manifestazione in difesa della sanità pubblica

Patto per l’Autonomia a Trieste alla manifestazione in difesa della sanità pubblica. Moretuzzo e Massolino: «Stop alla esternalizzazione di settori strategici del servizio sanitario regionale. Serve un confronto serio»

 

Il Patto per l'Autonomia ha partecipato con una sua delegazione alla manifestazione “L'importante è la salute. La sanità pubblica: un bene prezioso da difendere”promossa da Cgil e Coordinamento salute Friuli-Venezia Giulia, che si è tenuta oggi (4

aprile, ndr) a Trieste. «Abbiamo aderito all’iniziativa per ribadire l’importanza della sanità pubblica e condannare i processi di privatizzazione ed esternalizzazione di settori strategici del servizio sanitario del Friuli-Venezia Giulia – affermano i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino –. Ribadiamo la centralità della sanità pubblica che deve mantenere competenze e capacità di erogare servizi a persone e comunità. Serve un confronto serio in Consiglio regionale, nell’ambito della Commissione competente, che va condiviso con i territori. Riceviamo segnalazioni quotidiane che indirizzano anche le nostre azioni in aula, ma è evidente che la gestione del sistema sanitario richiede un approccio sistemico adeguato alla sua complessità. L’accelerazione impressa dalla Giunta Fedriga sulla privatizzazione è profondamente sbagliata. E non è accettabile che venga presentata come l’unica soluzione possibile per tenere aperti alcuni servizi».

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Più patenti ritirate ma aumentano gli incidenti: dubbia è l’intera riforma del Ministro Salvini, più che la lucidità di chi è alla guida»

«Più patenti ritirate ma aumentano gli incidenti: dubbia è l’intera riforma del Ministro Salvini, più che la lucidità di chi è alla guida»

«Ci servono regole serie per la sicurezza stradale, un cambio di paradigma che renda sicure le strade e non criminalizzi i comportamenti sociali o metta in campo dubbie esibizioni di forza e sanzioni contro sostanze legali. Il caso della giovane di Udine a cui è stata sospesa la patente per una “dubbia positività” di thc nel corpo, in misura tale da non alterare le capacità di guida, è solo uno degli episodi che dimostrano il fallimento del nuovo codice della strada voluto dal Ministro Salvini: si criminalizza l’uso di sostanze sempre, anche quando legali e terapeutiche, e soprattutto senza tenere conto del tempo che intercorre dalla loro assunzione e il momento della guida. Per la nostra corregionale oltre il danno anche la beffa: in ospedale le sono stati prescritti farmaci a base di cannabinoidi». 

 

Interviene così Giulia Massolino del Patto per l’Autonomia per contestare, anche dopo aver presentato in Consiglio regionale una mozione sullo stesso tema che chiedeva di affrontare il vero problema dell’insicurezza stradale, ossia la velocità, il paradossale caso subito da una cittadina della nostra regione a causa del nuovo codice della strada.

 

«I pericoli alla guida sono altri, basta pensare che da quando il nuovo codice è in vigore sono aumentati i sinistri, non sono diminuiti. A fronte di quasi 17mila patenti ritirate (o sospese) non sono nei fatti diminuiti i rischi stradali. Per questo abbiamo sempre sostenuto che il progetto del ministro Salvini fosse solo propagandistico e avesse conseguenze assurde come quelle della giovane di Udine».

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Massolino: «Perché si è negato l’accesso del CPR di Gradisca al regista Andrea Segre?»

Massolino: «Uno Stato democratico deve essere trasparente, sempre. Perché si è negato l’accesso del CPR di Gradisca al regista Andrea Segre?»

«È sempre preoccupante quando lo Stato nega trasparenza e accesso alla cittadinanza, e lo è ancora di più se si parla di accesso a un luogo in cui sono ospitate centinaia di persone le cui condizioni destano da sempre preoccupazione e sdegno». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia-Civica FVG dopo la conferenza stampa del regista Andrea Segre che ha denunciato il ritiro del permesso di accesso da parte del Ministero dell’Interno presso il CPR di Gradisca d’Isonzo senza motivazioni chiare.

 

«Il CPR di Gradisca è sempre sotto la nostra attenzione, io stessa ho richiesto e ottenuto lo scorso anno un sopralluogo della VI Commissione consiliare, ma più che la politica e gli amministratori è necessario che quello spazio sia aperto alla stampa, ai reporter, a chi come Segre ha la capacità e la possibilità di raccontare alla cittadinanza cosa succede tra quelle mura e come ci si è arrivati, dando voce a chi in questo momento in Italia non ha voce, né un nome, né un volto: i migranti che disperati arrivano da un mondo povero e in fiamme. Quello che è successo è grave, testimonia ancora una volta una sospensione democratica in una struttura gestita dallo Stato».

 

«Dovrebbero essere chiari e uguali per tutti -  prosegue Massolino - i modi e i tempi di gestione dell'accesso di giornalisti e fotocineoperatori e che questi siano quantomeno conformi alla direttiva sui CPR dove si prevede che se l’accesso viene negato la motivazione deve essere chiara  e verificabile. Così non è stato per Andrea Segre, per quanto ne sappiamo, ma chissà quante altre richieste di questo tipo sono state negate. Faremo il possibile, per quanto nelle nostre competenze e capacità, per rendere trasparente quel luogo, perché  chiediamo da sempre che ci sia la possibilità di interloquire con le persone ospitate, con chi ne è responsabile e con chi vi opera. La gestione dei flussi migratori e il tema dell’accoglienza sono questioni complesse che vanno affrontate con razionalità, trasparenza, democrazia e concretezza anche in quelle che sono le strutture territoriali integrate».

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Moretuzzo: «Nella Fieste de Patrie dal Friûl si ragioni sul futuro del Friuli».

Moretuzzo: «Nella Fieste de Patrie dal Friûl si ragioni sul futuro del Friuli».

Depositata interrogazione sulla volontà di procedere

con una norma di attuazione dello statuto di autonomia

«La Fieste de Patrie dal Friûl è l’occasione per ragionare sul futuro del Friuli – terra composita e policentrica dall’identità plurale e inclusiva – con la consapevolezza che autonomia e specialità della regione trovano il principale fondamento nella presenza delle minoranze linguistiche – quella friulana è quella numericamente più significativa – e nella loro tutela», afferma, nel giorno della ricorrenza, il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo.

«In questo senso, la Regione non fa abbastanza su più fronti, ignorando opportunità che le sarebbero riconosciute a livello costituzionale». Moretuzzo chiarisce: «Nel 2009 la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità di alcune disposizioni della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana indicando la necessità di una revisione normativa per definire in modo più chiaro l’ambito di esercizio della funzione legislativa spettante alla Regione ai sensi della legge 482/1999. Ad oggi ignoriamo a che punto sia l'iter di elaborazione della norma di attuazione statutaria, la cui redazione peraltro è già stata indicata su nostra richiesta nelle linee di indirizzo alla componente regionale della Commissione paritetica approvate dal Consiglio regionale, ma al momento non sappiamo se effettivamente siano stati compiuti passi in avanti in tal senso».

Per questa ragione, Moretuzzo ha depositato una interrogazione rivolta all’Assessore Roberti per sapere se siano state date indicazioni politiche agli uffici competenti per la stesura di una prima bozza della norma di attuazione statutaria da sottoporre, una volta approvata dalla Giunta, alla Commissione paritetica, e con quali tempistiche.

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Trasporto scolastico. Rinvio a giudizio per la ditta Tundo. Moretuzzo: «Epilogo che si poteva evitare»

Trasporto scolastico. Rinvio a giudizio per la ditta Tundo. Moretuzzo: «Epilogo che si poteva evitare. Quanto è costato alle casse della Regione l’appalto del servizio? Nostra interrogazione ancora senza risposta»+

«Apprendiamo dalla stampa che il 7 maggio inizierà il processo a carico della ditta Tundo e del suo amministratore delegato a causa delle inadempienze della ditta che si era aggiudicata l’appalto del trasporto scolastico attraverso la Centrale unica di committenza regionale e che ha causato pesantissimi disagi a spese di migliaia di ragazze e ragazzi e delle loro famiglie di una trentina di comuni del Medio e Basso Friuli. Le accuse riguardano i reati di frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Un epilogo che si sarebbe potuto evitare, ma la Giunta Fedriga preferì tirare dritto», commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo ricordando come «nella scorsa legislatura, avevamo evidenziato fin dall’inizio il colossale errore compiuto dall’esecutivo con l’appalto del servizio, sollecitando la rescissione del contratto in base alle conclamate inadempienze della ditta com’era stato fatto tempestivamente in altre parti d’Italia. In Friuli-Venezia Giulia, invece, l’amministrazione Fedriga ha scaricato sui Comuni la gestione del rapporto con l’azienda e l’individuazione delle soluzioni alternative, con un aumento dei costi enorme e la beffa della fideiussione, prevista dal bando e presentata da Tundo, che avrebbe dovuto coprire il rischio della Regione: peccato che la società di assicurazioni rumena titolare della fideiussione sia fallita. E anche questo rischio l’avevamo ampiamente denunciato in aula».

«L’affare Tundo è costato alle casse della Regione quasi 6 milioni di euro. Oltre a questo esborso significativo – continua Moretuzzo –, vanno considerate altre “perdite” subite dalla Regione: dai costi amministrativi per sanare le criticità a quelle per gestire i nuovi affidamenti. A quanto ammonta complessivamente il danno subito da parte della Regione e dei Comuni interessati? Quali somme sono state recuperate da parte dell’amministrazione regionale per i danni subiti? Quali iniziative sono state poste in essere per poter procedere all’incameramento della garanzia? Tutte domande che abbiamo posto alla Giunta regionale in una interrogazione depositata lo scorso mese di agosto. Dopo 8 mesi ancora nessuna risposta».

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Suicidio al Coroneo. Massolino: «Un'altra tragedia annunciata. Mai convocata l'audizione in III Commissione chiesta 10 mesi fa, inaccettabili e ingiustificato ritardo»

«Un’altra tragedia in carcere, un altro segno che i problemi all’interno delle Case Circondariali producono dolore, isolamento e morte. - così Giulia Massolino dopo il suicidio del giovane detenuto  avvenuto al Coroneo - Non conosciamo i motivi dietro al suicidio del giovane, ma è inaccettabile che un essere umano sotto tutela dello Stato subisca prima un’aggressione, venga isolato e infine muoia. Sono passati 8 mesi dalla rivolta della scorsa estate, e 10 mesi dalla richiesta di audizione che abbiamo presentato relativamente ai grossi problemi delle carceri regionali».

Un anno fa la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - Civica FVG Giulia Massolino aveva infatti partecipato a un sopralluogo nella casa circondariale di Trieste, e aveva in seguito richiesto un’audizione in III Commissione consiliare, a cui invitare le e i Garanti dei Detenuti comunali e regionali e le direttrici e i direttori delle carceri regionali.

«Un anno fa durante un sopralluogo ho potuto parlare con le operatrici e gli operatori, che mi avevano descritto la situazione come una polveriera pronta a esplodere, cosa che poi è avvenuta con i disordini dello scorso luglio - spiega Massolino -. Per questo avevamo chiesto l’audizione, per comprendere come potessimo agire in Regione per contribuire ad alleviare la condizione complessa delle persone private della libertà. Audizione che da regolamento avrebbe dovuto tenersi entro dieci giorni, ma sono stata costretta a richiedere un sollecito proprio la scorsa settimana, a dieci mesi di distanza, e poco prima di questa nuova tragedia. L'ennesima volta in cui la III Commissione non risponde alle richieste delle e dei componenti del Consiglio o della cittadinanza, una mancanza ingiustificabile e intollerabile». 

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Oggi incontro a San Daniele del Friuli iniziativa pubblica del Patto per l’Autonomia per promuovere la tutela del Tagliamento

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“Tiliment, anime dal Friûl”, grande partecipazione all’iniziativa pubblica del Patto per l’Autonomia per promuovere la tutela del fiume nella Giornata mondiale dell’acqua. 

A San Daniele del Friuli il mondo culturale friulano si mobilita per il Re dei fiumi alpini

Grande partecipazione all’iniziativa “Tiliment, anime dal Friûl”, organizzata dal Patto per l’Autonomia nella Giornata mondiale dell’acqua, sabato 22 marzo, a San Daniele del Friuli. Un pubblico numeroso si è raccolto nella Loggia della Biblioteca Guarneriana per ribadire l’importanza di tutelare il Tagliamento, riconoscendone l’unicità dal punto di vista naturalistico e paesaggistico e lo straordinario valore culturale e identitario, bene comune prezioso non solo per le comunità friulane, ma per tutta l’umanità. Un pensiero unanime condiviso da molti esponenti del mondo della musica, della letteratura e del teatro di tutto il Friuli, che hanno a cuore la sorte del Tagliamento.

In particolare, sono intervenuti lo scrittore Tullio Avoledo; Guido Carrara, musicista, illustratore e fumettista; Nicole Coceancig, cantautrice; Lussia di Uanis, poetessa e pittrice; il rapper DjTubet; Angelo Floramo, insegnante, scrittore e storico medievista; Susan Franzil, musicista; Franco Giordani, cantautore e scrittore; Stefano Montello, musicista, scrittore e contadino sociale; Stiefin Morat, poeta e scrittore; Paolo Patui, scrittore, drammaturgo e operatore culturale; Manuel Stefanutti, musicista; Aida Talliente, attrice e autrice di spettacoli teatrali.

Canzoni e letture si sono alternate alle riflessioni sul presente e sul futuro del fiume. Nel suo intervento, il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo ha ricordato che «il fiume Tagliamento rappresenta un unicum in Europa e ciò che lo rende davvero eccezionale è l'integrità ecosistemica che ancora conserva e che ne fa uno degli ultimi grandi fiumi naturali d'Europa, per questo va assolutamente salvaguardata la naturalità del fiume, scongiurando mega opere impattanti che rischiano di non essere né risolutive, né rispettose dell'ambiente. La sicurezza delle popolazioni rivierasche è certamente un obiettivo importante che va perseguito con interventi compatibili con la tutela della naturalità del fiume, secondo le indicazioni della comunità scientifica internazionale sulla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua. Lo ribadiremo anche in Consiglio regionale – ha aggiunto Moretuzzo – quando discuteremo della mozione con la quale chiediamo di realizzare uno studio tecnico-scientifico per la mitigazione del rischio idraulico del Tagliamento e la tutela del suo ecosistema, coinvolgendo ricercatrici e ricercatori italiani e internazionali con esperienza nella gestione fluviale, e assicurando ampi spazi di partecipazione e dibattito pubblico sulla pianificazione e gestione del bacino idrografico del fiume».

In questo senso, «la Regione Friuli-Venezia Giulia deve iniziare a confrontarsi seriamente con Università e mondo scientifico che da anni studiano i fenomeni legati alla sicurezza idraulica senza arroccarsi sulle proprie posizioni». Moretuzzo ha citato gli esiti degli studi più recenti sulla gestione del fiume e in particolare quello del Laboratorio di Idraulica dell’Università di Udine, coordinato dal prof. Marco Petti. «Secondo lo studio, se saranno realizzate le misure del Piano Gestione Rischio Alluvioni del bacino previste dall'Autorità di Bacino e approvate dalle Regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto, in particolare l’inversione delle portate tra Cavrato e Tagliamento, potrebbero andare sott’acqua diverse aree della zona di Lignano. Ci aspettiamo che la Regione ne tenga conto».

A San Daniele del Friuli è stata lanciata anche la proposta di attribuire la personalità giuridica al fiume Tagliamento. Demetrio Spanti, in rappresentanza della Rete Comunità di vita della Terra (una realtà composta da soggetti civici e varie associazioni), se ne è fatto portavoce ricordando che sono diverse le proposte in questo senso che si stanno sviluppando nel mondo, nell’ottica di riconoscere le acque non più come risorse da sfruttare con fini economici, quanto parte essenziale per le comunità e per la loro vita. In questo senso Spanti ha anche annunciato un evento in programma per il prossimo 6 giugno che sarà aperto a cittadinanza e associazioni che si battono per il Tagliamento ma anche agli amministratori locali, che saranno ovviamente fondamentali per la riuscita di questo innovativo processo di mobilitazione, con l’auspicio che si colga fin da subito che non si tratta di una provocazione fine a sé stessa quanto l’occasione per affermare che la giustizia e la partecipazione sono valori fondamentali per la nostra società e per il futuro del nostro territorio.

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Moretuzzo: «Comuni al collasso, 839 milioni di euro di investimenti bloccati»

«Dopo 7 anni di amministrazione Fedriga la situazione del sistema delle Autonomie locali del Friuli-Venezia Giulia è desolante: metà Comuni senza segretario comunale, mancano 1500 dipendenti per coprire le necessità amministrative, le Comunità volontarie dei Comuni avviate si contano sulle dita di una mano e alle ultime elezioni in 28 Comuni su 114 c’era un solo candidato sindaco. Se non bastassero questi dati clamorosi per definire un contesto disastroso, si consideri la crescita esponenziale delle risorse ferme nei cassetti dei municipi per opere che non riescono a essere cantierate per la mancanza di personale negli uffici tecnici e nelle ragionerie». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo.

«Solo ieri, dopo una interrogazione urgente relativa all’entità dell’avanzo di amministrazione e del fondo pluriennale vincolato dei Comuni per l’anno 2023, presentata il 18 novembre scorso, l’Assessore Roberti con un ingiustificabile ritardo ci ha risposto comunicandoci un dato eclatante: siamo passati dai 700 milioni del 2021 ai 760 milioni del 2022, agli 839 milioni del 2023, un aumento di circa il 20% in due anni. Una situazione quindi disastrosa – sottolinea Moretuzzo –, che vede non solo una profonda difficoltà nell’erogazione dei servizi ai cittadini, ma una incapacità di spesa che tiene ferme centinaia di milioni di euro che potrebbero dare ossigeno all’economia regionale. Di questo passo alla fine della legislatura ci saranno risorse bloccate per oltre un miliardo di euro, una cifra che dimostra il fallimento completo dell’azione amministrativa della Giunta Fedriga».

«Vista la situazione, abbiamo depositato una proposta di legge per procedere con una clausola valutativa rispetto alla riforma Roberti, che evidentemente non ha prodotto nessun risultato utile a migliorare la condizione del sistema delle autonomie locali. In questo contesto, il dibattito sulla reintroduzione delle Province sul modello del passato è surreale, utile solo ad alimentare la propaganda del centrodestra e a distribuire qualche poltrona in più a parziale ristoro delle promesse elettorali», conclude Moretuzzo.

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Moretuzzo: «Comunità energetica della Marca Trevigiana in Friuli, no a fondi regionali»

«Non bastano le migliaia di ettari di terreni agricoli coperti da pannelli fotovoltaici frutto della speculazione finanziaria dei fondi di investimento, ora ci attende anche la colonizzazione di Comunità energetiche venete che potrebbero beneficiare dei contributi regionali sulle CER. Siamo al paradosso, l’Assessore Scoccimarro intervenga e prenda una posizione netta». Questa la dura presa di posizione del capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo, che ha interrogato la Giunta per sapere se la Comunità energetica rinnovabile della Marca Trevigiana ha titolo ad accedere ai contributi regionali dedicati. Lo ha fatto dopo il comunicato stampa ufficiale di Enel con cui, dando notizia del via della CER della Marca Trevigiana, informa che questa dispone di un impianto fotovoltaico in Friuli e che sta cercando adesioni nei comuni del Medio Friuli.

«A giudicare dalla risposta di ieri, l’Assessore Scoccimarro ha lasciato intendere che non si esclude il riconoscimento di fondi alla CER veneta. Una possibilità che ci lascia molto perplessi – continua Moretuzzo –. Siamo convinti che sia fondamentale rafforzare il sistema regionale promuovendone l’autonomia energetica, e non incentivare le Comunità energetiche di altre Regioni a scapito di quelle realtà che nel nostro territorio stanno faticosamente lavorando dal basso, coinvolgendo in modo partecipato le realtà locali. Finanziare una Comunità energetica della Marca Trevigiana nel Medio Friuli è assurdo rispetto al senso stesso di una CER, che si basa sulla partecipazione democratica e solidale dei cittadini e delle comunità locali alle scelte su un tema centrale come quello dell’energia. Siamo davanti all’ennesimo atto di colonizzazione veneta del Friuli con il benestare, e forse il sostegno economico, della Giunta regionale».

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Emendamento last minute sui minori stranieri. Moretuzzo: «Ennesimo atto di propaganda elettorale»

Emendamento last minute sui minori stranieri.

Moretuzzo: «Ennesimo atto di propaganda elettorale»

«Oggi abbiamo assistito a un’altra brutta pagina della politica regionale con la maggioranza che, all’ultimo minuto, ha calato l’ennesimo emendamento a beneficio di consenso elettorale». Non ci sta Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, che critica aspramente la «propaganda becera sulla pelle delle persone» fatta dal centrodestra nell’ambito della discussione del disegno di legge in materia di sicurezza e immigrazione, approvato dal Consiglio regionale dopo una clamorosa forzatura nella procedura dei lavori d’aula. Il riferimento è all’emendamento che stabilisce di subordinare le istanze per il rilascio di nuove autorizzazioni per strutture che accolgono minori stranieri non accompagnati a un parere vincolante della Regione. «Una scorrettezza istituzionale su un tema di grande complessità che avrebbe necessitato un confronto in sede di Commissione, ma che invece è stato portato in aula per mantenere alta la tensione in vista delle elezioni comunali di Monfalcone», conclude Moretuzzo.

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“Tiliment, anime dal Friûl”, iniziativa pubblica del Patto per l’Autonomia per promuovere la tutela del fiume Tagliamento nella Giornata mondiale dell’acqua.

“Tiliment, anime dal Friûl”, iniziativa pubblica del Patto per l’Autonomia per promuovere la tutela del fiume Tagliamento nella Giornata mondiale dell’acqua.

Appuntamento sabato 22 marzo, alle 16.30, a San Daniele del Friuli con artiste e artisti da tutto il Friuli

Nella Giornata mondiale dell’acqua, sabato 22 marzo, il Patto per l’Autonomia organizza un incontro pubblico per promuovere la tutela del Tagliamento, un bene comune prezioso non solo per le comunità friulane, ma per tutta l’umanità. All’evento, dal titolo “Tiliment, anime dal Friûl”, che si terrà alle ore 16.30 nella Loggia della Biblioteca Guarneriana a San Daniele del Friuli, hanno aderito esponenti del mondo della musica, della letteratura e del teatro di tutto il Friuli.

In particolare, interverranno: lo scrittore Tullio Avoledo; Guido Carrara, musicista, illustratore e fumettista; Nicole Coceancig, cantautrice; Lussia di Uanis, poetessa e pittrice; Angelo Floramo, insegnante, scrittore e storico medievista; Franco Giordani, cantautore e scrittore; Stefano Montello, musicista, scrittore e contadino sociale; Stiefin Morat, poeta e scrittore; Paolo Patui, scrittore, drammaturgo e operatore culturale; Manuel Stefanutti, musicista; Lino Straulino, cantautore e compositore; Aida Talliente, attrice e autrice di spettacoli teatrali.

«Siamo convinti che la tutela della naturalità del fiume in tutto il suo bacino e la mitigazione del rischio per le popolazioni rivierasche non devono essere contrapposte, ma possono convivere secondo le indicazioni della comunità scientifica internazionale sulla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua», afferma il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo. «Lo ribadiremo nel corso dell’iniziativa a San Daniele del Friuli, e lo faremo poi in aula quando discuteremo della mozione con la quale chiediamo di realizzare uno studio tecnico-scientifico per la mitigazione del rischio idraulico del Tagliamento e la tutela del suo ecosistema, coinvolgendo ricercatrici e ricercatori italiani e internazionali con esperienza nella gestione fluviale, e assicurando ampi spazi di partecipazione e dibattito pubblico sulla pianificazione e gestione del bacino idrografico del fiume».

«A San Daniele del Friuli rifletteremo anche sugli esiti degli studi più recenti sulla gestione del fiume e in particolare quello del Laboratorio di Idraulica dell’Università di Udine, coordinato dal prof. Marco Petti – continua Moretuzzo –. Secondo lo studio, se saranno realizzate le misure del Piano Gestione Rischio Alluvioni del bacino previste dall'Autorità di Bacino e approvate dalle Regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto, in particolare l’inversione delle portate tra Cavrato e Tagliamento, potrebbero andare sott’acqua diverse aree della zona di Lignano. Ci aspettiamo che la Regione Friuli-Venezia Giulia faccia le opportune valutazioni sui risultati dello studio, e inizi a confrontarsi seriamente con Università e mondo scientifico che da anni studiano i fenomeni legati alla sicurezza idraulica senza rinchiudersi sulle proprie posizioni che finora hanno stupito per la pericolosa approssimazione con cui si continua a gestire il tema del Tagliamento».

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Linguaggio di genere. Massolino: «Triste dibattito, inquinato dalle affermazioni della maggioranza intrise di luoghi comuni e benaltrismo»

«È stato davvero sconsolante il dibattito odierno sulla mozione per il linguaggio di genere, inquinato dalle affermazioni della maggioranza intrise di luoghi comuni e benaltrismo» - Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia, esprimendo il suo disappunto per la bocciatura della mozione sul linguaggio di genere di cui è prima firmataria e che è stata sottoscritta dall’intera opposizione.

 

Prosegue la consigliera: «Avevamo presentato questa mozione senza nessuna contrapposizione, basandoci sul percorso fatto da altre amministrazioni pubbliche e istituzioni, dalla Cassazione a Consigli comunali e Regionali, dall’Accademia della Crusca fino alla locale Carta di Pordenone. La maggioranza ha, invece, discusso e votato in modo tristemente ideologico, tirando fuori le peggio argomentazioni da anni confutate in mille occasioni: dal guardio allo sradicamento della lingua italiana, dall’inutilità e la perdita di tempo fino e scadendo infine verso il più irragionevole benaltrismo. Di sessismo nella lingua italiana si parla dal lontano 1987, con le raccomandazioni per un uso non sessista della lingua di Alma Sabadini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, eppure per qualcuno non è ancora il momento, e viene da pensare che auspichi non lo diventi mai per non perdere i tanti privilegi dell’androcentrismo a cui siamo tristemente abituate».

 

«L’uso del linguaggio non è neutro: riflette e rafforza le strutture di potere esistenti, e adottare un linguaggio rispettoso della diversità è un atto politico, un’azione concreta per contrastare le disuguaglianze, perché le parole hanno il potere di dare forma al futuro. Ignorare questa realtà significa perpetuare stereotipi e rendere invisibile una parte maggioritaria della popolazione. La Regione avrebbe avuto l’opportunità di adottare strumenti chiari per garantire una comunicazione più equa e rappresentativa, allineandosi alle migliori pratiche già adottate in altre amministrazioni pubbliche e dando un supporto chiarificatore anche a chi lavora negli Uffici» prosegue Massolino. 

 

«Continueremo a lavorare affinché il principio di parità non resti solo una dichiarazione di intenti, ma si traduca in azioni concrete che possano rendere le istituzioni realmente accessibili e rappresentative di tutte e tutti», conclude la consigliera.

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Sanità territoriale. Friuli-Venezia Giulia bocciato dal report Agenas. Moretuzzo e Cosolini: «Nessuna Casa della Comunità attivata delle 32 programmate. La Giunta riferisca in Commissione»

Sanità territoriale. Friuli-Venezia Giulia bocciato dal report Agenas.

Moretuzzo e Cosolini: «Nessuna Casa della Comunità attivata delle 32 programmate.

La Giunta riferisca in Commissione»

«Dopo aver letto il report dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, che riporta in modo sintetico i dati del secondo semestre 2024 elaborati da Agenas sul monitoraggio relativo all’attuazione del Decreto Ministeriale 77/2022, non possiamo che esprimere preoccupazione per il dato del Friuli-Venezia Giulia che si trova in ultima posizione rispetto a tutti i parametri analizzati per il conseguimento degli obiettivi indicati dal DM 77 in materia di sanità territoriale. Chiediamo al Presidente Fedriga e all’Assessore Riccardi di riferire in Consiglio sugli interventi in essere o da programmare per recuperare questa situazione e garantire la piena attuazione degli obiettivi». Così i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo e del PD Roberto Cosolini.

«La fotografia presentata da Agenas è preoccupante: a fronte delle 32 Case della Comunità programmate, Agenas riporta che la nostra Regione non ne ha attivata nemmeno una, neanche con un solo servizio. Anche per i 13 ospedali di comunità previsti il numero di quelli attivi è pari a zero. Eppure in altre Regioni le cose sono andate diversamente: in Emilia-Romagna 177 Case della Comunità previste e 125 attivate con almeno un servizio, di cui 26 con tutti i servizi obbligatori, Lazio 17 su 39, Lombardia 138 su 207, Marche 16 su 29. Certo in Friuli-Venezia Giulia il piano per le Case di Comunità prevede importanti interventi di ristrutturazione ed edificazione monitorati recentemente dalla Corte dei Conti, ma è altrettanto vero ed evidente che la predisposizione dei contenitori non esaurisce le azioni necessarie per fare funzionare queste strutture sul territorio. È tempo che la Giunta prenda atto delle difficoltà del sistema e le affronti in modo trasparente, con proposte chiare e un dibattito aperto, dentro e fuori il Consiglio regionale».

«La soluzione delle criticità della sanità regionale, che sono certamente complesse e vengono da lontano, passa innanzitutto attraverso una riorganizzazione della Medicina territoriale, senza la quale non è pensabile affrontare le enormi difficoltà che vivono le strutture ospedaliere – continuano Cosolini e Moretuzzo –. Di certo non possono essere affrontare attraverso la scorciatoia della privatizzazione di pezzi fondamentali del Servizio sanitario regionale, magari mascherati da atti amministrativi dovuti: a questo proposito riteniamo indispensabile che su due temi, ipotesi di privatizzazione di servizi ospedalieri a Latisana e Spilimbergo e stato di attuazione del DM 77, il Presidente Carlo Bolzonello eviti inaccettabili dilazioni e convochi tempestivamente la Terza Commissione».

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Report neve diversa. Patto per l'Autonomia: «Crisi climatica è evidente, Bini e Fedriga gli unici a non accorgersene»

«Il report diffuso da Legambiente fotografa una situazione drammatica per le nostre montagne: la neve naturale diminuisce, i costi economici e ambientali dell’innevamento artificiale aumentano - dichiarano il consigliere Moretuzzo e la consigliera Massolino in merito al report Nevediversa - . Bisogna prendere atto che il turismo invernale tradizionale è insostenibile sia per l'ambiente che per le comunità locali. Il report dell’ARPA FVG sullo scorso mese di gennaio ha certificato un aumento medio delle temperature di oltre 2 gradi rispetto all’ultimo decennio e uno spessore dello strato nevoso al suolo più basso rispetto alla climatologia degli ultimi 50 anni su tutto l’arco alpino regionale, con realtà come Forni di Sopra dove non è nevicato. A fronte di queste evidenze scientifiche la Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia continua a spendere allegramente decine di milioni di euro finanziando forme di turismo ormai anacronistiche. Ne è esempio il parziale recupero con conseguente investimento per la pista slalom di Chiusaforte, citata nel report tra gli esempi italiani di “accanimento terapeutico”. Da anni denunciamo questa situazione e l’urgenza di cambiare decisamente direzione. Per ora da parte del centrodestra abbiamo visto solo la propaganda e le dichiarazioni di intenti della legge regionale FVGreen, che, a due anni dalla sua approvazione, è rimasta sulla carta».

 

«La dipendenza crescente dall’innevamento artificiale è un segnale d’allarme che non può più essere ignorato: la Regione ha già speso oltre 5 milioni di euro per garantire la neve sulle piste, per i 122.761 mq di bacini artificiali stimati per il FVG, senza un piano concreto per la riconversione sostenibile delle aree montane. Le parole di Legambiente trovano conferma nei numeri: sempre più impianti dismessi, costi in aumento per cittadinanza e imprese locali e una montagna che sta cambiando sotto i nostri occhi. Tutto questo impone che la Giunta regionale smetta di perdere tempo ed elabori un piano strutturato per sostenere la transizione ecologica delle località montane, incentivando forme di turismo dolce e responsabile, come quelle già avviate con successo in altre regioni alpine. Serve una governance partecipata, che coinvolga le comunità locali, gli operatori turistici e le realtà del territorio per ripensare il futuro della montagna friulana. Non possiamo più permetterci di sprecare risorse in soluzioni tampone che non fanno altro che rimandare un problema strutturale. Se la Regione continuerà a ignorare la necessità di un cambio di rotta, saranno le future generazioni a pagarne il prezzo più alto. È tempo di scelte coraggiose e lungimiranti. Il Friuli-Venezia Giulia non può restare indietro», concludono Moretuzzo e Massolino.

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