Ristorazione ospedaliera. Moretuzzo: «Garantire la qualità del servizio e tutelare il personale»
«Vigileremo affinché la qualità del servizio sia mantenuta e il personale impiegato nel servizio di ristorazione dell’ospedale di San Daniele del Friuli tutelato». È l’impegno assunto dal capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo dopo che l’assessore Riccardi, rispondendo a una interrogazione di Moretuzzo, confermava l’intenzione di puntare a un servizio di ristorazione ospedaliera uniforme su tutto il territorio del Friuli-Venezia Giulia. La procedura è stata indetta dall’Azienda di coordinamento per la salute per conto della centrale unica di committenza regionale.
L’interrogazione si faceva interprete della preoccupazione del personale dell’ospedale di San Daniele del Friuli (unico a gestione interna rimasto sul territorio regionale, a servizio anche di altre realtà territoriali extra ospedaliere) sulla possibile esternalizzazione della funzione, anche in riferimento al mantenimento dell’alto livello qualitativo garantito finora.
«Prendiamo atto della comunicazione di Riccardi, evidenziamo, però, quanto sia necessario fare una valutazione sul futuro della ristorazione ospedaliera – continua Moretuzzo –, visto che buona parte della letteratura scientifica è concorde sul fatto che una corretta alimentazione durante il ricovero in struttura ospedaliera (specie se prolungata) contribuisce al complessivo stato di benessere dell’individuo. Restiamo convinti che sia necessario promuovere una filiera regionale della ristorazione ospedaliera per garantire la qualità dei pasti per degenti e operatori, sostenere l’economia locale e tutelare i diritti di lavoratrici e lavoratori, un obiettivo che è stato condiviso da tutto il Consiglio regionale già nel 2020».
Moretuzzo: «Sulla sanità Fedriga non è credibile».
Il capogruppo di Patto per l’Autonomia commenta l’astensione di FDI sulle nomine dei vertici sanitari e le parole del presidente Fedriga
«Nel giorno in cui il presidente Fedriga lancia i suoi strali contro le speculazioni sulla sanità, un pezzo della sua maggioranza si astiene in giunta sulle nomine dei vertici delle aziende sanitarie. È palese che gli errori fatti nella gestione del servizio sanitario regionale non sono evidenti solo per l’opposizione». Questa la presa di posizione del capogruppo di Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo.
«Prima di accusare altri di mancanza di responsabilità, Fedriga dovrebbe scusarsi con la comunità regionale per quello che fece quando era capogruppo della Lega alla Camera dei deputati e manifestava assieme a Salvini davanti agli ospedali friulani, con felpe d’ordinanza. E dovrebbe spiegare anche perché ci sono punti nascita che vengono chiusi o tenuti aperti in base al colore politico delle amministrazioni dei Comuni in cui si trovano. Diversamente, non è credibile e non può distribuire patenti di responsabilità a nessuno. Il servizio sanitario del Friuli-Venezia Giulia ha bisogno di interventi tempestivi e decisi, che non possono essere rimandati. Oggi la giunta regionale si trova nelle condizioni ideali per compiere queste scelte: governa da sette anni e ha risorse a disposizione che non si sono mai viste prima».
«Ci sono alcuni segnali positivi, come il Piano della Rete oncologica regionale, che traccia una direzione corretta e che potrebbe determinare miglioramenti concreti su tutto il sistema regionale. Un piano rispetto al quale l’opposizione in Consiglio regionale ha manifestato grande responsabilità, con un’apertura significativa e la disponibilità a collaborare, così come abbiamo fatto durante il dibattito sulla sanità in occasione della manovra di bilancio, nonostante le incomprensibili e strumentali polemiche fatte in quell’occasione da parte dell’assessore Riccardi e del presidente Fedriga».
«Le buone idee, come possono essere quelle del Piano della rete oncologica, hanno però bisogno di essere attuate da persone competenti e in grado di governare processi complessi. A nostro avviso, coloro che sono stati nominati ai vertici delle aziende sanitarie non sono la migliore scelta possibile e, considerato il voto di ieri in giunta, questa valutazione è condivisa anche da un pezzo consistente della maggioranza. Visto che la sanità è un tema fondamentale per il futuro del Friuli-Venezia Giulia, oltre che per il suo presente, ci auguriamo che per il nuovo anno il presidente Fedriga abbandoni gli slogan e la propaganda e si metta a lavorare per il bene del servizio sanitario regionale», conclude Moretuzzo.
Sono trascorsi 25 anni dall’approvazione della legge 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre), che, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, ha normato la tutela e la valorizzazione di una serie di lingue e culture; per la nostra regione sono quelle delle comunità friulana, germanica e slovena.
«Domani ricorrono i 25 anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge 482/99, che tutela le minoranze linguistiche storiche della Repubblica italiana. È giusto ricordarlo – afferma il capogruppo del Patto per l'Autonomia – Civica FVG, Massimo Moretuzzo –, perché l’approvazione della legge è stato il frutto di un percorso difficile, a 50 anni dall’approvazione della Costituzione che riconosceva i diritti delle minoranze linguistiche e rimandava la loro tutela a una legge, che appunto è arrivata mezzo secolo più tardi. Non dobbiamo, però, prenderci in giro: il valore di questa legge è stato soprattutto simbolico, di status. Non è poco, ma non è neppure abbastanza. Proprio quelli che erano i principi fondamentali della legge, l’insegnamento a scuola e la presenza nella radio e nella televisione pubbliche, sono stati omessi o elusi o attuati in misura minima».
«Parlando in particolare della minoranza friulana, proviamo a immaginare come sarebbe oggi il Friuli se negli ultimi 25 anni ci fosse stata una scuola che insegnava davvero la lingua friulana e un canale RAI tutto in friulano – continua Moretuzzo –. E proviamo a pensare ai prossimi 25 anni, ad agire per uscire dalla dinamica attuale, che è riassunta nel proverbio: “fatta la legge, trovato l’inganno”».
Moretuzzo: «A 25 agns de aprovazion de leç statâl di tutele des minorancis linguistichis storichis, tant ancjemò al va fat»
A son passâts 25 agns de aprovazion de leç 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” (publicade su la Gazzetta Ufficiale ai 20 di Dicembar), che, in atuazion dal articul 6 de Costituzion e in armonie cui principis gjenerâi stabilîts dai organisims europeans e internazionâi, e à normât la tutele e la valorizazion di une schirie di lenghis e di culturis; pe nestre regjon a son chês des comunitâts furlane, gjermaniche e slovene.
«Doman a son 25 agns de publicazion su la Gazzetta Ufficiale de leç 482/99, che e tutele lis minorancis linguistichis storichis che a son te Republiche taliane. Al è just memoreâlu, par vie che al è stât un risultât dificil e sudât, rivât dome dopo cincuante agns che la Costituzion taliane e ricognosseve i dirits des minorancis linguistichis e e rimandave la lôr tutele a une leç, che juste apont e à vût di spietâ mieç secul – al dîs il cjâfgrup dal Pat pe Autonomie – Civica FVG Massimo Moretuzzo –. No vin, però, di imbroiâsi di bessôi: il valôr di cheste leç al è stât soredut simbolic, di status. Nol è pôc, ma nol è nancje avonde. Propit chei che a jerin i principis fondamentâi de leç, l’insegnament te scuele e la presince te radio e te television publichis, a son stâts ometûts o eludûts o metûts in vore in misure minime».
«Par fevelâ in particolâr de minorance furlane, provìn a figurâsi cemût che al sarès vuê il Friûl se tai ultins 25 agns si ves vût une scuele che e insegnave pardabon la lenghe furlane e un canâl RAI dut par furlan – e va indevant Moretuzzo –. E provìn a pensâ ai 25 agns che a vegnin, a fâ alc par vignî fûr de dinamiche che e je stade fin cumò, che e je dute te detule: “fatta la legge, trovato l'inganno”».
Ricorre mercoledì 18 dicembre, i 170 anni dalla nascita dell’udinese Bonaldo Stringher, al vertice della Banca d’Italia dal 1900 fino alla morte nel 1930, prima come Direttore generale e poi, quando fu istituita la carica, come Governatore. Fu anche, nel corso della sua vita, accademico in materie finanziarie, dirigente ministeriale, deputato e ministro del Tesoro. A lui si deve la trasformazione di un istituto di credito tra tanti nella banca centrale dell’allora Regno d’Italia, con autorizzazione esclusiva all’emissione di banconote e con poteri di vigilanza sulle altre banche, in una visione quasi profetica per i sistemi democratici attuali.
«Stringher visse e operò in tempi di cambiamento, difficili e travagliati. Fu un’illustre personalità in campo economico, un illuminato protagonista della vita culturale, interessato, oltre che agli aspetti economici e finanziari, alle dimensioni sociali dello sviluppo – ricorda il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. Nella visione di Stringher vanno assicurate a chi lavora nelle fabbriche e nelle campagne dignitose condizioni di vita e di lavoro, giusto riconoscimento del contributo alla crescita dell’economia, diritto di organizzarsi ed esprimersi collettivamente, opportunità di istruzione e progresso. In questa luce, si comprende la sua attenzione allo sviluppo del credito popolare».
«Stringher intuì e agì convinto che la finanza vada gestita e regolamentata, e non lasciata alla libera iniziativa dei capitali. È un esempio di grande modernità per la consapevolezza di essere, come vertice della Banca Centrale, al servizio della cosa pubblica, ma con determinazione nel rivendicarne l’autonomia gestionale. Politica e finanza, come due rotaie dello stesso binario, non devono sovrapporsi, ma andare nella stessa direzione», conclude Moretuzzo, evidenziando come «in Friuli non abbiamo valorizzato a sufficienza questa figura: non basta intitolare vie e scuole a donne e uomini illustri se non si trasmette alle nuove generazioni, accanto alla conoscenza dei percorsi degli stessi, i valori che li hanno animati».
Moretuzzo: «La manovra di bilancio non ha affrontato il tema del contrasto alla povertà.
Bocciato il nostro emendamento per introdurre una misura di sostegno al reddito»
«La manovra di bilancio non ha affrontato il tema del contrasto alla povertà, che in Friuli-Venezia Giulia sta aumentando, come riportano i dati ISTAT sull’incidenza della povertà relativa familiare (pari al 5,6% nel 2022) e che non trova una risposta negli strumenti attivati dall’amministrazione regionale», ha evidenziato ieri in aula il capogruppo del Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo presentando un emendamento per introdurre, per un periodo sperimentale di tre anni, la “Misura attiva di sostegno al reddito 2025-2027”. L’emendamento è stato bocciato.
«Abbiamo proposto di attivare una misura non assistenzialistica – sull’esempio della cosiddetta MIA, già sperimentata con successo in passato – che prevede un forte coinvolgimento degli enti locali e degli ambiti territoriali. Siamo, infatti, convinti che per affrontare le questioni sociali, il tema delle povertà e delle fragilità presenti in molti dei nostri territori, le risorse vadano trasferite ai Comuni, ovvero agli enti più vicini alle persone e alle comunità, che conoscono nel dettaglio le situazioni di difficoltà e possono, dunque, utilizzare le risorse disponibili in modo efficace e efficiente, intervenendo in modo mirato. La maggioranza intanto finge che il problema non esista, mentre rischia di rappresentare un elemento di grande criticità nel prossimo futuro, e in parte lo è già adesso».
Manovra finanziaria. Moretuzzo: «Contributi a senso unico, Giunta imbarazzante».
Bocciati emendamenti del Patto per l’Autonomia su 80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo e sulla figura di Loris Fortuna
«Brutta pagina quella scritta oggi dalla Giunta Fedriga e dalla maggioranza che la sostiene in Consiglio regionale: bocciare la proposta di finanziare, anche con una cifra minima, le iniziative in ricordo dell’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo significa negare l’importanza dei principi democratici che stanno alla base della Costituzione repubblicana». Questo il commento del capogruppo di Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo alla bocciatura da parte della Giunta e della maggioranza dell’emendamento che proponeva dei contributi per Comuni e associazioni finalizzati alla celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione.
«Il Friuli-Venezia Giulia ha subito pesantemente le conseguenze dell’occupazione delle truppe nazifasciste durante il secondo conflitto mondiale, con devastazioni materiali e morali, ma ha visto anche delle esperienze straordinarie scritte dai protagonisti della Resistenza, che hanno contribuito con la loro lotta alla guerra di liberazione – prosegue Moretuzzo –. Invece di celebrare adeguatamente questa importante ricorrenza, la Giunta Fedriga ha deciso di negare ogni contributo per questo evento, così come ha fatto per l’anniversario della Repubblica partigiana della Carnia nel corso di quest’anno. La stessa sorte è stata riservata alla proposta di ricordare il 40° anniversario della scomparsa di Loris Fortuna, figura di spicco della società e della politica friulana e italiana. Altre ricorrenze, come il 70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, finanziato generosamente con oltre 330 mila euro, hanno avuto ben altra sorte. È ormai evidente che le cospicue risorse a disposizione non possono andare a beneficio di iniziative e ricorrenze non allineate al pensiero politico della destra ora al governo. Una deriva imbarazzante».
Nel dibattito in aula su questo punto è intervenuto anche il consigliere Enrico Bullian, che aggiunge: «Il segnale negativo che il Consiglio regionale trasmette con queste scelte mina il riconoscimento universale nei valori della democrazia e dello Stato di diritto come frutto della guerra di Liberazione dal nazifascismo, che dovrebbe riguardare tutti, anche chi siede a destra nell’emiciclo regionale. Bocciare, inoltre, l’emendamento su Loris Fortuna - partigiano, socialista e radicale - significa ignorare il contributo straordinario di una figura che ha reso possibile l’approvazione della Legge sul divorzio nel 1970 e ha dato un contributo rilevante nella discussione su molte delle libertà civili di cui godiamo oggi: dalla riforma del diritto di famiglia al divorzio, dall’aborto al voto degli italiani all’estero, passando per la tutela delle minoranze linguistiche e la riforma carceraria. Quando otterremo la possibilità di scegliere liberamente sul nostro Fine Vita, dedicheremo tale conquista a lui», conclude Bullian.
«Non si capisce la logica che muove questa maggioranza in fatto di memoria storica, perché non si parla di una memoria di parte o divisiva, si parla della nascita della nostra Repubblica, la fine di una dittatura ventennale e di una Guerra fratricida. Ma la Giunta preferisce rimuovere, dimenticare, sorvolare sue quello che è un anniversario nazionale contro i contributi dati lo scorso anno per un anniversario come quello del ritorno di Trieste all’amministrazione italiana: se non ci fosse stata quell’Italia repubblicana, quel ritorno non sarebbe mai avvenuto, se non fosse finita quella dittatura questo territorio non sarebbe stato ricompreso nello Stato italiano, ecco perché la coerenza contro la strategia politica avrebbe dovuto far passare questi emendamenti», conclude la consigliera Giulia Massolino.
«I prati stabili sono custodi della biodiversità e utilissimi nella lotta al cambiamento climatico, ma sono anche tra gli ambienti più minacciati dall’intensificazione agricola e dall’avanzare della cementificazione in pianura, dall’abbandono in montagna. Per questa ragione vanno attivati o rafforzati gli strumenti per impedirne la riduzione e la scomparsa. Va nella direzione della loro tutela e valorizzazione la nostra proposta di aumentare i contributi a proprietari e conduttori, che è stata condivisa dall’Assessore Zannier», spiega il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG Massimo Moretuzzo, primo firmatario di un emendamento, approvato oggi dall’Aula, che aumenta di 100 euro, portandolo a 350, il contributo forfetario annuo per proprietari e conduttori di prati stabili.
Moretuzzo esprime soddisfazione: «I prati stabili sono un patrimonio per la collettività dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Salvaguardarli e stimolarne la diffusione – obiettivo del nostro emendamento – rappresenta un ottimo investimento che permette di tutelare non solo la biodiversità dei luoghi e la fertilità dei terreni. In tal senso – continua Moretuzzo – va anche il nostro ordine del giorno con cui si propone all’amministrazione regionale di valutare la possibilità di attivare, come previsto dal Codice degli appalti, alcune convenzioni con gli Enti del Terzo Settore per la gestione dei prati stabili, secondo un meccanismo in cui l’ente pubblico sostiene le spese vive sostenute dai volontari nella loro attività».
Moretuzzo: «Niente fondi per il Passo di Monte Croce Carnico, bocciata la nostra richiesta»
«Una soluzione definitiva per il collegamento transfrontaliero con l’Austria attraverso il Passo di Monte Croce Carnico non è più rinviabile. Per questa ragione oggi abbiamo presentato un emendamento alla manovra di bilancio per lo stanziamento di 50 milioni di euro per finanziare gli interventi necessari per le opere alternative alla viabilità esistente, anche mediante stipula di apposita convenzione con Anas, ma la Giunta regionale evidentemente non ritiene il tema prioritario, infatti ha bocciato il nostro emendamento», commenta con amarezza il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.
«È passato quasi un anno dalla chiusura del Passo di Monte Croce e la condizione delle comunità edelle imprese che vivono nella Val del But è sempre più difficile. La riapertura definitiva delcollegamento transfrontaliero con l’Austria è vitale per la Carnia e per tanta parte del Friuli, e non è più rinviabile l’individuazione del collegamento alternativo all’attuale – ribadisce Moretuzzo –. La Giunta Fedriga deve dare subito una risposta. Lo stanziamento di 50 milioni, da noi richiesto, sarebbe stato un passo importante nella direzione di fornire la soluzione a una questione cruciale. Per l’esecutivo regionale le cittadine e i cittadini della regione, in particolare quelli delle aree montane, possono aspettare».
«La crisi climatica non attende, ed è bene che provvediamo all’adattamento dei nostri territori al più presto - afferma Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia illustrando i suoi emendamenti all’articolo del Bilancio regionale dedicato all’ambiente e all’energia-. Per questo abbiamo avanzato una serie di proposte. Per quanto riguarda l’energia, abbiamo proposto di aumentare i fondi alle Comunità Energetiche Rinnovabili, considerando che il loro numero è largamente aumentato nel frattempo che si attendeva l’apertura del bando, e di includere nei finanziamenti agli impianti di produzione di energia rinnovabile per gli edifici pubblici anche l’autoconsumo a distanza e la partecipazione alle Comunità Energetiche: più riusciamo a riempire i nostri tetti, meno dovremo ricorrere ai campi agricoli, argomento particolarmente sensibile. Allo stesso tempo abbiamo proposto di replicare la misura annunciata il mese scorso da Scoccimarro per l’efficientamento energetico delle caserme dei Carabinieri anche per le sedi del Corpo Forestale, che hanno decisamente bisogno di una sistemata. Per quanto riguarda il territorio, abbiamo presentato nuovamente la proposta del depaving, bocciata l’anno scorso, poiché qualche mese fa la Giunta deve aver improvvisamente cambiato idea, accogliendo un ordine del giorno di contenuto analogo, e di finanziare dei piani strategici di rinaturalizzazione per andare incontro alle scadenze imposte dalla Nature Restoration Law, grande assente nella manovra e nelle comunicazioni della maggioranza. Infine, sulla mobilità abbiamo presentato una proposta per le colonnine di ricarica elettriche secondo quanto previsto dal Piano Regionale per la Mobilità Elettrica, considerando che l’assessore stesso dichiarava che non ce ne fossero a sufficienza, ma evidentemente si è poi scordato di finanziarne l’installazione; un finanziamento per il carrello bici per gli autobus, per far finalmente partire il trasporto bici sull’Altipiano, atteso da due anni. Spiace invece che il consigliere Treleani abbia ritirato l’emendamento per stanziare risorse utili a ripristinare gli incentivi per l’acquisto di biciclette, proposta che avevo già presentata e vista bocciare l’anno scorso. Il collega di maggioranza peraltro aveva proposto uno stanziamento irrisorio (soli 150 mila euro), abbondantemente sotto la spesa storica della misura (nel 2022 andarono esauriti 950mila euro) ma alla fine nemmeno quei pochi fondi hanno trovato spazio in questa manovra».
«Ho presentato anche un emendamento per la compensazione del danno ambientale fatto con l’abbattimento della Pineta di Cattinara - prosegue Massolino -. Ben consapevole che tale compensazione è già prevista nel progetto, ma non vorremmo che nel rimaneggiare lo stesso, già cambiato più volte negli ultimi 20 anni, non si vada a perdere proprio questa promessa, ricordata anche dall’assessore in un’intervista della scorsa settimana. Stessa intervista in cui Scoccimarro stesso definiva “ecoscemi” le persone che piangono i 457 alberi abbattuti in un rione già inondato da cemento. Ci auguriamo che non si proponga di realizzare questa compensazione sul territorio di un altro Comune, come invece previsto per l’ovovia».
«Inutile dire che tutte le proposte sono state bocciate - conclude Massolino -, il che ci fa dubitare che l’assessore le abbia ascoltate o comprese».
«L’impegno dell’assessore Bini a garantire un sostegno maggiore ai negozi di vicinato è una buona notizia, vigileremo affinché si traduca in misure concrete». Così il capogruppo del Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo, che ieri (11 dicembre, ndr) ha presentato un emendamento alla legge collegata alla manovra di bilancio 2025-2027, poi ritirato di fronte all’impegno assunto dall’assessore, per finanziare i Comuni per l’erogazione di contributi economici ai negozi di vicinato, riconoscendone il valore sociale che, in particolare nelle aree montane, rappresentano un presidio locale di vitalità e socialità, e una barriera allo spopolamento del territorio.
L’emendamento proponeva, in via sperimentale, di aumentare la spesa ammessa a finanziamento, prevista nel ddl SviluppoImpresa, ai negozi presenti nelle aree interne e in località prive di servizi commerciali per una cifra compresa tra i 10 e i 15 mila euro, e per il sostegno dei costi relativi alla costituzione od organizzazione di reti di negozi di prossimità, anche in forma di cooperativa, con il riconoscimento di costi legati ad aspetti commerciali, marketing, formazione, consulenze strategiche.
«A fronte della desertificazione economica e sociale, i negozi di prossimità – sempre più quelli che chiudono i battenti – rappresentano un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità e pone più attenzione alle situazioni di fragilità. Anche nell’era digitale, come evidenzia una recente indagine di Confcommercio, sono insostituibili. Per questo è fondamentale un supporto economico per portare avanti queste attività e sul piano fiscale – aggiunge Moretuzzo – con un regime agevolato per le attività di vicinato».
«L’Assessore Bini, nella seconda Commissione, parlando di overtourism ha dichiarato “non siamo così sfortunati come nelle altre città”. Ma Trieste sta già soffrendo dei primi effetti negativi dell’overtourism, e in ogni caso non è affatto una questione di sfortuna, bensì di scelte strategiche fatte, o peggio non fatte, da chi amministra un territorio - afferma Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia illustrando i suoi emendamenti all’articolo 2 del Bilancio regionale -. Riteniamo che sia fondamentale porre un freno all’overtourism adesso, prima che sia troppo tardi. Per questo, abbiamo fatto una serie di proposte a bilancio: istituire un osservatorio regionale sull’overtourism, porre dei limiti agli affitti brevi nelle aree ad alta tensione abitativa, limitare gli incentivi per gli alloggi turistici alle sole zone dove il turismo non sia sviluppato».
«Chiaramente non tutto il turismo è negativo: se ben gestito può diventare una risorsa - prosegue Massolino -. Per questo intendiamo sostenere il cosiddetto turismo rigenerativo, rispettoso del territorio e di chi lo abita. I dati parlano chiaro: il trend dei cammini e delle ciclovie è in continua crescita, e il nostro territorio deve attrezzarsi per accogliere le persone che scelgono di viaggiare a piedi o in bicicletta. Abbiamo quindi proposto uno studio di fattibilità per una rete extra alberghiera pubblica per l'ospitalità collettiva, come ostelli, bivacchi e rifugi. Perché le e i viandanti scelgano un percorso è fondamentale che siano disponibili diverse opzioni di ospitalità, diversificate per tipologia e fascia di prezzo, ed è importante anche mantenere la possibilità di vivere un’esperienza laica. La Spagna ci dimostra come offrendo anche opzioni di ospitalità a basso prezzo non si vada a intaccare il mercato di chi già lavora nel settore alberghiero: tutte le fasce lavorano ancora di più. Ci auguriamo che l’Assessore Bini, che ha recentemente speso belle parole sul turismo lento (le quali però non trovano riscontro nel ricco bilancio regionale), accolga le nostre proposte per dare sostegno alle numerose iniziative, spesso nate dal basso, che stanno lavorando per questa trasformazione».
Bilancio. Massolino: «Dobbiamo assumerci la responsabilità di scelte coraggiose, le nostre proposte per la giustizia ambientale e sociale»
«La giustizia ambientale e sociale non è più rinviabile - afferma la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - , presentando in discussione generale le proposte a bilancio -, deve guidare ogni nostra azione, politica e personale -. Non è questione di essere "ecosciemi", come l’Assessore all’Ambiente ama definire gli ambientalisti, ma di visione, coraggio e responsabilità verso le generazioni future. E non è neanche un tema da radical chic, perché troppo spesso vediamo come la transizione sia una questione di vita o di morte, e lo diciamo oggi, giornata in cui l’Italia piange le persone impiegate nell’industria fossile che hanno perso la vita in Toscana, ma lo diciamo ogni giorno per tutte le persone, cinque milioni all’anno nel mondo, a cui l’inquinamento e il cambiamento climatico hanno provocato una morte precoce. È notizia di ieri che il 2024 ha segnato il superamento della soglia degli 1,5°C, un traguardo che ci auguravamo di non raggiungere, e le conseguenze sono sotto i nostri occhi: eventi climatici estremi, sempre più frequenti e distruttivi».
«Per questo, ci siamo concentrati su proposte che coniughino giustizia ambientale e sociale - prosegue Massolino -. Dalle comunità energetiche rinnovabili all’efficientamento energetico, dalla ciclabilità al trasporto pubblico locale, dal turismo lento alle filiere alimentari corte, dalla de-cementificazione alla rinaturalizzazione. Ma anche diritto all’abitare, misure per le persone detenute, proposte per la cultura, per la salute, per le persone migranti. Abbiamo voluto raccogliere numerose istanze provenienti dal territorio, come la compensazione per la Pineta Cattinara, la riqualificazione del Faro della Vittoria, l’acquisto di un secondo carrello portabici per il servizio bici+bus dal centro all’Altipiano. Ma anche diverse proposte per scongiurare i rischi dell’iperturismo: l’istituzione di un osservatorio regionale, limiti per gli affitti brevi, incentivi all’affitto a lungo termine delle seconde case, la promozione del turismo rigenerativo quale quello dei cammini e dei cicloviaggi».
Massolino conclude esprimendo rammarico per la mancata espressione del parere della Commissione Regionale Pari Opportunità, decaduta la scorsa settimana: «Auspichiamo che la nuova commissione venga nominata al più presto e che sia messa nella condizione di lavorare al meglio, e che le questioni di parità di genere non siano relegate a fastidioso orpello, ma contribuiscano a costruire un’alleanza tra generi che possa consentirci, per davvero, di non lasciare indietro nessuna».
«La grande disponibilità di risorse presente in manovra rischia di non essere utilizzata per affrontare alcune delle questioni chiave del prossimo futuro della comunità regionale e che può essere rappresentata in estrema sintesi da un dato paradigmatico: nell’arco di 15 anni in Friuli-Venezia Giulia ci saranno circa 100 mila persone in meno in età lavorativa. Questo avrà un impatto straordinario sul sistema economico, scolastico, sanitario, istituzionale e per questo vanno prese subito le misure per affrontare una situazione che fra qualche anno sarà decisamente più complicata». Così il Presidente del Gruppo consiliare Patto per l'Autonomia, Massimo Moretuzzo, relatore di minoranza nel corso della discussione della manovra di bilancio per il triennio 2025-‘27.
«La situazione finanziaria decisamente positiva mette l’amministrazione regionale nella condizione ottimale per effettuare scelte strategiche non più rinviabili». Moretuzzo evidenzia i nodi, a partire dalla tenuta del settore manifatturiero, ricordando la diminuzione della produzione industriale della provincia di Udine nel terzo trimestre del 2024 pari a un meno 8,2% rispetto al secondo trimestre del 2024. «È necessaria – dice – un’azione forte della Regione, che invece su questo tema è ancora troppo debole. Questo vale anche per il commercio e il turismo, nonostante le tante risorse assegnate a questi due settori. Non c’è più tempo da perdere, ad esempio, per evitare la chiusura dei negozi di vicinato, punti di riferimento commerciale e presidio territoriale. Oppure per evitare che il fenomeno dell’overtourism esploda anche in alcune zone della nostra regione. E – continua – se accogliamo con favore alcune novità importanti, come il Programma Valore Agricoltura che cerca di intervenire tempestivamente rispetto alle esigenze delle imprese agricole, pensiamo ci sia ancora molto da fare per raccogliere le indicazioni provenienti dalle normative europee sulla rigenerazione dei terreni, sulla tutela della biodiversità, sulla promozione delle filiere locali. La transizione ecologica ed energetica dei settori produttivi è strettamente collegata alle politiche ambientali dell’amministrazione regionale, che rimangono purtroppo uno dei principali punti di debolezza dell’azione amministrativa di questi ultimi anni e si traducono nell’incapacità di gestire fenomeni contingenti come la proliferazione di campi fotovoltaici che incombe su migliaia di ettari di terreni agricoli delle pianure friulane.
Moretuzzo parla di «mancanza di iniziativa, compensata dall’attivismo della Giunta regionale su temi che sono stati dibattuti in più occasioni dentro e fuori dall’aula consiliare, come il destino del Tagliamento e delle comunità rivierasche, con prese di posizione e atti amministrativi contraddittori, e sull’assetto della viabilità regionale, in primis sulla strada Cimpello-Sequals-Gemona. Per altre situazioni, come quello del collegamento stradale del passo di Monte Croce Carnico, nella manovra non c’è traccia. Non certamente per mancanza di risorse».
Nella sua relazione, il capogruppo di Patto per l’Autonomia porta l’attenzione sui bisogni di salute crescenti. «Il fatto che il bilancio in discussione destini alla sanità oltre 3,5 miliardi di euro evidenzia come sia indispensabile attuare una strategia che metta in sicurezza il servizio sanitario regionale e la sua accessibilità nel tempo a tutte le persone che vivono in Friuli-Venezia Giulia. Purtroppo anche in questo caso, alle dichiarazioni rilasciate a più riprese dalla Giunta regionale, non è ancora seguito un programma organico delle scelte che si intendono fare».
Neppure considerato il tema del contrasto alla povertà, che nella nostra regione sta aumentando, come riportano i dati ISTAT sull’incidenza della povertà relativa familiare (pari al 5,6% nel 2022), e che «non trova oggi una risposta negli strumenti attivati dall’amministrazione regionale. Uno strumento normativo in questa direzione, che preveda un forte coinvolgimento degli enti locali e degli ambiti territoriali, è necessario e va immediatamente attivato», conclude Moretuzzo.
Il caso della Ciclovia della Cultura GO!2025 approda in Regione, grazie a un emendamento presentato alla finanziaria 2025 da Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia.
«Il Sindaco aveva fatto propria la proposta della Ciclovia nel 2023, elaborata dal Comitato Ciclovia della Cultura e portata in Consiglio comunale dal gruppo Noi Mi Noaltris GO!, eppure nel Biciplan non vi è riferimento - spiega Massolino -. Ho così presentato un emendamento a bilancio perché si vadano a finanziare gli interventi di tabellazione, segnaletica orizzontale e verticale, promozione e valorizzazione, nonché eventuali infrastrutture temporanee, da sostituire poi con quelle definitive al termine dell’anno che vede Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura. L’importante appuntamento inizierà ufficialmente l’8 febbraio 2025 e non è pensabile che non vi sia un collegamento ciclabile tra le due città. La ciclabilità è la rivoluzione del futuro: un mezzo a impatto zero, sicuro, silenzioso, divertente, comunitario. È ora che Gorizia metta in chiaro di voler guardare al futuro, grazie anche all’eredità che GO!2025 lascerà alla città, come nel caso di quest’opera voluta e progettata dal basso e che era stata accolta dal Sindaco stesso».
Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, presente al Convegno “Aquileia meta sostenibile”, commenta il tema del turismo lento in vista della finanziaria della prossima settimana: «I dati presentati al convegno sui cammini parlano chiaro: il trend dei cammini e delle ciclovie è in continua crescita, e il nostro territorio deve attrezzarsi per accogliere le persone che scelgono di viaggiare a piedi o in bicicletta. Se da un lato bisogna porre argini all’iperturismo prima che le sue conseguenze diventino irreparabili, dall'altro bisogna lavorare insieme alle comunità e ai portatori di interesse per incentivare queste forme di turismo, definito rigenerativo perché non solo è rispettoso del territorio che attraversa ma lo lascia addirittura migliore. In questa direzione andranno gli emendamenti che presenteremo alla legge di bilancio in discussione la settimana prossima, poiché le belle parole spese oggi al convegno dall'Assessore Bini non trovano riscontro nel ricco bilancio regionale con delle poste economiche adeguate a sostenere e guidare questa trasformazione. Cercando il termine “turismo lento” del Documento di Economia e Finanza, infatti, l’unico riferimento è al finanziamento di un parcheggio, oltre alla promozione del cicloturismo (la mia richiesta in commissione di approfondire come questa promozione verrà portata avanti non ha ottenuto risposta). Siamo decisamente fuori strada, e ci auguriamo che la Giunta accolga le nostre proposte per dare sostegno alle numerose iniziative, spesso nate dal basso, che stanno lavorando sul turismo lento».
«Sempre più vera la visione di Marx secondo cui la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Sull’ovovia - dopo aver cercato di evitare la tragedia - oggi è andata in scena la farsa.
Il sindaco di Trieste, evidentemente sempre più isolato sul territorio, cerca sponde a Roma e fa arrivare direttamente il vicepremier leghista ad assicurare che l’ovovia si farà. Se lo assicura Salvini, la cittadinanza potrà tirare un sospiro di sollievo: l’ovovia sarà l’ennesima promessa del ministro che resterà incompiuta».
Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia commenta le parole del ministro Salvini questa mattina a Trieste.
«Dovrebbero quindi essere tutti i cittadini italiani, secondo la strana coppia Dipiazza-Salvini, a pagare quest’opera, giudicata negativamente anche dall’Europa, che ha infatti negato i fondi Pnrr a causa dell’impatto ambientale e perché non risolverebbe i problemi di viabilità? Evidentemente al Comune di Trieste oggi si sentono meno autonomisti che in passato e hanno bisogno di un ministro da Roma per risolvere la loro incapacità progettuale o avallare la loro visione retrograda e stantia del futuro della città. Un ministro che viene a promettere i soldi che il Comune ha colpevolmente perso al fine di calare un’opera inutile sulla testa della cittadinanza, che è fortemente contraria, come dimostrato in questi tre anni di manifestazioni, raccolte firme e azioni di opposizione. Bastano già Comune e Regione ad abbattere i nostri alberi, come quelli della Pineta di Cattinara, ora arrivano anche dalla Capitale a devastarci il territorio».
«Non c’è da scoraggiarsi - conclude Massolino -: finché non c’è una riga a bilancio gli annunci non valgono nulla, siamo ancora in attesa delle sentenze del TAR e del parere in merito all’impatto paesaggistico su Porto Vecchio. A tal proposito, le battute del duo decisamente poco comico in merito alla Soprintendenza risultano una grave intromissione rispetto la sua indipendenza nell’esprimere il giudizio sull’opera. Sindaco e ministro dovrebbero porgere delle scuse, non solo alla Soprintendenza ma anche ai territori e ai beni pubblici, storici e architettonici, che questo organismo tutela».
«Il progetto dei nuovi uffici della Regione in Porto Vecchio, di cui oggi è al via la conferenza dei servizi, non nasce certo sotto una buona stella. Nello stesso giorno in cui leggiamo, infatti, i dettagli della mastodontica operazione sul quotidiano locale, apprendiamo della mancata vendita di uno dei palazzi che la Regione ha in centro città: il palazzo Vucetich tornerà all’asta per la terza volta con ribasso di oltre due milioni dalla prima cifra proposta. Nei prossimi anni, se le cose andranno come nei programmi di questa maggioranza, saranno molti di più i palazzi vuoti da alienare, grandi contenitori che resteranno vuoti, senza funzione e in rovina, in attesa che qualche facoltoso straniero faccia il suo affare per trasformarlo in albergo».
La consigliera regionale Giulia Massolino del gruppo Patto per l’Autonomia commenta le notizie di stampa sugli spazi che la Regione occuperà in Porto Vecchio, che oggi dovrebbero essere al centro di una conferenza dei servizi assieme alla Soprintendenza. Sul tema la consigliera ha presentato nelle settimane scorse un accesso agli atti per conoscere i particolari progettuali.
«Ma non solo - continua Massolino -, le notizie sui progetti che leggiamo sulla stampa ci dicono che stiamo perdendo, anche in questo caso, una grandissima opportunità. Abbiamo di fronte uno spazio enorme, una città nella città, da pensare e costruire da zero. Eppure, non vi è notizia rispetto all'efficientamento energetico delle strutture, la possibilità di sperimentare nuove metodologie di consumo e produzione energetica non viene menzionata, dai rendering si vede ben poco verde ma con larghe strade dedicate alle automobili. Infine, non è chiaro cosa possa diventare l’hangar 21, presentato come laboratorio e incubatore di progetti innovativi: si tratta dello spostamento anche dell’Urban Center, lasciando un ulteriore edificio (appena restaurato) vuoto, oppure di una sua copia? L’Accordo di Programma dell’Urban Center nella Legge finanziaria 2025 è per altro slittato di un anno, e riterremmo opportuno approfondirne le attività e i risultati, motivo per cui presenteremo un’interrogazione».
A Palmanova l’assemblea generale del Patto per l’Autonomia.
Eletto il nuovo Consiglio direttivo. Riconfermato Segretario Moretuzzo:
«Lavoreremo per rafforzare la collaborazione con le realtà civiche e municipaliste»
Valorizzazione delle diversità, del decentramento e dell’autogoverno delle comunità, della giustizia ambientale e sociale e del rispetto di genere. Sono alcuni dei punti chiave dell’azione politica del Patto per l’Autonomia per il prossimo futuro. Lo hanno stabilito le iscritte e gli iscritti del partito riuniti ieri (sabato 30 novembre, ndr) a Palmanova, all’auditorium San Marco, per l’assemblea generale. Un passaggio fondamentale per tracciare le linee di azione per il futuro che i nuovi organi direttivi saranno chiamati a portare avanti, rafforzando nel contempo la collaborazione con le liste e i movimenti civici e municipalisti della regione in un’ottica federativa, mettendo a frutto l’esperienza maturata in occasione delle elezioni regionali del 2023 e amministrative dell’anno in corso.
«Siamo arrivati a questo momento molto importante per la vita del partito dopo aver intrapreso un percorso pubblico e partecipato assieme a tutte le persone, le associazioni e i movimenti civici con i quali stiamo collaborando a diversi livelli, presenti ieri a Palmanova, e con coloro che hanno dimostrato interesse per il nostro progetto politico – ha spiegato Massimo Moretuzzo, riconfermato Segretario del partito –. L’Assemblea è stata, infatti, l’ultima tappa di numerosi incontri territoriali che si sono svolti in tutta la regione negli ultimi due mesi, nel corso dei quali abbiamo raccolto idee e sollecitazioni dai territori. Quelle proposte e indicazioni sono state determinanti per la redazione di documenti sui temi che crediamo fondamentali per il futuro di questa terra e delle sue comunità, e che sono stati discussi a Palmanova».
L’Assemblea delle iscritte e degli iscritti – dopo un dibattito ampio e articolato – ha eletto il nuovo Consiglio direttivo, impegnandolo «a mettere al centro dell’azione politica del partito i temi della giustizia ambientale e sociale, della valorizzazione delle diversità linguistiche, storiche, culturali e di genere, del decentramento e dell’autogoverno delle comunità, della sanità e dell’istruzione pubbliche, del lavoro, di un’economia orientata al bene comune, contrastando perentoriamente ogni segnale di stampo autoritario nell’azione politica e legislativa in regione e in Italia, e riaffermando il valore della pace nelle relazioni internazionali – ha affermato Moretuzzo –. È necessario ribadire in tutte le sedi opportune la fondamentale importanza della Specialità regionale, dello Statuto di autonomia e della loro declinazione dinamica per affrontare con decisione e tempestività le attuali questioni economiche, ambientali e sociali. La Specialità del Friuli-Venezia Giulia rimane la cifra principale del nostro impegno. Siamo ancora lontani da una realizzazione piena dell’autonomia regionale. Stiamo continuando a perdere occasioni per fare prima e meglio dello Stato le cose che servono: è successo qualche anno fa con la legge sugli appalti pubblici e sta succedendo ora con il tema dell’efficientamento energetico degli edifici».
L’Assemblea ha sancito l’impegno per la «valorizzazione delle diversità territoriali e il riconoscimento delle peculiarità dei vari ecosistemi regionali e all’interno dell’European Free Alliance – la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche, autonomiste, federaliste e confederaliste, presente anche nel Parlamento europeo – e, a livello italiano, di Autonomie e Ambiente, condividendone la visione profondamente europeista e federalista».
A partire da questi contenuti, «rafforzeremo i rapporti esistenti e svilupperemo nuove relazioni con movimenti e soggetti civici e municipalisti del Friuli-Venezia Giulia – ha sottolineato Moretuzzo –, aprendo e organizzando spazi di confronto, partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali». In questa direzione molto è stato fatto nell’ultimo anno – è stato ricordato in sede congressuale –, a partire dal lancio della rivista digitale “Il Passo Giusto”, che, accanto all’attività editoriale, promuove incontri e iniziative pubbliche, e dalla prima edizione della scuola di politica “Territori in Movimento”: 5 giorni di incontri, in cammino fra Monfalcone e Gorizia, sconfinando in Slovenia per ribadire che i confini del Novecento devono essere superati definitivamente.
Nel suo intervento, Moretuzzo si è soffermato anche sull’assetto istituzionale del Friuli-Venezia Giulia. «La Regione deve avere un ruolo di definizione strategica e pianificatoria, non gestionale; deve riconoscere le peculiarità dei diversi territori regionali, a partire dalle caratteristiche dell’area metropolitana di Trieste e del policentrismo del Friuli, nelle sue diverse componenti linguistiche, culturali, economiche e sociali».
Nel corso dell’assemblea è stato eletto il Consiglio direttivo del partito per i prossimi 3 anni, formato da: Denis Baron, Elisabetta Basso, Stefania Garlatti-Costa, Giulia Massolino, Elia Mioni, Massimo Moretuzzo (riconfermato Segretario), Federico Pirone, Eleonora Sartori e Gabriele Violino.
A Palmanova l’assemblea generale del Patto per l’Autonomia.
Eletto il nuovo Consiglio direttivo. Riconfermato Segretario Moretuzzo:
«Lavoreremo per rafforzare la collaborazione con le realtà civiche e municipaliste»
Valorizzazione delle diversità, del decentramento e dell’autogoverno delle comunità, della giustizia ambientale e sociale e del rispetto di genere. Sono alcuni dei punti chiave dell’azione politica del Patto per l’Autonomia per il prossimo futuro. Lo hanno stabilito le iscritte e gli iscritti del partito riuniti ieri (sabato 30 novembre, ndr) a Palmanova, all’auditorium San Marco, per l’assemblea generale. Un passaggio fondamentale per tracciare le linee di azione per il futuro che i nuovi organi direttivi saranno chiamati a portare avanti, rafforzando nel contempo la collaborazione con le liste e i movimenti civici e municipalisti della regione in un’ottica federativa, mettendo a frutto l’esperienza maturata in occasione delle elezioni regionali del 2023 e amministrative dell’anno in corso.
«Siamo arrivati a questo momento molto importante per la vita del partito dopo aver intrapreso un percorso pubblico e partecipato assieme a tutte le persone, le associazioni e i movimenti civici con i quali stiamo collaborando a diversi livelli, presenti ieri a Palmanova, e con coloro che hanno dimostrato interesse per il nostro progetto politico – ha spiegato Massimo Moretuzzo, riconfermato Segretario del partito –. L’Assemblea è stata, infatti, l’ultima tappa di numerosi incontri territoriali che si sono svolti in tutta la regione negli ultimi due mesi, nel corso dei quali abbiamo raccolto idee e sollecitazioni dai territori. Quelle proposte e indicazioni sono state determinanti per la redazione di documenti sui temi che crediamo fondamentali per il futuro di questa terra e delle sue comunità, e che sono stati discussi a Palmanova».
L’Assemblea delle iscritte e degli iscritti – dopo un dibattito ampio e articolato – ha eletto il nuovo Consiglio direttivo, impegnandolo «a mettere al centro dell’azione politica del partito i temi della giustizia ambientale e sociale, della valorizzazione delle diversità linguistiche, storiche, culturali e di genere, del decentramento e dell’autogoverno delle comunità, della sanità e dell’istruzione pubbliche, del lavoro, di un’economia orientata al bene comune, contrastando perentoriamente ogni segnale di stampo autoritario nell’azione politica e legislativa in regione e in Italia, e riaffermando il valore della pace nelle relazioni internazionali – ha affermato Moretuzzo –. È necessario ribadire in tutte le sedi opportune la fondamentale importanza della Specialità regionale, dello Statuto di autonomia e della loro declinazione dinamica per affrontare con decisione e tempestività le attuali questioni economiche, ambientali e sociali. La Specialità del Friuli-Venezia Giulia rimane la cifra principale del nostro impegno. Siamo ancora lontani da una realizzazione piena dell’autonomia regionale. Stiamo continuando a perdere occasioni per fare prima e meglio dello Stato le cose che servono: è successo qualche anno fa con la legge sugli appalti pubblici e sta succedendo ora con il tema dell’efficientamento energetico degli edifici».
L’Assemblea ha sancito l’impegno per la «valorizzazione delle diversità territoriali e il riconoscimento delle peculiarità dei vari ecosistemi regionali e all’interno dell’European Free Alliance – la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche, autonomiste, federaliste e confederaliste, presente anche nel Parlamento europeo – e, a livello italiano, di Autonomie e Ambiente, condividendone la visione profondamente europeista e federalista».
A partire da questi contenuti, «rafforzeremo i rapporti esistenti e svilupperemo nuove relazioni con movimenti e soggetti civici e municipalisti del Friuli-Venezia Giulia – ha sottolineato Moretuzzo –, aprendo e organizzando spazi di confronto, partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali». In questa direzione molto è stato fatto nell’ultimo anno – è stato ricordato in sede congressuale –, a partire dal lancio della rivista digitale “Il Passo Giusto”, che, accanto all’attività editoriale, promuove incontri e iniziative pubbliche, e dalla prima edizione della scuola di politica “Territori in Movimento”: 5 giorni di incontri, in cammino fra Monfalcone e Gorizia, sconfinando in Slovenia per ribadire che i confini del Novecento devono essere superati definitivamente.
Nel suo intervento, Moretuzzo si è soffermato anche sull’assetto istituzionale del Friuli-Venezia Giulia. «La Regione deve avere un ruolo di definizione strategica e pianificatoria, non gestionale; deve riconoscere le peculiarità dei diversi territori regionali, a partire dalle caratteristiche dell’area metropolitana di Trieste e del policentrismo del Friuli, nelle sue diverse componenti linguistiche, culturali, economiche e sociali».
Nel corso dell’assemblea è stato eletto il Consiglio direttivo del partito per i prossimi 3 anni, formato da: Denis Baron, Elisabetta Basso, Stefania Garlatti-Costa, Giulia Massolino, Elia Mioni, Massimo Moretuzzo (riconfermato Segretario), Federico Pirone, Eleonora Sartori e Gabriele Violino.
Rifiuti, verso una gestione pubblica, sostenibile e condivisa.
Moretuzzo e Pirone: «Accelerare la fusione tra NET e A&T2000»
Le aggregazioni fra società sono fondamentali per garantire una gestione dei rifiuti efficiente ed efficace. È quanto emerso, in modo univoco, dall’incontro “Per una gestione dei rifiuti pubblica, sostenibile e condivisa”, organizzato dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG, che si è tenuto ieri (26 novembre, ndr) nella sede della Regione a Udine alla presenza di un pubblico numeroso che contava molte amministratrici e amministratori locali.
«Il percorso di aggregazione fra NET e A&T2000, iniziato oltre 10 anni fa, va accelerato – ha affermato il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo –, approfittando della legge regionale che favorisce le fusioni per incorporazione, permettendo di superare ostacoli che in passato hanno rallentato il processo. Si tratta di un passaggio fondamentale che non significa chiudere la porta ad altri soggetti, come quelli presenti nel Friuli occidentale e in quello orientale – ha precisato Moretuzzo –, ma significa piuttosto avviare il percorso partendo da società che di fatto operano sullo stesso territorio e che stanno lavorando da tempo alla loro aggregazione».
«Il tema dei servizi pubblici locali, a partire dalla gestione dei rifiuti e del servizio idrico integrato, è strategico per il futuro del Friuli e di tutta la regione. C’è un elemento non negoziabile, per quanto ci riguarda – ha detto Federico Pirone, assessore del Comune di Udine ed esponente del Patto per l’Autonomia, che ha moderato l’incontro –: la gestione dei rifiuti deve essere totalmente pubblica e in capo a società in house. Sì alle aggregazioni, no alla costituzione di multiutility per competere sul mercato e fare profitti. Dobbiamo puntare al miglioramento del servizio con politiche di raccolta armonizzate e più sostenibili per avere risultati migliori in termini ambientali e di costi per le nostre comunità, che vanno coinvolte attivamente in questo processo».
Il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni ha portato un saluto iniziale, sottolineando l’impegno del Comune, socio di maggioranza di NET, in un processo di aggregazione dei soggetti gestori dei rifiuti capace di abbracciare tutta la regione.
Pieno sostegno alla creazione del gestore unico dei rifiuti, un soggetto interamente pubblico che consenta di mantenere in capo ai Comuni soci le decisioni in merito a servizio, tariffe e organizzazione della raccolta, èstato espresso da Fabrizio Pitton, sindaco di Talmassons e presidente dell'Assemblea dei Soci NET, e da Giacomo Trevisan, vicesindaco del Comune di Codroipo e presidente della commissione per il controllo analogo di A&T 2000 S.p.A. D’accordo entrambi nel favorire un percorso pubblico, partecipato, verso la costituzione di un soggetto adeguatamente strutturato per far fronte alle sfide dei mercati e sostenere investimenti importanti, con ricadute positive sulle comunità ed evitando scalate da parte di soggetti terzi provenienti da altri territori.
Un contributo importante all’incontro è stato portato da Giulia Casonato, assessora del Comune di Trento, che ha fatto il punto sulla gestione dei rifiuti in Trentino e sull’iter di costituzione di un ente di governo per organizzare il servizio e al quale affidarlo.
«Nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è doveroso, ma non sufficiente, ricordare i 100 femminicidi che sono stati commessi dall’inizio dell’anno o che una donna su 3 in Italia è vittima di violenza – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. La violenza di genere riguarda profondamente tutte e tutti noi, non si esaurisce in freddi numeri su cui portare l’attenzione solo una volta l’anno».
«È necessario un cambio radicale dal punto di vista culturale, sociale, istituzionale – continua Moretuzzo –. Quella della violenza di genere è, infatti, una questione che investe il tema dei rapporti di genere dentro la società, della posizione delle donne dentro il mondo del lavoro, della presenza femminile dentro le istituzioni, dell’utilizzo di un linguaggio finalmente paritario e non discriminante. Se le parole sono lo specchio di una cultura, la forma concreta del pensiero, allora abbiamo anche la possibilità e la responsabilità di modificare una situazione che non è più accettabile».
«La violenza di genere va combattuta sempre – conclude Moretuzzo –, con la diffusione di una cultura inclusiva, di una educazione alle differenze e del rispetto verso tutte le donne: un valore da trasmettere con l’esempio quotidiano, attraverso l’istruzione, nelle relazioni con gli altri».
Incontro del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG martedì 26 novembre nella sede della Regione a Udine
Una riflessione sul processo di aggregazione dei soggetti gestori dei rifiuti dal punto di vista dei Comuni friulani. La propone il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG nell’incontro pubblico “Per una gestione dei rifiuti pubblica, sostenibile e condivisa” in programma domani, martedì 26 novembre, alle 18.30, nella Sala Pasolini nella sede della Regione a Udine, in via Sabbadini 31.
Dopo i saluti del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, interverranno – moderati dall’assessore del Comune di Udine Federico Pirone – Giacomo Trevisan, vicesindaco del Comune di Codroipo e presidente della commissione per il controllo analogo di A&T 2000 S.p.A.; Fabrizio Pitton, sindaco di Talmassons e presidente dell'Assemblea dei Soci NET; Giulia Casonato, assessora del Comune di Trento. Conclusioni del consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.
Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, commenta la dichiarazione rilasciata alla stampa dall'Assessore Riccardi in merito alla presenza di bambine e bambini all'avvio del cantiere per l'abbattimento della pineta di Cattinara: «Forse l'Assessore ha difficoltà a comprendere che delle persone possano aver a cuore il verde pubblico. Pessimo affermare che quelle bambine e quei bambini fossero strumentalizzati politicamente: è questa, invece, la vera strumentalizzazione. Ricordiamo che le classi erano lì per tenere una lezione all’aperto in occasione della giornata nazionale degli alberi e si sono invece trovate, paradossalmente e senza preavviso, a portare un ultimo saluto a quel prezioso spazio verde, ultimo baluardo di ossigeno e benessere per un rione che ha già subito una cementificazione devastante e al posto del quale sorgerà invece un parcheggio. Progetto rispetto al quale l'Assessore Riccardi non ha voluto confrontarsi né con i portatori di interesse né con le parti politiche al fine di trovare una soluzione condivisa».
«Nel servizio televisivo si accennava addirittura all’ipotesi di manifestazione non autorizzata - conclude Massolino -. Assurdo anche solo da immaginare, trattandosi di alunne e alunni. Considerando anche che le forze dell'ordine chiedevano i documenti alle persone pacificamente presenti quella mattina, riteniamo grave che si crei questo clima di repressione, che non giova a nessuno».
Moretuzzo: «Sul Tagliamento maggioranza in confusione totale»
«La maggioranza ha dimostrato di essere in totale confusione sul tema Tagliamento». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo oggi (giovedì 21 novembre, ndr) in aula intervenendo nel dibattito sulla messa in sicurezza e tutela del fiume, in particolare sulla possibile realizzazione di un ponte traversa a Dignano.
«Negli ultimi anni l’Assessore Scoccimarro ha detto tutto e il suo contrario, e la discussione di oggi sulla mozione a prima firma di Fratelli d’Italia è l’ennesimo atto che dimostra l’incapacità da parte dell’Amministrazione Fedriga di gestire la situazione. Una mozione che prevede un obiettivo condivisibile, cioè un momento ulteriore di ascolto verso il territorio attraverso un’audizione da tenere nei primi mesi del prossimo anno. Peccato che le dichiarazioni dell’Assessore Scoccimarro in chiusura di dibattito abbiano palesato la volontà di procedere velocemente con la realizzazione delle opere previste, addirittura delineando un cronoprogramma delle stesse. Per senso istituzionale, il nostro Gruppo ha votato a favore della mozione, il cui dispositivo prevede ben altro, ovvero un’audizione con tecnici indicati dai Comuni che potrebbero anche mettere in discussione le ipotesi avanzate finora e proporre una soluzione diversa, capace di tenere assieme la tutela della naturalità del fiume con la mitigazione del rischio per le popolazioni rivierasche. Questo – sottolinea Moretuzzo – deve necessariamente essere l’obiettivo di tutto il Consiglio regionale e dei vari portatori di interessi coinvolti in questo dibattito: riduzione del rischio e tutela della naturalità del fiume non devono essere messi in contrapposizione».
«Ribadiamo l’invito a far parlare la Comunità scientifica, che su questo tema sta facendo dei progressi straordinari e che può indicare le soluzioni migliori e più rapide per affrontare finalmente nel modo migliore questa sfida».
Questa mattina all’alba è stato allestito il cantiere per l’abbattimento della Pineta di Cattinara. «Paradossale che l’atto finale della lunga lotta per salvare la Pineta di Cattinara abbia avvio proprio nella giornata nazionale degli alberi, e che contemporaneamente il Presidente della Giunta regionale gongoli sui propri social rispetto a Trieste tra le città più verdi d’Italia - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia -. Avevamo presentato un ordine del giorno a dicembre 2023, bocciato dalla maggioranza, con cui chiedevamo l’avvio di un percorso di ascolto e collaborazione con il personale sanitario per la revisione del progetto di trasferimento in accordo con le necessità professionali da loro espresse, oltre che coinvolgendo la società civile nelle sue forme organizzate. Richieste analoghe a quelle presentate con la mozione dello stesso mese, insieme alla richiesta di trovare una soluzione diversa per quanto riguarda l’accesso all’ospedale, indirizzando la mobilità in modo da non necessitare di tanti parcheggi che andranno a sostituire gli amati alberi della Pineta, oltre ad attrarre ulteriore traffico in un rione già devastato da scelte urbanistiche scellerate. Con amarezza arriviamo a questo punto senza che la mozione sia stata ancora discussa in sede di Consiglio. Dispiace constatare che i percorsi di partecipazione nelle scelte strategiche della regione non siano ben viste dalla Giunta Fedriga».
«L’individuazione di alternative all’abbattimento della Pineta di Cattinara, polmone verde di un rione che ha subito pesantissimi danni dalla costruzione della Grande Viabilità e dell’Ospedale, era solo questione di volontà politica, quella che è sempre mancata da parte della destra - aggiunge Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale -. Un anno fa abbiamo presentato i risultati del nostro percorso di ascolto delle operatrici e degli operatori sanitari del Burlo in merito al progetto del trasferimento, dal titolo “Il futuro del Burlo va costruito insieme a chi ci lavora”, evidenziando tutte le criticità dell’attuale progetto e chiedendo una moratoria dello stesso. Ascolto che Comune, ASUGI e Regione non hanno mai voluto praticare, zittendo comunità medica e scientifica e popolazione, e calando dall’alto l’ennesima colata di cemento».
Il report di Adesso Trieste si può scaricare qui: https://adessotrieste.eu/wp-content/uploads/2023/10/Burlo_report_23_fin.pdf
«Ancora una volta il Consiglio regionale esce svilito: come nella precedente legislatura, il confronto della Giunta con l’Aula, nelle sue diverse componenti, è assente, non si riconosce all’Assemblea il ruolo che a questa compete». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo oggi (mercoledì 20 novembre, ndr) dopo l’informativa del Presidente della Regione in materia di accordi finanziari fra Stato e Regione.
«Siamo chiamati a intervenire basandoci soltanto su notizie apprese dalla stampa e dai numeri forniti oggi in aula da Fedriga. Riconosco al Presidente grande attenzione sul tema in questa e nella passata legislatura, ma è inaccettabile che il Consiglio regionale diventi poco più di un orpello davanti alle azioni della Giunta. Una situazione che si ripete con drammatica costanza. È inutile appellarsi al senso di responsabilità dell’Aula per affrontare temi chiave come la riorganizzazione del sistema sanitario regionale e degli enti locali, se non si rispetta il ruolo dell’Aula stessa – commenta Moretuzzo –! Non è solo una questione di regolamento, evidentemente disatteso: c’era la possibilità di far diventare il percorso intrapreso da Fedriga patrimonio collettivo, rafforzandolo, con il coinvolgimento del Consiglio, perché la questione dei patti finanziari con lo Stato riguarda tutta la comunità regionale, senza distinzione di colore politico. È stata persa una grande opportunità che non si può giustificare con le tempistiche strette imposte dalla trattativa con lo Stato. Manca la volontà: nella scorsa legislatura fui tra i firmatari della richiesta di istituire una Commissione speciale per valutare gli effetti dei Patti finanziari tra Stato e Regione, che la maggioranza derubricò a Sottocommissione della Commissione bilancio: mai convocata».
Sostegno del Gruppo Patto per l’Autonomia-Civica FVG alla petizione depositata in Consiglio Regionale da parte del Comune di Romans d’Isonzo contro i campi fotovoltaici nel centro abitato
I Consiglieri e le Consigliere regionali Enrico Bullian, Massimo Moretuzzo, Simona Liguori, Giulia Massolino e Marco Putto del Gruppo consiliare Patto per l’Autonomia sostengono la petizione depositata oggi in Consiglio regionale, promossa dall’intero Consiglio comunale di Romans d’Isonzo (presenti anche i Consiglieri comunali di opposizione).
La petizione sottolinea la ferma opposizione dell’intero Consiglio comunale e della comunità di Romans d’Isonzo alla proposta di realizzare due impianti fotovoltaici a terra nelle vie del Castelliere e Nazario Sauro, in pieno centro abitato, e sollecita il Presidente del Consiglio regionale e i Consiglieri a calendarizzare l’approvazione di una norma regionale che regoli in maniera chiara e coordinata le aree idonee e non idonee a ospitare impianti fotovoltaici a terra.
Pieno sostegno dell’iniziativa da parte delle Consigliere e dei Consiglieri regionali del Patto per l'Autonomia presenti che chiedono alla Regione Friuli-Venezia Giulia di individuare con urgenza le aree idonee e non idonee, pur rimanendo favorevoli alla promozione dell’energia rinnovabile attraverso un’installazione equilibrata e rispettosa del territorio.
Partecipato incontro del Patto per l’Autonomia a Mereto di Tomba.
Moretuzzo: «Il rapporto con le liste civiche è fondamentale».
Fabello e Del Negro: «Fare squadra per il futuro del Medio Friuli»
Un pubblico molto numeroso ha partecipato ieri (martedì 19 novembre, ndr) a Mereto di Tomba all’incontro promosso dal Patto per l’Autonomia in collaborazione con le liste Basiliano Bene Comune e Leams di Comunitât.
«Quella di Mereto è stata l’ultima tappa di un percorso in vista dell’Assemblea generale che si svolgerà il 30 novembre ed ha visto il Patto per l’Autonomia promuovere negli ultimi mesi tanti incontri locali in tutta la regione per aprire uno spazio di confronto sul futuro del nostro partito e sulla nostra visione del Friuli-Venezia Giulia del futuro – spiega il segretario e consigliere regionale Massimo Moretuzzo –. Sono stati momenti preziosi, in gran parte organizzati in collaborazione con liste civiche locali, come nel caso di Leams di Comunitât e Basiliano bene comune per l’ultimo incontro, a testimonianza di come il rapporto fra il Patto e i soggetti civici possa essere l’asse portante di un’azione politica partecipata e capace di coinvolgere davvero le persone e le comunità, nel rispetto delle peculiarità di ogni territorio».
«Mereto di Tomba rappresenta il Comune dove il Patto ha mosso i primi passi e ci sembra naturale proseguire e rafforzare la collaborazione con la nostra lista civica – ha detto la consigliera comunale di Mereto di Tomba Paola Fabello –. Questo ci permette di affrontare i temi che interessano la nostra comunità con maggiori competenze e con uno sguardo più ampio. Le sfide che attendono il Medio Friuli, dalle questioni ambientali a quelle sociali, sono importanti e per affrontarle c’è bisogno del lavoro di tutte e tutti».
«Il rapporto fra Patto per l’Autonomia e liste civiche è una delle novità più interessanti nel panorama politico regionale e come Basiliano Bene Comune siamo interessati a far parte di questo percorso di confronto. Questo è importante anche per il Medio Friuli – ha spiegato il consigliere comunale di Basiliano Marco Del Negro –: la situazione dell’ambito sociale e dell’ASP Moro, per citare un esempio, è estremamente delicata e deve essere affrontata dai Comuni del territorio facendo rete, anteponendo il senso di appartenenza al territorio alle contrapposizioni di parte, che non aiutano ad affrontare problemi che superano i confini comunali».
Partecipato incontro del Patto per l’Autonomia a Mereto di Tomba.
Moretuzzo: «Il rapporto con le liste civiche è fondamentale».
Fabello e Del Negro: «Fare squadra per il futuro del Medio Friuli»
Un pubblico molto numeroso ha partecipato ieri (martedì 19 novembre, ndr) a Mereto di Tomba all’incontro promosso dal Patto per l’Autonomia in collaborazione con le liste Basiliano Bene Comune e Leams di Comunitât.
«Quella di Mereto è stata l’ultima tappa di un percorso in vista dell’Assemblea generale che si svolgerà il 30 novembre ed ha visto il Patto per l’Autonomia promuovere negli ultimi mesi tanti incontri locali in tutta la regione per aprire uno spazio di confronto sul futuro del nostro partito e sulla nostra visione del Friuli-Venezia Giulia del futuro – spiega il segretario e consigliere regionale Massimo Moretuzzo –. Sono stati momenti preziosi, in gran parte organizzati in collaborazione con liste civiche locali, come nel caso di Leams di Comunitât e Basiliano bene comune per l’ultimo incontro, a testimonianza di come il rapporto fra il Patto e i soggetti civici possa essere l’asse portante di un’azione politica partecipata e capace di coinvolgere davvero le persone e le comunità, nel rispetto delle peculiarità di ogni territorio».
«Mereto di Tomba rappresenta il Comune dove il Patto ha mosso i primi passi e ci sembra naturale proseguire e rafforzare la collaborazione con la nostra lista civica – ha detto la consigliera comunale di Mereto di Tomba Paola Fabello –. Questo ci permette di affrontare i temi che interessano la nostra comunità con maggiori competenze e con uno sguardo più ampio. Le sfide che attendono il Medio Friuli, dalle questioni ambientali a quelle sociali, sono importanti e per affrontarle c’è bisogno del lavoro di tutte e tutti».
«Il rapporto fra Patto per l’Autonomia e liste civiche è una delle novità più interessanti nel panorama politico regionale e come Basiliano Bene Comune siamo interessati a far parte di questo percorso di confronto. Questo è importante anche per il Medio Friuli – ha spiegato il consigliere comunale di Basiliano Marco Del Negro –: la situazione dell’ambito sociale e dell’ASP Moro, per citare un esempio, è estremamente delicata e deve essere affrontata dai Comuni del territorio facendo rete, anteponendo il senso di appartenenza al territorio alle contrapposizioni di parte, che non aiutano ad affrontare problemi che superano i confini comunali».
Massolino e Brattoli commentano lo sgombero di questa mattina
«Questa situazione era ampiamente prevedibile - commenta Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia, presente nel momento del trasferimento delle persone migranti di questa mattina in Porto Vecchio -. Dopo il propagandistico sgombero del Silos dell’estate scorsa ci troviamo ad assistere a una nuova prova muscolare contro persone che non cercano altro che un riparo. Le istituzioni nel frattempo non hanno fatto niente per trovare una strada percorribile, una soluzione che dia risposte ai bisogni di queste persone. Ancora una volta sottolineiamo il fallimento della politica di centrodestra nella gestione dei flussi migratori. La soluzione era stata ampiamente indicata, sia dalle associazioni che dalle parti politiche. I vicini spazi di via Gioia sarebbero ideali per organizzare un luogo di ricovero per i migranti che si affollano nell’area della stazione e del Porto Vecchio, ma il comune di Trieste si è ostinato a voler aprire un centro di accoglienza in Carso, a Campo Sacro, che non ha né le strutture adeguate né tantomeno una logistica efficace. E di fatto siamo di nuovo qua, all’alba, con il freddo, a sgomberare un ricovero senza indicare una soluzione. E questo avviene mentre si montano gli alberi di Natale in piazza Unità, in una Regione che sta discutendo un bilancio annuale che permetterebbe, volendolo, di affrontare in modo efficace e, sottolineo, umano la questione del ricovero delle persone migranti. Abbiamo proposto un emendamento a bilancio lo scorso dicembre e lo rifaremo. Siamo un Paese civile: dimostriamolo».
«Si fa propaganda inscenando trasferimenti all’alba di richiedenti asilo, che la Prefettura potrebbe e dovrebbe pianificare con continuità senza clamori - aggiunge Leo Brattoli, Portavoce di Adesso Trieste, anche lui presente stamattina -. Il Comune nel frattempo tiene a mezzo servizio e senza fogne il campo scout di Campo Sacro e si ostina a non utilizzare il mercato coperto di via Gioia, lasciando decine di persone di ogni età al freddo e alle intemperie e alimentando volutamente i disagi per la cittadinanza. Un cinismo di cui tutti oramai ci rendiamo conto, con cui Dipiazza e la sua giunta fanno il male dei migranti e dell’intera città».
SPID nella Biblioteca del Consiglio. Massolino: «Un ulteriore passo verso il supporto alla cittadinanza e l'apertura alla città»
Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia e presidente della Commissione di Vigilanza della Biblioteca, si congratula per l'attivazione del servizio di attivazione dell'identità digitale disponibile da oggi nella Biblioteca del Consiglio Regionale. «Un grande ringraziamento al Responsabile della Biblioteca, dottor Pastrovicchio, e alla sua squadra che si mettono a disposizione della cittadinanza con grande dedizione, da oggi offrendo un servizio in più - commenta Massolino -. La digitalizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione è un processo indispensabile e opportuno, ma è necessario garantire a tutte le persone, incluse quelle con fragilità, la facoltà di accedere agli strumenti digitali necessari. Dopo la possibilità di usare computer e internet e attivare la carta regionale dei servizi (la tessera sanitaria) questo ulteriore passo avanti va nell'auspicata direzione di rendere sempre più vicine le istituzioni alla cittadinanza. Così come le presentazioni di libri e le mostre d'arte, con queste azioni la Biblioteca Paladin fa da ponte tra il Consiglio regionale e la città».
«Inaccettabili attese di 5 anni per interventi di riaffermazione del genere»
Domani, mercoledì 20 novembre, è la giornata Transgender Day of Remembrance (TDoR) per la commemorazione delle vittime dell'odio e del pregiudizio verso le persone transgender (transfobia). Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia - Civica FVG aveva recentemente fatto una richiesta di accesso agli atti in merito alle liste di attesa per gli interventi di riattribuzione del genere nelle Aziende Sanitarie della Regione. «I dati inviatici sono sconfortanti - commenta Massolino -. Nei presidi ospedalieri di Tolmezzo, San Daniele, Udine, Palmanova e Latisana presso le Strutture di Urologia, Ginecologia e Chirurgia Plastica non vengono eseguiti interventi per cambio o transizione del sesso. Per quanto riguarda l’ospedale di Cattinara, ci sono ben 20 persone in attesa di interventi di gonadectomia e vaginoplastica, mentre 9 persone sono in attesa di falloplastica e ben 27 in attesa per la mastectomia, le cui liste stanno scorrendo ma con un tempo di attesa di 5 anni. Questi non sono tempi di attesa compatibili con il benessere psicologico delle persone affette da disforia di genere. Ma forse ancora peggiori sono le giustificazioni portate, come già fatto dall’Assessore Riccardi nelle precedenti interrogazioni: il pensionamento del Direttore della Clinica Urologica non può essere motivo sufficiente per non riprendere le attività dopo la sospensione del 2020, giustificata con la necessità di dare priorità alla chirurgia oncologica per smaltire le liste di attesa createsi con il Covid. Senza contare che l’attività riguardante gli interventi di fallo plastica è stata sospesa nel 2018. Le professionalità ci sono e il centro di Cattinara era un centro di riferimento di rilievo internazionale per questo tipo di interventi. La gamma di interventi da effettuare dovrebbe peraltro essere estesa a quanto attualmente non viene effettuato nel nosocomio triestino: isterectomia, isteroannessiectomia, metoideoplastica e mastoplastica additiva. Questi numeri non raccontano solo un problema organizzativo, ma una mancanza di rispetto per la dignità e il benessere delle persone trans, che affrontano percorsi dolorosissimi. Il sistema sanitario ha il dovere di garantire tempestività e accessibilità a cure e trattamenti per le persone con disforia di genere, che hanno diritto a vedersi riconosciuta la propria identità di genere in modo completo e dignitoso. Oggi la Giornata internazionale in commemorazione delle vittime di transfobia ce lo ricorda, ma dobbiamo lottare tutti i giorni, anche e soprattutto nelle istituzioni, affinché i bisogni di salute di ogni persona possano essere visibili, rispettati e presi in carico con la stessa dignità di chiunque altra».
«È necessario uno sforzo per garantire pienamente i diritti linguistici e culturali nel servizio pubblico radiotelevisivo, i tempi sono maturi. Gli obiettivi sono chiari e sono condivisi da politica, sindacati e realtà impegnate nella tutela delle minoranze linguistiche storiche della regione». Lo ha ribadito il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo oggi (lunedì 18 novembre, ndr) in aula in occasione dell’audizione in merito alla tutela delle minoranze nel servizio pubblico radiotelevisivo in Friuli-Venezia Giulia.
«Ci sono alcuni obiettivi che devono essere considerati prioritari – ha affermato Moretuzzo –: innanzitutto è indispensabile attivare una Commissione paritetica di monitoraggio della Convenzione per la programmazione radiotelevisiva in lingua minoritaria in essere, in cui siano rappresentate le persone che lavorano in RAI e le istituzioni regionali che non possono non essere coinvolte nel controllo di cosa e come viene prodotto dalla RAI con i soldi pubblici destinati a questo obiettivo. Oltre a questo ci sono alcune questioni che non possono essere rimandate: dall’attivazione di una redazione giornalistica per la lingua friulana all’adeguamento delle sedi territoriali, a partire da quella di Udine. Obiettivi che in parte dipendono anche dalla volontà della sede RAI regionale, che quindi deve attivare tutti gli strumenti oggi disponibili. C’è anche un altro piano di lavoro, più politico e di medio periodo: su questo tema serve una norma di attuazione dell’autonomia regionale sul modello della Provincia Autonoma di Bolzano, che amplia il potere di controllo da parte della Regione sulle azioni messe in campo dalla Rai nell’ambito della Convenzione per la programmazione radiotelevisiva in lingua minoritaria».
Il partecipato incontro del Patto per l’Autonomia che si è svolto martedì 12 novembre a Socchieve ha messo a fuoco diversi temi che sono decisamente importanti per la Carnia e per l’intera montagna friulana.
Gli interventi introduttivi del Consigliere regionale e Segretario del Patto Massimo Moretuzzo e quelli di Marino Ponte del Comitato utenti teleriscaldamento Arta Terme e Luca Nazzi dell’Alleanza friulana Domini Collettivi, hanno dato avvio a un dibattito che ha coinvolto le persone presenti nella sala del Centro culturale.
«Per il Gruppo del Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli è stato un momento di confronto molto importante, sono emersi temi fondamentali per le nostre comunità, aspetti che spesso sfuggono al dibattito regionale – ha dichiarato Mirco Dorigo, uno dei promotori dell’incontro –. Uno degli esempi più eclatanti è quello del Tagliamento: si discute delle opere sul medio corso e, giustamente, sulla necessità di tutelare la naturalità del fiume, ma non si parla della tutela del bacino montano del Tagliamento, compromessa in passato da troppi interventi impattanti».
«Il tema della transizione ecologica ed energetica – ha proseguito il referente del Patto – è stato centrale anche rispetto alla questione del corretto utilizzo delle biomasse, nell’ambito di una politica forestale lungimirante e sostenibile e di una gestione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili efficiente, che riconosca il ruolo attivo delle comunità locali. Il coinvolgimento delle persone e delle realtà sociali è fondamentale anche per un utilizzo razionale delle proprietà fondiarie, rispetto alle quali vanno incentivati progetti di riassetto che hanno già dimostrato di poter funzionare altrove e possono beneficiare di una lunga storia di gestione comunitaria delle proprietà che caratterizza da sempre tanta parte del territorio carnico».
«Tutte questioni – ha concluso Dorigo – che, assieme a molti altri temi centrali per la montagna friulana, come i servizi sociosanitari, il turismo sostenibile, la viabilità, hanno bisogno di essere affrontate da istituzioni locali realmente in grado di governare i processi: oggi, purtroppo, i Comuni non hanno la struttura per farlo e la dichiarata reintroduzione delle Province non risolverà certo i nostri problemi. Se di ente di area vasta si deve parlare, deve essere un ente veramente rappresentativo delle realtà montane e delle nostre comunità. Non c’è più tempo da perdere».
Il partecipato incontro del Patto per l’Autonomia che si è svolto martedì 12 novembre a Socchieve ha messo a fuoco diversi temi che sono decisamente importanti per la Carnia e per l’intera montagna friulana.
Gli interventi introduttivi del Consigliere regionale e Segretario del Patto Massimo Moretuzzo e quelli di Marino Ponte del Comitato utenti teleriscaldamento Arta Terme e Luca Nazzi dell’Alleanza friulana Domini Collettivi, hanno dato avvio a un dibattito che ha coinvolto le persone presenti nella sala del Centro culturale.
«Per il Gruppo del Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli è stato un momento di confronto molto importante, sono emersi temi fondamentali per le nostre comunità, aspetti che spesso sfuggono al dibattito regionale – ha dichiarato Mirco Dorigo, uno dei promotori dell’incontro –. Uno degli esempi più eclatanti è quello del Tagliamento: si discute delle opere sul medio corso e, giustamente, sulla necessità di tutelare la naturalità del fiume, ma non si parla della tutela del bacino montano del Tagliamento, compromessa in passato da troppi interventi impattanti».
«Il tema della transizione ecologica ed energetica – ha proseguito il referente del Patto – è stato centrale anche rispetto alla questione del corretto utilizzo delle biomasse, nell’ambito di una politica forestale lungimirante e sostenibile e di una gestione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili efficiente, che riconosca il ruolo attivo delle comunità locali. Il coinvolgimento delle persone e delle realtà sociali è fondamentale anche per un utilizzo razionale delle proprietà fondiarie, rispetto alle quali vanno incentivati progetti di riassetto che hanno già dimostrato di poter funzionare altrove e possono beneficiare di una lunga storia di gestione comunitaria delle proprietà che caratterizza da sempre tanta parte del territorio carnico».
«Tutte questioni – ha concluso Dorigo – che, assieme a molti altri temi centrali per la montagna friulana, come i servizi sociosanitari, il turismo sostenibile, la viabilità, hanno bisogno di essere affrontate da istituzioni locali realmente in grado di governare i processi: oggi, purtroppo, i Comuni non hanno la struttura per farlo e la dichiarata reintroduzione delle Province non risolverà certo i nostri problemi. Se di ente di area vasta si deve parlare, deve essere un ente veramente rappresentativo delle realtà montane e delle nostre comunità. Non c’è più tempo da perdere».
«I dati ISTAT sull'incidentalità regionale diffusi oggi parlano di una realtà drammatica, dove la velocità unita alla disattenzione provoca una scia senza fine di vittime proprio nelle fasce più fragili della popolazione - commenta Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia prima firmataria della mozione sulla riduzione dei limiti di velocità che approderà in aula giovedì 21 -. Il rapporto Istat arriva subito dopo la notizia dell'ennesima vittima investita e uccisa a Trieste da una persona in automobile, e alla vigilia della giornata internazionale delle vittime della strada (17 novembre). Nella prossima settimana è prevista la discussione al Senato del nuovo codice della Strada, proposto dal Ministro Salvini, che ha perso il ricorso contro la Città 30 di Bologna la scorsa settimana. Una misura, quella di Salvini, ampiamente osteggiata dalle associazioni delle vittime della strada e da quelle che si occupano di mobilità e ambiente, perché non incide, e anzi peggiora, il principale strumento di prevenzione delle vittime: la riduzione della velocità. Ne discuteremo nell'aula di Piazza Oberdan giovedì 21, grazie alla mia mozione che chiede alla Regione di dimostrare contrarietà al provvedimento e di intraprendere invece azioni concrete nella direzione della Città 30 anche per i centri urbani del nostro territorio».
«I dati segnalano un problema principalmente per l'aumento degli investimenti fatali di persone a piedi, soprattutto le fasce fragili, oltre a essere la prima causa di morte per i giovani under 30 e a rappresentare un costo sociale di 327 milioni solo per la nostra regione (274 euro pro capite) - prosegue la consigliera -. Quale sarebbe un numero accettabile di morti in strada? Zero. Questa è la cosiddetta “vision zero” che in molte parti d'Europa si persegue, e a tal fine il primo strumento, come riconosciuto anche dall'ONU, è la riduzione strutturale della velocità degli autoveicoli, che anche incentiva la mobilità dolce riducendo ulteriormente il numero di incidenti con conseguenze sulle persone. Per fare politiche ragionevoli bisogna partire dai numeri, e la riduzione a 30 km/h della velocità ad oggi si è dimostrata la strategia migliore per ridurre gli incidenti stradali e la loro gravità, e rendere più sicure le vie della città, per tutte le persone, in qualsiasi modo si muovano. Gli innumerevoli studi scientifici teorici sono confermati dai risultati reali registrati nelle molte città che hanno scelto i 30 km/h: un'analisi del Politecnico di Atene pubblicata a maggio 2024 su quaranta città europee diventate città 30 ci dice che gli incidenti sono calati in media del 23%, le persone decedute del 37% e quelle ferite del 38%. La velocità conta sempre: o come causa diretta, o come fattore che comunque aggrava le conseguenze delle altre violazioni».
«La maggior parte delle città europee e alcune città italiane sono già andate nella direzione della Città 30 - conclude Massolino -. Bologna è stata la prima città di medie dimensioni a intraprendere questo coraggioso percorso nella direzione non solo della sicurezza stradale, per cui è stata insignita del premio europeo la settimana scorsa, ma anche della riduzione dell'inquinamento atmosferico e acustico, della vivibilità e della democratizzazione degli spazi urbani. I risultati che ha ottenuto in solo sei mesi sono straordinari: -38% incidenti gravi e -33% di decessi, a fronte di -10,8% di incidenti e -11,7% di persone ferite. Ma era stata Olbia la prima città italiana a farlo, già nel 2021, e la misura è stata strenuamente difesa dall’Amministrazione di centro destra che l'aveva proposta, a dimostrazione che salvare vite non ha e non deve avere colore politico. Ci auguriamo che anche il Consiglio regionale possa valutare positivamente in modo trasversale questa proposta che mira a mettere al centro la sicurezza e il benessere delle persone, a partire da quelle più fragili: anziane e anziani, bimbe e bimbi».
Il Patto per l'Autonomia esprime piena solidarietà alle giornaliste e giornalisti del Primorski dnevnik, condividendo le preoccupazioni manifestate per gli esiti della commissione consultiva regionale per la minoranza slovena in merito alla ripartizione dei fondi statali previsti dalla legge di tutela, come emerge da comunicato dello stesso quotidiano.
«La Giunta deve chiarire immediatamente la questione, inammissibile, se venisse confermata, della riduzione della quota prevista per il quotidiano sloveno per il secondo anno consecutivo - afferma la consigliera regionale Giulia Massolino -. Bisogna garantire non solo la quota intera per quest'anno, ma anche il ristoro dei fondi tagliati l'anno scorso, come promesso, o alternativamente aumentarla, come avvenuto per le altre organizzazioni di primaria importanza per la minoranza slovena. Tanto più in un momento così delicato per gli organi di stampa e per l'editoria, non si può tagliare finanziamenti proprio all'unico quotidiano di lingua slovena in Italia, che da decenni lavora con grande qualità per seguire adeguatamente le vicende di attualità locale e della minoranza».
Una serata di confronto e dialogo si è svolta nella storica Sala Ado Furlan presso la Casa del Popolo di Gradisca, con la partecipazione del segretario regionale e consigliere del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, della consigliera comunale Alessia Facchin e dell’assessore Stefano Cappacchione. Questo incontro, parte di un ciclo organizzato dal Patto per l’Autonomia, si è focalizzato sulle tematiche fondamentali per il territorio del Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Gradisca d’Isonzo e sulle iniziative che la comunità intende sviluppare.
Il dibattito si è articolato in un’atmosfera intellettualmente stimolante, toccando argomenti cruciali come l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo politico. In particolare, i partecipanti hanno approfondito le possibili proposte per agevolare l’inclusione sociale e lavorativa degli ospiti del CARA e di coloro che intraprendono il percorso di asilo, con l’obiettivo di promuovere un’integrazione concreta nel tessuto socio-economico locale.
Un altro tema di rilievo è stato quello del social housing e del diritto all’abitare, un aspetto fondamentale per garantire condizioni di vita dignitose e inclusione per tutti. I relatori hanno inoltre sottolineato l’importanza del ruolo degli amministratori locali nella gestione di queste sfide, affrontando l’esigenza di politiche territoriali che rispondano in modo puntuale ai bisogni della popolazione.
Infine, si è discusso della necessaria svolta nel sistema sanitario regionale, evidenziando come il Friuli-Venezia Giulia debba ripensare i modelli di assistenza sanitaria per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. In questo senso, gli amministratori presenti hanno espresso l’intenzione di promuovere politiche che garantiscano un sistema sanitario equo e sostenibile.
L’evento ha rappresentato un momento di profonda riflessione e scambio di idee, sottolineando l’impegno del Patto per l’Autonomia nel dare voce alle esigenze della comunità e nel costruire un progetto politico incentrato sui valori della solidarietà, dell’inclusione e della partecipazione attiva.
Una serata di confronto e dialogo si è svolta nella storica Sala Ado Furlan presso la Casa del Popolo di Gradisca, con la partecipazione del segretario regionale e consigliere del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, della consigliera comunale Alessia Facchin e dell’assessore Stefano Cappacchione. Questo incontro, parte di un ciclo organizzato dal Patto per l’Autonomia, si è focalizzato sulle tematiche fondamentali per il territorio del Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Gradisca d’Isonzo e sulle iniziative che la comunità intende sviluppare.
Il dibattito si è articolato in un’atmosfera intellettualmente stimolante, toccando argomenti cruciali come l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo politico. In particolare, i partecipanti hanno approfondito le possibili proposte per agevolare l’inclusione sociale e lavorativa degli ospiti del CARA e di coloro che intraprendono il percorso di asilo, con l’obiettivo di promuovere un’integrazione concreta nel tessuto socio-economico locale.
Un altro tema di rilievo è stato quello del social housing e del diritto all’abitare, un aspetto fondamentale per garantire condizioni di vita dignitose e inclusione per tutti. I relatori hanno inoltre sottolineato l’importanza del ruolo degli amministratori locali nella gestione di queste sfide, affrontando l’esigenza di politiche territoriali che rispondano in modo puntuale ai bisogni della popolazione.
Infine, si è discusso della necessaria svolta nel sistema sanitario regionale, evidenziando come il Friuli-Venezia Giulia debba ripensare i modelli di assistenza sanitaria per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. In questo senso, gli amministratori presenti hanno espresso l’intenzione di promuovere politiche che garantiscano un sistema sanitario equo e sostenibile.
L’evento ha rappresentato un momento di profonda riflessione e scambio di idee, sottolineando l’impegno del Patto per l’Autonomia nel dare voce alle esigenze della comunità e nel costruire un progetto politico incentrato sui valori della solidarietà, dell’inclusione e della partecipazione attiva.
Oggi in III Commissione l’Assessore Riccardi ha risposto all’interrogazione di Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, in merito a un ritardo di 40 minuti nei soccorsi, con esito fatale per la persona che aveva richiesto aiuto, avvenuto a Roiano a giugno 2023. A fronte dell’accesso atti che evidenzia un ritardo di 46 minuti dal lancio dell’allarme all’arrivo dell’ambulanza che ha portato la persona in ospedale, dove poi è deceduta diversi mesi più tardi, Riccardi ha affermato fosse stato correttamente assegnato un codice verde.
«Ha dell’incredibile che, a fronte di una persona che telefona al 112 chiedendo soccorso per un (testuali parole riportate dalla telefonata) “possibile infarto”, venga assegnato un codice verde, e che a fronte del successivo decesso si cerchi anche di difendere questa decisione - commenta la consigliera Massolino-. C’era stata anche una seconda chiamata, da parte di un’agente di Polizia Municipale, e anch’essa riportava un “possibile infarto”, eppure il codice è rimasto verde. Invece di assumersi la responsabilità di questo gravissimo episodio, e indagarne le cause, usandolo come evento sentinella al fine di evitare possa ripetersi una simile situazione, Riccardi cerca di infangare la memoria della persona coinvolta paventando un allusorio “nota ai servizi”. Nessuno mette in dubbio la buona fede di operatrici e operatori: la falla è di sistema, visto che questo è un caso eclatante ma non isolato. Sarebbe l’ora di rivedere drasticamente il sistema emergenza urgenza, provvedendo finalmente a una centrale unica di emergenza per le tre aree territoriali delle Aziende sanitarie regionali, dando ascolto alle parti sindacali e alla petizione che solo a Trieste ha raccolto 7.500 firme di cittadine e cittadini esasperate dai continui disservizi, in alcuni casi come questo in oggetto dagli esiti gravissimi».
«In merito al perché non siano state fornite le telefonate della SORES per le quali avevo fatto richiesta di accesso agli atti, l’Assessore ha risposto che non avevano a disposizione un software di editing audio che potesse censurare i dati sensibili - conclude Massolino -. Proporremo una posta alla prossima finanziaria per l'acquisto di tale software. Penso che il ricco bilancio regionale non abbia problemi a sostenere una spesa di qualche centinaio di euro per un software che permetta alle e ai componenti del consiglio di esercitare pienamente il loro diritto di accesso agli atti».