Moretuzzo: «Accolta la nostra proposta per la doverosa valorizzazione di un patrimonio straordinario»
La Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, la più antica biblioteca pubblica in regione e tra le prime in Europa, rappresenta un patrimonio storico e culturale straordinario con i suoi preziosi manoscritti e codici, in parte ancora da studiare e catalogare. Per questa ragione il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo ha presentato un emendamento all’assestamento di bilancio per finanziare un progetto di studio e ricerca dell’Università di Udine su fonti manoscritte inedite conservate nella Guarneriana, per la loro digitalizzazione e messa a disposizione su piattaforme open access. Questa proposta è stata accolta dalla Giunta e votata positivamente dall’Aula.
«Esprimiamo soddisfazione per l’attenzione della Giunta e per il conseguente sostegno al progetto dell’ateneo friulano. Il finanziamento valorizzerà il patrimonio librario e documentario della Guarneriana che in questi giorni sta ospitando la 5ª edizione della Summer School di Filologia e Paleografia con studenti e docenti delle Università di Udine e di Bologna, della Ohio State University e della Tokyo University, a conferma dell’unicità della realtà friulana».
«Un atto eticamente inaccettabile, nonché un errore nel modello di sviluppo economico». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo, nel corso della discussione della manovra di assestamento di bilancio, ha commentato il progetto di Confindustria Alto Adriatico di cui dà conto oggi la stampa riportando le dichiarazioni del suo presidente Michelangelo Agrusti.
«Proporre di creare una task force per aiutare le imprese civili regionali nell’ingresso nel settore militare è sconcertante se pensiamo alle notizie che giungono ogni giorno dall’Ucraina e da Gaza – continua Moretuzzo, che ha espresso totale contrarietà all’istanza degli industriali della regione –. Una scelta che è discutibile anche perché la crescita del sistema economico regionale non può essere vincolata in misura sempre maggiore a modelli di sviluppo che devono essere superati: le nostre aziende devono di certo confrontarsi con le dinamiche che caratterizzano il mercato globale, ma devono essere anche accompagnate in un processo di transizione economica orientato a sistemi più sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale. Ci auguriamo che l’amministrazione regionale non sostenga in alcun modo progetti e iniziative imprenditoriali che vanno nella direzione indicata da Confindustria Alto Adriatico e sostenga invece processi economici capaci di non accantonare principi etici che dovrebbero essere un patrimonio condiviso, oltre che scolpiti nella carta costituzionale».
«La manovra di assestamento, vista la notevole mole di risorse disponibili, è una occasione importante per affrontare temi strategici per il futuro della regione. Con gli emendamenti che abbiamo presentato cerchiamo come sempre di contribuire al miglioramento della norma con proposte costruttive, che ci auguriamo possano essere oggetto di un confronto serio e aperto». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo alla conferenza stampa odierna a Trieste nel corso della quale sono state illustrate le proposte del Gruppo consiliare all’assestamento di bilancio.
«I dati Istat indicano che il 12,4% della popolazione regionale nel 2024 è a rischio povertà. Servono, dunque, strumenti rapidi ed efficaci per affrontare un tema che diversamente ricadrà sulla collettività in termini di costi sociali. Pensiamo in particolare alla reintroduzione della misura di inclusione attiva – spiega Moretuzzo –, già utilizzata con successo in passato e che vedeva il mondo delle autonomie locali quale regista della misura, considerato che i Comuni sono gli unici soggetti istituzionali in grado di intercettare i bisogni delle rispettive comunità e di darvi risposta. Un’altra proposta riguarda il trasporto pubblico, che va incentivato fortemente. In particolare, proponiamo, sul modello austriaco, l’introduzione di un ecobiglietto per permettere l’accesso a tutta la rete di trasporto pubblico. Infine, a fronte della totale assenza da questa manovra di vere strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, e del persistere nell’investire decine di milioni di euro sui poli sciistici in barba alle evidenze scientifiche, proponiamo di realizzare uno studio che permetta di capire l’evoluzione della situazione, le dinamiche futuro, per cambiare rotta».
Tra gli emendamenti presentati dal consigliere Enrico Bullian, due mirano a comprendere e gestire il fenomeno migratorio in Friuli-Venezia Giulia. «Con il primo – chiarisce Bullian – proponiamo di finanziare uno studio sociologico aggiornato sulla popolazione monfalconese caratterizzata da oltre il 30% di presenza di stranieri; con il secondo si mira a limitare la capienza delle nuove strutture per minori stranieri non accompagnati, dal momento che solitamente le criticità sono collegate alle strutture maggiori. Altri due emendamenti sostengono iniziative culturali dei rispettivi Comuni interessati: una pubblicazione sull’ex Amideria Chiozza di Ruda e una sulla Sinagoga e il ghetto ebraico di Gorizia, in linea con GO!2025. Un ultimo emendamento prevede contributi agli atenei regionali per realizzare un ciclo di seminari aperto al pubblico sulla storia regionale con focus su confini, minoranze e autonomia».
«Di fronte alle difficoltà di tante e tante persone della nostra regione abbiamo presentato emendamenti mirati per offrire supporto reale a chi vive situazioni di fragilità. Proponiamo un’indennità regionale per i malati di fibromialgia, contributi per l’autonomia dei disabili visivi, e misure per l’inserimento lavorativo delle vittime di violenza di genere con sfregi permanenti. Si tratta di interventi ad altissimo impatto sociale – illustra la consigliera Simona Liguori –. Abbiamo inoltre chiesto fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico in ambito urbano, come 3 milioni ai Comuni per la pulizia straordinaria di caditoie e pozzetti, e risorse per città più accessibili, con 3,5 milioni destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla sicurezza dei percorsi pedonali tramite l’implementazione dei semafori acustici per i non vedenti. Sul fronte giovani e lavoro, crediamo che la legge “Talenti FVG” debba essere maggiormente conosciuta e che serva una campagna informativa per attrarre e trattenere competenze. Infine, per sport e inclusione, chiediamo 1 milione per sostenere le realtà paralimpiche e 200.000 euro per garantire la sicurezza tramite mezzo di soccorso presenti nelle gare dilettantistiche di pallavolo. Sono proposte concrete, realizzabili e pensate per non lasciare indietro nessuno».
«Abbiamo avanzato una serie di proposte che vanno nella direzione della giustizia climatica – afferma la consigliera Giulia Massolino –: riduzione delle isole di calore e depaving, assemblee del clima, acqua pubblica, sostegno al trasporto pubblico e alla ciclabilità, riduzione del traffico veicolare privato, sostegno alle comunità energetiche rinnovabili e solidali. Altri temi cruciali su cui si è scelto di intervenire è il ripristino e potenziamento dei gruppi di riattivazione cognitiva per persone affette da demenza, drasticamente interrotti e poi ridotti da mesi, così come l’aumento del personale dei centri di salute mentale, e proposte per affrontare la drammatica situazione delle carceri. Infine, abbiamo proposto un finanziamento per l’attivazione dell’osservatorio regionale cultura, previsto per legge dal 2014, e l’introduzione di un osservatorio sull’overtourism, nonché, nuovamente, l’educazione affettiva nelle scuole».
Gli emendamenti presentati dal consigliere Marco Putto mirano a rafforzare la capacità della Regione di rispondere a bisogni concreti e diffusi nei territori. Tra le proposte si segnalano interventi strutturali di rilievo, come lo sghiaiamento del lago di Barcis e la progettazione dell’invaso di Mezzocanale, finalizzati alla sicurezza idraulica e all’uso sostenibile delle risorse idriche sull’asta del Cellina. «Sul piano educativo e ambientale – chiarisce Putto –, si propone di finanziare progetti scolastici sulla raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti. Si introduce inoltre la possibilità per le persone con disabilità di viaggiare gratuitamente in treno su scala regionale. Altri emendamenti riguardano la bonifica delle ex linee ferroviarie abbandonate, la presenza di persone anziane in famiglia come criterio premiale per accedere a contributi per la riqualificazione degli immobili di proprietà, la semplificazione per l’accesso ai contributi per impianti sportivi, il finanziamento di interventi per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e la promozione dell’efficienza energetica nelle strutture delle ASP».
Commento del capogruppo di Patto per l’Autonomia - Civica FVG
alle dichiarazioni dell’assessore Roberti sulla presentazione della norma sul rinnovo del contratto
«Prendiamo atto della positiva decisione dell’Assessore Roberti di portare in aula l’emendamento per il rinnovo contrattuale dei dipendenti del comparto unico, dopo le criticità emerse nei giorni scorsi che hanno rischiato di bloccare il percorso avviato». Questo il commento del capogruppo di Patto per l’Autonomia - Civica FVG Massimo Moretuzzo alla posizione espressa oggi (21 luglio, ndr) dall’assessore Roberti sulla presentazione della norma sul rinnovo del contratto dei dipendenti regionali e dell’intero comparto unico.
«Auspichiamo – prosegue Moretuzzo – che il confronto con le organizzazioni sindacali proceda nel modo migliore, affrontando tutti i temi del rinnovo contrattuale, sia sul versante giuridico che su quello economico, e trovi un giusto equilibrio nel rispetto delle aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici e degli obiettivi dell’Istituzione regionale, peraltro indicati in modo puntuale nel DEFR che verrà votato dall’Aula nei prossimi giorni. Per parte nostra continueremo a dare un contributo propositivo e responsabile in termini di proposte e osservazioni sul tema del personale della Regione e dell’intero sistema delle Autonomie locali, che rappresenta uno dei punti fondamentali per affrontare le sfide che attendono il Friuli-Venezia Giulia».
Le specificità linguistiche e culturali delle minoranze non costituiscono solo un patrimonio culturale, ma rappresentano anche una risorsa economica e una opportunità di sviluppo per le stesse comunità. È quanto emerso ieri (17 luglio, ndr) a Udine nel corso dall’incontro “Minoranze linguistiche, risorsa strategica, fra identità plurime e marketing territoriale”, promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG al quale ha assistito un numeroso pubblico.
«Le recenti vicende della ristrutturazione della linea ferroviaria Udine-Cividale – dove il passaggio di gestione a RFI ha (almeno temporaneamente) cancellato il plurilinguismo visivo – ha riportato il tema dei rapporti tra marketing e lingua all’attenzione dell’opinione pubblica friulana», ha spiegato Stefania Garlatti-Costa, consigliera del Comune di Udine con il referato a Identità friulana e plurilinguismo, introducendo l’incontro al quale ha portato i suoi saluti anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.
Garlatti-Costa ha evidenziato l’importanza di comunicare chiaramente i valori identitari e culturali distintivi, riconoscendo il valore che la lingua friulana può assumere anche nelle politiche di marketing, portando in particolare l’esempio di un sale prodotto in Galles: «il sale Halen môr, che insegna che una salina atlantica può collocarsi come top di gamma grazie a una comunicazione che fa leva sulla narrazione di naturalità veicolata attraverso la lingua gallese».
Le sollecitazioni di Garlatti-Costa sono state rilanciate dall’assessore alla Cultura del Comune di Udine Federico Pirone: «La lingua friulana, assieme alle altre lingue minoritarie del Friuli, rappresenta uno dei punti fondamentali della nostra specialità, rinunciare alla sua tutela e valorizzazione è un errore storico. Come Comune di Udine faremo la nostra parte».
Una scelta che potrebbe fare da apripista. Il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo ha invitato l’amministrazione comunale udinese – presente all’incontro anche con Lorenzo Croattini, capogruppo della lista De Toni – a non perdere l’occasione. «A fronte del marchio IoSonoFVG, che non riconosce la complessità e le diversità presenti nella nostra regione, il Comune di Udine, in qualità di Capitale del Friuli, può dare avere un ruolo importante, anche attraverso il nuovo marchio di promozione della città, valorizzando ciò che ci rende unici attraverso l’uso della lingua friulana: una azione che costituisce un concreto investimento con conseguenti ricadute di carattere culturale e di sviluppo del territorio».
L’incontro ha evidenziato come le lingue minoritarie possano servire anche a vendere prodotti, enogastronomia e turismo. Lo dimostrano diverse esperienze in vari contesti minoritari, in Italia e in Europa. È il caso del Sudtirol e del Galles, che nelle loro campagne di promozione turistica fanno leva sulla lingua della comunità come elemento di riconoscibilità. Lo ha spiegato Linda Osti, docente di Tourism Management all‘Università di Bangor nel Galles. «Oltre a identificare il territorio, lingua e cultura diventano prodotto da vendere. La dimensione identitaria diventa identificativa, una garanzia di originalità, che risponde alle richieste del mercato, sempre più attratto dalle specificità linguistiche e culturali. Così l’offerta turistica si è adattata».
Anche gli esiti delle ricerche sul ruolo della lingua friulana nello sviluppo del territorio e dei suoi prodotti condotti da Sandro Sillani, esperto in marketing dei prodotti alimentari dell’Università del Friuli, e componente della Societât Sientifiche e Tecnologjiche Furlane, confermano l’opportunità di spingere sulla promozione nelle lingue minorizzate. «I prodotti si fanno conoscere e riconoscere nella loro particolarità e unicità. Promuoverli attraverso la lingua friulana, utilizzata in modo professionale, è più efficace che farlo attraverso la lingua italiana e inglese».
Segnaletica plurilingue Udine-Cividale del Friuli. A San Gottardo comparsi cartelli in italiano e inglese
Nonostante la condanna trasversale della rimozione dei cartelli trilingui dalla stazione di Cividale del Friuli con quelli nella sola lingua italiana, Rete Ferroviaria Italiana – che gestisce la tratta Udine-Cividale del Friuli – continua a ignorare la lingua friulana. Alla fermata di San Gottardo, al posto della segnaletica bilingue in friulano e italiano, ora ci sono solo cartelli in italiano e inglese.
«Come responsabile delle politiche linguistiche del Comune di Udine, chiedo ufficialmente a RFI di adottare una segnaletica plurilingue, che comprenda il friulano, nel tratto comunale della linea. Capisco l’opportunità di utilizzare lingue internazionali come l’inglese nei cartelli contenenti indicazioni pratiche, ma perché non utilizzare accanto all’inglese anche il friulano, che ci connota agli occhi dei visitatori di tutta Europa? – commenta Stefania Garlatti-Costa, consigliera del Comune di Udine con il referato a Identità friulana e plurilinguismo e componente del direttivo del Patto per l’Autonomia –. Non è servita dunque l’alzata di scudi di politici friulani di ogni colore e della società civile perché venisse proseguita l’esperienza virtuosa del “Tren des Lenghis”, il servizio e linea ferroviaria plurilingui lanciati da Ferrovie Udine Cividale con Agenzia Regionale per la Lingua Friulana nel 2015. Si tratta di proterva indifferenza alla volontà espressa dai nostri rappresentanti e dai cittadini friulani, oppure semplice inettitudine? RFI ci vede quindi come un territorio qualunque, con caratteristiche culturali e linguistiche qualunque, ma noi friulani sappiamo che il nostro territorio plurilingue è un unicum in Europa e questa unicità, come abbiamo spiegato a RFI nelle settimane scorse, dev’essere visibile anche nei cartelli. Se lo fanno in Südtirol, lo devono fare anche da noi, partendo dal ripristinare i cartelli plurilingui della linea Udine-Cividale».
Anche di questo caso, con particolare attenzione al valore aggiunto delle lingue minorizzate nel marketing, nello sviluppo del turismo e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, si discuterà domani, venerdì 18 luglio, alle ore 18, nella Sala Pasolini del palazzo della Regione, in via Sabbadini 31 a Udine, nel corso dell’incontro “Minoranze linguistiche, risorsa strategica, fra identità plurime e marketing territoriale”, promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG. Interverranno Sandro Sillani, esperto in marketing dei prodotti alimentari dell’Università del Friuli, e Linda Osti, docente di Tourism Management all‘Università di Bangor nel Galles.
«Un così elevato rischio di overtourism, che vede Trieste decima in Italia per indice di sovraffollamento turistico, è un segnale grave che purtroppo conferma le nostre preoccupazioni. Da tempo solleviamo il tema in Regione, avendo presentato diversi emendamenti e ordini del giorno a tal proposito. Avanzeremo nuovamente, pertanto, la proposta di istituire un osservatorio turistico regionale, che possa studiare il fenomeno e indirizzare le politiche, prima che ci travolga». Così la consigliera regionale Giulia Massolino (gruppo consiliare Patto per l’Autonomia - Civica FVG) commenta la notizia relativa alla ricerca di Demoskopika in merito alle destinazioni più esposte all'overtourism nella mappa dell'Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (Icst).
«Trieste sta già soffrendo dei primi effetti negativi dell’overtourism, e in ogni caso non è affatto una questione di sfortuna, bensì di scelte strategiche fatte, o peggio non fatte, da chi amministra un territorio - prosegue Massolino -. È assolutamente necessario porre in essere delle politiche di gestione dei fenomeni turistici: purtroppo le nostre proposte degli scorsi anni sono state bocciate dal Consiglio, ma a fronte di questi nuovi dati incoraggiamo la Giunta regionale a tenerne conto, prima che sia troppo tardi».
Venerdì 18 luglio, a Udine, incontro con esperti delle Università di Udine e Bangor
Le lingue minoritarie servono a vendere prodotti, esperienze, enogastronomia e turismo? Diverse sperimentazioni in Italia e in Europa indicano di sì: l’utilizzo delle lingue del territorio aiuta a creare una maggiore connessione con consumatrici e consumatori locali e attrae visitatrici e visitatori interessati a esperienze culturali più autentiche e immersive.
Le recenti vicende della ristrutturazione della linea Udine-Cividale – dove il passaggio di gestione a RFI ha (almeno temporaneamente) cancellato il plurilinguismo visivo – e il nuovo branding monolingue della città di Udine hanno riportato il tema dei rapporti tra marketing e lingua all’attenzione dell’opinione pubblica friulana. I cartelli bilingui e i gadget turistici in friulano, oltre a rispettare i diritti linguistici della comunità, hanno anche una rilevanza economica?
Se ne discuterà venerdì 18 luglio, alle ore 18, nella Sala Pasolini del palazzo della Regione, in via Sabbadini 31 a Udine, nel corso dell’incontro pubblico “Minoranze linguistiche, risorsa strategica, fra identità plurime e marketing territoriale”, promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia – Civica FVG, con Sandro Sillani, esperto in marketing dei prodotti alimentari dell’Università del Friuli, e Linda Osti, docente di Tourism Management all‘Università di Bangor nel Galles.
«Parleremo anche dell’interesse crescente delle multinazionali per i mercati e le lingue minori, e del sale Halen môr, che ci insegna che una salina atlantica può collocarsi come top di gamma grazie a una comunicazione che fa leva sulla narrazione di naturalità veicolata attraverso la lingua gallese», anticipa Stefania Garlatti-Costa, consigliera del Comune di Udine con il referato a Identità friulana e plurilinguismo, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, che introdurrà l’incontro. Le conclusioni saranno affidate a Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG.
«Apprezziamo e condividiamo le proposte presentate dalle associazioni di Trieste per combattere le isole di calore, e ci auguriamo che la lettera aperta venga ampiamente condivisa dalla società civile e da chi amministra la città. L’ondata di caldo che ha travolto anche i nostri territori a giugno è un tema cruciale di giustizia climatica e di salute pubblica non più rimandabile». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia - Civica FVG, commenta le proposte avanzate dalle Associazioni alla conferenza stampa odierna [venerdì 11 luglio 2025.
«In questi anni abbiamo presentato diverse proposte sia a livello comunale che regionale - prosegue Massolino -. Avevamo proposto al Comune un piano strategico del verde, e in Regione di finanziare tali piani, oltre a un'interrogazione sulla promozione di standard per la gestione sostenibile del verde urbano. Nell'ultima finanziaria di dicembre è finalmente stato accolto un mio ordine del giorno sul depaving, già presentato anche come emendamento in precedenti occasioni, che chiede di finanziare progetti di de-cementificazione, a partire dai cortili scolastici. Continueremo ad avanzare proposte in tal senso, a partire dall'imminente assestamento, e speriamo che le Amministrazioni regionale e comunale ascoltino la voce della cittadinanza e portino avanti queste azioni. Le ondate di calore minano la salute di tutti e colpiscono fortemente le fasce più fragili della popolazione: persone anziane, persone in povertà energetica che non possono permettersi i costi di un condizionatore, persone con patologie. L'amministrazione deve farsi carico di tutelare la cittadinanza con misure strutturali, anziché scaricare su di loro la responsabilità invitandoli a non uscire, come ha fatto il Comune di Trieste con i continui sforamenti dei limiti di ozono. Servono misure di adattamento e mitigazione, che riducano l'occorrenza di questi fenomeni e i loro effetti: infrastrutture verdi diffuse e accessibili, acqua pubblica e depavimentazione e riduzione delle emissioni. Tutte intenzioni a parole condivise dagli assessorati, ma che poi non corrispondono ad azioni concrete».
Sul tema interviene anche Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale: «Ringraziamo le associazioni per aver sollevato un tema così cruciale con proposte concrete che, come già fatto in passato, ci impegniamo a portare in Consiglio Comunale: una mappatura delle isole di calore e della vulnerabilità sociale agli effetti dei cambiamenti climatici, soluzioni innovative per incrementare il verde in città, creazione di una rete di rifugi climatici. All’orizzonte c'è anche la partita dell’adeguamento del Piano Regolatore al Piano Paesaggistico Regionale, sulla quale intendiamo continuare a lavorare perché gli strumenti urbanistici tengano sempre più conto della realtà della crisi climatica, garantendo corridoi verdi, permeabilità dei suoli, riuso dell’edificato esistente e rinaturalizzazione di ciò che in passato è stato cementificato o asfaltato e non serve più».
«Le importanti risorse che l’amministrazione regionale sta investendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili sono sicuramente un fatto positivo e altrettanto positiva è la scelta di finanziare le Comunità energetiche come uno degli strumenti per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica al 2045 – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia - Civica FVG Massimo Moretuzzo –. Crediamo però sia necessario valutare con attenzione come questo percorso viene gestito. In questo senso rileviamo che la costituzione della CER regionale “Io Sono FVG”, pur con l’obiettivo di facilitare il mondo delle imprese e i possibili soggetti coinvolti mettendo a disposizione la struttura regionale per gestire i complessi passaggi amministrativi e i costi che afferiscono alla fase di costituzione di una CER, debba in ogni caso garantire la possibilità di avviare e rafforzare percorsi plurali, anche non afferenti alla CER regionale».
«Le Comunità energetiche finanziate con denari pubblici devono favorire una partecipazione diffusa, una grande attenzione al contrasto alla povertà energetica, fare della solidarietà e della sussidiarietà degli elementi imprescindibili. Rispetto alla CER regionale quindi ci sono diversi interrogativi, che oggi (10 luglio, ndr) abbiamo posto in Commissione all’Assessore Scoccimarro: dalla composizione dell’elenco dei soggetti fondatori, dove mancano a oggi vari soggetti significativi, a partire dal terzo settore, alla modalità con cui saranno gestiti i benefici prodotti dalla CER, al rapporto fra la CER “Io sono FVG” e le tante iniziative che sono partite o stanno partendo sul territorio regionale».
«Crediamo sia opportuno mettere a disposizione competenze per stimolare e affiancare processi di attivazione di attori locali premiando e accompagnando le CER che contribuiscono a dare piena cittadinanza energetica ai cittadini più fragili. Per questo – continua Moretuzzo – si potrebbe stimolare la nascita di CER che tengano insieme l’edilizia residenziale pubblica, cittadini fragili e terzo settore, facendo nascere veri e proprio distretti energetici solidali».
«L’energia è un bene comune e come tale deve essere gestito. Questa fase del bilancio regionale consente di fare delle scelte forti, che mettono al centro la solidarietà e i diritti di cittadinanza, oltre che offrire strumenti importanti per il sostegno alle attività produttive e per la transizione energetica: perdere questa occasione sarebbe un errore imperdonabile», conclude il rappresentante autonomista.
Partecipato incontro a Udine con focus sul confederalismo democratico come proposta politica innovativa
Ha registrato un’ottima partecipazione l’incontro organizzato ieri (8 luglio, ndr) a Udine dal Patto per l’Autonomia per fare il punto sulla situazione curda alla luce dello scioglimento del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Un pubblico attento ha posto diversi interrogativi al relatore Federico Venturini, conoscitore diretto delle vicende recenti e storiche del popolo curdo e delle sue aspirazioni, essendo stato tra l’altro membro delle delegazioni internazionali di pace Imrali organizzate dalla Commissione civica dell’EU-Turchia, e curatore di volumi sulla questione curda.
Venturini, introdotto da Elia Mioni, direttore de Il Passo Giusto e componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, ha analizzato la volatile situazione geopolitica e le possibilità di sviluppo del progetto curdo del confederalismo democratico, basato su tre pilastri: democrazia diretta, ruolo della donna ed ecologia. In un contesto complesso, segnato da decenni di guerra, repressione e crisi umanitarie, il pensiero di Abdullah Öcalan, storico leader del movimento curdo, ha ispirato la costruzione di una società radicalmente alternativa. Dalla sua cella in una prigione turca ha lanciato un appello senza precedenti: una chiamata alla pace, alla convivenza e alla democratizzazione dell’intero Medio Oriente, oltre alla deposizione delle armi da parte del PKK fino ad arrivare allo scioglimento dello stesso.
«In questa esperienza straordinaria cogliamo un seme di speranza, un segnale di rinuncia alle armi e di dialogo come metodo di soluzione dei conflitti – afferma il segretario del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. E nel confederalismo democratico un esempio cui ispirarsi, anche qui in Europa dove assistiamo al ritorno dei nazionalismi, utilizzati per definire e limitare le istituzioni e i confini degli stati, identificare cittadini degni o meno di tutti o di parte dei diritti civili, dividere i vicini in amici o nemici».
Fine osservatore del contesto internazionale è stato anche Emilio Molinari, cui è stato dedicato l’incontro. Mancato pochi giorni fa, il funerale si terrà oggi pomeriggio a Milano. Moretuzzo ha ricordato l’impegno instancabile di Molinari nelle lotte sociali e civili, in particolare per i diritti legati ai beni comuni, tra i quali quello universale all’acqua slegato dalla logica del profitto. «Nel suo insegnamento, continueremo a promuovere la giustizia sociale e ambientale, la costruzione di spazi di solidarietà, la capacità di costruire reti per il bene comune».
«Sotto un’opera inutile e ancora non inaugurata nonostante siano trascorsi 20 anni, l’impianto di risalita al Castello, ne sorgerà un’altra che si può definire faraonica senza esagerare, una creazione di Refik Anadol nella galleria Bombi. Non nel 2025, anno della Capitale Europea della Cultura, ma nel 2026 quando, si spera, i lavori finiranno, così come realisticamente i flussi turistici straordinari dovuti alla nomina europea». Così Eleonora Sartori, consigliera comunale a Gorizia con Noi Mi Noaltris Go nonché componente del Consiglio direttivo del Patto per l’Autonomia, commenta gli annunci diffusi nei giorni scorsi in merito all’opera nella galleria Bombi di Gorizia.
«Se nel secondo assestamento di bilancio dello scorso anno erano stati stanziati ben 3,5 milioni di euro da parte della Regione (un milione e 500 mila sono invece finanziati dal PNRR), nell’assestamento che si andrà a discutere a breve sono previsti altri 1.310.000 euro per l’accoglienza, la biglietteria, la sorveglianza di sala, l’assistenza al pubblico. L’amministrazione regionale prevede inoltre di assegnare annualmente al Comune di Gorizia le risorse necessarie a coprire le spese connesse alla gestione dell’opera nella misura di altri 200 mila euro. E dopo il 2027 cosa succederà? Si continuerà a spendere centinaia di migliaia di euro pubblici per la manutenzione? Costi di gestione di questo tipo hanno bisogno di una visione di lungo periodo che in questo caso pare completamente assente», aggiunge Massimo Moretuzzo, segretario e consigliere regionale del Patto per l’Autonomia, che annuncia un’azione in merito nella prossima manovra di assestamento.
«Una montagna di denaro pubblico per un’opera che di sicuro sarà spettacolare e unica, ma effimera, dai costi di gestione altissimi così come saranno ingenti i costi di manutenzione dell’impianto di risalita al Castello, se mai partirà. C’è da chiedersi come tutto ciò stia assieme alla logica del buon padre di famiglia che dovrebbe essere seguita dai nostri amministratori in un momento storico particolarmente difficile in cui faticano a essere soddisfatte le esigenze primarie», conclude Sartori.
«Con quale criterio sono stati rimossi i cartelli trilingui dalla stazione ferroviaria di Cividale del Friuli?». Se lo chiede il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo, fortemente critico sulla scelta che rappresenta un «passo indietro nel riconoscimento dei diritti delle minoranze linguistiche». Una scelta «profondamente sbagliata che non tiene conto del carattere plurilingue e pluriculturale della nostra regione, e neppure del valore aggiunto delle lingue minorizzate nello sviluppo del turismo e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Eppure dieci anni fa questi elementi erano stati posti alla base del protocollo di intesa tra Fuc (Ferrovie Udine-Cividale) e Arlef (Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane) che aveva previsto, tra le altre azioni, la collocazione della cartellonistica trilingue, rispondendo alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa alle regioni, in particolare con la Risoluzione 301/2010», spiega Moretuzzo, che annuncia il deposito di una interrogazione sulla questione.
Di recente, la svolta: i cartelli trilingui italiano-friulano-sloveno sono stati sostituiti da altri esclusivamente in italiano che non riportano più neppure il riferimento “del Friuli” accanto al nome della località. La rimozione è avvenuta nell’ambito dei lavori di rifacimento della linea ferroviaria Udine-Cividale del Friuli a cura di Rete ferroviaria italiana del gruppo Ferrovie dello Stato, che è subentrato a Fuc, impossibilitata, per legge, a gestire infrastruttura e servizio. Proprio Fuc aveva promosso con Arlef il progetto “Il treno delle lingue” che poneva il treno al centro di una diversa fruizione della mobilità che è anche quella di promozione del territorio e del suo patrimonio culturale. Il treno, che nel caso specifico attraversa territori plurilingui, è dunque anche strumento di conoscenza del paesaggio, della cultura, delle lingue, dell’identità dei luoghi attraversati dalla ferrovia.
«Anziché farne un modello di buone pratiche per altri concessionari di servizio, si scardina una azione intelligente di promozione linguistica e marketing territoriale- osserva Moretuzzo –. La Regione – che nelle recenti Conferenze regionali sulle lingue minorizzate del Friuli-Venezia Giulia ne ha ribadito l’importanza, e l’impegno per la loro tutela, promozione e valorizzazione – intervenga subito per il ripristino della segnaletica plurilingue. Con GO!2025, che ha escluso friulano e tedesco dai materiali promozionali per l’inaugurazione e dal sito, abbiamo già perso una preziosa opportunità per far conoscere la ricchezza e la complessità linguistica e culturale della nostra terra. Non commettiamo sempre gli stessi errori».
Una interrogazione è stata presentata oggi in Consiglio regionale in merito al concerto di Tony Effe, inizialmente programmato per il 13 luglio alla Casa Rossa Arena di Gorizia nell’ambito di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura e in questi giorni rinviato al 24 luglio peraltro con ingresso gratuito.
La consigliera Giulia Massolino ha chiesto alla Giunta chiarimenti su quali criteri abbiano portato alla scelta di inserire l’artista romano nel cartellone ufficiale degli eventi promossi dalla Regione attraverso PromoTurismoFVG, alla luce delle polemiche legate ai contenuti sessisti, violenti e misogini di alcuni suoi brani.
«Non si tratta di censurare, ma di assumersi la responsabilità delle scelte – spiega Massolino –. Se la Regione finanzia eventi culturali con soldi pubblici, è legittimo e doveroso chiedere coerenza con i valori di cui si fa portavoce, come il contrasto alla violenza di genere e la promozione di una cultura rispettosa. Soprattutto se parliamo di eventi rivolti ai più giovani.»
L’interrogazione chiede anche conto della mancata condivisione con il Comune di Gorizia, il cui sindaco Ziberna ha apertamente dichiarato la propria contrarietà all’evento, e solleva la questione della valutazione preventiva dell’impatto culturale e sociale della programmazione.
Tra i punti toccati, anche l'opportunità di affiancare al concerto percorsi educativi e momenti di confronto pubblico, per evitare che si trasmetta un messaggio acritico o celebrativo di modelli maschili e relazionali tossici.
«Non è accettabile – conclude la consigliera, che nell’interrogazione chiede anche conto di eventuali aumenti dei costi ovvero dei contributi alla luce della gratuità dell’evento comunicata in queste ore, nonché delle motivazioni di questa decisione – che l’unico criterio di scelta diventi la popolarità sui social. Le istituzioni pubbliche devono fare cultura, non solo intrattenimento».
Il Patto per l’autonomia, Comunità di Udine, propone un incontro pubblico per martedì 8 luglio, alle ore 18, al Circolo Nuovi Orizzonti in via Brescia ai Rizzi, a Udine, sulla “Questione curda: quali nuove prospettive con lo scioglimento del PKK?”.
L‘incontro, introdotto da Massimo Brianese, coordinatore cittadino del Patto per l’Autonomia, vedrà come relatore Federico Venturini, conoscitore diretto delle vicende recenti e storiche del popolo curdo e delle sue aspirazioni, essendo stato tra l’altro membro delle delegazioni internazionali di pace Imrali organizzate dalla Commissione civica dell’EU-Turchia, e curatore con altri dei volumi “La vostra libertà e la mia. Abdullah Öcalan e la questione curda nella Turchia di Erdoğan” (con J. Miley, Edizioni Punto Rosso 2020); “Ecologia sociale e diritto alla città” (con E. Degirmenci, I. Morales, Zero in Condotta 2024).
Il percorso politico apertosi nel maggio scorso con le dichiarazioni del leader del PKK Öcalan e approvate dagli organi del partito, sullo scioglimento del partito stesso, anima e perno della resistenza dei curdi in Turchia, giunge dopo un percorso lungo e complesso. Nato nel 1978 come organizzazione nazionale dei curdi che ha condotto la lotta sia politica che militare contro lo Stato turco, ha poi contribuito nel 2012 alla nascita del Partito Democratico dei Popoli (HDP) che, nelle tre consultazioni politiche nelle quali si è presentato, ha ottenuto sempre percentuali del 10% raccogliendo consensi significativi anche al di fuori delle aree curde. Oggi questa possibilità di autoscioglimento attende una risposta adeguata da parte del governo turco affinché sia possibile chiudere un conflitto, troppo a lungo ed ancora anche militare, nel Paese.
Altrettanto lunga e complessa è la storia e la realtà odierna delle comunità curde, suddivise fra Turchia, Iran, Iraq e Siria. Proprio in Siria dopo la caduta del regime di Assad è aperto un altro momento delicato ed importante, che vede coinvolta direttamente anche la minoranza curda, per gli sviluppi futuri non solo delle comunità coinvolte, ma della stessa possibilità di dar vita ad istituzioni condivise e stabili in Siria.
Il Patto per l’autonomia propone questo incontro perché coglie in questa lontana e diversa esperienza un seme di speranza che possa emergere, almeno in alcune parti di quelle terre tormentate da conflitti e contrasti, un segnale di rinuncia alle armi e di dialogo come metodo di soluzione dei conflitti. E perché nella proposta ideale e politica che Öcalan ha elaborato negli anni di carcerazione, nota come confederalismo democratico, vi è un tema che riguarda direttamente l’Europa contemporanea: il ritorno dei nazionalismi, utilizzati per definire e limitare le istituzioni ed i confini degli stati, identificare cittadini degni o meno di tutti o di parte dei diritti civili, dividere i vicini in amici o nemici.
Recentemente definito dal filosofo Slavoj Žižek una personalità paragonabile a Nelson Mandela, Öcalan sta aprendo nuovi orizzonti ai diritti del popolo curdo e alla possibilità di una nuova convivenza non solo in Turchia. Quelle vicende vanno conosciute per capire se e cosa vi possa essere di utile anche nella nostra realtà in questi tempi sempre più duri, dove la guerra e il nazionalismo sono diventati normalità accettabile.
«La partecipata presentazione del libro a cura del garante regionale delle persone private della libertà, Enrico Sbriglia, ci ha consentito di affrontare nella Biblioteca del Consiglio temi delicati e fondamentali per la nostra regione - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del gruppo consiliare Patto per l’Autonomia-Civica FVG e presidente della Commissione di Vigilanza della Biblioteca del Consiglio regionale Livio Palladin -. Peccato che tale opportunità non venga invece offerta ai membri della Commissione consiliare competente, dove la mia richiesta di audizione sulla condizione delle carceri giace inevasa da maggio 2024, nonostante continui solleciti formali e informali, nonostante da regolamento dovesse essere convocata entro 10 giorni. Eppure c'è tanto che la Regione potrebbe e dovrebbe fare per garantire dignità alle persone recluse, che invece vivono in condizioni che una società civile dovrebbe ritenere inaccettabili».
«Ringraziamo il responsabile della Biblioteca dott. Pastrovicchio e il suo team per l’impegno ad aprirsi alla città con questi eventi, che contribuiscono a far conoscere meglio il Consiglio regionale e i suoi organi di garanzia, a costruire vicinanza e fiducia - aggiunge Massolino -. Il libro presentato oggi dovrebbe costituire un punto di partenza per lavorare sui temi dei diritti delle persone in carcere, in collaborazione con gli organi di garanzia, e coinvolgendo persone esperte in scienze sociali e percorsi di partecipazione per elaborare le risposte dei questionari pubblicate, per poi proporre degli studi strutturati».
«È fondamentale insistere soprattutto sulla risoluzione del sovraffollamento - conclude la consigliera -: non carceri più grandi, ma meno persone in carcere. In tal senso, grandi speranze arrivano dalla relazione della Corte di Cassazione sul Decreto Sicurezza, che andrebbe invece ad aggravare la situazione con nuove fattispecie di reato e peggioramento delle condizioni delle persone detenute, delle donne incinte o madri, e dei loro figli».
«Ancora una giornata nera per le e i pendolari: cancellazione di treni e ritardi su tutte le linee regionali con conseguente abbandono di chi viaggiava in treno che ha dovuto adattarsi ad attendere, per di più in una giornata torrida come quella di ieri - così Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino del gruppo consiliare Patto per l’Autonomia-Civica FVG -. Ci chiediamo se le persone sui treni e nelle stazioni siano state informate in maniera continua e tempestiva o se qualcuno si sia preso cura di loro. Tutto questo è inaccettabile, lo è ancora di più perché non si tratta della prima volta e per questo già lo scorso maggio abbiamo presentato, assieme al consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra FVG) una mozione dal titolo “Per una Regione che viaggia insieme: equità, servizi e sostenibilità per la mobilità del futuro” che prevede anche un piano d’azione per gestire le emergenze e mantenere informata la cittadinanza, vittima dei ritardi. Non è sufficiente distribuire acqua, per altro in bottigliette di plastica, mentre si abbandonano le persone in un limbo di informazioni lacunose e poco chiare».
«Nella nostra regione la situazione attuale del trasporto ferroviario risulta insoddisfacente: ritardi frequenti, mezzi obsoleti e informazioni carenti penalizzano pendolari e studenti che ogni giorno utilizzano il trasporto ferroviario. Secondo i dati riportati anche nella mozione, solo nei primi mesi del 2025 quasi un treno su quattro sulla tratta Pordenone-Udine ha registrato ritardi superiori ai 5 minuti, con una puntualità inferiore al 75% e secondo il Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente ha evidenziato che oltre il 75% dei convogli circolanti ha più di 15 anni. Una situazione aggravata dagli impegnativi lavori infrastrutturali previsti sulle linee, molti dei quali finanziati con il PNRR: la Regione insieme a RFI deve impegnarsi ad affrontare e gestire i prevedibili ritardi e disservizi».
«L’assessore Riccardi, ancora una volta assente in aula durante il question time, ha risposto in via scritta alla mia nuova interrogazione, a un anno di distanza dalla precedente, annunciando un nuovo termine per l’apertura del Centro di Salute Mentale di via Gambini, già previsto per settembre 2023 e poi per inizio 2025. Ora la riapertura è fissata entro il 30 settembre 2025, e la giustificazione di questi ulteriori ritardi, a fronte della conclusione dei lavori di restauro, sarebbe che non si trova personale infermieristico, “come negli altri Servizi sia di Area ospedaliera che territoriale”. Una risposta deludente e preoccupante, una continua presa in giro per le persone in carico ai servizi, le loro famiglie e anche al personale stesso». Così la consigliera regionale Giulia Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia - Civica FVG, che ha depositato un'interrogazione a risposta immediata sul futuro del personale dei Centri di Salute Mentale (CSM) e nello specifico per la riapertura di quello di via Gambini a Trieste.
«Nonostante l’Asugi dichiari che la dotazione di medici e psicologi sia “adeguata” per garantire l’apertura 24 ore su 24 del Centro di via Gambini - prosegue Massolino -, ammette apertamente di non disporre di personale infermieristico sufficiente, e si limita a invocare generiche difficoltà del “mercato del lavoro”, mentre gli altri Centri del territorio vengono caricati oltre misura, con ricadute negative per operatori e pazienti. Nessuna strategia concreta, nessuna pianificazione straordinaria, nessuna messa in discussione di un sistema. È inaccettabile che, a fronte di un aumento documentato della domanda di salute mentale, soprattutto tra i giovani, non ci sia il personale sufficiente per far fronte ai bisogni della cittadinanza», prosegue la consigliera.
«L’assenza di un piano credibile per garantire assistenza 24 ore su 24 mette in discussione un modello di eccellenza che ha reso Trieste un riferimento internazionale in psichiatria. La Regione non può continuare a nascondersi dietro a formule generiche e continui rimandi a data da definirsi. Il rischio è chiaro: la dismissione progressiva e silenziosa di un modello territoriale avanzato, per tornare a una gestione emergenziale e ospedalocentrica dei disagi psichici. Chiediamo alla Regione risposte vere, un piano straordinario di assunzioni e investimenti che tenga in considerazione l’aumento della domanda, oltre che di smettere di rinviare la riapertura sulle 24 ore del Centro di via Gambini che doveva avvenire già due anni fa», conclude Massolino.
No alla fiducia a Fedriga. Lo ha espresso oggi il Gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia - Civica Fvg nell’ambito della votazione sulla mozione per cui il Presidente ha posto la questione di governo e chiesto la fiducia dell’Aula. «La mozione presentata è irrilevante nei contenuti – ha evidenziato il capogruppo Massimo Moretuzzo –, poiché il documento non dice nulla su settori chiave del sistema regionale a partire dalla sanità, che ha innescato la crisi di maggioranza, passando per infrastrutture, Comuni e politiche ambientali. È evidente che la crisi è stata determinata esclusivamente dagli interessi personali e dalla spartizione degli spazi di potere. L’amministrazione Fedriga sta scivolando verso una gestione “da basso impero”. Prova ne è – come è stato evidenziato dalla nostra richiesta di accesso agli atti depositata nel maggio scorso – che la Regione Friuli-Venezia Giulia ha speso quasi un milione e quattrocentomila euro, per la precisione 1.387.536,13 euro, per la partecipazione alla “Settimana della Regione FVG ad Expo Osaka” dal 27 aprile al 3 maggio 2025. È questo il modo in cui l’amministrazione Fedriga pensa sia lecito spendere le risorse pubbliche che ha a disposizione? È per questo tipo di azioni che il Presidente ha chiesto la fiducia e ritiene necessario il terzo mandato?».
«Risulta che per la partecipazione all’Expo di Osaka siano stati coperti i costi di una delegazione regionale composta da ben 17 persone fra dipendenti regionali, di PromoTurismoFVG, Agenzia Sviluppo&Impresa, ERPAC, oltre al Presidente e all’Assessore, per un costo di 103 mila euro. Chiederemo il dettaglio delle spese sostenute, sia per la corposa delegazione che ha partecipato all’Expo, sia per altre voci che sembrano davvero esagerate per una sola settimana: oltre 240.000 euro per allestimenti, arredi e percorsi espositivi; 200.000 per assicurazione e movimentazione di tre reperti archeologici; oltre 50.000 euro per servizi di interpretariato; quasi 150.000 euro per delle “nicchie espositive” nel Padiglione Italia. Ritengo che questo modo di amministrare sia molto distante da una politica seria e lungimirante, rispettosa del proprio ruolo e della responsabilità affidatale».
«La disponibilità di risorse che caratterizza questa fase del bilancio regionale non può in nessun caso legittimare un utilizzo poco oculato del denaro pubblico, frutto delle tasse pagate dalle persone e dalle imprese del Friuli-Venezia Giulia. È bene che il Presidente Fedriga spieghi quale era la necessità di portare in Giappone una delegazione composta da ben 17 persone, oltre a sé stesso e l’Assessore Bini, e se ritiene davvero che una spesa di quasi 1.400.000 euro sia giustificata per la partecipazione a un singolo evento, per quanto importante», ha concluso Moretuzzo.
PromoTurismo FVG oggi, sulle storie delle sue pagine ufficiali Facebook (Friuli Venezia Giulia Turismo) e Instagram (fvglive), ha ricondiviso un post di ieri del Gruppo consiliare regionale Fedriga Presidente e di un consigliere regionale del medesimo Gruppo in cui si citano gli esiti di una indagine sui turisti che hanno visitato la nostra regione, il cui titolo è “Turismo FVG: voto 9”. Il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo denuncia l’episodio e definisce la scelta dell’ente regionale che si occupa della strategia, della gestione operativa e della promozione turistica del Friuli-Venezia Giulia «inopportuna» e «improprio» l’uso dei suoi social istituzionali. «L’ansia da consenso fa brutti scherzi e porta l’Amministrazione Fedriga a fare errori clamorosi», afferma Moretuzzo, che ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale.
«La scelta di un profilo istituzionale regionale dedicato al turismo di condividere un contenuto di un Gruppo consiliare regionale e di uno specifico consigliere regionale è quantomeno inopportuna – commenta Moretuzzo –. Peraltro, la pagina Facebook richiamata, pur essendo attribuita al Gruppo consiliare regionale, nella sezione delle informazioni rinvia a un sito e a una email collegate alla lista elettorale omonima. Questo uso dei social istituzionali di un ente regionale è improprio, a maggior ragione in considerazione del fatto che al Gruppo consiliare citato fa riferimento proprio l’Assessore regionale con delega al turismo».
«Abbiamo presentato una interrogazione nella quale chiediamo con quali criteri sono selezionati i contenuti da condividere nelle storie o nei post delle pagine social istituzionali di PromoTurismo e se l’amministrazione regionale intende richiamare i social media manager dell’ente a un uso più istituzionale dei profili e meno personalistico», spiega Moretuzzo, che aggiunge: «Magari scopriremo che è sufficiente per qualsiasi Gruppo consiliare e/o consigliere regionale taggare le pagine social istituzionali per vedere condivisi i propri contenuti a tema turistico. Sarebbe decisamente curioso».
«I disagi occorsi nella gestione dei parcheggi in occasione del recente concerto di Villa impongono un chiarimento sulle modalità in cui questi servizi vengono offerti. Il tema dei trasporti, delle navette e dei parcheggi è un dettaglio fondamentale per i grandi eventi, è necessario definire le responsabilità dei soggetti pubblici e privati coinvolti». Così Massimo Moretuzzo, presidente del gruppo Patto per l’Autonomia in Consiglio Regionale che ha presentato una interrogazione a seguito dei disagi che alcuni partecipanti hanno denunciato riguardo al numero dei parcheggi a Villa Manin per il concerto di Alanis Morissette lo scorso 22 giugno. «Ci risulta infatti che siano state registrate diverse lamentele sulle gestioni logistiche del concerto a Villa Manin, in particolare sui parcheggi e per l’impossibilità di raggiungere il concerto con il trasporto pubblico locale. Risulta che buona parte dell’area parcheggi a disposizione per il concerto sia stata gestita da una società privata e che, tale società abbia venduto più accessi ai parcheggi di quanti realmente ce ne fossero a disposizione, andando quindi in overbooking e invitando a individuare soluzioni alternative autonomamente a chi già aveva pagato il servizio». «Sono molti i concerti previsti a Villa Manin e quest'estate altri eventi musicali di richiamo si svolgeranno a Gorizia presso l’area della Casa Rossa, per questo riteniamo che la Giunta regionale, negli eventi che organizza o finanzia, valuti il problema della viabilità ed attui provvedimenti per limitare l’uso dei mezzi privati potenziando TPL e navette. Infine vorremmo sapere che tipo di accordi vigono con la società privata che gestisce i parcheggi in prossimità dei grandi eventi e concerti, considerato che eventuali disservizi danneggiano anche l’immagine della Regione che promuove e, in molti casi, finanzia cospicuamente tali eventi».
«I ritardi nell’erogazione dei finanziamenti per la tutela e la promozione della lingua friulana stanno mettendo in difficoltà le realtà culturali che fanno parte di questo settore, è necessario trovare rapidamente le modalità per accelerare i procedimenti». Questo il commento del Capogruppo di Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, che oggi ha presentato un’interrogazione all’Assessore Roberti sulle tempistiche delle istruttorie dei finanziamenti previsti per le associazioni e le realtà culturali che si occupano di valorizzazione della lingua friulana.
«Alla Conferenza regionale sul friulano svoltasi a Gorizia il 9 giugno scorso - prosegue Moretuzzo - è stato posto il tema dei ritardi nell’erogazione delle risorse assegnate a diversi soggetti ed è bene che queste criticità vengano affrontate velocemente. La Giunta Fedriga ha deciso da tempo di delegare completamente all’Arlef la maggior parte delle azioni relative alla politica linguistica sul friulano, ma questa scelta non può prescindere dalla definizione di una struttura dell’Agenzia adeguata e dalla verifica del rispetto degli obiettivi, strategici e amministrativi, che rimangono nelle responsabilità dell’Amministrazione regionale».
«È paradossale che i soggetti beneficiari dei contributi vengano messi in difficoltà dal punto di vista finanziario per i ritardi amministrativi della Regione o dell’Arlef, sollecitiamo l’Assessore Roberti a monitorare puntualmente il rispetto delle tempistiche previste e soprattutto a verificare se ci siano sufficienti risorse umane ed economiche per garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Piano di Politica Linguistica sul friulano. La diminuzione continua delle persone che parlano quotidianamente la lingua friulana impone azioni forti e coordinate, che non possono prescindere dal ruolo fondamentale di tutti quei soggetti che si impegnano da tempo per la tutela della lingua», conclude Moretuzzo.
«Una mozione irrilevante nei contenuti ma molto esaustiva nel suo significato politico: il Presidente Fedriga esce dalla crisi profondamente indebolito e ostaggio di parte della sua maggioranza», così il Presidente del gruppo consiliare regionale Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo, nel corso della discussione odierna sulla mozione per l'aggiornamento del programma di governo.
«Nel merito - prosegue Moretuzzo - il documento su cui è stata posta la questione di governo non dice nulla sui temi rispetto ai quali è invece necessario capire cosa intende fare il centrodestra. Non entra nel merito nemmeno della sanità, questione su cui si è scatenata la polemica, innescata da un ministro della Repubblica che è entrato pesantemente nel dibattito di scelte territoriali e che è stata utilizzata per giustificare una crisi in realtà dovuta a ben altri motivi». Inoltre evidenzia il consigliere Moretuzzo «nulla è stato detto sulle infrastrutture e sulle opere che hanno provocato profonde divisioni in seno alla maggioranza, dal traforo di Monte Croce carnico alla traversa sul Tagliamento, nulla sulla drammatica condizione in cui versano i Comuni del Friuli-Venezia Giulia, privi di personale e incapaci di spendere le risorse a disposizione, nulla sulle politiche ambientali e la necessità di adottare velocemente un piano di adattamento ai cambiamenti climatici che stanno avanzando molto più velocemente del previsto». «Dopo 7 anni di governo - aggiunge il capogruppo -, con risorse a disposizione mai viste prima, si continua a giustificare l’assenza di scelte strategiche e necessarie per mettere in sicurezza i settori chiave del sistema regionale dicendo che dipende da problemi ereditati dal passato. Dopo 7 anni! Preoccupa infine la sottolineatura sulla volontà di mettere mano alla legge elettorale, a prescindere dal confronto con l’opposizione e continuando a imporre il cambiamento delle regole democratiche a colpi di maggioranza, come nel caso dell’eliminazione in Parlamento del referendum confermativo sulle norme elettorali che rappresentava uno dei contrappesi all’accentramento del potere conseguente all’elezione diretta del Presidente». « La verità - chiosa Moretuzzo - è che l’affossamento di qualunque spiraglio per portare a casa il terzo mandato ha messo all’angolo il Presidente Fedriga, ostaggio dei desiderata e dall’appetito di nomine di Fratelli d’Italia e di quella parte della Lega salviniana che per bocca del vicepresidente Vannacci lo ha clamorosamente isolato. Il passaggio della mozione di fiducia in cui si dice che Fedriga farà da arbitro e garante della coalizione, come se in tempi di elezione diretta potesse essere diversamente, è la prova che la sua debolezza sarà la cifra della seconda parte della legislatura».
«Con la mozione sull’aggiornamento del programma di governo depositata a meno di 24 ore dall’inizio del dibattito in aula, la maggioranza di centrodestra è caduta nel ridicolo». Questa la dichiarazione netta del Capogruppo di Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, dopo aver preso atto della mozione che è stata depositata dalla maggioranza solo questa mattina e che verrà discussa in aula domani.
«Dopo la sceneggiata sulle finte dimissioni di 7 assessori su 10,» – prosegue Moretuzzo – «c’è voluto un mese per scrivere un documento totalmente inutile, che non entra nel merito di nessuno degli aspetti fondamentali dell’azione di governo. Suona persino comico il passaggio in cui si dice che il Presidente farà da garante della coalizione, come se con l’elezione diretta del Presidente potesse essere diversamente.
Evidentemente la posizione di Fedriga, dopo le sberle prese dagli alleati e il definitivo affossamento politico di qualunque ipotesi di terzo mandato, è talmente debole che serviva ribadire che il Presidente, almeno per ora, è ancora lui.
Un mese quindi di discussione sul nulla, con una crisi di maggioranza che evidentemente è stata determinata esclusivamente dagli interessi personali e dalla spartizione degli spazi di potere, come la vicenda delle nomine in Autorità portuale a Trieste ha dimostrato.
Nel frattempo il Friuli-Venezia Giulia continua a perdere occasioni per utilizzare al meglio le risorse che oggi ha a disposizione e affrontare le sfide che lo attendono ora e nel prossimo futuro».
«La comunicazione del rischio è una cosa seria, che comporta precise responsabilità - dichiara Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia relativamente al comunicato del Comune di Trieste che avvisava che, secondo le previsioni dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Friuli-Venezia Giulia, ci sarà un superamento della soglia di attenzione di ozono atmosferico, da oggi a domenica 22 giugno -. Nella scarna nota è riportato che tale superamento sarebbe dovuto “alle condizioni meteo della settimana”. Un'informazione se non altro imprecisa e incompleta, poiché è vero che l’ozono è prodotto per effetto delle radiazioni solari, ma si tratta di un inquinante secondario prodotto in presenza di inquinanti primari, cioè traffico o industrie. Perché allora non lo si è comunicato? Perché non si è assunto un provvedimento temporaneo come il blocco del traffico o il divieto di attracco delle crociere per tutelare la salute delle persone, anziché scaricare la responsabilità sulle fasce più fragili suggerendo loro di difendersi limitando l'esposizione? Nel comunicato, peraltro, non vi è neanche un accenno a quali possano essere le conseguenze sulla salute dell'esposizione a questo inquinante, né alcun contatto delle autorità sanitarie a cui rivolgersi. Le soglie di attenzione degli inquinanti atmosferici erano peraltro già state superate nelle scorse settimane, ma nessuna allerta è stata diramata, sebbene alcune persone abbiano presentato sintomatologie correlabili. Insomma, la violazione di qualunque principio e buona pratica di comunicazione del rischio. Riteniamo che ARPA e ASUGI debbano collaborare con il Comune di Trieste nella gestione dei rischi sanitari, garantendo una tempestiva, corretta ed esaustiva comunicazione delle cause e delle conseguenze, oltre che a concordare misure urgenti ed efficaci atte a limitare le emissioni di inquinanti».
«Bisognerebbe peraltro impegnarsi a prevenire il ripetersi sempre più frequente di tali condizioni - prosegue Massolino -. Ma nulla si è fatto, ed è paradossale che questa situazione avvenga proprio quando è stato presentato il “premio FVGreen”, costituito da un'ambitissima targa… E così mentre a parole si ricorda che la nostra Regione dovrebbe raggiungere gli obiettivi del Green Deal con cinque anni di anticipo, nei fatti nulla si fa in tale direzione, anzi: non si riducono le isole di calore, si cementifica e si tagliano sempre più alberi, né si pensa alla salute pubblica quando si minimizzano i rischi dell’attracco delle navi da crociera in pieno centro, con i motori sempre accesi. Da parte nostra abbiamo presentato ogni anno emendamenti per finanziare il depaving nelle nostre città e stiamo aspettando da ottobre 2023 una commissione apposita per discutere dei rilevamenti indipendenti della qualità dell’aria sulle rive di Trieste, dati che risultavano preoccupanti, ma che evidentemente non interessano a chi amministra».
«L’appello del dottor Agostinis apre l’ennesima tristissima pagina sulle vicende sanitarie dell’Alto Friuli e dell’intera regione. E, nel tentativo di garantire il personale per assicurare al servizio almeno la sufficienza di posti, c’è da chiedersi perché debba essere un primario a doverlo lanciare e non l’azienda sanitaria, su indicazione dei suoi vertici o della classe politica che definisce gli indirizzi del sistema. In tempi recenti sono state riempite pagine di statistiche ottimistiche, di rassicurazioni suffragate dai numeri di importanti spese strutturali; il tutto senza farsi mancare polemiche “in famiglia” su inaugurazioni anticipate di un anno o su premi al personale da destinare solo ai “meritevoli” (secondo quale base?)». Così Denis Baron, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e rappresentante dell’Alto Friuli, e Mirco Dorigo, del Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli, dopo che il dottor Paolo Agostinis, primario di Medicina interna a Tolmezzo, ha lanciato un grido d’allarme in seguito alla riduzione dei posti letto di Medicina nell’ospedale carnico.
«Nel frattempo, tra chiacchiere e finte crisi che nulla hanno a che fare con le esigenze dei cittadini, l’unico fatto concreto riscontrabile in Alto Friuli dopo l’annunciata privatizzazione di alcuni codici del Pronto Soccorso di Tolmezzo, ha riguardato il reparto di medicina della stessa cittadina – ovvero l'unico su una cospicua parte del territorio regionale – che il 18 giugno sarà ridotto a un quarto dei posti originali. Meno di uno ogni mille abitanti del proprio bacino d’utenza, senza contare i turisti, pronti a visitare luoghi bellissimi, ma sempre più poveri di servizi di base per i propri stessi residenti. E in tutto questo tempo, in Carnia, nel Tarvisiano e nel Gemonese, tra un’inaugurazione e l’altra, nessun esponente locale della maggioranza regionale ha speso un’unica parola sul destino dei servizi fondamentali che la popolazione sta vedendo progressivamente erodersi».
«Se con onestà intellettuale va riconosciuta la complessità del problema e la problematicità insita in scelte anche lontane nel tempo, per quanto ancora si continuerà a puntare unicamente il dito sul periodo storico e le criticità vecchie e nuove – si chiedono Baron e Dorigo –? Cosa deve attendere la cittadinanza per vedere il governo regionale agire nel concreto a vero supporto della sanità pubblica? I problemi della sanità non sono stati scoperti oggi e chi governa (da 7 anni e con enormi disponibilità economiche) dovrebbe affrontarli con il coraggio della pianificazione e delle scelte, invece di lamentarsene e risolvere il tutto con l’inevitabilità della privatizzazione, che pare più indirizzo che conseguenza».
«Tuttavia, la sanità pubblica continua nella sua progressiva sofferenza, che non potrà essere risolta da azioni che sovente sembrano agire da specchietti per le allodole del consenso: abbiamo di gran lunga superato la soglia della preoccupazione e chi governa la Regione in rappresentanza del nostro territorio, non può continuare a trincerarsi dietro un discutibile silenzio».
Moretuzzo: «Costruiamo un’alternativa partendo dai territori».
Baron e Dorigo: «Fallimento della destra su sanità e ambiente».
Massolino: «Due giorni di lavoro su crisi climatica e democratica»
«Vogliamo proseguire nel percorso di rafforzamento della collaborazione con liste e movimenti civici e municipalisti della regione, organizzando spazi di confronto e coinvolgimento delle comunità locali, continuando il percorso partecipato che abbiamo intrapreso da tempo sul territorio. Rafforzeremo anche il coordinamento delle amministratrici e degli amministratori locali con i quali stiamo collaborando a diversi livelli e che hanno dimostrato interesse per il nostro progetto politico. Nei prossimi mesi programmeremo una nuova serie di incontri territoriali su temi centrali per il futuro della regione nel corso dei quali raccoglieremo idee e sollecitazioni da tradurre in azioni politiche, fuori e dentro il Consiglio regionale». Così il segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, sintetizza un passaggio fondamentale dell’Assemblea del partito che si è svolta a Enemonzo, al termine di una due giorni contrassegnata da cammini partecipativi e incontri che hanno registrato la partecipazione di molte persone da tutta la regione.
«Per questi momenti importanti per la vita del partito abbiamo scelto la montagna: una realtà fragile per condizioni fisico-geografiche, ambientali e per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo, ma che può giocarsi il suo futuro investendo, anche sperimentando, sulla cultura, sulle filiere locali e sui beni comuni, sulla naturalità, che va tutelata e valorizzata, costruendo un modello di economia solidale compatibile con l’ambiente. Per esempio, è in montagna che si può sperimentare da subito un piano di adattamento climatico e processi di rigenerazione territoriale a partire dalle esperienze, competenze e potenzialità locali – spiega Denis Baron, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e rappresentante dell’Alto Friuli –. Nel corso dell’assemblea abbiamo parlato di piste forestali, tema di fondamentale importanza per l’economia della montagna friulana, sia rispetto allo sviluppo della filiera del legno che per una corretta gestione del patrimonio forestale, anche dal punto di vista ambientale. La costruzione di nuove infrastrutture deve tenere assolutamente in considerazione l’impatto che queste possono avere sulla fruizione turistica della montagna friulana e sulle sue caratteristiche naturalistiche, almeno in parte risparmiate da forme di turismo poco sostenibile, che invece ha compromesso altre parti dell’arco alpino, e che proprio per questo possono essere molto appetibili per un turismo di qualità, capace di rispettare e apprezzare i nostri luoghi e le loro peculiarità. La nuova strada da Malga Tuglia al rifugio Chiampizzulon – sulla quale avevamo espresso forte contrarietà, ad oggi già interessata da criticità – o il progetto che si profila a Forni di Sopra, sono l’ennesimo esempio di come negli ultimi anni sia mancata la capacità di esprimere una visione di futuro che deve tenere in considerazione i cambiamenti in atto, a partire da quelli climatici. Siamo di fronte ancora una volta a una politica poco lungimirante che fa un uso illogico e controproducente del denaro pubblico».
Politica miope anche sul versante della sanità, tema rispetto al quale è intervenuto in Assemblea Mirco Dorigo, rappresentante del Patto in Carnia: «Tra la cronica mancanza di servizi ed esternalizzazioni a privati, la sanità montana è pesantemente sotto attacco. Come lo è tutta la sanità regionale vista l’accelerazione impressa dalla Giunta Fedriga sulla privatizzazione, presentata come l’unica soluzione possibile per tenere aperti alcuni servizi, ma che è profondamente sbagliata. Ribadiamo la centralità della sanità pubblica che deve mantenere competenze e capacità di erogare servizi a persone e comunità, in montagna come nel resto della regione».
Una miopia a cui il Patto per l’Autonomia risponde con la lungimiranza del passo lento, quello del cammino. «Abbiamo organizzato una serie di iniziative di avvicinamento all’Assemblea nell’ambito di Territori in Movimento, la scuola di politica “senza poltrone” – racconta Giulia Massolino, consigliera regionale e componente del direttivo del Patto –. Venerdì abbiamo proposto un cammino sull’anello di Pani in cui le e i partecipanti hanno visualizzato in modo collettivo i problemi che attualmente attanagliano le terre alte, e hanno provato a immaginare un remoto futuro desiderabile in cui tutto fosse andato per il meglio. Al termine del cammino, a Socchieve, si è tenuta la presentazione a cura di Matteo De Piccoli del collettivo “Ci Sarà Un Bel Clima” del “Libro Bianco degli Stati Generali dell’Azione per il Clima”, e abbiamo approfondito strumenti, azioni e possibili alleanze per arrivare dallo scenario attuale negativo a quello del futuro desiderabile. La mattina successiva abbiamo fatto un altro cammino, nella piana di Enemonzo, cercando di immaginare, ispirati dalle storie della Resistenza di quell’area, nuove forme di resistenza nel contesto attuale, considerando il Decreto Sicurezza, la diffusione di nuove forme di autoritarismo e la compressione degli strumenti democratici».
Moretuzzo e Sartori: «La senatrice Tubetti riafferma l’identità italiana di Gorizia.
Ignoranza o malafede? Parole inaccettabili. Giunta regionale prenda le distanze»
Annunciata interrogazione in Consiglio regionale
«Parole inaccettabili e gravi quelle della senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti riportate oggi sulla stampa. Tubetti ritiene “doveroso riaffermare con forza l’identità italiana” di Gorizia e parla di revisione storica subito dopo aver dichiarato che Gorizia è “città italiana, per storia, cultura e volontà del suo popolo”. Chi parla di storia, dovrebbe prima studiarla… o fa finta di non conoscerla», commentano il segretario del Patto per l’Autonomia e capogruppo in Consiglio regionale Massimo Moretuzzo ed Eleonora Sartori, consigliera comunale di Gorizia e componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, dopo le dichiarazioni di Tubetti in risposta alla proposta di installazione sul palazzo municipale di una targa quadrilingue con il nome della città.
«Il carattere plurilingue e pluriculturale di Gorizia è innegabile, ampiamente documentato. L’identità della città non è certo rappresentata da quanto accaduto dopo la prima e la seconda guerra mondiale, come vorrebbe far intendere la senatrice patriota. Il quadrilinguismo non è l’invenzione di qualche intellettuale, ma una realtà pluricentenaria. E l’apposizione di una targa nelle quattro lingue sul municipio – come già oggi si vede nella sede della Regione a Trieste e a Udine – lo attesterebbe, doverosamente, nel rispetto dei diritti linguistici garantiti dallo stesso Stato italiano di cui Tubetti è rappresentante. Come sarebbe stato doveroso il riconoscimento e la valorizzazione del carattere plurilingue di Gorizia nell’ambito di Go!2025, che invece è stato oscurato», sottolinea Eleonora Sartori.
«Fedriga e la Giunta regionale prendano subito le distanze dalle parole della senatrice», sollecita Moretuzzo, che annuncia il deposito di una interrogazione.
Moretuzzo: «Bonus taxi da 100 euro esempio di cattiva amministrazione»
«Leggiamo stupiti il comunicato di Fratelli d’Italia che si compiace del bonus taxi per donne incinte e neo mamme, in cui vengono riportate dichiarazioni quantomeno discutibili». Questa la posizione netta presa da Massimo Moretuzzo, capogruppo di Patto per l’Autonomia in merito alle dichiarazioni rilasciate oggi da esponenti di Fratelli d’Italia sul bonus taxi.
«Innanzitutto – dichiara Moretuzzo –, ribadisco tutte le perplessità espresse in occasione dell’approvazione da parte della maggioranza della norma proposta da FDI sul bonus da 100 euro. Il costo amministrativo della gestione della pratica da parte degli uffici comunali e regionali supera di gran lunga l’importo del bonus, considerando le ore impiegate dagli uffici pubblici per raccogliere le domande, gestirne l’istruttoria, l’erogazione e completarne la rendicontazione. È inoltre imbarazzante l’affermazione degli esponenti di Fratelli d’Italia per cui “a Trieste è stata assegnata la quasi totalità delle risorse per la misura, 84 mila euro, avendo il capoluogo da solo oltre il doppio delle licenze per i taxi rispetto a tutto il resto della regione e perché il Comune giuliano ha assessori attenti che sono riusciti a ad approfittare rapidamente della misura».
«Siamo evidentemente davanti all’ennesima misura del centrodestra che si nasconde dietro le forme di una norma generale, ma che in realtà ha dei beneficiari specifici in una logica di gestione del potere orientata spregiudicatamente alla ricerca del consenso e non del bene comune. Dalle parole di Fratelli d’Italia sembra che gli assessori del Comune di Trieste siano quasi gli unici in regione ad aver capito come e quando fare le domande: è una cosa normale? È normale che dei consiglieri regionali si rallegrino di una anomalia come questa per cui una sola città si accaparra l’84% delle risorse? I denari pubblici dovrebbero essere utilizzati in modo efficiente ed efficace, non dispersi in centinaia di contributi a pioggia che determinano costi amministrativi e gestionali esorbitanti, o con provvedimenti che nulla hanno a che fare con un progetto di mobilità collettiva sostenibile, verso la quale dovrebbero essere orientati i veri investimenti e le strategie», conclude Moretuzzo.
La consigliera Giulia Massolino e i consiglieri Marco Putto e Massimo Moretuzzo del gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG hanno presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per fare piena luce sul grave danneggiamento dei prati stabili della Zona di Protezione Speciale “Magredi del Cellina”, in particolare nell’area del Dandolo di Maniago, a seguito di recenti esercitazioni militari.
«Secondo quanto denunciato da numerose associazioni ambientaliste regionali, tra cui Associazione Naturalistica Cordenonese, LIPU FVG, Legambiente Pordenone e GREF –spiegano la consigliera e i consiglieri –, nei giorni scorsi il passaggio di mezzi militari pesanti, tra cui carri armati, avrebbe compromesso habitat di altissimo valore naturalistico, tutelati a livello europeo nell’ambito della rete Natura 2000 e oggetto, negli ultimi anni, di interventi di ripristino finanziati con fondi comunitari attraverso progetti LIFE per un valore superiore al milione di euro».
«Il danno – affermano Massolino, Putto e Moretuzzo – risulta ancora più grave perché avvenuto in piena primavera, durante il periodo di fioritura di specie botaniche rare e di nidificazione di uccelli protetti. Un impatto che rischia di compromettere anni di lavoro e risorse pubbliche investite per la conservazione di questo straordinario patrimonio ambientale».
Attraverso l’interrogazione, i rappresentanti del Patto per l’Autonomia - Civica FVG chiedono alla Giunta se fosse a conoscenza delle esercitazioni e se queste fossero state correttamente autorizzate, quali misure di tutela siano attualmente vigenti nell’area interessata e se siano già stati effettuati sopralluoghi per verificare l’entità del danno. Si chiede inoltre di sapere se le attività militari abbiano violato le normative europee, statali o regionali in materia di conservazione degli habitat, e quali misure di contenimento o ripristino siano state eventualmente disposte.
«Chiediamo massima trasparenza – concludono i consiglieri – e che siano accertate al più presto eventuali responsabilità. Non possiamo permettere che attività non compatibili compromettano irrimediabilmente aree protette, il cui valore ecologico e culturale è riconosciuto ben oltre i confini regionali».
Venerdì 13 e sabato 14 giugno Patto per l’Autonomia e Territori in movimento organizzano cammini partecipativi e incontri su clima e democrazia viva.
A chiusura, l’Assemblea del Patto per l’Autonomia
Due giorni di passi, pensieri e futuro condiviso. Li propongono venerdì 13 e sabato 14 giugno il Patto per l’Autonomia e Territori in movimento, la scuola di politica “senza poltrone” del Patto che si svolge in cammino, zaino in spalla, alla ricerca di spunti e idee dalle terre che attraversa e dalle comunità che incontra. Con questo spirito, venerdì 13 giugno, alle 13, si svolgerà un cammino partecipativo sull’anello di Pani, immaginando prospettive future per la montagna di fronte alla sfida della crisi climatica.
Alle 18.30 a Socchieve, nel centro di via Nazionale 37, si terrà un incontro pubblico per analizzare scenari e ipotizzare strumenti e alleati per la transizione, con la presentazione del “Libro bianco degli Stati generali del clima” – frutto della collaborazione tra oltre 200 attivisti e 80 organizzazioni – con Matteo De Piccoli, del collettivo “Ci sarà un bel clima”.
Sabato 14 giugno, alle 10, si camminerà nuovamente insieme dialogando nella piana di Enemonzo per l’iniziativa “Nuove resistenze”, contro gli autoritarismi per una democrazia viva e partecipata. La partecipazione alle iniziative è libera e gratuita.
Alle 14.30, nella sala del Centro sociale di Enemonzo, si terrà l'Assemblea del Patto per l'Autonomia: un momento aperto di confronto e costruzione collettiva. «Discuteremo i temi che ci stanno a cuore, progetteremo assieme le iniziative che vogliamo realizzare, tracceremo le linee di azione per il lavoro che ci attende – spiega il segretario Massimo Moretuzzo –. Proseguiamo dunque il percorso partecipato che abbiamo intrapreso da tempo sul territorio, e lo facciamo in montagna: una realtà fragile per condizioni fisico-geografiche, ambientali e per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo, ma che può giocarsi il suo futuro investendo, anche sperimentando, sulla cultura, sulle filiere locali e sui beni comuni, sulla naturalità».
«Il referendum è un’opportunità per affermare una cittadinanza più giusta e inclusiva, contro luoghi comuni e politiche escludenti», afferma Massimo Moretuzzo, segretario del Patto per l’Autonomia, a pochi giorni dai referendum dell’8 e 9 giugno che toccano temi fondamentali: il lavoro, i diritti, la cittadinanza.
«Il Patto per l’Autonomia ha invitato i suoi aderenti a partecipare attivamente al dibattito referendario organizzando anche un incontro pubblico sui temi al centro dei quesiti al quale sono intervenuti Paolo Zenarolla, vicedirettore della Caritas diocesana di Udine; Franco Corleone, del comitato promotore del referendum; Beatrice Bertossi, dell’Unione degli Studenti. Invitiamo a votare “sì” e a contribuire a far votare l’8 e 9 giugno. La democrazia è partecipazione e con la partecipazione, ciascuna e ciascuno di noi si prende la responsabilità di contribuire al bene comune. La smaccata propaganda astensionista di alte cariche dello Stato, ma anche del Presidente Fedriga, è politicamente irresponsabile», commenta Moretuzzo.
«Il voto è un dovere civico. Se vincerà il “sì” sarà una vittoria della partecipazione popolare, della conquista o difesa di diritti in modo democratico, di affermazione di fiducia nel dialogo e nel confronto delle opinioni. E una battuta d’arresto del processo voluto dal Governo Meloni di strisciante cambiamento delle regole: sia quelle della vita privata – vedi per tutti il disegno di legge “Sicurezza” – sia della vita politica, basti pensare all’elezione diretta del Capo del governo».
13 - 14 giugno, Cammino di Territori in Movimento e Assemblea del Patto per l'Autonomia + Evento pubblico!
venerdì 13 ore 13 ritrovo a Enemonzo e cammino sull'anello di Pani ore 18.30 evento pubblico: cambiamento climatico e montagna, presentazione del libro bianco degli stati generali del clima con Matteo De Piccoli (Ci sarà un bel clima) Possibilità di cena e pernottamento a Socchieve
sabato 14 Ritrovo ore 10, cammino nella piana di Enemonzo Ore 13 picnic ore 14.30 ASSEMBLEA
La partecipazione al cammino e all'assemblea è completamente gratuita ma, se vuoi, c'è possibilità di cena e pernottamento a Socchieve per la notte tra il 13 e il 14 giugno (35€ a persona). Ci sono pochissimi posti!
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Dare voce alla natura e riconoscerle diritti legali: è il risultato di un lungo percorso in difesa dell’ambiente al quale ricorrono sempre più comunità e amministrazioni locali per tutelare i propri territori dagli impatti dettati dal sistema economico odierno. Ed è quanto propongono di fare Rete Comunità di Vita della Terra e Agorà degli Abitanti della Terra per il Tagliamento. Se ne parlerà venerdì 6 giugno, alle ore 18, al Circolo Ricreativo Nuovi Orizzonti, in via Brescia 3 a Udine, nel corso del convegno “Beni comuni: riconoscimento della personalità giuridica del Tagliamento” che potrebbe diventare il punto di partenza formativo e in seguito operativo per suscitare anche nelle nostre terre un’azione dal basso che punti al riconoscimento della personalità giuridica del Tagliamento.
«Il riconoscimento della personalità giuridica dei fiumi, dei laghi, delle montagne è espressione diretta di un paradigma culturale che mira ad affermare l’esistenza di specifici diritti della natura – spiegano gli organizzatori –. All’interno di questa visione culturale, la Terra non è considerata un fattore funzionale alla produzione, ma possiede un valore ontologico in sé a prescindere da considerazioni di profitto economico e finanziario. In base a questo aspetto, è necessario tornare a considerare che la salute, l’armonia, la bellezza e la felicità sono connesse al legame inscindibile tra Umanità e Terra e spezzare questa relazione vuol dire compromettere questi Valori universali con la conseguenza inevitabile del progressivo declino della vita delle comunità umane. Sulla base di una rinnovata coscienza dei rapporti tra Umanità e Terra, in diverse parti del mondo è iniziato il cammino per il riconoscimento dei diritti della natura. Il nostro Friuli e le sue comunità, possono ora inserirsi in questo ampio movimento mondiale e europeo nella difesa e valorizzazione giuridica del Re dei Fiumi Alpini: il Tagliamento».
L’incontro è promosso da Rete Comunità di Vita della Terra e Agorà degli Abitanti della Terra (fondata dall’economista e politologo di fama internazionale Riccardo Petrella). La Rete Comunità di Vita della Terra è una comunità informale di associazioni, liste civiche e realtà politiche che si batte per la difesa, promozione e valorizzazione dei Beni comuni. Ne fanno parte le seguenti realtà: Associazione le Donne resistenti aps, Associazione Lista Civica Progetto Innovare, Associazione proDES FVG, CeVi, Federazione Quadrifoglio, Patto per l’Autonomia, Rete Radiè Resch Udine, Rete ScuoleinComune, Time for Africa OdV e la rivista online Il Passo Giusto.
Al convegno del 6 giugno interverranno Pasquale Viola, docente di Enviromental Costitutionalism, già docente di Diritto dell’ambiente europeo e comparato all’Università di Trieste; Isabella d’Isola della Federazione per il Riconoscimento dei diritti del Lago di Garda; Luca Cecchi dell’associazione del Monastero del Bene Comune e dell’Agorà degli Abitanti della Terra; Sandro Cargnelutti presidente regionale di Legambiente FVG.
«L’appuntamento potrebbe essere un’occasione storica per le nostre comunità per contribuire allo sviluppo del movimento europeo e mondiale per i diritti della natura», concludono gli organizzatori.
Un moment di riflession pardabon condividude su la politiche linguistiche pe lenghe furlane. Îr di sere a Udin o jerin in tantis e tancj a resonâ sul futûr dal furlan e di chei che lu fevelin, magari cussì no simpri di mancul.
O vin volût vierzi un confront tra chei che a lavorin ogni dì pal ben de lenghe, tra chei che le àn a cûr. No si fâs avonde, al è tant ce fâ: e je stade la opinion condividude.
No si tirìn indaûr, lis buinis intenzions lis lassìn a altris. O puartarìn indevant cheste esperience preziose di scolte e partecipazion, cunvints che ognidune e ognidun di nô al à di fâ la sô part. Se si vûl vê un avignî.
Per l'avvenire della lingua friulana
Un momento di riflessione davvero condivisa sulla politica linguistica per la lingua friulana. Ieri sera a Udine eravamo in tante e tanti a ragionare sul futuro del friulano e di coloro che lo parlano, purtroppo sempre di meno.
Abbiamo voluto aprire un confronto tra coloro che lavorano ogni giorno per il bene della lingua friulana, tra coloro che ce l'hanno a cuore. Non si fa abbastanza, c'è molto da fare: è stata l'opinione condivisa.
Non ci tiriamo indietro, le buone intenzioni le lasciamo ad altri. Porteremo avanti questa preziosa esperienza di ascolto e partecipazione, convinti che ognuna e ognuno di noi deve fare la sua parte. Se si vuole avere un futuro.
Cicloturismo. Massolino: «Mentre la Regione ospita e promuove i Green Roads Awards, vengono tolti i treni bici sull'Alpe Adria nel pieno della stagione: coerenza e tempismo paradossali»
«L’interruzione della linea ferroviaria Udine–Tarvisio nel pieno della stagione turistica è l’ennesimo colpo basso al cicloturismo. Paradossale che questo venga annunciato proprio il giorno precedente all'evento Green Roads Award, dove interverrà l'assessora Amirante stessa. La Regione, ancora una volta, si fa bella parlando di cicloturismo ma poi si gira dall’altra parte mentre si mortifica uno dei percorsi più attrattivi d’Europa: la Ciclovia Alpe Adria. Non basta garantire un servizio sostitutivo a metà – i bus non sono sufficienti, i tempi si allungano, e serve addirittura scrivere una mail per sapere se si può salire con la bicicletta, senza contare che non si può viaggiare con gli animali. Una gestione del tutto inadeguata».
A dichiararlo è Giulia Massolino, consigliera regionale di Patto per l’Autonomia, che attacca l’Amministrazione regionale per l’assenza di una strategia seria a sostegno del cicloturismo, considerando l'annuncio diramato ieri (giovedì 29) relativamente all'interruzione del treno con servizio portabici tra Udine e Tarvisio.
«La Regione dovrebbe intervenire immediatamente affinché sia garantito un servizio sostitutivo degno di questo nome, costruito per chi davvero percorre quei territori in bici, ma soprattutto evitare che questi lavori vengano pianificati in piena estate. Non si può scaricare tutto su Trenitalia senza nemmeno aprire un confronto con i Comuni coinvolti e con gli operatori del settore - prosegue Massolino, che annuncia un'interrogazione -. Chiederemo all'assessora Amirante come intende affrontare la questione, e all'assessore Bini se sia stato fatto uno studio sull’impatto di tale scelta rispetto ai flussi cicloturistici. La Ciclovia Alpe Adria è una delle grandi eccellenze del Friuli-Venezia Giulia, siamo nel pieno della stagione cicloturistica e la risposta ai potenziali fruitori del servizio è: ‘scrivete a un indirizzo mail e forse potrete caricare la bici su un bus’. Questo è svilente per chi promuove un turismo lento, sostenibile e di qualità, e scoraggiante per chi sceglie il nostro territorio. Altro che Regione europea della sostenibilità! Senza contare che, in piena stagione estiva, quando solitamente si predispongono delle politiche anti abbandono, viene di fatto reso impossibile il trasporto di animali da compagnia».
«Anche sull’evento Green Roads Award abbiamo già depositato - lo scorso febbraio - una interrogazione all’assessora Amirante che non ha ancora avuto risposta. I dubbi vertono non tanto sull’evento in sé che dovrebbe promuovere la ciclomobilità, ma sulla mancanza di ciclovie sullo stesso percorso interessato dall’evento, senza contare il mancato collegamento tra Trieste e Gorizia, tra cui la ciclabile del Carso, finanziata già nel 2009 ma mai realizzata. Serve un salto di qualità: realizzazione capillare di percorsi ciclabili e ciclovie, trasporti pubblici integrati, trasporto bici sempre disponibile, informazioni chiare e in più lingue, coordinamento tra enti. E soprattutto serve volontà politica. Ma oggi vediamo solo disinteresse. La Regione, che dovrebbe essere regista, si limita a un ruolo da spettatore passivo, mentre il territorio perde credibilità, presenze e risorse. La mobilità dolce non è un lusso, è una necessità. E trattarla come un intralcio significa non avere alcuna visione per il futuro del nostro territorio».
Moretuzzo: «Eliminazione referendum, attacco alla democrazia»
Intervento del capogruppo del Patto per l’Autonomia sull’eliminazione del referendum abrogativo sulle norme elettorali prevista dall’iter di reintroduzione delle Province
«L’ulteriore passaggio parlamentare sulla reintroduzione delle Province non è una buona notizia da diversi punti di vista – commenta Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia -. Sicuramente non risolverà la situazione disastrosa in cui si trova il sistema delle autonomie locali del Friuli-Venezia Giulia, rispetto alle quali la reintroduzione di un ente intermedio pensato nel 1800 non può di certo dare risposta a una situazione che invece dovrebbe guardare al futuro e ai veri bisogni delle comunità. Ma oltre a questi aspetti, c’è un’altra questione cui fino ad ora non è stata data la necessaria importanza, e cioè la modifica statutaria, introdotta con un emendamento in Commissione parlamentare senza alcun confronto e dibattito a livello regionale, che prevede la soppressione del referendum abrogativo in tema di leggi elettorali, rimandando a una futura norma regionale che disciplini la materia».
«La possibilità di richiedere il referendum abrogativo senza i limiti imposti dal raggiungimento di un quorum predefinito – spiega Moretuzzo – era uno dei contrappesi introdotti dal legislatore regionale per compensare l’evidente accentramento di potere nelle mani del Presidente e della sua maggioranza determinati dall’elezione diretta. Il disegno della Destra è quindi evidente, stando anche alle recenti dichiarazioni del Presidente e dei suoi scudieri leghisti: togliere seggi alla minoranza e aumentare ancora il potere in mano a chi governa, senza il rischio che questa operazione possa essere messa in discussione dalla volontà popolare. Meglio puntare sull’aumento dell’astensionismo e sulla mancanza di partecipazione, come peraltro dimostrano le recenti dichiarazioni sui prossimi referendum. Se queste saranno le intenzioni del Presidente Fedriga e della maggioranza che lo sostiene, ci opporremo in tutte le sedi possibili per evitare un ulteriore indebolimento del sistema democratico del Friuli-Venezia Giulia».
«Siamo in ritardo, un ritardo che è costato, ad oggi, sessantamila morti. Questi morti li abbiamo sulla coscienza oggi che finalmente la comunità internazionale comincia a parlare di genocidio senza più vergogna o paura. Quello che sta succedendo è un genocidio che l’occidente ha permesso e che non possiamo più ignorare né tollerare. Il silenzio delle comunità politiche, religiose, sociali e dei Paesi di tutto il mondo è complice di questi morti, come lo è per ogni singola perdita umana iniziata con l’orrore del 7 ottobre 2023».
Così Giulia Massolino consigliera regionale del gruppo Patto per l’Autonomia che domani sarà presente alla manifestazione di Trieste indetta per la cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza e in Medio Oriente, alla quale aderisce anche il capogruppo Massimo Moretuzzo.
«Per questo motivo aderiamo oggi all’appello ed alla manifestazione prevista per domani, 27 maggio a Trieste. Per dire basta alle torture, ai massacri, ad una guerra che è stata in questi anni un'escalation di morte. Se i leader mondiali non sono stati in grado di prendere posizioni chiare contro l’orrore la società civile ha il dovere di dissociarsi e di lanciare un allarme per fermare il massacro».
«Tutto questo ci riguarda, come cittadini prima di tutto. Ma anche come abitanti di questo mondo: oltre alle perdite umane una guerra è anche una catastrofe ambientale che crea danni a lungo termine ai sistemi naturali e a chi ci vive. L’ambiente è una vittima di guerra, spesso definita come collaterale, ma che in un contesto di crisi climatica non si può invece ignorare. Quello che adesso chiediamo è che tacciano le armi per iniziare il percorso di ricostruzione, che non sarà facile, non sarà per niente semplice rimettere assieme due popoli dopo questi anni di massacri che seguono a decenni di umiliazioni e attacchi. Ma, come diceva Alex Langer, meglio un anno di negoziati che un solo giorno di guerra».
«La crisi della maggioranza, inscenata nell’ultima settimana, è stata una colossale presa in giro del Presidente Fedriga nei confronti del Consiglio regionale e delle cittadine e cittadini del Friuli-Venezia Giulia – commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo all’indomani del vertice di maggioranza che ha sancito la chiusura ufficiale della crisi –. Abbiamo vissuto giornate surreali assistendo a un patetico teatrino con la remissione delle deleghe da parte di 7 Assessori, le loro paventate dimissioni dopo il pesante attacco di un ministro di Fratelli d’Italia all’amministrazione regionale, scambi di accuse fra le diverse anime del centrodestra nel maldestro tentativo di riportare in campo l’ipotesi del terzo mandato, ora definitivamente accantonata. Ci aspettiamo due anni di governo con un Presidente, salvato solo da accordi di potere siglati a Roma, che sarà ostaggio di parte della sua maggioranza, limitato fortemente nelle sue possibilità amministrative. Vedremo cosa succederà a giugno con la verifica della maggioranza sulla mozione su cui Fedriga chiederà la fiducia – conclude Moretuzzo –. Con queste premesse, il futuro della nostra regione è incerto. Di certo invece è che abbiamo assistito a una pagina pessima della politica regionale».
Un referendum sulla cittadinanza, l’integrazione, il futuro
🗳️ Venerdì 30 maggio – ore 18.00 Sede della Circoscrizione, via Veneto 164, Cussignacco (Udine) Un’occasione per approfondire il significato del referendum per ridurre da 10 a 5 anni il tempo minimo richiesto per richiedere la cittadinanza italiana.
“Un referendum su cittadinanza, integrazione, futuro” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà venerdì 30 maggio, alle ore 18, nella sede della Circoscrizione in via Veneto 164 a Cussignacco. Dopo l’introduzione di Massimo Moretuzzo, segretario del Patto per l’Autonomia, interverranno Paolo Zenarolla, vicedirettore della Caritas diocesana di Udine; Franco Corleone, del Comitato promotore del referendum; Beatrice Bertossi, dell’Unione degli Studenti.
«Il referendum è un’opportunità per affermare una cittadinanza più giusta e inclusiva, contro luoghi comuni e politiche escludenti – afferma Moretuzzo –. Il Patto per l’Autonomia invita i suoi aderenti a partecipare attivamente al dibattito referendario, a votare “sì” e contribuire a far votare domenica 8 e lunedì 9 giugno. Se vincerà il “sì” sarà una vittoria della partecipazione popolare, della conquista o difesa di diritti in modo democratico, di affermazione di fiducia nel dialogo e nel confronto delle opinioni. E una battuta d’arresto del processo voluto dal Governo Meloni di strisciante cambiamento delle regole: sia quelle della vita privata – vedi per tutti il disegno di legge “Sicurezza” – sia della vita politica, basti pensare all’elezione diretta del Capo del governo».