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Patto per l'Autonomia | Pat pe Autonomie | Pakt za Avtonomijo | Pakt für die Autonomie

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Notizie

Nasce il coordinamento degli enti locali

Patto per l’Autonomia: nasce il coordinamento degli enti locali.

No al ritorno delle vecchie Province, sì ad enti di area vasta nuovi

Si è svolto Mercoledì 12 marzo a Udine il primo incontro promosso dal Patto per l’Autonomia per le amministratrici e gli amministratori locali, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti da tutta la regione che hanno accolto la proposta di costituire un coordinamento di persone vicine al Patto per l’Autonomia e impegnate nel mondo delle istituzioni locali.

«Riproporre le vecchie Province così come le abbiamo conosciute è un errore clamoroso – ha esordito Federico Pirone, Assessore del Comune di Udine e responsabile degli enti locali del Patto per l’Autonomia –. Una scelta di questo tipo accontenta solo gli appetiti elettorali di una maggioranza divisa tra Forza Italia e Lega da una parte e Fratelli d’Italia dall’altra, ma non risolve la prima grande vera priorità, cioè la situazione drammatica in cui si trovano i Comuni, in particolare quelli di minori dimensioni, senza personale e con i soldi della Regione fermi in cassa per impossibilità di spenderli. Siamo prima di tutto per un deciso snellimento e decentramento di funzioni dalla Regione che non può essere un ente che continua a distribuire risorse attraverso un numero di bandi sempre maggiore, come sta facendo ora – prosegue Pirone –. Deve invece usare la propria specialità per proporre un moderno assetto istituzionale che dia un peso politico ed amministrativo diverso ai Comuni e che stimoli la nascita di progetti di sviluppo territoriale nuovi. Come succede in Trentino Alto Adige/Südtirol, anche in Friuli-Venezia Giulia questi enti devono essere transfrontalieri».

All’incontro ha partecipato anche il Consigliere regionale e Segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, che ha ribadito la necessità di evitare un incomprensibile ritorno al passato. «Riteniamo che qualsiasi assetto istituzionale del futuro debba riconoscere il ruolo e le peculiarità dei diversi territori regionali, a partire dalle caratteristiche dell’area metropolitana di Trieste e del policentrismo del Friuli, nelle sue diverse componenti linguistiche, culturali, economiche e sociali. Non è pensabile, ad esempio, che un’area come quella della montagna friulana non veda riconosciuto il bisogno di un ente di area vasta in grado di affrontare le crisi e le opportunità che le terre alte stanno vivendo. Questa Regione deve legiferare in maniera innovativa, ha una posizione in Europa che va utilizzata per promuovere politiche coraggiose. Ci riferiamo ad esempio al Tagliamento, fiume che unisce e non divide i territori, o alla zona di Gorizia, per la quale sarà centrale il rapporto con Nova Gorica anche dopo i fasti di GO!2025. Ci auguriamo che il centrodestra apra a un confronto vero dentro la società regionale e non proceda a colpi di maggioranza come ha fatto finora, con interventi basati sulla mera convenienza politica, come l’eliminazione dallo Statuto del referendum consultivo in materia elettorale o l’abbassamento del quorum per i ballottaggi comunali».

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Moretuzzo: «Gravissimo l’attacco di Fedriga a Bordon, riferisca in aula»

Moretuzzo: «Gravissimo l’attacco di Fedriga a Bordon, riferisca in aula»

«Abbiamo appreso dalla stampa ligure che il Presidente Fedriga ha chiamato il Presidente della Liguria Bucci per lamentarsi del fatto che il dott. Paolo Bordon, attualmente direttore generale della sanità ligure e già dirigente sanitario in Friuli, si è permesso di esprimere un parere sullo stato del sistema sanitario del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta di un fatto gravissimo, per il quale chiederemo al Presidente e alla Giunta di riferire in aula la prossima settimana». Questo il commento di Massimo Moretuzzo, capogruppo di Patto per l’Autonomia, sul clamore suscitato dall’intervento del dott. Paolo Bordon sul Messaggero Veneto dei giorni scorsi.

«Senza entrare nel merito delle considerazioni espresse nel suo articolo, che condividiamo totalmente, e delle sue competenze professionali largamente riconosciute anche fuori dai confini regionali, ritengo che il dott. Bordon abbia il diritto di manifestare il suo pensiero in tutte le sedi che ritiene opportune e che, anzi, sia auspicabile che persone informate e competenti come lui intervengano nel dibattito su uno dei temi fondamentali per la nostra regione, come quello della sanità. Di cosa ha paura il Presidente Fedriga, tanto da spingersi a chiamare un collega Presidente di Regione per lamentarsi di un articolo apparso sulla stampa? Perché non vuole che si discuta di quello che è successo e sta succedendo nel servizio sanitario regionale? La recente accelerazione sui processi di privatizzazione di pezzi della sanità regionale, e soprattutto il tentativo di farla passare senza una discussione nelle opportune sedi istituzionali, impone invece un confronto quanto più largo e partecipato possibile».

«Se il Presidente Fedriga pensa di continuare a fare propaganda elettorale sulla sanità senza che nessuno denunci la gravità di una situazione che rischia di implodere per le conseguenze di scelte sbagliate, si sbaglia di grosso. Dai banchi dell’opposizione – continua Moretuzzo – abbiamo dimostrato di avere un atteggiamento costruttivo, come in occasione del dibattito sul Piano oncologico, e di considerare il tema della sanità come una delle questioni in cui la comunità politica regionale deve essere capace di superare sterili contrapposizioni. Non abbiamo però nessuna intenzione di assistere passivamente a un declino che rischia di essere inarrestabile e che per essere contrastato ha bisogno di un dibattito serio e di voci autorevoli, come quella del dott. Bordon».

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Moretuzzo: «Privatizzare è una scelta politica, non amministrativa, la Giunta si assuma la responsabilità».

Moretuzzo: «Privatizzare è una scelta politica, non amministrativa, la Giunta si assuma la responsabilità».

Il capogruppo di Patto per l’Autonomia auspica una immediata convocazione dell’Assemblea dei sindaci di ASUFC

«Non è accettabile che scelte fondamentali come quella di affidare a soggetti privati la gestione di settori strategici di strutture ospedaliere siano derubricate a questioni amministrative. In queste ore stiamo assistendo a una serie di tentativi da parte della Direzione di ASUFC di giustificare l’esternalizzare di servizi essenziali come quelli dell’emergenza urgenza, tentativi destinati a fallire perché il processo di privatizzazione non è una scelta amministrativa, ma è una scelta decisamente politica, che dipende dalla volontà dell’amministrazione regionale», afferma in una nota il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.

«Se la Giunta Fedriga ha deciso di procedere alla privatizzazione di pezzi della sanità regionale, lo dichiari e se ne assuma la responsabilità. Non può continuare a nascondersi dietro dichiarazioni di principio che vengono puntualmente smentite da scelte amministrative che vanno in direzione opposta. Un po’ come è successo con il punto nascita di San Vito al Tagliamento: prima il presidente Fedriga ha promesso solennemente in campagna elettorale che il punto di San Vito sarebbe stato mantenuto, dopo pochi mesi è stato chiuso con la scusa di un aspetto gestionale insormontabile. Non è questo il modo di affrontare i nodi della sanità regionale; ci vuole il coraggio di affrontare le scelte, anche difficili, che sono necessarie e di condividerle con i territori – continua Moretuzzo –. Per questo è fondamentale che l’Assemblea dei sindaci dell’ASUFC venga riconvocata al più presto e che un tema strategico come questo venga affrontato in quella sede, senza scorciatoie che non possono portare nulla di buono».

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Ex Amideria Chiozza. Moretuzzo e Bullian: «Progetto importante. Lavorare in rete per valorizzare i tesori del nostro territorio»

«Il progetto che interessa l’ex Amideria Chiozza è un progetto importante non solo per l’elevato valore economico-finanziario dell’operazione (12 milioni) ma soprattutto per la grande importanza storico-culturale del sito». Così i consiglieri regionali Massimo Moretuzzo ed Enrico Bullian del gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG presenti al sopralluogo dell’Ufficio di Presidenza allargato della V Commissione consiliare, riunitosi oggi nel Comune di Ruda.

«La figura di Chiozza – ha evidenziato il consigliere Bullian – è ancora ampiamente sottovalutata, quasi misconosciuta. Questa visita ci ha permesso di comprenderne la portata e di incoraggiare il progetto di valorizzazione. Da ex amministratore comunale, poi, sono solidale con il sindaco di Ruda, perché comprendo cosa significhi assumersi la responsabilità di un cantiere da 12 milioni».

«Questo è uno dei tanti gioielli del nostro territorio – aggiunge Moretuzzo –, la valorizzazione dei quali è opportuno passi per un vero e proprio gioco di squadra dei vari livelli amministrativi: solo mettendo in rete le forze di tutti e operando in sinergia si possono ottenere risultati importanti e in questo i piccoli Comuni fanno tanto, mettendo passione ed energie importanti ma devono sapere di poter sempre contare sull’aiuto da parte dell’amministrazione regionale, specie per individuare tutti i correttivi necessari alle azioni che risultano per loro più gravose».

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Cluster Mare FVG. Massolino chiede un sopralluogo: «Comprendere i piani di sviluppo e le necessità di finanziamento dopo i cambi al vertice»

«Alla luce del cambio ai vertici, in seguito alle dimissioni della Presidente e dell’Amministratore Delegato del Maritime Technology Cluster FVG Scarl (MARE FVG) nell’autunno 2024, si rende necessario un approfondimento sull’attuale situazione amministrativa e sulle prospettive future della struttura». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia, che ha avanzato una richiesta alla Presidenza della VI Commissione del Consiglio Regionale per l'organizzazione di un sopralluogo presso il CLUSTER MARE FVG. Nel corso della visita, si prevede di audire il Presidente e il Consiglio d’Amministrazione del Cluster al fine di approfondire il piano strategico 2022-2027 e il piano attuativo 2025, nonché di analizzare le prospettive e gli indirizzi di sviluppo del settore, nonché le esigenze di finanziamento.

 

«Nell’ultima intervista rilasciata alla stampa l’ex Amministratore Delegato Sabbadini denunciava problemi strategici, anche legati alla riduzione del 70% dei finanziamenti regionali per il settore marittimo. Ed è di pochi giorni fa la notizia che il festival MAREinFVG, già in corso di organizzazione e previsto sia dal Piano strategico che dal Piano attuativo, è stato improvvisamente cancellato senza chiarirne le motivazioni. Serve massima trasparenza sulle dinamiche amministrative e sulle future strategie di MARE FVG, elemento chiave per lo sviluppo dell’economia marittima e tecnologica regionale, settore in espansione e fondamentale per il futuro del territorio», conclude Massolino, auspicando una pronta convocazione dello stesso.

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Giornata internazionale della donna. Massolino e Moretuzzo: «Non un rituale, ma un richiamo all’azione»

Giornata internazionale della donna. Massolino e Moretuzzo: «Non un rituale, ma un richiamo all’azione»

«Nel 2024 l’Italia è all’87° posto nel Global Gender Gap Index su 146 Paesi, fanalino di coda in Europa per opportunità economiche e lavorative per le donne. Un dato che racconta di salari più bassi, minori tutele e carriere bloccate. In Friuli-Venezia Giulia ciò si traduce in 9.500 euro, in media, in meno all’anno rispetto a un uomo. Questo ci dice che siamo ancora lontani da una vera parità. Le disuguaglianze pesano ancora di più nei contesti fragili e dove vi sono forme di violenza fisica, psicologica ed economica. La liberazione da queste dinamiche passa anche attraverso l’emancipazione economica», affermano i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Giulia Massolino e Massimo Moretuzzo alla vigilia della Giornata internazionale della donna, che, sottolineano, «non va ridotta a rituale, ma è un richiamo ad agire e ad impegnarsi per una società equa e paritaria».

«Il problema drammatico della violenza sulle donne in molti casi viene anche aggravato dalla mancanza di un sostegno adeguato rispetto alla disponibilità di cure mediche. Per questo nelle scorse settimane abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale affinché la Regione preveda l’esenzione totale dal ticket per tutte le prestazioni sanitarie destinate alle donne vittime di violenza, seguendo l’esempio di altre Regioni che hanno già adottato misure simili – continuano Massolino e Moretuzzo –. L’obiettivo è garantire un accesso immediato e gratuito alle cure, incluse visite specialistiche, esami diagnostici e supporto psicologico, anche nel periodo successivo alle dimissioni dal pronto soccorso, senza che il peso economico diventi un ulteriore ostacolo nel percorso di uscita dalla violenza. Ora tocca alla Giunta regionale dare una risposta. Ogni giorno è l’occasione per stare dalla parte giusta».

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Cordoglio per la morte di Bruno Pizzul

Il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo esprime il proprio cordoglio per la morte di Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo, scomparso nella notte a Gorizia nel suo amatissimo Friuli, dove aveva deciso di tornare a vivere.

«Con il suo stile unico, pacato e mai banale, la sua grande competenza e straordinaria umanità, ha raccontato decenni di calcio e tanti momenti iconici, sempre con garbo e misura, elegante nei modi e nell’eloquio – ricorda Moretuzzo –. Nonostante la professione lo abbia portato lontano, il suo legame con la terra natale, il Friuli, e in particolare Cormons, è stato saldo e profondo, come l’orgoglio per le sue radici. Alla famiglia vanno le più sincere condoglianze. Mandi, Bruno!»

 
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Alberi dell’Ospedale Maggiore. Massolino presenta un’interrogazione: «Serve maggiore attenzione nella gestione del verde pubblico»

 «La gestione del verde pubblico deve essere improntata alla sostenibilità e alla tutela dei servizi ecosistemici offerti dagli alberi, nel rispetto delle migliori pratiche indicate dalle normative nazionali ed europee». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia, che ha depositato un'interrogazione in merito agli abbattimenti di alberature e alla gestione delle nuove piantumazioni nel giardino dell’Ospedale Maggiore di Trieste.

 

«Abbattere alberi adulti senza un’attenta valutazione degli impatti ambientali e sostituirli con nuove piantumazioni la cui gestione comporta costi elevati e benefici ridotti non è una strategia sostenibile - sottolinea Massolino -. Abbiamo chiesto alla Giunta quali siano state le valutazioni alla base di queste scelte, se siano stati considerati i costi di manutenzione nel lungo periodo e se si siano esplorate alternative più ecologiche ed economiche, come la selezione di specie arboree adatte a crescere con una chioma naturale senza necessità di potature obbligate».

 

L’interrogazione chiede chiarimenti sui criteri adottati per la gestione del patrimonio arboreo dell’ospedale, con particolare attenzione alle potature in forma obbligata, come la gestione a testa di salice, che alterano la struttura naturale degli alberi e ne riducono la capacità di assorbire CO₂ e altri inquinanti. «Studi e linee guida nazionali e regionali evidenziano che le migliori pratiche in arboricoltura suggeriscono di limitare gli interventi di potatura e di scegliere specie compatibili con lo spazio disponibile - prosegue la consigliera -. Abbiamo chiesto inoltre se siano previsti monitoraggi per prevenire malattie e infezioni, dato che i tagli ripetuti possono aumentare il rischio di patologie come il cancro colorato del platano».

 

Massolino evidenzia infine la necessità di linee guida più stringenti per la gestione del verde pubblico e per promuoverne il rispetto anche da parte degli enti e delle agenzie regionali: «Gli alberi sono un patrimonio da preservare con attenzione. Ci auguriamo che la Giunta chiarisca le proprie scelte e valuti soluzioni più sostenibili per la gestione del verde urbano», conclude.

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Moretuzzo: "La Giunta si faccia garante del rispetto dei diritti a tutela delle lingue minoritarie anche nelle aziende sanitarie"

«L’eliminazione del friulano dalla nuova cartellonistica dell’ospedale di San Daniele è un fatto grave ed è necessario che l’Assessore regionale competente chiarisca subito che azioni intende intraprendere affinché situazioni del genere non si ripetano» questo il commento a caldo del consigliere regionale del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo di quanto avvenuto presso il nosocomio collinare.

«Dalla stampa locale apprendiamo – prosegue Moretuzzo – che il consiglio comunale di San Daniele è già intervenuto sul tema chiedendo all’amministrazione di intervenire con l'azienda sanitaria per ripristinare la cartellonistica  bilingue ma crediamo che questo non sia sufficiente: l’Amministrazione regionale deve farsi garante del rispetto di un diritto fondamentale nella nostra regione e deve attuare tutte le azioni necessarie al fine di garantire che tutti gli enti pubblici di quella che potremmo definire la “sfera regionale” lo rispettino. La valorizzazione del plurilinguismo deve essere un obiettivo trasversale a ogni azione della pubblica amministrazione regionale, non solo perché è un diritto riconosciuto ma anche perché rappresenta un importante elemento per facilitare il rapporto con le cittadine e i cittadini, migliorando la comprensione reciproca. Nella scorsa legislatura avevamo presentato una interrogazione proprio sul sito web dell’Azienda sanitaria del Friuli centrale che non era plurilingue e, in quella sede, l’Assessore Roberti ricordava che le Aziende sanitarie sono esplicitamente citate in merito agli adempimenti previsti dalla L. 482/1999 (la legge di tutela delle minoranze linguistiche-storiche). In tale occasione l’Assessore inoltre rilevava che, negli ultimi anni, vi era stata una mancanza di continuità delle azioni di tutela e promozione linguistica svolta da tali enti a causa di una progressiva diminuzione dei fondi statali trasferiti alla Regione per tali finalità. È tuttavia evidente, rendendo il tutto ancora più grave, che in questo caso l’operazione era a costo zero di fatto e che quindi quello che in questo caso manca è proprio la sensibilità e la volontà di rispettare un diritto costituzionalmente riconosciuto. Per tale motivo nella giornata di oggi presenterò un’interrogazione alla Giunta regionale con l’obiettivo di chiarire le motivazioni che hanno portato alla rimozione della cartellonistica bilingue nell'ospedale di San Daniele ma anche per sapere quali azioni intende intraprendere la Giunta regionale per richiamare le aziende sanitarie al rispetto delle normative che tutelano le lingue minoritarie».

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Riattivazione cognitiva per persone con demenza: depositata una mozione a firma di tutta l'opposizione per riattivare il servizio, potenziarlo ed estenderlo a tutta la regione

«Dopo la sospensione del gruppo di riattivazione neurocognitiva per persone con demenza, motivata dall'URP di Asugi con una mancanza di fondi, abbiamo depositato una mozione a firma dell'intera opposizione chiedendo non solamente la riattivazione di quel gruppo, ma anche il suo potenziamento e la costituzione di simili gruppi su tutto il territorio regionale - dichiara Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia e prima firmataria della mozione, che segue l'interrogazione presentata insieme al collega Francesco Russo del Partito Democratico -. In Friuli - Venezia Giulia ci sono 15000 persone con demenza e questo significa altrettante famiglie che si fanno carico di compiti di cura per la maggiorparte delle volte estremamente gravosi. La riattivazione neurocognitiva, rientrante nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), consente di rallentare il decorso della malattia, per la quale non esistono terapie farmacologiche, contribuendo a evitare o a ritardare l’ipotesi di istituzionalizzazione, con evidenti vantaggi per le persone affette dalla patologia, per le famiglie stesse, ma anche per la società tutta. La situazione è destinata ad aggravarsi con l’aumentare dell’aspettativa di vita ed è fondamentale elaborare urgentemente una strategia per potenziare, ampliare e moltiplicare tali gruppi di supporto in tutta la regione, anziché eliminarli, anche con l'obiettivo di ridurre la spesa sanitaria a valle. Tutte le persone con demenza e le famiglie del nostro territorio hanno il diritto di accedere a un sostegno così importante».

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Trasferimento Burlo. Massolino: «Bene le criticità risolte, ma inaccettabili le continue mancanze di dialogo e rispetto nei confronti della cittadinanza e di componenti del Consiglio»

«Non ci può che far piacere che siano state risolte molte delle criticità che avevamo sollevato sul progetto a seguito di un processo di ascolto di operatrici e operatori portato avanti da Adesso Trieste». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia , a margine dell’audizione tenutasi in Consiglio regionale riguardo al nuovo progetto di trasferimento del Burlo a Cattinara - . Ci siamo sempre approcciati al tema con grande rispetto, consapevolezza e senso di responsabilità, e lo stesso vale per le domande poste oggi in Commissione agli auditi, anche sottolineando che mi sono astenuta dal commentare le risposte ricevute, e anche quelle non ricevute, tra cui l’assenza di riscontro in merito alle tempistiche delle compensazioni per il taglio della Pineta. In tal senso dispiacciono le allusioni immotivate dell’Assessore, che di certo non contribuiscono a creare un clima di collaborazione. Del resto, la totale mancanza di confronto e rispetto nei confronti della cittadinanza e delle e dei componenti del Consiglio non è nuova. Anche oggi ho ribadito la violazione del regolamento in merito alla petizione del Comitato Salviamo il Burlo e la Pineta di Cattinara, presentata ormai quasi un anno fa e che sarebbe dovuta arrivare in Commissione entro luglio, e di cui ho chiesto l’iscrizione all’ordine del giorno in settembre, senza ottenere neanche la cortesia di un cenno di riscontro, così come nel vuoto è caduta la mia lettera di sollecito che ho inviato lunedì alla presidenza della Commissione. Alla mia richiesta odierna di chiarimenti il Presidente della Commissione ha risposto che riteneva quella Petizione superata dal precedente riscontro a un’interrogazione. Il tutto senza comunicarlo né ai firmatari né alla Commissione stessa, né al Consiglio, violando il regolamento e mancando di rispetto a chi faticosamente quelle firme le ha raccolte e chi ha sottoscritto l’appello, oltre che al ruolo delle consigliere e dei consiglieri che l’avevano sostenuta e sollecitata».

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Fotovoltaico. Massolino: «Norma necessaria, ma c’è ancora molto da fare. Maggioranza tenga in considerazione le nostre proposte per i prossimi appuntamenti in aula»

«Non possiamo esprimere soddisfazione in merito all’esito della legge regionale sulle aree idonee, dato che praticamente nessuna delle nostre proposte è stata presa in considerazione - così Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia, in merito al Ddl 38, di cui era relatrice -. Tuttavia abbiamo scelto di astenerci come atto di responsabilità, in considerazione della necessità di procedere a normare con urgenza oltre che del grande lavoro fatto dagli uffici su un tema così tecnico, delicato e complesso, confezionando una legge nei pochi spazi concessi dalla confusa normativa italiana. Gli obiettivi del Green Deal sono ambiziosi ma ci chiedono, correttamente, di accelerare la conversione energetica: la crisi climatica non attende i tempi della politica e ci sta già mostrando la sua faccia più dura. Naturalmente la transizione deve essere giusta dal punto di vista sociale oltre che ambientale, e in questo il governo del territorio è fondamentale».

 

Nel dibattito in aula è intervenuto anche il capogruppo Massimo Moretuzzo: «Se è vero che i vincoli imposti dalla normativa italiana sono stringenti, è altrettanto vero che in 7 anni di governo il centrodestra non ha fatto nulla per ampliare le competenze della Regione nel campo dell’energia e del governo del territorio. Questa inerzia ha determinato la situazione in cui ci troviamo oggi».

 

«Nella nostra visione - prosegue la consigliera Massolino -, la Regione dovrebbe avere un ruolo proattivo nell’indirizzare gli investimenti sulle superfici già impermeabilizzate, che di per sé basterebbero a coprire i fabbisogni regionali, tema su cui abbiamo presentato un ordine del giorno che è stato accolto. Al contempo è necessario garantire che gli impianti piccoli e diffusi e le comunità energetiche possano trovare sufficiente disponibilità di potenza nelle cabine: dopo tanta attesa e grande fatica, le CER devono decollare e non possono trovare ostacoli infrastrutturali. Allo stesso tempo le compensazioni devono essere aumentate e bisogna prevedere anche la cessione di energia appunto per le CER, e la partecipazione della cittadinanza garantita anche attraverso la compartecipazione al progetto. Infine, riteniamo che si debba insistere per obbligare la coltivazione dei terreni sottostanti, oltre che garantire l’attraversamento delle aree in caso di transumanza, così come proteggere le foreste incluse nelle aree di wilderness (questo tra i pochissimi punti accolto dalla maggioranza). Auspichiamo che queste proposte possano essere tenute da conto dalla maggioranza nei prossimi mesi quando l’Aula sarà chiamata di nuovo ad affrontare il tema». 

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Petizione consultori. Massolino: «Si arrivi a un confronto in Commissione in tempi brevi»

«Sosteniamo da sempre la battaglia della società civile per la riapertura, e anzi il potenziamento, dei consultori familiari, e sosteniamo convintamente anche la petizione presentata oggi al Consiglio regionale, forte di mille firme ma che rappresenta anche le 6000 già raccolte in altra forma - così Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia, in merito alla petizione per i consultori familiari consegnata oggi, mercoledì 26 febbraio, al Presidente del Consiglio regionale -. Dopo che nel 2024 abbiamo visto bocciare la mia mozione e negare l’audizione che avevo richiesto, ci auguriamo che questa volta la petizione arrivi velocemente all’attenzione della Commissione, per un confronto franco e trasparente a un anno dalla chiusura dei due consultori a Trieste. Il Comitato di Partecipazione per i Consultori Familiari e la FIALS hanno raccolto queste firme proprio per far sentire la voce della cittadinanza nei confronti di un provvedimento che va contro il concetto di prossimità così come contro le indicazioni nazionali ma anche regionali sulla presenza di un consultorio ogni 20.000 abitanti, che quindi dovrebbe vederne ben 10 sul territorio triestino. La salute territoriale è un presidio sociale fondamentale, e privare le donne e le famiglie di un servizio così importante non si può che definire intollerabile. Continueremo a pretendere trasparenza, abbiamo infatti presentato una richiesta di accesso agli atti sui dati dei consultori, e che le prescrizioni di Legge vengano rispettate, inclusa quella riguardante il Comitato di Partecipazione, ad oggi inattivo, e su cui abbiamo predisposto un’interpellanza». 

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Sospensione gruppi per persone con demenza. Presentata interrogazione in Regione

Sospensione gruppi per persone con demenza. Presentata interrogazione in Regione: «Grave e irresponsabile eliminare improvvisamente e senza alcuna motivazione un servizio fondamentale per pazienti e famiglie»

«La decisione di sospendere improvvisamente i gruppi di supporto per le persone affette da degenerazione neurocognitiva è un atto grave e irresponsabile che colpisce le persone più fragili e le loro famiglie,  privando le persone malate e chi se ne prende cura di un sostegno fondamentale, senza alcuna spiegazione plausibile». La consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - Civica FVG Giulia Massolino e il consigliere del Pd Francesco Russo denunciano la scelta di sospendere le attività del gruppo di supporto per persone con demenza, attivo da vent’anni nella Microarea di Trieste.

 

«Ci troviamo di fronte a un atto inaccettabile che mina la qualità della vita delle persone partecipanti ai gruppi e delle loro famiglie. La Regione ha scelto di interrompere un servizio ventennale che non solo rallentava il declino cognitivo dei pazienti e offriva loro opportunità di socialità, ma forniva anche un fondamentale supporto a chi si prende cura di loro ogni giorno. È una scelta miope, ingiustificabile e in contrasto con le evidenze medico-scientifiche».

 

«La riattivazione neurocognitiva, rientrante nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), contribuisce a evitare o a ritardare l’ipotesi di istituzionalizzazione, con evidenti vantaggi per le persone affette dalla patologia, per le famiglie stesse, ma anche per la società tutta - prosegue Giulia Massolino -. L’eliminazione improvvisa delle attività ha generato forte allarme tra le famiglie delle e dei pazienti, che si trovano ora private di un supporto fondamentale senza alcuna alternativa. Solo a Trieste ci sono oltre 6000 persone affette da demenza e la situazione è destinata ad aggravarsi con l’aumentare dell’aspettativa di vita: bisogna urgentemente elaborare una strategia per potenziare, ampliare e moltiplicare tali gruppi di supporto, anziché eliminarli, anche per ridurre la spesa sanitaria a valle».

 

«Quali sono le motivazioni che hanno portato a questa decisione? Su quali evidenze si basa una scelta che va contro ogni logica di tutela della salute pubblica? Chi si assume la responsabilità di un atto che rischia di aggravare il quadro clinico di centinaia di persone?», incalzano i consiglieri, che hanno presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di fare chiarezza. «Non solo pretendiamo risposte, ma vogliamo che questo servizio venga immediatamente riattivato e potenziato su tutto il territorio regionale. Il benessere della cittadinanza non può essere sacrificato per scelte politiche discutibili e prive di ogni razionalità».

 

I Consiglieri invitano la Giunta regionale ad assumersi le proprie responsabilità e a garantire il ripristino immediato dei gruppi di supporto, affinché le persone affette da disturbi neurocognitivi possano continuare a ricevere l’assistenza che meritano.

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Mercoledì 26 febbraio “Nonviolence & Resistance”: a Gorizia e Nova Gorica i vincitori del premio Langer 2024, rappresentanti delle associazioni di volontariato Youth Of Sumud, israeliana, e Ta’ayush, palestinese. Tra gli organizzatori dell’evento il per

Mercoledì 26 febbraio “Nonviolence & Resistance”: a Gorizia e Nova Gorica i vincitori del premio Langer 2024, rappresentanti delle associazioni di volontariato Youth Of Sumud, israeliana, e Ta’ayush, palestinese. Tra gli organizzatori dell’evento il periodico digitale Il Passo Giusto

Nell’anno della Capitale europea della cultura Nova Gorica-Gorizia, i rappresentanti dell'organizzazione israeliana di volontariato Youth Of Sumud (“Gioventù della Perseveranza”) e di quella palestinese di volontariato Ta’ayush (“Vivere Insieme”) – vincitori del premio Alexander Langer 2024 – saranno a Gorizia e Nova Gorica per portare la loro testimonianza di collaborazione e convivenza pacifica tra palestinesi e israeliani nel corso dell’incontro pubblico “Nonviolence & Resistance” che si terrà mercoledì 26 febbraio, alle ore 18, nella Sala Incontro a Gorizia (via Veniero 1) e sarà preceduto da una conferenza stampa alle ore 16 a Nova Gorica, alla Knjigarna kavarna Maks (Delpinova 12). L’evento è organizzato e promosso da Fondazione Langer, Il Passo Giusto – periodico digitale nato su iniziativa del Patto per l’Autonomia –, Forum Gorizia, Legambiente Gorizia, Pax Christi Punto Pace Gorizia, agorè, Arci GoNg, AdriaticGreeNet onlus, Tracciare Futuri.

Prima della conferenza stampa i premiati faranno tappa in piazza Transalpina per sottolineare quanto le motivazioni del premio si nutrono degli stessi valori alla base della Capitale europea della cultura, che ha concesso l'utilizzo del logo ufficiale.

Il premio Langer è un riconoscimento annuale con cui la Fondazione omonima intende onorare e tenere vivo il ricordo di Alexander Langer, presentando all’opinione pubblica il lavoro di persone anche sconosciute che con scelte coraggiose e indipendenza di pensiero si siano adoperate per combattere ogni discriminazione, stimolare la ricerca di soluzioni solidali e democratiche ai bisogni e ai conflitti e per promuovere riflessioni e azioni concrete in direzione di una conversione ecologica dell’economia e degli stili di vita. Youth Of Sumud si fa interprete della resistenza nonviolenta palestinese nell’area delle colline a sud di Hebron in Cisgiordania; Ta’ayush è espressione della società civile israeliana che agisce per la convivenza pacifica tra palestinesi e israeliani. Il premio congiunto ha voluto riconoscere la rilevanza dello spirito di collaborazione e di dialogo che anima e guida le due associazioni nello specifico contesto della Cisgiordania, caratterizzato da pesanti violazioni del diritto internazionale. Attraverso la loro opera e la costante azione, le due realtà testimoniano scelte operative profondamente non violente a favore dello sviluppo dei diritti umani, delle politiche di pace, della democrazia e convivenza, contro le discriminazioni e l’esclusivismo etnico.

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Brianese: «Accelerazione su sede NET è un errore, ci sono altre priorità». Il Patto per l’Autonomia di Udine prende una posizione netta sulle scelte della NET e chiede un confronto franco all’interno della maggioranza

Brianese: «Accelerazione su sede NET è un errore, ci sono altre priorità»Il Patto per l’Autonomia di Udine prende una posizione netta sulle scelte della NET e chiede un confronto franco all’interno della maggioranza

 «Nella redazione del programma elettorale della coalizione che ha sostenuto la candidatura di Alberto De Toni, il tema della raccolta dei rifiuti è stato oggetto di un confronto molto ampio che ha portato a una serie di proposte importanti per affrontare le criticità scoppiate durante la pessima gestione dell’era Fontanini. Oggi dobbiamo rilevare che a quasi due anni dall’avvio della legislatura molte di quelle proposte sono rimaste sulla carta e che le scelte del Presidente della NET, di cui il Comune è socio di maggioranza con il 70%, vanno in tutt’altra direzione». Questa la presa di posizione netta del referente del Patto per l’Autonomia di Udine, Massimo Brianese.  

«Rileviamo anzi – prosegue Brianese – che la priorità assoluta sembra essere l’acquisto di una nuova sede, con un costo di circa 4 milioni di euro. Eppure nel programma elettorale della coalizione De Toni non c’era traccia di indicazioni in questo senso, mentre erano ben specificate le indicazioni per una maggiore attenzione allo spazzamento anche nelle strade periferiche, l’introduzione del sistema tariffario cosiddetto a corrispettivo (pago per quello che conferisco), la verifica costante della qualità dei materiali raccolti necessaria per la diminuzione dei costi, l’istituzione della figura dello “Spazzino di quartiere” con compiti di segnalazione dei problemi emergenti, l’avvio di azioni volte a diminuire la produzione di rifiuti, seguendo l’esempio di altre città virtuose».

«Di tutto questo – aggiunge Brianese – la società ha messo in campo ben poco e facciamo fatica a capire in che modo vengano definite le priorità: davvero si pensa che il modo migliore di investire 4 milioni di euro sia quello di acquistare un immobile, peraltro invenduto da 20 anni? Davvero questo è prioritario rispetto alla sostituzione di un parco mezzi in pessime condizioni o all’avvio su larga scala di azioni che permettano un miglioramento rapido di un sistema di raccolta che continua a dimostrare tutte le sue criticità? Nel programma elettorale è stata indicata anche l’urgenza del percorso di aggregazione con altri soggetti gestori, del quale la NET dovrebbe essere protagonista e facilitatrice. Siamo proprio sicuri che presentarsi al tavolo delle trattative con in tasca il contratto per l’acquisto di una nuova sede già firmato sia utile per l’accelerazione del percorso di aggregazione? Non ci sembra che le prime reazioni in questo senso siano state proprio incoraggianti».

«Come Patto per l’Autonomia intendiamo rappresentare al Sindaco e alla maggioranza tutte le nostre perplessità rispetto a questa scelta – conclude Brianese –. Rammentiamo il voto compatto espresso dalla maggioranza nella seduta consiliare del 19 dicembre scorso contrario all’ordine del giorno presentato dalla consigliera Laudicina per impegnare Sindaco e Giunta in favore di una nuova sede della NET. Auspichiamo ci sia presto un confronto franco su questo punto, in cui tutte le forze della coalizione esprimano con chiarezza e responsabilità i propri intendimenti e dal quale si possa ripartire per un cambio di passo rispetto ad un tema di assoluta rilevanza per l’impatto dell’azione amministrativa sulla città».

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Il Medio Friuli in numeri: uno spaccato economico e sociale per riflettere sulle prospettive future. Partecipato incontro a Codroipo con Ionico, Mioni e Trevisan

Un confronto sui dati economici e sociali del Medio Friuli per comprendere il presente e immaginare le prospettive future delle comunità locali. Lo ha promosso Il Passo Giusto – periodico digitale nato su iniziativa del Patto per l’Autonomia – martedì 18 febbraio, a Codroipo, in collaborazione con le liste civiche Bene Comune di Basiliano, Polo Civico di Codroipo e Leams di comunitât di Mereto di Tomba.

Punto di partenza della riflessione, introdotta da Elia Mioni, direttore editoriale de Il Passo Giusto, è stato lo studio dell’urbanista e ricercatore Maurizio Ionico sulla condizione di 18 Comuni friulani del Medio Friuli in relazione a situazione demografica, tessuto imprenditoriale, realtà economiche e dei servizi, stato delle reti associative dal 2012 al 2022.

«I numeri consegnano realtà che non possono più essere ignorate – ha commentato Ionico –. Tranne Codroipo, tutti i Comuni hanno subito costanti perdite di popolazione, complessivamente è come se fossero spariti entrambi i Comuni di Bicinicco e Camino al Tagliamento. Ad andarsene sono in particolare le classi adulte più giovani e scolarizzate, accelerando il declino demografico e riducendo la capacità di innovazione e adeguamento. Di contro, crescere la percentuale delle persone anziane, con un aumento dei problemi di adattamento sociale. A questi fattori si accompagnano la riduzione del numero delle imprese (nell’ordine delle centinaia) e dei servizi di prossimità, dai negozi agli uffici pubblici, che rendono vivibili i nostri paesi. Infine, assistiamo all’erosione della ricchezza e della capacità di spesa per la maggioranza delle famiglie, e un aumento del lavoro povero».

L’incontro codroipese si inserisce in un percorso di riflessione comune che sta coinvolgendo amministratrici, amministratori e aderenti a varie esperienze civiche dell’area, che hanno condiviso analisi, opinioni, e individuato punti d’azione comuni per il futuro ben sapendo che «il momento critico che le nostre comunità stanno attraversando è parte di un disagio più grande: dalla crisi climatica all’impatto di nuove tecnologie, dalla transizione energetica alle guerre in corso».

Durante il dibattito sono intervenuti, fra gli altri, l’ex sindaco di Codroipo Giancarlo Tonutti e il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo che si sono soffermati sulla necessità di rivitalizzare scelte condivise fra i Comuni dell’area, partendo da temi concreti che possano stimolare un dialogo trasversale tra le forze politiche.

Per il vicesindaco di Codroipo Giacomo Trevisan, che ha tratto le conclusioni dell’incontro, «il Medio Friuli ha la capacità di costruire delle soluzioni a dimensione di comunità che mantengano vivo il territorio se gioca di squadra. Si sta ricostruendo un clima di fiducia molto positivo, mantenendo anche un dialogo schietto con la Regione: la prima richiesta è fare di più per strumenti di governance efficaci e sostegno per il personale. I soldi non mancano, ma spesso mancano le forze, perché i Comuni sono ancora e più di ogni altro ente pubblico la “prima linea” nei confronti dei cittadini: dal patrimonio edilizio al trasporto pubblico, dalle scuole ai servizi di sicurezza, sociali, di tutela delle fasce più deboli».

Un impegno è stato preso: quello di continuare un confronto a più voci su queste sfide, «un impegno civico per i nostri territori e le nostre comunità, lontano da protagonismi personali, da politiche della spesa clientelare e della pacca sulle spalle – ha sottolineato Trevisan –. In questi anni di svolta, vanno gettate fondamenta solide, nuove e consapevoli, per realizzare le opere che servono veramente e che durano a lungo».

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Esame ddl aree idonee. Massolino: «La Regione indirizzi gli investimenti e garantisca una quota di potenza alle comunità energetiche»

Esame ddl aree idonee. Massolino: «La Regione indirizzi gli investimenti e garantisca una quota di potenza alle comunità energetiche»

«Gli obiettivi internazionali ed europei di decarbonizzazione sono ambiziosi e ottemperarli è necessario oltre che obbligatorio: la crisi climatica è qui e la conversione energetica non è procrastinabile - così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, in merito al disegno di legge sulle aree idonee, approvato dalla maggioranza nell’odierna seduta della IV Commissione consiliare -. La questione fondamentale è come la Regione intenda indirizzare gli investimenti su aree già impermeabilizzate o degradate, la cui copertura potrebbe già garantire quasi tutto il fabbisogno energetico. L’altro aspetto dirimente è l’accettabilità sociale: la partecipazione del territorio va garantita, anche andando a dedicare una quota di potenza delle cabine primarie alle comunità energetiche, nel frattempo che i tavoli di contrattazione con i gestori ottengono i risultati sperati in termini di potenziamento dell’infrastruttura, per evitare vi siano i problemi di allacciamento che attualmente si stanno manifestando. Nel corso dell’esame in Aula, previsto per la prossima settimana, interverremo sulla proposta normativa con alcune proposte emendative volte a rafforzare il testo in tal senso, nell’attesa del cui accoglimento ci siamo oggi espressi con un’astensione in Commissione». 

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Giornata internazionale della lingua madre. Moretuzzo: «Diritti linguistici lontani da pieno riconoscimento». Depositata interrogazione sulla volontà di procedere con una norma di attuazione dello Statuto di autonomia

«La Giornata internazionale della lingua madre è l’occasione per ribadire che i diritti linguistici fanno parte dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità di tutto il mondo, compresi quindi i parlanti le lingue friulana, slovena e germaniche presenti nella nostra regione. Spesso, però, sono diritti negati, come viene negato il valore delle lingue “diverse” da quelle maggioritarie, o non garantiti in maniera adeguata», afferma, alla vigilia della ricorrenza, il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.

«In questo senso, la Regione non fa abbastanza, ignorando opportunità che le sarebbero riconosciute a livello costituzionale». Moretuzzo chiarisce: «Nel 2009 la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità di alcune disposizioni della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana indicando la necessità di una revisione normativa per definire in modo più chiaro l’ambito di esercizio della funzione legislativa spettante alla Regione ai sensi della legge 482/1999. Ad oggi ignoriamo a che punto sia l'iter di elaborazione della norma di attuazione statutaria, la cui redazione peraltro è già stata indicata su nostra richiesta nelle linee di indirizzo alla componente regionale della Commissione paritetica approvate dal Consiglio regionale, ma al momento non sappiamo se effettivamente siano stati compiuti passi in avanti in tal senso».

Per questa ragione, Moretuzzo ha depositato una interrogazione rivolta all’Assessore Roberti per sapere se siano state date indicazioni politiche agli uffici competenti per la stesura di una prima bozza della norma di attuazione statutaria da sottoporre, una volta approvata dalla Giunta, alla Commissione paritetica, e con quali tempistiche.

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Distretto e Casa della Comunità a Valmaura, presentata interrogazione in Regione: «Perché questi ritardi nella realizzazione della Casa di Comunità, mentre il Distretto viene chiuso all’improvviso?»

Distretto e Casa della Comunità a Valmaura, presentata interrogazione in Regione: «Perché questi ritardi nella realizzazione della Casa di Comunità, mentre il Distretto viene chiuso all’improvviso?»

«Il Distretto 2 di via Puccini viene chiuso da un giorno all’altro, mentre dell’annunciata Casa di Comunità di Valmaura non si sa più nulla. Abbiamo ritenuto doveroso interrogare la Giunta in merito alla situazione dell’assistenza sociosanitaria nel rione». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta regionale.

 

«La Giunta regionale aveva annunciato ad aprile 2022 l'apertura di diverse strutture, tra cui quelle di Valmaura, San Giovanni e Roiano, con un investimento complessivo di 34,6 milioni di euro, finanziati in parte dal PNRR, dal POR FESR e da fondi regionali, ma dal sito OpenPNRR, al 31 dicembre 2024 i pagamenti effettuati risultavano pari ad appena il 3,96% del totale previsto - spiega la consigliera -. A fine gennaio è stato però chiuso il Distretto 2 di Via Puccini, senza alcun preavviso, a seguito di un sopralluogo che ha rilevato criticità ampiamente note e segnalate ufficialmente dalla FIALS già nell'agosto 2023. Un grave disservizio per la cittadinanza, che si poteva facilmente evitare programmando a tempo debito i lavori, di cui al momento non si conoscono ancora le tempistiche di ultimazione.  Chiediamo alla Giunta di chiarire le motivazioni dei ritardi nella realizzazione della Casa della Comunità di Valmaura, se i contratti, previsti per il terzo quadrimestre del 2023, siano stati stipulati, quale sia lo stato attuale della progettazione e gli eventuali ostacoli amministrativi o tecnici, e come si intenda agire per accelerare il progetto».

 

«Trieste ha già perso 48 milioni di euro del PNRR destinati alla mobilità sostenibile, ci chiediamo se questi ritardi non mettano a rischio anche i fondi assegnati per la missione salute. Il futuro dell'assistenza socio-sanitaria territoriale a Trieste solleva grande preoccupazione: serve chiarezza sui motivi di questi ritardi e sulle azioni concrete per garantire servizi adeguati alla cittadinanza» conclude Massolino.

 

«Al di là dei proclami della destra sull’attenzione verso le periferie - aggiunge Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale - rioni come Valmaura sono sempre più abbandonati a sé stessi. Vuoti urbani e opere incompiute si accompagnano a un indebolimento dei servizi territoriali. A pochi metri dalla Casa di Comunità “fantasma”, ad esempio, si trovano l’ex Domus Civica, spazio verde promesso da decenni e ancora ridotto a un cumulo di macerie, e lo scheletro di cemento di quello che sarebbe dovuto essere il “Playground Valmaura” nell'omonimo piazzale. Quando la maggioranza parla a sproposito di elevata qualità della vita in città farebbe meglio a guardare un po’ meno a indici aggregati che raccontano solo una parte della storia, e a farsi un giro nelle periferie sempre più impoverite».

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Gruppo NEM. Moretuzzo e Massolino: «Preoccupazione per il futuro di Piccolo e Messaggero Veneto». Depositata interrogazione

Gruppo NEM. Moretuzzo e Massolino: «Preoccupazione per il futuro di Piccolo e Messaggero Veneto». Depositata interrogazione

Il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e la consigliera regionale Giulia Massolino esprimono preoccupazione sul futuro dei quotidiani regionali del gruppo Nord Est Multimedia, Il Piccolo e Messaggero Veneto, e sui possibili impatti occupazionali ed editoriali per effetto della riorganizzazione in atto. Ieri (14 febbraio, ndr) hanno depositato una interrogazione alla Giunta Fedriga per sapere se la Regione intenda monitorare da vicino la situazione, raccogliendo le istanze delle assemblee di giornaliste e giornalisti delle testate, esposte prima in un comunicato sindacale e poi attraverso lo sciopero della redazione del quotidiano triestino.

«Dal comunicato sindacale abbiamo appreso l’annuncio della direzione di voler procedere con le ultime quattro assunzioni disponibili concentrando gli investimenti solo sulle testate venete del gruppo, riducendo così le risorse e le professionalità per i quotidiani del Friuli-Venezia Giulia, e la disattenzione verso le due redazioni, manifestata con diverse scelte, tra cui l’aumento del prezzo per copia rispetto alle testate venete del gruppo – affermano Moretuzzo e Massolino –. NEM non sta dando risposte soddisfacenti su tutela dell’organico e autonomia delle testate. Interroghiamo l’esecutivo – che in più occasioni ha riconosciuto l’importanza comunicativa dei due quotidiani investendo cifre molto importanti per l’acquisto di pagine di “promozione istituzionale” sugli stessi – perché si adoperi per garantire il mantenimento di una informazione di qualità per il nostro territorio. In questo senso, si valuti l’avvio di un dialogo con l’editore per promuovere una soluzione che preveda il rafforzamento, anche occupazionale, delle redazioni del Friuli-Venezia Giulia, coinvolgendo giornaliste e giornalisti e comitati di redazione, per sostenere le istanze legate alla valorizzazione e al rispetto delle specificità territoriali e delle tradizioni storiche delle due redazioni».

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Alberi a Grignano. Massolino presenta un’interrogazione: «Perché sono stati abbattuti quando la Giunta aveva dichiarato che sarebbero stati tutelati?»

Alberi a Grignano. Massolino presenta un’interrogazione: «Perché sono stati abbattuti quando la Giunta aveva dichiarato che sarebbero stati tutelati?»

 

La consigliera regionale Giulia Massolino ha presentato oggi un'interrogazione a risposta orale alla Giunta regionale in merito all'abbattimento degli alberi avvenuto nella baia di Grignano (Demanio regionale) nell'ambito dei lavori di riqualificazione finanziati con 7,5 milioni di euro dalla Regione. L’intervento, annunciato nel 2021, prevedeva il recupero dell’area con la tutela delle alberature esistenti, come dichiarato dalla stessa Giunta nel comunicato stampa del 13 ottobre 2021 e ribadito anche dall’Assessora Amirante in occasione dell’inaugurazione del cantiere nel 2024. Tuttavia, diversi esemplari di pini marittimi maturi e apparentemente sani sono stati abbattuti senza alcuna spiegazione.

 

«Siamo rimaste senza parole a fronte delle immagini degli alberi abbattuti a Grignano, immagini ben diverse da quelle dei rendering diffusi con il progetto, dove venivano mostrate bellissime alberature - ha dichiarato la consigliera Massolino -. La tutela del verde urbano deve essere una priorità, soprattutto in un periodo in cui la lotta ai cambiamenti climatici richiede interventi mirati alla conservazione degli alberi, che svolgono un ruolo fondamentale per l’equilibrio ambientale e la qualità della vita. Chiediamo alla Giunta di chiarire le motivazioni che hanno portato all’abbattimento degli alberi, contraddicendo le proprie dichiarazioni con cui si garantiva la tutela del verde, ma anche per chiarire se siano stati effettuati studi di impatto ambientale e quali misure di compensazione siano previste per ripristinare il patrimonio arboreo della zona».

 

L’interrogazione mira inoltre a comprendere se la Regione intenda adottare criteri più stringenti per evitare futuri abbattimenti non necessari e garantire una gestione più sostenibile delle opere pubbliche finanziate con risorse regionali. «In un contesto in cui sempre più città adottano strategie per la conservazione e l’incremento del verde urbano, è fondamentale che anche la nostra Regione si allinei alle migliori pratiche nazionali ed europee in materia di tutela ambientale» ha concluso Massolino.

 

Va inoltre ricordato che Mirko Parcely, consigliere di Adesso Trieste in III Circoscrizione, aveva più volte interrogato l’Amministrazione comunale in merito al progetto, senza ottenere alcuna risposta.

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Tagliamento. Moretuzzo: «Audizione ridotta a farsa». Annunciata interrogazione su nuove infrastrutture e interessi del Veneto

Tagliamento. Moretuzzo: «Audizione ridotta a farsa». Annunciata interrogazione su nuove infrastrutture e interessi del Veneto

«Considerato come l’Assessore Scoccimarro e l’Autorità di Bacino stanno portando avanti il percorso dell’audizione sul Tagliamento dei tecnici indicati dai Comuni rivieraschi, è evidente che siamo davanti a una farsa». Lo afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo.

«Il senso della mozione approvata dal Consiglio regionale è stato completamente stravolto: prima sono state cambiate le carte in tavola sul numero degli esperti, passati da 5 a 12, nonostante il lavoro di sintesi fatto da molti sindaci. Poi è stato stabilito che ai tecnici non sarebbe stato riconosciuto alcun compenso da parte della Regione, ora la beffa della convocazione, inviata con una sola settimana di preavviso e a pochi giorni dalla messa a disposizione della documentazione tecnica per la valutazione dei progetti sul tavolo. La Giunta regionale si sta prendendo gioco dei Comuni e delle decine di migliaia di persone che si sono mobilitate a tutela di un fiume straordinario, che rappresenta un bene comune del Friuli e dell’umanità intera». 

«A questo punto – continua Moretuzzo –, anche in considerazione delle valutazioni fatte dalla Regione in merito alla riduzione di portata del canale Cavrato, è legittimo chiedersi quali sono gli interessi che l’amministrazione Fedriga e l’Autorità di bacino stanno tutelando: se quelli del Tagliamento e delle comunità friulane rivierasche o se invece qualche altro interesse particolare, come quello di chi in Veneto vuole continuare a riempire di strade e cemento zone caratterizzate da equilibri ambientali molto delicati come quelle in prossimità della foce del Tagliamento».

«Ricordiamo che meno di un anno fa, fu diffusa la notizia dell’avvio di un tavolo tecnico svoltosi al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a Roma, coordinato dalla Regione Veneto e con la partecipazione del Comune di San Michele al Tagliamento e della Fondazione Think Tank. La proposta presentata sul tavolo romano prevede una bretella lunga circa 7,5 chilometri, realizzata attraverso l’allargamento di strade minori, e un nuovo ponte sulla litoranea veneta, per collegare la strada regionale 74 (nei pressi di Bevazzana) con la località Pineda, bypassando la zona centrale di Bibione. A questo proposito – anticipa Moretuzzo –, depositeremo un’interrogazione per capire qual è lo stato di avanzamento di questo tipo di progetti e quale il loro impatto sulle scelte che si stanno facendo rispetto alla gestione del fiume».

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Audizione ddl aree idonee. Massolino: «Si indirizzino gli investimenti e si faccia chiarezza sugli adeguamenti dell’infrastruttura»

Audizione ddl aree idonee. Massolino:  «Si indirizzino gli investimenti e si faccia chiarezza sugli adeguamenti dell’infrastruttura»

«Gli obiettivi fissati per la decarbonizzazione sono ambiziosi e ci mettono nelle condizioni di dover accelerare la transizione, ma non a qualunque costo. Nel corso dell’audizione sono emersi temi tecnici e legislativi dirimenti, in un quadro normativo piuttosto complesso e in continua evoluzione dal punto di vista italiano ed europeo. Questa situazione di incertezza normativa ha nel frattempo comportato un aumento delle richieste del 215%, e ogni ulteriore dilatazione dei tempi rischia di farci arrivare troppo tardi. Sicuramente vi è la necessità di non consumare suolo e di tutelare il paesaggio, e per farlo la Regione dovrà interrogarsi su come incentivare gli investimenti su aree già impermeabilizzate, non limitarsi a  normare le aree idonee, considerando per altro che dalla “non idoneità” deriva solamente un diverso iter autorizzativo e non un divieto. Al contempo bisogna agire in fretta potenziando la parte infrastrutturale della rete per non comprometterne la stabilità e aumentare la sua capacità di accogliere energia prodotta da fonti rinnovabili. Attualmente i tempi di allacciamento di nuovi impianti sono inaccettabili e incompatibili con le necessità. Il Piano Energetico Regionale prevede un tavolo di confronto con le società di distribuzione proprio per valutare i piani di sviluppo, ma le risposte fornite nella seduta di oggi in merito a quale sia lo stato dei lavori e quali gli ostacoli che stanno rallentando il processo sono state piuttosto evasive». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, in merito all’audizione tenutasi odierna (11 febbraio, ndr) per il disegno di legge sulle aree idonee.

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Cicloturismo. Massolino: «Risolvere le numerose criticità per far diventare veramente la Regione Capitale del cicloturismo»

«Le dichiarazioni rilasciate dall’Assessora Zilli all’incontro del premio Green Road ci hanno riservato più di una sorpresa. Veniamo a sapere che siamo l’unica regione a confinare con due Stati (Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige mi sa che non concordano), che abbiamo 1300 km di ciclabili, (forse si intendeva di percorsi ciclabili, che è ben diverso) e che è in programma un evento in bici tra Trieste e Gorizia, dove non esiste nessun itinerario ciclabile. Invitiamo la Giunta a fare un approfondimento di geografia e un giro in bici per rendersi conto delle criticità». Così Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia, che ha presentato un'interrogazione.

 

«All’incontro è stato annunciato un evento conclusivo del Green Road Award, che dovrebbe durare tre giorni e comprendere una pedalata bici+treno da Trieste a Gorizia, Capitale della cultura 2025 - spiega la consigliera -. Al di là del fatto che Gorizia è Capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica, e che se si fanno dichiarazioni sulla vocazione agli scambi della regione sarebbe opportuno includere questo aspetto nel percorso, non si comprende quale percorso la delegazione dovrebbe fare tra Trieste e Gorizia: la strada Costiera è tra le più pericolose in Italia e la Regione non sembra intenzionata a portare avanti quel lotto della ciclabile Venezia Trieste finanziata dal PNRR; la ciclabile del Carso, finanziata dalla Regione dal 2009 con quasi 3 milioni, non è mai stata realizzata; la ciclovia della Cultura, oggetto di una mozione fatta propria dal Sindaco di Gorizia, non è stata realizzata e l’emendamento per finanziarla che abbiamo presentato la scorsa finanziaria è stato bocciato. È stato annunciato anche un bike forum a Trieste di approfondimento sulle tematiche del cicloturismo, in un evento che per tre giorni farà del Friuli Venezia Giulia la “Capitale del Cicloturismo 2025”. Peccato che a Trieste, come abbiamo più volte denunciato, sia impossibile pedalare: una zona segnata in rosso nella scala di pericolosità  nelle mappe dei tour operator, dove si arriva al paradosso di una ciclabile delle Rive perennemente chiusa per l’attracco delle crociere».

 

«Ci auguriamo che la Regione possa al più presto risolvere le numerose criticità, cogliendo finalmente le grandi opportunità che potrebbero farci ambire a diventare veramente la capitale del cicloturismo», conclude Massolino. 

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Moretuzzo e Sartori: «Friulano e tedesco esclusi da materiali promozionali GO! 2025, errore grave». Interrogazione in Consiglio regionale

Moretuzzo e Sartori: «Friulano e tedesco esclusi da materiali promozionali GO! 2025, errore grave». Interrogazione in Consiglio regionale

«I materiali promozionali per l’inaugurazione di GO! 2025, che vedono Nova Gorica e Gorizia Capitali europee della Cultura per l’anno 2025, sono stati stampati e diffusi evitando accuratamente di utilizzare due delle lingue ufficiali presenti in Friuli-Venezia Giulia: il friulano e il tedesco», denunciano il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo ed Eleonora Sartori, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e consigliera comunale di Gorizia.

«Addirittura – aggiungono – il sito ufficiale di tutta l’iniziativa GO! 2025 è disponibile solo in italiano, sloveno ed inglese, non riservando neanche una minima sezione alle altre due lingue presenti in regione. Eppure Gorizia è stata scelta assieme a Nova Gorica come Capitale europea della Cultura anche in virtù del fatto che rappresenta un territorio plurale, in cui popoli e lingue diverse hanno abitato da sempre e la cui popolazione un tempo non troppo lontano usava abitualmente tutte e quattro le lingue presenti in città: l’italiano, lo sloveno, il tedesco e il friulano. Si pensi che uno dei goriziani più illustri, Carlo Michelstaedter, figura di primo piano nel panorama filosofico europeo del primo Novecento, in famiglia parlava anche la lingua friulana. Invece di valorizzare la diversità di lingue e culture di Gorizia, l’organizzazione dell’iniziativa ha stampato e diffuso tutti i materiali promozionali delle manifestazioni inaugurali senza utilizzare il friulano e il tedesco, perdendo così un’occasione di far conoscere uno degli elementi più interessanti di questo territorio e non tenendo in considerazione il fatto che l’utilizzo delle lingue minoritarie rappresenta anche una straordinaria opportunità di marketing per prodotti e contesti locali, come dimostrato da varie ricerche, anche dell’Università di Udine».

«In più occasioni è stato rimarcato da parte degli organizzatori il fatto che GO2025 rappresenta un’occasione per tutto il territorio regionale, non solo per Gorizia. A maggior ragione la mancanza dell’utilizzo di più lingue è un fatto grave, che non può essere giustificato con la mancanza di risorse economiche, vista l’enorme quantità di denari che la Regione ha messo a disposizione del Comune di Gorizia per la riuscita complessiva dell’iniziativa – sottolineano Moretuzzo e Sartori –. Chiediamo che chi ha la responsabilità di GO! 2025 ponga rapidamente rimedio a questo errore e che anche la lingua friulana e quella tedesca trovino spazio nei materiali e nello sviluppo di una manifestazione di eccezionale importanza per il futuro di Gorizia e di tutto il Friuli-Venezia Giulia».

Il Patto per l’Autonomia porterà in Consiglio regionale la questione con una interrogazione, primo firmatario il consigliere Massimo Moretuzzo, che sarà depositata a breve.

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Giorno del ricordo. Moretuzzo: «Necessario rispetto di tutte le memorie per costruire un futuro di pace e dialogo»

«Chi è nato o vive nelle nostre terre sa bene quanto le ferite della storia possano fare male ancora oggi. Per questo è necessario avere rispetto delle memorie di tutte e tutti: personali e familiari, individuali e collettive. Nel Giorno del ricordo si faccia memoria di tutte le memorie: il ricordo, anche tragico, diventi seme di pace per costruire un futuro nel segno dell’ascolto, del dialogo, della convivenza tra popoli con lingue e culture diverse, unica strada per superare risentimenti, incomprensioni, ideologie. Un impegno che è necessario e, alla luce del recentissimo atto vandalico alla Foiba di Basovizza, che condanniamo con fermezza, quanto mai urgente», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo nel Giorno del ricordo.

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Bocciata mozione città 30. Massolino: «Occasione persa: alla maggioranza la sicurezza delle persone non interessa»

«Un’occasione persa per salvare vite e andare nella direzione di maggiore benessere della cittadinanza della regione - dichiara Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia, proponente della mozione, bocciata a maggioranza nella prima giornata d’aula del Consiglio regionale del 2025 - Il dibattito in merito al nuovo codice della strada è infiammato in questi mesi, con le associazioni che lo criticano aspramente, chiamandolo Codice della Strage, per la sua incapacità di incidere sulla vera causa delle morti e dei feriti sulle nostre strade: la velocità. Nella mozione chiedevo alla Regione di sostenere, anche economicamente, le misure infrastrutturali nella direzione della città 30, e al contempo avviare un tavolo regionale permanente sulla sicurezza stradale come richiesto dalla FIAB. Al contempo, chiedevo di esprimere contrarietà in tutte le sedi alle misure che non aumentano la sicurezza stradale, limitano la mobilità sostenibile e riducono l’autonomia dei Comuni e delle Regioni nei provvedimenti di limitazione alla circolazione. Il dibattito in aula è stato estremamente scarno, e gli unici due interventi sono stati intrisi di commenti ideologici e privi di alcun fatto concreto documentabile, buttando un argomento così delicato in politica, non curanti delle troppe vittime che tutti gli anni piangiamo sulle nostre strade».  

 

«Stupisce la posizione della maggioranza considerando che nel 2023 la stessa Giunta aveva approvato un mio ordine del giorno analogo e che la prima città 30 in Italia è stata Olbia, a guida centrodestra - prosegue la consigliera -. Una decisione anche contraria alla percezione della cittadinanza stessa. La verità è che la città 30 piace: nessuna delle 40 città europee che l’hanno instrodotta è mai tornata indietro, un sondaggio di due anni fa aveva trovato favorevole più della metà degli italiani, e a Bologna il comitato contrario non è riuscito a indire il referendum abrogativo della Città 30 perché ha raccolto solo 3500 firme sulle 9000 necessarie». 

 

Prosegue Massolino: «I dati parlano chiaro, e dovremmo ritenerli inaccettabili. Nel primo semestre 2024 le vittime sulle strade urbane in Italia sono aumentate del 7.9%, nel 2023 in FVG è aumentata, anziché calare, la percentuale di persone a piedi uccise, passando dal 10,7% al 14,3%, oltre la metà delle quali nelle fasce più vulnerabili, così come l’indice di lesività, aumentato di 4 punti percentuali. Solo nel 2023 nella nostra regione si sono verificati 3187 incidenti, con 56 persone decedute e 4122 ferite. La strada è la prima causa di morte per le e i giovani under 30. Anche volendo adottare un parametro più cinico, il costo dell’incidentalità stradale per il solo FVG e per il solo 2023, è stimato in oltre 327 milioni di euro, 274 euro pro capite. Il 70% degli scontri si è verificato su strade urbane, dato in linea con il resto d’Italia, con 33 persone morte e 1758 ferite». 

 

«La velocità è sempre concausa aggravante degli scontri: riducendo la velocità si riducono sia la probabilità di incidente che le sue conseguenze. Lo dimostra molto bene il successo del primo anno di Città 30 a Bologna: -49% di persone decedute, 0 persone a piedi uccise (per la prima volta dal 1991), -16% investite, -13% di incidenti e -31%incidenti gravi, -11% persone ferite e -29% di inquinamento. È quindi nella riduzione della velocità che bisogna agire con interventi strutturali che la Regione dovrebbe finanziare. Bisogna andare verso un cambio di paradigma, mettendo le persone al centro e non le automobili. La Legge proposta dal Ministro Salvini va nella direzione opposta, facendo la guerra agli autovelox e concentrandosi solo sui casi che fanno rumore ma che nella realtà non costituiscono il principale problema legato alla grave insicurezza sulle nostre strade. La nostra Regione ha perso l’occasione di stare dalla parte giusta», conclude la consigliera.

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Cimpello-Sequals-Gemona. Consegna firme in Consiglio regionale

Moretuzzo: «Mobilitazione straordinaria contro un’opera impattante. Manca un ragionamento partecipato sulla strategicità di infrastrutture di questo tipo»

«La straordinaria e tempestiva mobilitazione di 14 mila 462 persone per impedire il collegamento Cimpello-Sequals-Gemona nell’area collinare dimostra la grande sensibilità delle comunità a difesa del loro territorio contro il rischio concreto di una sua possibile devastazione. La consegna odierna delle firme, raccolte nei mesi scorsi, al presidente del Consiglio regionale afferma la forte contrarietà alla possibile infrastruttura per il suo impatto sull’ambiente e sul paesaggio, che pregiudicherebbe anche uno sviluppo turistico sostenibile. Si tratta di un principio importante di cui la Giunta Fedriga deve tener conto – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. Allo stato attuale, di certezze non ce ne sono, tranne che la volontà dell’amministrazione regionale rimane quella di trovare un ulteriore tracciato da imporre a qualche altro territorio, spostando il problema e dimostrando così ancora una volta l’assenza di un ragionamento complessivo e partecipato sulla strategicità di infrastrutture di questo tipo».

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Tagliamento. Moretuzzo: «Scorretto nominare 12 tecnici e poi scaricare i costi sui Comuni»

 «L’assessore Scoccimarro non finisce di stupire per la pericolosa approssimazione con cui continua a gestire il tema del Tagliamento. Anziché chiarire i tanti nodi della questione, ne aggiunge di altri». È il commento del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo dopo le dichiarazioni dell’esponente della Giunta Fedriga sulla scelta del Comitato degli esperti dei Comuni del Tagliamento da audire in Autorità di Bacino, come richiesto a novembre dal Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia cui appartiene lo stesso Scoccimarro e oggetto di una interrogazione di Moretuzzo, discussa oggi (3 febbraio, ndr) in Consiglio regionale.

«Abbiamo assistito a una serie continua di affermazioni e di atti, puntualmente smentiti, come nel caso del Comitato di esperti: dai 5 previsti dalla Giunta regionale nella mozione 100, quelli che avrebbero ricevuto più voti dai Comuni, si è passati a 12 – ricorda Moretuzzo –. Scoccimarro oggi ci ha informato che si trattava di un “indirizzo utile” e non di un “tetto massimo”, come si evince leggendo il testo approvato a maggioranza. Molti sindaci infatti, indipendentemente dall’appartenenza politica, hanno lavorato a lungo per trovare una sintesi sui nomi degli esperti da indicare alla Regione: un lavoro buttato alle ortiche per il quale sono giustamente contrariati. E lo saranno ancora di più dopo aver appreso oggi dallo stesso assessore che i costi delle consulenze non saranno assunti dalla Regione. A chi saranno addebitati? Ai Comuni? Su quale mandato opereranno i professionisti? Con quali modalità verranno recepite le loro indicazioni? Come si manterrà il dialogo con i rappresentanti del territorio? Da Scoccimarro nessuna risposta in merito, solo un silenzio imbarazzante. È il momento di assumersi la responsabilità, ha detto l’assessore oggi in aula: siamo d’accordo, potrebbe iniziare lui rispondendo alle domande cui non ha ancora risposto».

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Crisi industriali. Il Patto chiede l’estensione del contributo di 3 euro all'ora a tutte le forme di cassa integrazione e Adesso Trieste un tavolo permanente per la reindustrializzazione

Crisi industriali. Il Patto chiede l’estensione del contributo di 3 euro all'ora a tutte le forme di cassa integrazione e Adesso Trieste un tavolo permanente per la reindustrializzazione

«Le crisi industriali che si sono susseguite sul nostro territorio continuano a mettere in ginocchio centinaia di famiglie. La situazione non si può ignorare, ed è necessario lavorare per una reindustrializzazione, puntando a creare occupazione green e ad alto contenuto aggiunto, e nel frattempo sostenere le lavoratrici e i lavoratori, estendendo il contributo regionale di 3euro/ora a tutte le fattispecie di cassa integrazione e non solamente, come attualmente previsto, ai contratti di solidarietà». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del Patto per l’Autonomia, che ha depositato un'interrogazione a risposta immediata la cui discussione è prevista per la seduta d'aula del prossimo lunedì 3 febbraio.

 

«Dopo Wärtsilä, Electrolux, Tirso e Flex, nelle ultime settimane è arrivata anche la doccia fredda di Ublox. Con la situazione geopolitica ed economica attuale purtroppo non possiamo aspettarci che la situazione sia in direzione di facile risoluzione e, anzi, per il 2025 è previsto un calo del 4% dell’occupazione nelle province del Friuli Venezia Giulia. Vi è una Legge regionale del 2009 che prevede il sostegno alle imprese che stipulano contratti di solidarietà difensivi e per l’integrazione della retribuzione dei lavoratori interessati dalla conseguente riduzione dell’orario di lavoro. Tuttavia il contratto di solidarietà costituisce solo una delle causali dell’intervento di CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria). Riteniamo che l’attuale situazione di crisi e il contestuale aumento del costo della vita comporti la necessità di misure straordinarie a sostegno di lavoratrici e lavoratori e delle loro famiglie. Con l’interrogazione depositata chiediamo quindi alla Giunta quali strumenti intenda adottare per affrontare le crisi industriali e per sostenere il reddito e il potere di acquisto delle famiglie coinvolte, e, soprattutto, se tra questi si sta valutando l’estensione del contributo regionale a tutte le fattispecie di causali dell’intervento di Cassa Integrazione, anziché al solo contratto di solidarietà».

 

Sul tema interviene anche Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale: «La desertificazione industriale di Trieste non può più essere colpevolmente ignorata dalle istituzioni locali. La realtà è sotto gli occhi di tutti: un’economia basata esclusivamente su turismo e servizi impoverisce e precarizza la città. Seguendo quanto richiesto dalle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, porteremo nuovamente in Consiglio Comunale la richiesta di istituire un tavolo permanente sulla reindustrializzazione del territorio: non è più sufficiente intervenire sulle singole crisi quando si manifestano, serve prevenirle e soprattutto attrarre nuove attività produttive innovative, sostenibili e di qualità».

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Brianese: «Agrusti non dia patenti, basta parole a vanvera». Reazione del Patto per l’Autonomia di Udine alle dichiarazioni di Agrusti sul Piano oncologico

Brianese: «Agrusti non dia patenti, basta parole a vanvera». Reazione del Patto per l’Autonomia di Udine alle dichiarazioni di Agrusti sul Piano oncologico

 

«Le dichiarazioni del pluri-presidente Agrusti sulle capacità del dott. Gianpiero Fasola non sono solo prive di sostanza, mancano anche di quel minimo di buongusto istituzionale che una persona che riveste certi ruoli dovrebbe avere. Senza entrare troppo nel merito dell’importanza del Piano oncologico regionale, esprimiamo condivisione sulla posizione espressa dal Comune di Udine nell’ambito della seduta del Consiglio delle Autonomie locali che si è tenuta ieri, quindi una valutazione positiva dell’impostazione del Piano e necessariamente molti dubbi su come questa impostazione si tradurrà nell’ambito dei diversi territori e soprattutto su quali sono le intenzioni della Giunta regionale rispetto al ruolo degli ospedali minori, alla medicina territoriale e alla difesa della sanità pubblica. Su questi temi non ci sembra che la Giunta Fedriga, che Agrusti elogia senza risparmio di energie, abbia dimostrato di aver ottenuto dei risultati positivi, nonostante governi da oltre 7 anni con una disponibilità finanziaria mai vista prima».

«Ci preme, però, sottolineare quanto le parole sul dott. Fasola rilasciate oggi (28 gennaio, ndr) alla stampa da Michelangelo Agrusti (“per individuare dove si trova il Cro debba utilizzare Google Maps, altrimenti si perderebbe tra le montagne”) siano decisamente fuori luogo. Non sappiamo quali siano le capacità di orientamento geografico del dott. Fasola, di certo possiamo immaginare che quelle di Agrusti siano maggiori visto che le numerose cariche che ricopre lo portano da oltre 40 anni a girare molto per la nostra regione: da PordenoneLegge alla Camera di Commercio, dalla Fondazione CRO a Confindustria Alto Adriatico. Questo non crediamo implichi necessariamente altrettanto ampie competenze in campo oncologico. Mentre il dott. Fasola, oltre a dirigere da oltre 20 anni il maggiore dipartimento di oncologia del sistema sanitario regionale, è un esperto riconosciuto anche fuori dai confini regionali da soggetti come AGENAS o l’Accademia di management oncologico della Bocconi, non ci risulta che il pluri-presidente Agrusti abbia altrettanta competenza medica per dare patenti, scientifiche o viabilistiche, ad altri. Forse uno scivolone di tale portata è dettato ancora una volta dall’ansia del pluri-presidente di attaccare Udine e il suo territorio, visto che il Piano oncologico redatto dal dott. Fasola, in base a dati oggettivi e alla normativa vigente, riconosce l’Ospedale Santa Maria della Misericordia come un Hub di secondo livello e quindi come un centro fondamentale per la messa in sicurezza del sistema oncologico regionale».

«Dopo le dichiarazioni a favore di un’autostrada che dovrebbe sventrare il Friuli centrale a beneficio delle aziende venete e gli anatemi contro le persone che si mobilitano a difesa del proprio territorio, come nel caso Kronospan (salvo poi essere smentito dalle sentenze giudiziarie), assistiamo all’ennesima uscita discutibile del pluri-presidente. Ci auguriamo che qualcuno, nei CdA dei molteplici organismi cui partecipa, gli faccia capire che talvolta è meglio rimanere in silenzio».

Massimo Brianese,

Coordinatore del Patto per l’Autonomia di Udine

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Libreria Saba. Massolino: «Grande emozione per la città: partiamo da qui perché la cultura significhi professionalizzazione e crescita»

«Quando uno spazio culturale apre - o - come in questo caso - riapre, è il momento della festa, degli auguri e della legittima voglia di guardare avanti, tanto più quando si tratta di un luogo così prezioso e amato dalla cittadinanza. Il ruolo della politica è sostenere spazi di questo tipo, aiutandoli a resistere alle grandi trasformazioni, a trovare il loro spazio, a crescere e avere un impatto culturale ed economico».

Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia commenta l’inaugurazione odierna dell’antica libreria antiquaria Umberto Saba a Trieste.

«La libreria Saba è uno spazio fondante per la storia moderna della nostra città, è un luogo di cultura, ma anche di memoria storica e letteraria. Un plauso alle molte persone che hanno reso possibile la riapertura che oggi festeggiamo.  Dobbiamo creare - o ricreare - un volano culturale che faccia crescere la nostra città, guardando oltre alle statistiche dei libri venduti, degli spettatori di teatri o dei cinema, o dei biglietti venduti alle mostre. La produzione culturale e le professionalità a essa legate devono tornare a essere all’ordine del giorno di chi amministra questa città».

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Giorno della memoria. Moretuzzo: «Tenere viva la memoria per costruire un futuro di libertà e pace»

Giorno della memoria. Moretuzzo: «Tenere viva la memoria per costruire un futuro di libertà e pace»

«Anche quest’anno il Giorno della Memoria si colloca in un contesto internazionale drammatico. Oggi più che mai tenere viva la memoria ci impegna ogni giorno a fare tutto il possibile per evitare che l’ingiustizia e la sopraffazione dei deboli si verifichino ancora, contrastando ogni rigurgito di antisemitismo e razzismo, per costruire un futuro di libertà e pace». Così Massimo Moretuzzo, segretario del Patto per l’Autonomia e consigliere regionale, che, nel Giorno della memoria, sottolinea la necessità di «educare le giovani generazioni a custodire i valori della memoria, del rispetto dei diritti umani, della legalità e dell’integrazione, della pluralità, contro ogni forma di violenza e discriminazione».

«Dobbiamo andare oltre le divisioni, i confini del Novecento, per ricordare che in particolare in questa terra culture e lingue diverse hanno trovato modo di vivere assieme», evidenzia Moretuzzo, che conclude: «A fronte dei tanti tentativi di banalizzare la Shoah e di pericolose nostalgie e distorsioni storiche, abbiamo, tutte e tutti, la responsabilità di ricordare», conclude Moretuzzo.

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Consultori. Massolino: «Un anno senza servizi territoriali di qualità, trasparenza e partecipazione continuano a essere negate»

Consultori. Massolino: «Un anno senza servizi territoriali di qualità, trasparenza e partecipazione continuano a essere negate»  

Trieste, 24 gennaio 2025 | «A un anno dalla chiusura dei consultori di San Giacomo e San Giovanni a Trieste ci troviamo purtroppo a dover confermare che le peggiori previsioni si sono avverate. Inutile che alla stampa il direttore di Asugi citi dati entusiastici per giustificare quella che in realtà è una riduzione del servizio territoriale, come raccontato questa mattina dal Comitato di Partecipazione per i Consultori di Trieste, al quale va il nostro plauso per il lavoro fatto e per non essersi arreso in questi mesi, oltre al nostro sostegno e solidarietà».

 

Così Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo Patto per l’Autonomia, che ha partecipato questa mattina alla conferenza stampa indetta dal Comitato di Partecipazione dei Consultori Familiari insieme a Non Una Di Meno, dove sono state evidenziate le problematiche emerse dalla riorganizzazione.

 

«Da quello che apprendiamo oggi, le promesse fatte da Asugi non hanno portato a un miglioramento del servizio, ma bensì a mancanza di personale, riduzione dei servizi con dirottamento verso gli ambulatori distrettuali e ovviamente minore presenza sul territorio. La Legge regionale prevede forme di partecipazione dell'utenza e del personale alla promozione dell'attività e all'organizzazione dei servizi, mentre le associazioni non sono mai state coinvolte e a richiesta ufficiale fatta dal Comitato non è mai seguita una risposta nonostante sia dovuta per legge. Nei giorni scorsi ho richiesto un accesso agli atti per verificare i dati sui servizi, di cui attendo risposta, e interrogherò la Giunta per sapere il perché della mancata risposta alle associazioni, oltre a continuare a indagare sulla situazione nel resto della regione. Come al solito la cittadinanza paga sulla propria pelle gli errori della politica: non possiamo restare inermi di fronte al disegno dello smantellamento della salute pubblica».

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Autonomia, bocciato referendum. «Legge Calderoli è uno zombie, il Friuli-Venezia Giulia pensi alla sua specialità»

Autonomia, bocciato referendum.

«Legge Calderoli è uno zombie, il Friuli-Venezia Giulia pensi alla sua specialità»

«La bocciatura del referendum stabilita dalla Corte Costituzionale non cambia molto rispetto allo stato dell’arte sul percorso dell’Autonomia differenziata: la Legge Calderoli era già stata demolita nella sentenza del novembre scorso e ora è una legge-zombie che giacerà a lungo nei cassetti del Parlamento», commenta il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo all’indomani della bocciatura.

«Tra i punti specifici, concreti ed oggettivi di incongruenza costituzionale individuati dalla Corte Costituzionale c’è quello che riguarda l’aggancio al carro della Autonomia differenziata delle Regioni a Statuto Speciale, le quali, ha evidenziato la Corte, hanno un altro strumento per far evolvere la loro Autonomia: la Riforma dei rispettivi Statuti con Legge Costituzionale. Una posizione che abbiamo ribadito in più occasioni come Patto per l’Autonomia e che deve essere tenuta in considerazione per rilanciare la Specialità regionale», sottolinea Moretuzzo.

«Se il confronto politico non rischiasse oggi di essere ridotto a pura propaganda, chi governa la Regione dovrebbe cogliere al balzo questa opportunità e avviare un confronto serio con lo Stato su una serie di questioni fondamentali, come ad esempio il tema del governo del territorio: una maggiore competenza diretta della Regione in questo campo avrebbe potuto limitare la vergognosa speculazione che si sta verificando con i parchi fotovoltaici sui terreni agricoli del Friuli. Alla maggioranza di centrodestra, invece, paiono interessare di più i dibattiti ad personam sul terzo mandato, usando strumentalmente l’autonomia regionale in base agli interessi particolari di qualcuno», conclude il segretario del Patto per l’Autonomia.

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Tavolo Tagliamento. Moretuzzo: «Scoccimarro ha perso la bussola, situazione degenerata»

«È evidente che l’Assessore Scoccimarro sulla questione Tagliamento ha perso definitivamente la bussola e che la situazione sta degenerando. Ormai stiamo assistendo a una serie continua di affermazioni e soprattutto di atti che vengono smentiti poche settimane dopo». È il commento del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, che ricostruisce i contorni della vicenda: «Prima la delibera di aprile del 2024 in cui la Giunta Fedriga approva un documento preliminare all'avvio della progettazione per la realizzazione di una traversa laminante a fianco del ponte esistente fra Dignano e Spilimbergo. Poi la stessa Giunta cambia idea e a luglio discute un documento che parla di un’unica opera, con il rifacimento del ponte che fa anche da traversa laminante. L’Assessore Scoccimarro si spinge addirittura a dire che il ponte va rifatto subito perché potrebbe crollare in caso di piena, suscitando grande preoccupazione dei sindaci che si chiedono se tenere pronta un’ordinanza per vietare il transito dei veicoli. Pochi giorni dopo l’Assessore smentisce e dice che è stato male interpretato dalla stampa. A novembre il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia cerca di correre ai ripari presentando una mozione con cui si chiede di ascoltare in Autorità di bacino 5 tecnici nominati dai Comuni rivieraschi, precisando che saranno scelti i professionisti che riceveranno più voti dai Comuni. Ieri l’ennesima smentita: i tecnici non sono solo 5, ma ben 12, due dei quali sono stati indicati da un solo Comune!».

«Molti sindaci che, indipendentemente dall’appartenenza politica, hanno lavorato a lungo per trovare una sintesi sui nomi degli esperti da indicare alla Regione, sono giustamente contrariati da questa situazione e continuano a rimanere senza risposte alle domande poste in merito alla copertura dei costi e alle modalità con le quali verranno recepite le indicazioni dei tecnici».

«Sul tema del Tagliamento – conclude Moretuzzo –, la Giunta Fedriga e in particolare l’Assessore Scoccimarro hanno dimostrato tutta la loro incapacità nella gestione della situazione. È bene che su una partita di questa importanza la smettano di procedere in modo così caotico e che si riprenda finalmente un percorso di confronto serio e ordinato dentro il Consiglio regionale e sul territorio».

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Ovovia. Massolino richiede audizione in Commissione regionale: «Si faccia chiarezza sull’iter autorizzativo in seguito alle sentenze TAR»

A quasi un anno di distanza dalla precedente richiesta di audizione sull’iter autorizzativo della discussa ovovia di Trieste, richiesta solo parzialmente soddisfatta (la Commissione era stata sospesa per mancanza di tempo, e mai più convocata per la conclusione della trattazione), Giulia Massolino, Consigliera regionale del Patto per l’Autonomia chiede nuovamente un’audizione. «Il quadro è decisamente cambiato a seguito delle sentenze TAR e delle notizie odierne in merito al trasferimento al Veneto dei fondi PNRR che Trieste ha perso e al contestuale finanziamento dell’opera da parte del Ministero - afferma Massolino -. Da quella “parziale” seduta di giugno 2024 non avevamo ancora avuto la possibilità di audire gli Uffici regionali? coinvolti nell’iter autorizzativo, denunciando più volte la mancata convocazione della seconda parte della Commissione. A questo punto riteniamo necessario e urgente provvedere alla richiesta di una nuova convocazione, che ci auguriamo avvenga al più presto e comunque nel rispetto dei tempi previsti dal regolamento interno al Consiglio regionale. È necessario fare chiarezza sulle responsabilità politiche della Regione, considerando le pesanti implicazioni delle sentenze, nonché sulle previsioni future in merito all’iter amministrativo e alle misure di autotutela da porre in campo perché non siano i cittadini della Regione a dover pagare le ingenti spese di gestione, rinunciando ad altri servizi ben più utili».

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Mega parco fotovoltaico ad Aquileia. Moretuzzo e Bullian: «Sito Unesco a rischio, il progetto va fermato»

Mega parco fotovoltaico ad Aquileia.

Moretuzzo e Bullian: «Sito Unesco a rischio, il progetto va fermato»

 I consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo e Enrico Bullian esprimono grande preoccupazione dopo aver appreso del progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico ad Aquileia, in località San Zili-Casa Bianca, a nord-est del centro abitato, a ridosso del sito archeologico. Come si legge sulla stampa, l’impianto, di potenza nominale elettrica pari a 9.989 kWp, si estenderebbe su una superficie complessiva di 210 mila metri quadrati e avrebbe una vita stimata di 30-35 anni.

«Il mega impianto fotovoltaico nella città patrimonio Unesco è frutto anche delle incertezze e degli indugi della maggioranza regionale – denunciano Moretuzzo e Bullian –. Dopo 7 anni che governa la Regione e 2 anni che governa a Roma, sul tema dei parchi fotovoltaici il centrodestra ha parlato molto e concluso assolutamente nulla. Il Friuli-Venezia Giulia avrebbe dovuto rivendicare spazi di autonomia sul governo del territorio e disciplinare per tempo anche questo tipo di impianti, invece oggi si trova in balia della speculazione finanziaria e la nostra terra è uno dei bersagli preferiti da parte dei fondi di investimento che si stanno accaparrando i terreni per la realizzazione di mega impianti fotovoltaici con un impatto devastante su tanta parte della pianura friulana. In questo caso poi, il mega parco sorgerebbe a ridosso del sito archeologico di Aquileia, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, mettendo a rischio, come evidenziato dai vertici della Fondazione Aquileia, anche il futuro parco archeologico, con pesantissime ricadute sul piano culturale e turistico. La produzione energetica da fonti rinnovabili è un tassello fondamentale della transizione ecologica, ma come tutti i processi va governata e non lasciata in balia degli interessi di pochi. Mettere a rischio un luogo simbolo per il Friuli come Aquileia – crocevia e punto di incontro di popoli, lingue e culture, che abbiamo il dovere di conservare integro per le future generazioni – è inammissibile. Il progetto va fermato».

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Sentenza TAR. Massolino: «Grande risultato del popolo NO ovovia: ora chi ha agito in modo illegittimo si assuma piena responsabilità»

«Una grande vittoria quella ottenuta dal popolo NO ovovia nell’aula di tribunale, che dimostra l'importanza di organizzarsi e lottare per le proprie ragioni - commenta Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia in merito alla sentenza del Tribunale Amministrativo regionale pubblicata nella serata di giovedì 2 gennaio - La sentenza è un macigno che richiama l'amministrazione alle proprie responsabilità, ora riconosciute per essere più di una forzatura, bensì vere e proprie illegittimità. Dopo anni in cui chi ci governa in Comune e in Regione sminuisce e deride le ragioni del Comitato, un'ulteriore conferma, oltre alla perdita dei fondi PNRR, arriva dai giudici: la dimostrazione che la partecipazione e l'intelligenza collettiva hanno la forza di cambiare davvero le regole del gioco. Ora la città deve pretendere un'amministrazione che meriti fiducia, costruendo un'alternativa con cui collaborare per guardare insieme a un futuro migliore, e progetti reali, sostenibili, che guardino al miglioramento del nostro territorio e non a effimere soddisfazioni personali o costose affermazioni di potere».
 
 
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